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Autore: namedemme    16/09/2012    2 recensioni
Tratto dal testo:
"Gli occhi grigi di Ace passarono velocemente su tutti, terrorrizzati.
Il suo corpo slanciato gli permise di scattare via velocemente, ma non abbastanza da riuscire a non farsi riacciuffare da uno dei tre, che l'afferrò per i capelli tra il biondo scuro e il castano chiaro.
Un pugno lo colpì rapidamente al naso. Venne spinto a terra come un pupazzetto e iniziarono a prenderlo a calci, ridendo sguaiatamente."
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Genere: Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Throes of death Quella mattina Ace si svegliò in preda ai brividi. Rotolò su un fianco e fissò la sveglia sul comodino: le 5:30 del mattino.
Era presto, così tentò di prendere sonno almeno per qualche ora, invano. Rimase a fissare il soffitto fino alle 7:30, mentre
nella sua testa si scagliavano tra loro pensieri confusi, poi si alzò.
Andò in cucina per mangiare qualcosa, e varie bollette e documenti sparsi sul tavolo gli ricordarono i debiti che non aveva
ancora pagato. Spostò tutto velocemente su uno scaffale li vicino e prese un po' di latte con qualche biscotto.
Dopo si lavò velocemente e indossò jeans e t-shirt presi a caso dall'armadio. Uscì di fretta dal monolocale dell'anonimo
palazzo di Londra in cui abitava e si diresse verso una zona poco popolata e abbastanza malfamata della città.
«Sta arrivando», udì una voce lontana e dei passi che si avvicinavano a lui.
«Allora, Bolton, dovevamo parlare di qualcosa, no?», chiese beffardo uno dei loschi figuri che comparvero nella sua visuale.
«Sgancia i soldi», disse secco un altro.
«Ve l'ho già spiegato, non li ho! Datemi tempo!», supplicò Ace.
«Uh, beh, questo dovresti dirlo al signor Morris, noi eseguiamo solo i suoi ordini», sorrise malignamente colui che aveva dato inizio alla conversazione.
Il giovane si guardò intorno, sperando di scorgere una via di fuga.
Aveva ventotto anni e pochissimi soldi. Morris era l'usuraio che gli aveva prestato il denaro per l'affitto del monolocale, e adesso li pretendeva indietro con interessi altissimi. Il problema è che aveva anche molte tasse arretrate e alcuni debiti con
la banca da saldare, ed era solo un semplice commesso. Si era laureato, ma non era riuscito a trovare alcuna opportunità.
Quando i suoi genitori sono morti tragicamente suo fratello si era impossessato di tutti i loro averi e non si era fatto più trovare. Se mai l'avesse rivisto, non l'avrebbe mai perdonato per questo.
«Ho capito, dobbiamo usare le maniere forti...», sghignazzò un terzo.
Gli occhi grigi di Ace passarono velocemente su tutti, terrorrizzati. Il suo corpo slanciato gli permise di scattare via velocemente,
ma non abbastanza da riuscire a non farsi riacciuffare da uno dei tre, che l'afferrò per i capelli tra il biondo scuro e il castano chiaro.
Un pugno lo colpì rapidamente al naso. Venne spinto a terra come un pupazzetto e iniziarono a prenderlo a calci, ridendo sguaiatamente.
Tentava di alzarsi, ma veniva spinto a terra ogni volta. Ad un certo punto sentì due spari accompagnati da un dolore lancinante alle
gambe. Riuscì a voltarsi e, prima di beccarsi un calcio in piena fronte, riuscì a vedere del sangue scorrere copiosamente sui pantaloni.
«Adesso non puoi più fuggire!», qualcuno gridò.
Continuarono a picchiarlo, poi gli spararono a una spalla e lo tirarono su. Ace tentò invano di divincolarsi, dolorante, ma non sfuggì alla presa degli uomini.
«Che ne dite di divertirci con questo qui?», la domanda venne accolta con varie risate.
Sembravano abituati a fare questo tipo di cose, evidentemente Morris aveva molti creditori.
Lo trascinarono fino a un casolare abbandonato, che era una delle loro sedi. Lo portarono in una sala piena di attrezzi di ogni tipo.
Mentre due di loro lo appoggiavano a un tavolo e lo legavano con dei lacci di un qualche materiale imprecisato, l'altro prese una sega.
Gli si avvicinò, posò la lama su una delle spalle e iniziò a segarla lentamente, per farlo soffrire di più. Ripetè lo stesso procedimento con l'altra spalla. Nell'aria si udirono delle urla disumane e delle forti risate maligne.
Il giovane era ormai in fin di vita e non aveva un solo centimetro del suo corpo che non pulsava di dolore.
Sentì delle voci parlare di qualcosa, ma non era in grado di capire nulla. Era sul punto di svenire, anche a causa della perdita di sangue che continuava ormai da tempo, quando nel suo campo visivo apparve un barattolo che si stava inclinando verso di lui e chiuse gli occhi d'istinto. Un istante, e un dolore indescrivibile gli travolse il volto.
Qualcosa lo stava corrodendo. Non riusciva a urlare ma si stava divincolando selvaggiamente. Sentì a stento gli uomini allontanarsi divertiti e lasciarlo lì. 
La morte l'accolse benevola dopo minuti interminabili di atroce agonia.
   
 
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