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Autore: Dreamer91    16/09/2012    7 recensioni
Dal Primo MM: "Quasi sentissi una forza sconosciuta attirarmi verso destra, sollevai lo sguardo e lì, in piedi nella corsia parallela alla mia, con un paio di dvd tra le mani, una buffa espressione concentrata sul viso e un piede che tamburellava nervosamente al suolo, c'era lui: il mio bellissimo Daniel. E allora capii ogni cosa: tutto ciò che in quella mezz'ora mi aveva angosciato, tutte le domande, le ansie e la stanchezza che avevo provato, sparirono di colpo, alla sola vista del mio ragazzo. (..) Perché lui, in poco più di due anni, era riuscito ad intrufolarsi nella mia vita, stravolgendola e migliorandola, rendendola davvero alla giusta portata, rendendola incredibile, piena di cose belle, ma soprattutto meritevole di essere vissuta."
Attenzione: Raccolta di Missing Moments della storia "Just a Landing".. c'è bisogno di aver letto quella per comprenderli ;)
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel, Kurt/Rachel
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Just a Landing'
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(MM 1) Salve a tutti, amorigni miei. Come promesso, mi sono messa all'opera e ho sfornato il primo Missing Moments, con argomento Seniel (che per chi non lo sapesse, sarebbe la nuova coppia creata in Just a Landing e formata da SEbastian + daNIEL) e che risale al capitolo otto. Non so esattamente cosa ne sia uscito, diciamo che qualcosa c'è... aspetto le vostre critiche e i vostri pomodori in faccia.. è tutto bene accetto ^^ bene, vi lascio alla lettura, e ci vediamo domani con l'aggiornamento di JaL ;) (non fate caso all'immagine orrida qui sotto... Tamara non c'entra niente, è opera mia, e si vede... -__- stendiamoci un velo pietoso sopra!)
N.B. Avviso che io do per scontato, ma... meglio essere previdenti: Per capire le parole che seguono bisogna aver letto la storia principale "Just a Landing" che trovate qui (Just a Landing)

Avviso di ordinanza: Non so ogni quanto pubblicherò, quello dipende dalla fantasia e dal tempo... certo è che non posso rubare del tempo alla storia principale dato che per quella ho delle scadenze (chiamiamole così ^^) però prometto di mettermi di impegno e darvi anche gli altri MM il prima possibile. Il loro aggiornamento è indipendente rispetto ai due giorni fissati per la storia principale.

Capitolo dedicato al Dan del mio Seb <3 Love you sweety... ;)




Missing Moment tratto dal capitolo otto "Stagisti seccanti e ragazzini annoiati"
" Fammi diventare la Rose del tuo Jack! "

New York City. 22 Marzo 2012. Ore 07.12 P.M. (Giovedì)

C'erano giorni, tipo quello, in cui mi ritrovavo a chiedermi cosa fosse successo al Sebastian che ero, a quel ragazzo libertino e menefreghista che iniziava ad organizzarsi il week-end già dal Martedì mattina, che vantava ben 1.203 contatti nella rubrica del telefono - tutti rigorosamente maschili - e che ormai, dopo molti anni, era diventato intimo amico del farmacista all'angolo della strada, per via della mole spropositata di preservativi che acquistava ogni settimana.
Ebbene sì, mi sono fatto anche il farmacista, cose che capitano, immagino...
Non ricordavo neanche quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che ero stato da lui, o che avessi aperto a caso la rubrica e avessi chiamato qualcuno di quei ragazzi disponibili, per un pò di sano divertimento. Non ricordavo più i loro volti, i loro corpi, le loro dimensioni. Non ricordavo neanche dove avessi messo il telefono che avevo comprato appositamente per contattarli. Forse buttato in qualche cassetto, forse quello della biancheria, o forse lo avevo semplicemente bruciato assieme alla dignità.
Con un sospiro avanzai nel reparto della videoteca, dedicato ai film d'azione e d'avventura e distrattamente presi in mano una copia di "Fast and Furious Five", rigirandomela tra le mani, senza guardarla davvero. Cosa diamine ci facevo in quel posto? Come ci ero arrivato? E perché, invece di essere a casa a farmi una lunga doccia, stanco a causa di una estenuante giornata in ufficio, ero lì a guardare titoli su titoli di film che non avevo la minima intenzione di vedere?
Quasi sentissi una forza sconosciuta attirarmi verso destra, sollevai lo sguardo e lì, in piedi nella corsia parallela alla mia, con un paio di dvd tra le mani, una buffa espressione concentrata sul viso e un piede che tamburellava nervosamente al suolo, c'era lui: il mio bellissimo Daniel. E allora capii ogni cosa: tutto ciò che in quella mezz'ora mi aveva angosciato, tutte le domande, le ansie e la stanchezza che avevo provato, sparirono di colpo, alla sola vista del mio ragazzo. Perché era lui il motivo per il quale il vecchio Sebastian non faceva più il playboy in giro per New York, era per lui che avevo messo da parte il mio prezioso telefono, ma soprattutto, era merito suo se ogni Santissimo giorno, riuscivo ad aprire gli occhi e a sorridere anche senza averne alcun motivo. Perché lui, in poco più di due anni, era riuscito ad intrufolarsi nella mia vita, stravolgendola e migliorandola, rendendola davvero alla giusta portata, rendendola incredibile, piena di cose belle, ma soprattutto meritevole di essere vissuta. Perché, certo, il vecchio Sebastian vantava tanti amanti e un conto salatissimo alla farmacia del quartiere, ma non era altro che un involucro vuoto e inservibile, gettato ai margini della strada e recuperato solo, se e quando fosse stato utile. Ero insensibile, egoista, materiale, sbruffone, arrogante, anaffettivo. Da quando avevo lasciato Westerville, mi si era aperta davanti agli occhi l'allettante possibilità di fare ogni sera esperienze nuove ed elettrizzanti, e pian piano avevo abbandonato ogni contatto con casa, con i miei genitori, con il loro amore. Credevo di aver bisogno soltanto di me stesso e di un cellulare con una rubrica più capiente. Ci avrebbe pensato la mia evidente bellezza estetica a fare il resto. Ma Daniel, in poco più di due mesi di insensato ed impensabilmente romantico corteggiamento, mi aveva rivoluzionato. Del vecchio Sebastian probabilmente era rimasto solo il bell'aspetto ed ora, perfino dietro quello, ci sarebbe stato qualcosa di interessante da scoprire.
Con un sospiro estasiato, abbandonai il mio dvd, e lo raggiunsi, fiancheggiandolo e stringendogli un braccio. Era la massima forma di effusione che potevamo concederci in pubblico: certo, eravamo a New York, ma una città tanto aperta non significava necessariamente abitanti dello stesso avviso. Magari il commesso non gradiva avere una coppia omosessuale tra gli scaffali del suo prezioso negozio.
Ecco un'altra cosa di cui Sebastian Smythe non si sarebbe preoccupato prima...
"Hai finito di passare al setaccio ogni pellicola esistente in questo buco?" gli domandai, sporgendomi un pò per vedere su cosa si fosse soffermato a riflettere. Rabbrividii terrorizzato nel leggere i due titoli. A destra c'era "Notthing Hill" a sinistra "You've got Mail". Di male in peggio.
"Sono indeciso." mormorò lui, mordendosi un labbro, pensieroso. Feci una smorfia
"Sul serio Dan... stai cercando il modo migliore per uccidermi?" gli domandai sconcertato. Cos'è che avevo appena detto su di lui? Ah sì, che era un ragazzo magnifico che mi aveva cambiato la vita. Lui finalmente spostò lo sguardo verso di me e puntò i suoi confusi occhi azzurri nei miei
"Prego?" mi domandò, inarcando il sopracciglio biondo ed io sbuffai
"Non puoi seriamente pensare di rovinare la mia giornata, già assurdamente schifosa, con un film del genere!" mi lamentai prendendo il mano il dvd di "Notthing Hill" e facendo una smorfia disgustata. Sulla copertina una Julia Roberts sorridente non mi incentivava nella maniera più assoluta a noleggiare quello strazio.
"Hai davvero avuto una giornata assurdamente schifosa?" mi domandò sorpreso, apprensivo come sempre. Io sollevai gli occhi e trovai i suoi preoccupati, così tentai un sorriso rassicurante nonostante la stanchezza
"Ok, assurdamente schifosa magari no, ma... stancante.. quello sì!" mormorai, mentre la sua espressione si addolciva e la mano libera si intrecciava alla mia.
"E c'è qualcosa che questo ragazzo
innamorato possa fare per te?" mi domandò con mezzo sorriso. Io ridacchiai, lanciando un'occhiata al commesso, troppo impegnato a giocare con una Nintendo ds per prestare attenzione a noi due. Così mi avvicinai leggermente, per stringerlo appena a me e soffiargli direttamente nell'orecchio
"Una mezza idea ce l'avrei ma... se la mettessimo in pratica ora, rischieremmo di essere arrestati per atti osceni in luogo pubblico... e non credo sia il caso!" sussurrai lascivo facendolo ridacchiare
"Una denuncia sul nostro curriculum è proprio quello di cui avremmo bisogno in effetti per far decollare la nostra carriera ancora non iniziata!" rispose lui stringendomi con forza la mano, ma allo stesso tempo accarezzandone leggermente il dorso con il pollice. Daniel era questo: dolce e forte allo stesso tempo, ed io lo amavo da impazzire. Ridacchiai allontanandomi appena per poi guardare di nuovo verso il ragazzo alla cassa. Lo trovai intento a fissarci, allibito con gli occhi sgranati e la bocca appena aperta, così gli feci una smorfia in risposta, tanto da farlo arrossire e tornare a prestare attenzione al suo videogioco
"In compenso, potremmo decidere che dvd noleggiare e poi correre a casa per la nostra serata piena di amore e coccole private!" mormorò riacciuffando il dvd che gli avevo tolto di mano e tornando ad osservarlo pensieroso. Sbuffai sonoramente
"Ma è proprio necessario?" gli domandai passandomi la mano tra i capelli
"Certo che lo è... altrimenti che serata cinema sarebbe senza un film da guardare?" domandò retorico, finalmente abbandonando "Notthing Hill", forse decretandolo poco appropriato
"Non pensavo l'avessimo istituita come una serata ufficiale!" mormorai seccato, scrutandolo di traverso. Lui alzò gli occhi al cielo, cosa che odiavo profondamente - e lui lo sapeva! - per poi posare anche il secondo dvd al suo posto
"Coraggio, Bas... non fare il guastafeste... tanto lo so che anche tu non vedi l'ora che sia Giovedì!" esclamò con un sorriso divertito, avanzando verso la fine dello scaffale, con gli occhi ancora puntati sulla fila di dvd romantici. Sì, in fondo non potevo dargli torto. Aspettavo davvero animatamente l'arrivo del Giovedì per quella stupida serata cinema, ma di certo la reale motivazione non era quella che lui credeva: dei film non me ne fotteva niente, il mio interesse aveva a che fare con un piccolo ma comodo divano, una coperta di pile ed un corpo caldo schiacciato al mio fianco. Erano queste le cose che più di tutto aspettavo ogni Giovedì. Il film potevo anche evitare di guardarlo, ma mai mi sarei stancato di annusare il suo profumo, accarezzare la sua schiena, immergere distrattamente le mani tra i suoi capelli e scrutare il suo bellissimo profilo che io reputavo perfetto e unico al mondo. Lui odiava essere distratto durante la visione di un film, ma sotto sotto sapevo che tutto sommato ci provasse gusto anche lui.
"Almeno noleggiamo un porno... ci presterei l'adeguata attenzione, giuro!" mi lamentai, forse a voce troppo alta, perché il viso, già in fiamme del ragazzo alla cassa, si infossò maggiormente nel collo, sparendo quasi completamente dietro la piccola consolle. Daniel sbuffò una risata
"Per poi bloccarlo a metà per colpa del tuo già precario autocontrollo? No, grazie. Ho bisogno di qualcosa da vedere dall'inizio alla fine!" affermò strizzandomi l'occhio. Misi su il broncio, e, come un bambino capriccioso, mi allontanai da lui, con le braccia incrociate al petto. Non era vero che avevo un precario autocontrollo. Io l'autocontrollo ce l'avevo, il mio problema era lui.. lui e la sua fottuta bellezza irresistibile, lui e il suo corpo invitante, lui e le sue labbra carnose. La colpa dunque non era mia. L'unica cosa imputabile a me, sarebbe stata la sfacciata fortuna che avevo avuto nell'accaparrarmi una meraviglia del genere. L'unica sua pecca erano i gusti cinematografici, ma... nessuno al mondo era perfetto, neanche Daniel Camriel Philips.
Così, tendendolo d'occhio da lontano, rimasi in attesa, appoggiato con la schiena alla cassa, proprio accanto al ragazzo - poteva avere sì e no diciotto anni - ancora rosso e tremendamente a disagio. Gli lanciai un'occhiata scettica: qual'era il suo problema? Aveva paura che gli passassi l'omosessualità? Era gay anche lui? Oppure c'era un qualche tipo di divieto per le coppie come la nostra, di entrare in una videoteca e noleggiare un film?
Ero giusto sul punto di domandarglielo, quando una versione elettrizzata di Daniel mi si parò davanti, spaventandomi appena
"Penso di aver trovato il film che fa per noi!" annunciò al settimo cielo. Io, appena stordito dal suo abbagliante sorriso, mi ritrovai a sbattere più volte le palpebre senza davvero capire. Cos'è che aveva detto?
"Eh?"
"No, non te lo dico. Te lo mostrerò soltanto quando arriveremo a casa, così sarà troppo tardi per abolirne la visione!" esclamò cacciandomi la lingua e spingendomi appena più lontano, verso l'uscita, per non farmi vedere. Io resistetti all'impulso di girarmi per sbirciare cosa mai avesse scelto alla fine, e riuscii a rimanere fermo, per due semplici motivi: prima di tutto ero ancora paralizzato per via dello spettacolare sorriso da stordimento che mi aveva rivolto, ma soprattutto perché qualsiasi cosa lui mi avesse chiesto, io l'avrei fatta senza alcuna resistenza.
Il pericoloso predatore, Sebastian Smythe, china la testa e si ritira nella sua cuccia...
Daniel pagò il suo noleggio, ignaro dell'imbarazzo e della probabile omofobia del commesso, e mi raggiunse sulla porta
"Direi che possiamo andare!" mi disse entusiasta ed io non potei trattenermi dal sorridergli, felice del fatto che una cretinata così innocente come quella di noleggiare un film, potesse riempirlo così tanto di gioia. Ed io avrei adorato qualsiasi cosa l'avesse reso così, perfino "Notthing Hill".

New York City. 22 Marzo 2012. Ore 08.01 P.M. (Giovedì)

"No, Daniel... tutto ma questo no!" affermai infervorato, rosso dalla rabbia, mentre scaraventavo in un angolo della camera la camicia sporca e mi liberavo dei pantaloni. Lui, seduto con le gambe incrociate sul letto, mi guardò con una piccola smorfia addolorata sul viso
"E dai, Seb... non lo hai neanche mai visto... come fai a dire che non ti piace?" mi domandò in tono lamentoso. Adesso il bambino capriccioso era diventato lui. Afferrai con rabbia la maglia del pigiama da sotto il cuscino e grugnii in risposta
"Non mi piace e basta. Argomento chiuso!" esclamai infilandomi il resto del pigiama sotto il suo sguardo attento
"Guardane almeno dieci minuti. Soltanto dieci te ne chiedo... poi potrai decidere se toglierlo o meno!" mi implorò gattonando sul materasso, verso di me. Io scossi con decisione la testa. Andava bene tutto, ma quello... no! E che cazzo, avevo una dignità da difendere, dopotutto.
"Neanche trenta secondi ti concedo. Quel film fa pietà ed io non lo guardo!" rimbeccai testardo, mentre lui si fermava proprio accanto a me e mi poggiava dolcemente il mento sulla spalla
"Ma... non pensi ai soldi che ho speso prima per prenotarlo?" tentò di persuadermi, purtroppo per lui inutilmente. I soldi erano l'ultimo dei nostri problemi, e lui lo sapeva perfettamente
"Così impari a noleggiare questi film di merda! Adesso se non ti dispiace io vado a cenare... tu se vuoi guardati pure questo capolavoro cinematografico. Io per stasera passo!" affermai, forse esageratamente duro, alzandomi dal letto e facendogli perdere appena l'equilibrio
"Mi lasceresti davvero da solo a guardare quel dvd?" domandò sconvolto e anche leggermente offeso. Mi girai a guardarlo, e per poco non cedetti sotto il peso di quello sguardo affranto. Deglutii a vuoto per poi dargli le spalle, riacquistando appena un pò di coraggio
"Parola mia!" borbottai
"Bene!" fece lui, alzandosi in fretta ed uscendo dalla stanza, sbattendo rumorosamente i piedi sul pavimento. Ops... era davvero arrabbiato.
Cavolo...
"Bene!" rimbeccai io, giusto per il piacere di avere l'ultima parola, ma ovviamente, nulla era certo quando si trattava di Daniel
"Sappi che questa bravata ti costerà quindici giorni di sesso!" mi informò dai meandri del salotto con voce acuta e soddisfatta. Sgranai gli occhi e per poco non collassai al suolo. Quindici giorni... niente sesso.... quindici giorni... niente sesso... quindici giorni... Oh mio Dio, Dio mio...
Strinsi i denti ed ingoiai il boccone amaro. Stava scherzando, decisamente. Lo diceva per spaventarmi, per farmela pagare, perché era arrabbiato e deluso dal mio atteggiamento. In realtà neanche lui avrebbe resistito così tanto. Facendomi coraggio e stampandomi un sorriso finto sulle labbra attraversai il salotto, mentre lui trafficava con il lettore dvd, inginocchiato sul tappeto. Raggiunsi la cucina ed iniziai a scaldare due porzioni di lasagne nel fornetto a microonde. Da quando Blaine non abitava più con noi, avevamo iniziato ad arrangiarci per il cibo, ma il Giovedì era rimasto un giorno rigorosamente legato alle tradizioni italiane. Preparai anche il piatto per Daniel e, prima che potessi portarglielo, si alzò dal tappeto, mi raggiunse in cucina, e senza dire niente, senza neppure guardarmi in faccia, afferrò il suo piatto, recuperò una lattina di coca dal frigo e tornò in salotto. Alla faccia... ci era rimasto proprio male a quanto pareva. Forse - e dico forse - avevo esagerato, ma giusto un pò.
Mi sedetti al tavolo della cucina, da solo, ed iniziai svogliatamente a buttare giù pezzi di lasagna riscaldati senza neanche sentirne realmente il sapore. Cavolo, non potevo davvero pensare di cedere così facilmente... lui mi aveva tirato un colpo basso, aveva giocato sporco, ed io ingenuamente mi ero fidato di lui. Poi, come se già quello non fosse sufficiente, aveva messo in ballo anche la questione del sesso. Sapeva quanto quello fosse importante per me - non ero un ninfomane, ma fare sesso con lui, la reputavo una delle più belle ed appaganti esperienze della mia vita - e credevo, anzi lo sapevo, che in fondo lo aveva detto di proposito, proprio per ferirmi.
Allo stesso modo in cui tu hai ferito lui, lasciandolo da solo a guardare quel film...
"Oh, al diavolo!" con uno sbuffò abbandonai la forchetta ed il piatto, ancora mezzo pieno, e lo raggiunsi il salotto. In quel momento un sottomarino stava esplorando le acque torbide e scure, nelle quali relitti poco definiti di una nave, riposavano indisturbati. E lui con la forchetta in bocca ed il piatto poggiato in bilico su una gamba, osservava lo schermo rapito. Avrei potuto mettere da parte l'orgoglio, ancora una volta, e fare quel piccolo sacrificio per amor suo? Avrei potuto guardare "Titanic" - tre ore e quindici minuti di straziante proiezione- solo per farlo contento?
La risposta arrivò scontata, sia al mio cervello che alle mie gambe che si mossero verso il divano.
"Fammi posto!" esclamai secco, afferrando il plaid dal tavolino ed aprendolo per posarlo sulle gambe. Lui mi guardò confuso, togliendosi la forchetta dalla bocca per parlare
"Hai cambiato idea? Adesso hai deciso che questo film merita la tua attenzione?" mi sfidò beffardo, accettando però un pezzo di coperta ed il contatto ravvicinato con il mio corpo. Io mi strinsi nelle spalle
"Diciamo che mi fido del tuo giudizio, tutto sommato. E se tu mi assicuri che questo film non è poi così male... posso anche rivedere la mia posizione a riguardo!" esclamai tranquillo sistemandomi meglio. Finalmente dal suo viso sparì l'espressione corrucciata e si aprì un meraviglioso sorriso entusiasta. In men che non si dica, mi ritrovai le sue braccia allacciate al collo e le sue labbra sulle mie
"Grazie, Bas... grazie grazie grazie!" mormorò esagitato, facendomi ridacchiare
"Calmo, campione... non ho detto che mi piacerà... ho solo detto che... concedo ad entrambi il beneficio del dubbio!" esclamai divertito, mentre si allungava per lasciare piatto e forchetta sul tavolino e tornava ad abbracciarmi
"Ed io lo apprezzo molto, amore mio... davvero!" mormorò con il viso premuto contro la mia spalla, mentre ci rilassavamo entrambi, ancorati l'uno all'altro
"Ne sono felice!" risposi accarezzandogli distrattamente la schiena e facendolo sistemare meglio. Intanto il film continuava indisturbato e un gruppo di esploratori di fondali, portava alla luce un vecchio disegno di una donna nuda
"Ah però... e meno male che non volevi noleggiare il porno!" esclamai indicando lo schermo. Lui mi colpì lo stomaco con un leggero schiaffo
"Cretino... c'è una spiegazione per quel disegno! Ora fai silenzio e presta attenzione!" mi rimproverò divertito ed io, dopo un sospiro ed un morbido bacio che gli lasciai sui capelli - aveva di nuovo usato il mio shampoo quella peste - mi rilassai concentrandomi seriamente sul film

New York City. 22 Marzo 2012. Ore 08.47 P.M. (Giovedì)

Era passata all'incirca mezz'ora dall'inizio del film, e ancora mi chiedevo cosa mi trattenesse sul quel divano, senza permettermi di scappare, urlando, verso la camera da letto. Forse era la stretta solida delle braccia di Daniel attorno ai miei fianchi ad impedirmi di muovermi o la curiosità di vedere fino a che punto un film del genere potesse essere prevedibile.
"Andiamo... è così scontato che questi due alla fine finiscano a letto assieme. La depressa nobildonna e lo scapestrato ragazzo di strada. Chi pensano di impressionare?" domandai stizzito, indicando lo schermo
"Leonardo di Caprio è un bel tipo!" mormorò lui con un sospiro. Indignato lo scostai appena per poterlo guardare negli occhi
"Fai sul serio?" gli chiesi allora, e lui sorrise, lasciandomi un leggero bacio sul mento ed accoccolandosi di nuovo tra le mie braccia. Scossi la testa e guardai meglio l'attore in questione. Era carino, nella norma, niente di speciale. E poi era ingrassato come un bisonte nell'ultimo periodo, e lodarlo per un breve momento di celebrità da ragazzino, non era proprio il caso.
"Tutto sommato penso che tu non abbia tutti i torti... è un pò insipido e poi... è biondo ed è risaputo che i ragazzi biondi non abbiano poi tutto questo fascino!" esclamò lui con finto tono indifferente. Ridacchiai cogliendo la sua allusione e d'istinto gli passai una mano tra i capelli, meravigliosamente biondi
"Su questo non penso di poterti dare ragione!" risposi divertito, facendolo ridacchiare.

New York City. 22 Marzo 2012. Ore 09.48 P.M. (Giovedì)

"Ok, penso di essermi perso!" mormorai confuso
"Cosa intendi?"
"Come mi spieghi questa scena qui?" ed indicai indignato lo schermo, per la seconda volta. Lui rimase qualche istante in silenzio prima di rispondere
"Non c'è molto da spiegare, Bas... Rose si sta facendo ritrarre da Jack con addosso solo quel ciondolo!" mi spiegò lui semplicemente.
"E questo lo avevo capito... quello che non mi è chiaro è come può un ragazzo che ha davanti agli occhi un corpo nudo, resistere alla tentazione e limitarsi a fare quattro scarabocchi su un pezzo di carta?" domandai, chiedendomi seriamente se il povero Jack non fosse capitato nella storia sbagliata.
"Beh magari non sono tutti così sfacciatamente assatanati come te!" rispose lui con una leggera nota di disappunto nella voce. Io assatanato?
"O magari per il nostro Jack, serviva più un marinaio che una damina di corte!" scherzai io, ma lui non parve apprezzare l'ironia, perché mi colpì una spalla con un leggero pugno e mi intimò di smetterla, altrimenti le settimane di astinenza sarebbero diventate tre.

New York City. 22 Marzo 2012. Ore 10.15 P.M. (Giovedì)

"Ehm... pensi mi sia consentito commentare?" azzardai divertito, non riuscendo proprio a trattenermi. Lui sbuffò
"No, Sebastian... non ti è consentito!" sentenziò seccato, alzando appena il volume. Non che ci fosse poi qualcosa da sentire, dato che Rose e Jack si stavano dando da fare sui sedili posteriori di una vecchia auto. Ero piacevolmente colpito. Mai avrei potuto immaginare che un film del genere potesse tirare fuori una scena tanto... coinvolgente.
"Mmm... magari potremmo farci un pensierino anche noi. Dopotutto sui sedili posteriori della mia Volvo si sta più comodi!" mormorai malizioso, ricevendo in risposta un sospiro esasperato ed una frase raggelante
"Certo.. non appena sarà terminato il tuo mese di punizione, possiamo tornare a parlarne!"

New York City. 22 Marzo 2012. Ore 11.01 P.M. (Giovedì)

Maledizione, maledizione, maledizione. Per quale fottuto motivo mi ero fatto convincere a guardare quel fottuto film? Quello che stavo facendo andava contro ogni pudore, ogni regola di decenza umana, ma soprattutto contro ogni logica mentale. Perché io, Sebastian Smythe, alla veneranda soglia dei miei quasi ventisei anni, non potevo davvero pensare di piangere come una scolaretta, semplicemente perché ad un maledetto regista, era venuto in mente di infilarci necessariamente del dramma tanto palese in una storia già di per sè così straziante. E cazzo, erano vere lacrime quelle che avvertivo negli occhi, non c'entrava nulla la finzione cinematografica.
Cazzo, se solo Daniel mi scopre, sono fottuto...
Con molta discrezione, scostai un braccio da sotto la coperta e mi asciugai gli occhi, per poi chiuderli. Mi rifiutavo di guardare oltre. Anche se, le urla delle persone che scappavano terrorizzate sul transatlantico devastato dall'iceberg, mi scuotevano non poco. Che fine aveva fatto il Sebastian insensibile che non aiutava ad attraversare la strada alle vecchiette, che non si inteneriva di fronte agli occhi teneri dei cani randagi, che cambiava canale quando in televisione trasmettevano qualche programma sul Terzo Mondo? Non potevo seriamente essermi commosso per colpa di una fottuta nave che si spacca in due pezzi.
"É fatto talmente tanto bene da sembrare reale!" mormorò Daniel entusiasta, e dal suo tono capii perfettamente che lui, al contrario mio, combatteva ancora per difendere la propria dignità
"Mmh.." borbottai io, coprendomi la faccia con un braccio, perché Santo Dio... Jack e Rose erano appena precipitati in acqua, assieme ad altre migliaia di persone. Un movimento leggero alla mia sinistra mi fece tremare. Se per puro caso mi avesse scoperto, potevo anche dire addio a...
"Sebastian..." ecco appunto. Sbuffai frustrato e, senza neanche accorgermene, iniziai a sbraitare come una ragazzina
"D'accordo, d'accordo... avevi ragione tu, contento?" gridai infervorato alzando gli occhi e le braccia al cielo. Lui sgranò appena gli occhi, dopodiché afferrò il telecomando e mise in pausa. Si girò di lato, scostandosi dal mio corpo e mi scrutò per bene
"Sebastian.." mi chiamò di nuovo, con lentezza, ed io di nuovo reagii male
"Cosa?" lo aggredii infatti. Avvicinò il viso al mio e così parlò
"Perché mi stai urlando contro?" mi domandò con calma, appena preoccupato. Io interdetto, sbattei le palpebre un paio di volte per poi sospirare
"Scusa... non ce l'ho con te!" mormorai passandomi una mano tra i capelli in disordine. Era la stanchezza che mi rendeva così vulnerabile, questo era chiaro. Ma le lacrime? Davvero mi ero commosso vedendo uno stupido film?
Daniel si mosse, sempre molto lentamente fino a circondarmi il viso con le mani e a lasciarmi un bacio morbido sulla fronte. Non avevo mai permesso a nessuno di fare una cosa del genere, neanche a mia madre. Ma lui non faceva testo, lui poteva fare e farmi quello che voleva.
Mi sorrise apertamente, facendomi stringere il cuore più di quanto non avessero già fatto i due amanti del Titanic e involontariamente mi lasciai scappare una piccola lacrima che mi rigò la guancia. Arrossii all'istante - ecco un'altra cosa che prima non avevo mai fatto - e mi affrettai a dire
"Scusa... colpa dell'allergia! In alcuni periodi non mi da proprio tregua!" borbottai tirando su con il naso, mentre lui stendeva le labbra in un mezzo sorriso, per niente divertito o canzonatorio. Era solo il normalissimo e dolce sorriso di Daniel
"Lo so!" rispose con voce soffice, lasciandomi un altro bacio, quella volta sulle labbra. Già, lo sapeva. Sapeva che l'allergia non c'entrava nulla, che non ero un soggetto a rischio, che non mi era mai davvero successo nulla. E sapeva anche che, se avevo gli occhi umidi era colpa del film. Ma... non me lo aveva fatto pesare, come non mi aveva mai fatto pesare niente in due anni di relazione.
Eppure avrebbe tutti i motivi per prendermi per il culo...
Si risistemò al mio fianco, stringendosi maggiormente a me e fece ripartire il dvd. I successivi minuti fino alla fine, furono una lenta agonia, ma non nel senso negativo del termine. Tornai a guardarlo, con la guancia schiacciata sulla testa di Daniel, ed aumentando appena la stretta attorno a lui a mano a mano che i minuti scorrevano. Jack era morto assiderato, Rose sembrava sul punto di fare la stessa fine ma aveva avuto la fortuna di essere avvistata da una scialuppa di salvataggio tornata miracolosamente indietro e portata in salvo. Lei era viva e l'amore della sua vita non c'era più. Che ingiustizia del cazzo era mai quella? In che mondo assurdo, l'amore veniva distrutto in quel modo, e che fine aveva fatto il tanto apprezzato ".. e vissero felici e contenti"? Dovevo essermi perso qualcosa oppure negli anni ero diventato fin troppo sentimentale, altrimenti non si spiegava il perché fossi così deluso dal finale.
"Mmm... alla fine ce l'abbiamo fatta e siamo sopravvissuti!" esclamò lui su di giri, stiracchiandosi, mentre i titoli di coda scorrevano veloci sulle note di "My heart will go on" di Celine Dion. Io mi sollevai in piedi, piegando la coperta di pile e posandola di nuovo sulla poltrona. In silenzio lasciai il salotto e mi rifugiai in bagno per sciacquarmi il viso e lavarmi i denti, premurandomi di chiudere la porta. Quella situazione aveva qualcosa di assurdamente imbarazzante e di certo, se ero stato graziato una volta dalle battute di Daniel, non mi avrebbe fatto di nuovo quella concessione.
Un leggero bussare mi avvertì della sua presenza
"Ehi... Bas?"
"Un secondo!" urlai con l'asciugamano schiacciato in faccia. Asciugato alla meglio, mi guardai con attenzione allo specchio per vedere se fossero rimasti segni evidenti del recente crollo. Cazzo, avevo ancora gli occhi rossi e anche un cieco si sarebbe accorto del fatto che avessi pianto. Con uno sbuffo contrariato uscii dal bagno, trovando Daniel ad aspettarmi fuori dalla porta, poggiato al muro del corridoio. Senza dire niente, mi sorrise ed entrò a sua volta in bagno, spiazzandomi ancora. Ero scampato di nuovo alla frecciatina post-film? Era decisamente la mia serata quella. Mi infilai nel letto, impostando la sveglia al cellulare e rimasi in attesa che il mio ragazzo tornasse. Dopo pochi minuti, si infilò accanto a me, arrampicandosi appena addosso
"Comodo?" lo punzecchiai divertito, godendo perfettamente del calore del suo corpo e del profumo che emanava
"Direi di si!" rispose con un mezzo sbadiglio, strusciando languidamente la guancia sotto il mio collo. Sospirai e chiusi gli occhi. Forse il peggio era passato e potevamo seriamente decretare terminata quella giornata ed andarcene a dormire. Ma ovviamente...
"E dunque?" domandò ad un certo punto, nel più totale silenzio. Sollevai un sopracciglio, confuso
"E dunque?" gli feci eco, non capendo dove volesse arrivare. Lui si sollevò, poggiandosi su un gomito e lo sentii sorridere nella semi-oscurità della stanza
"Non devi dirmi niente?" mi chiese divertito, non riuscendo quasi più a trattenersi. Io sospirai
"No... non devo dirti niente!" mentii spudoratamente, sentendomi un cretino e anche un maledetto bugiardo. Negare l'evidenza, a questo ero arrivato?
"Sicuro?" ritentò, afferrandomi il viso e spostandolo verso di lui. Aprii gli occhi e me lo ritrovai a pochi centimetri di distanza, con gli occhi chiari e le labbra piegate in un sorriso speranzoso.
Coraggio Sebastian... fai ammenda...
"Sicurissimo!" fui capace di mentire ancora, nonostante i suoi occhi inchiodati nei miei e la sua mano ancora salda sulla guancia. Ma la voce la sentivo lentamente cedere e farsi meno convincente. Lui annuì piano, per poi tornare a distendersi accanto a me, appena più lontano, giusto quanto bastava per guardarmi negli occhi. Ne ero affascinato, completamente succube di quel celeste così intenso da sembrare irreale, quelle labbra soffici e carnose, quel mezzo sorriso ancora presente. Era ufficiale: Daniel Camriel Philips era capace di rendermi un informe ammasso gelatinoso con un solo semplice sguardo. Ed io, non potevo rimanere in silenzio, come un idiota ottuso ed orgoglioso, mentre lui continuava a guardarmi in quel modo. Qualcosa dovevo pur dirla.
"Dan..."
"Bas..." ingoiai una manciata di saliva per poi sussurrare
"Ti amo!" ed i suoi occhi, già meravigliosamente intensi, si illuminarono appena, facendomi mancare il respiro e la ragione. Si prese un labbro tra i denti, stringendolo appena, per poi sorridermi commosso
"Ti amo anche io... mio dolce ed orgoglioso sentimentale!" mormorò in risposta sporgendosi per baciarmi. Non provai neanche ad oppormi quella volta. Mi bastò perdermi nel momento perfetto che avevamo creato, dopo il contatto tra le nostre labbra. Il resto passò in secondo piano, incluso il fatto che finalmente la frecciata assassina era arrivata, anche se non era affatto crudele come mi ero aspettato. Anzi, sapeva decisamente di buono. Ci staccammo soltanto qualche minuto dopo, quando ormai respirare era diventata una necessità troppo importante e finalmente mi ritrovai a sorridere, con il cuore sgombro dall'angoscia del film e dalla paura di una possibile presa in giro.
"Sebastian posso... farti una domanda?" mi chiese titubante, poggiando di nuovo la testa sul gomito piegato e posandomi una mano sul petto
"Dimmi!" acconsentii curioso. Lui, esitò appena, visibilmente combattuto, finché non parlò
"Saresti disposto a... ad essere... il Jack della mia Rose?" mi domandò infine, arrossendo graziosamente sulle guance. Io strabuzzai gli occhi e sollevai appena il busto per guardarlo meglio
"Prego?"
"Cioè... rinunceresti alla... tua... volevo dire... tu... faresti mai quello che ha fatto Jack per.. per amore di Rose? Lo faresti per me?" mormorò abbassando lo sguardo fino al mio petto e stringendo la stoffa della maglia tra le dita. Involontariamente smisi di respirare, sbarrando gli occhi e concentrandomi esclusivamente su quello che mi aveva appena chiesto. Lui voleva sapere se io avrei compiuto lo stesso gesto d'amore che Jack aveva fatto per la sua Rose. Se mi sarei sacrificato per lui. Per salvarlo. Per amor suo.
Lo avresti fatto Sebastian?...
"Lo avrei fatto senza pensarci due volte!" esclamai convinto, stringendogli leggermente la mano, che ancora era appoggiata sul mio petto. Lui risollevò lo sguardo, colpito
"Davvero?"
"Certo... tu sei... tutta la mia vita, ed io non potrei vivere sapendoti in pericolo oppure perdendoti. Non avrebbe alcun senso, capisci?" gli domandai, scuotendo la testa, perché davvero... non trovavo un senso logico alla mia esistenza, se al mio fianco non ci fosse più stata la testa bionda del mio Dan. Lui era tutto per me: la mia più grande gioia, la mia dolce rovina, la mia salvezza, il mio amore, il mio respiro, la mia anima. E se per salvarlo, avrei dovuto sacrificare qualcosa, lo avrei fatto, ad occhi chiusi, anche se si fosse trattato della mia stessa vita.
Lui, sorridendomi commosso, si tuffò addosso a me, stringendomi forte e premendo le labbra sul mio collo. Lo strinsi a mia volta, mentre la consapevolezza di aver avuto perfettamente ragione, prendeva sempre più forma nella mia testa. Daniel doveva essere al sicuro, con me, al mio fianco, e se quello non fosse stato più possibile, beh.. mi sarei accertato io stesso di trovare il modo migliore per farlo vivere ancora.
"Però io non sarei stato così stupido da metterti in una situazione così pericolosa! Ti avrei fatto scendere molto prima da quella nave!" aggiunsi scherzosamente, tanto per alleggerire un pò la situazione e non renderla più drammatica di quanto non fosse già. Lui infatti ridacchiò strofinando la guancia sul mio collo scoperto.
"Grazie!" mormorò leggero, tanto da sembrare quasi un suono frutto della mia immaginazione più che un vero sussurro
"Non dirlo mai, Dan... non ne hai bisogno!" risposi chiudendo gli occhi, per abbandonarmi finalmente alla stanchezza, ma qualcosa me lo impedì: il mio cellulare vibrò rumorosamente sul comodino, avanzando perfino di qualche centimetro
"Chi è che ti scrive a quest'ora?" mi domandò Daniel curioso. Sbuffai
"Chiunque sia, non merita la nostra attenzione!" sentenziai, rimandando al giorno dopo ogni cosa non riguardasse me, il mio ragazzo e il nostro letto caldo. Ma lui non sembrò dello stesso avviso. Si arrampicò su di me, appiattendomi una costola e recuperò il Blackberry per poi digitare frettolosamente sui tasti, mentre i miei occhi si sollevavano verso l'alto, in un gesto esasperato. Io gli avevo appena giurato amore eterno ed incondizionato, gli avevo assicurato che avrei perfino rinunciato alla mia vita per salvare la sua e lui cosa faceva? Mi controllava i messaggi? Bella dimostrazione di fiducia
"É Blaine!" esclamò, notevolmente più sollevato. Io sollevai un sopracciglio, confuso
"E cosa vuole quel pigmeo da me?" domandai sporgendomi per leggere il messaggio.
*Sei ancora sveglio?*
"Vuoi rispondere?" mi domandò lui con un sorriso. Io ricambiai
"Vuoi che lo faccia?" lo provocai facendolo ridere. Mi ripassò il telefono
"É il tuo migliore amico... non sono di certo geloso di lui!" mormorò facendo una smorfia
Geloso di Blaine... mmm.... interessante...
"Non devi esserlo, infatti. Non ne hai motivo!" gli risposi circondandogli le spalle con un braccio e baciandogli la testa. Una leggera risata da parte sua, mi fece distendere e così, giusto per curiosità, dato l'orario improponibile, risposi al messaggio di Blaine, mentre il mio piccolo Daniel - la mia dolce e bellissima Rose - si aggrappava a me, quasi fossi la sua scialuppa di salvataggio nell'immensità sconosciuta del mondo.  
 
  
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