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Autore: Blamblerose    03/04/2007    1 recensioni
il dramma della solitudine e dell'incomunicabilità. "Un ribollire che montava istante dopo istante, ruggiva, graffiava, fremeva, chiamava, scoppiava!"
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’uomo che salì sul tetto

 

L'uomo era solo in casa.

Fuori era notte.

Guardava intorno

a sé in silenzio,

il silenzio

della sua casa.

Dondolava svogliato

su una sedia,

rimirava il buio con occhi spenti.

Riceveva di rado visitatori,

era abituato a stare solo.

Non provava angoscia

nelle notti vuote.

Forse noia...

Si noia!

Solo patetica noia.

 

Guardava,

in silenzio.

 

Poi sentì qualcosa.

No,

non stavano bussando alla porta.

Era come un gorgoglio:

Oscuro, profondo.

Veniva da un luogo

dietro lo specchio dei suoi occhi

da viscere buie, nascoste, ignorate.

Un ribollire che montava

istante dopo istante,

ruggiva,

graffiava,

fremeva,

chiamava,

scoppiava!

L'uomo scattò in piedi.

Si trovò in un attimo ansimante.

Cos'era stato?

 

Si guardò intorno.

Nulla era cambiato.

Di nuovo si sedette.

Riprese a dondolare,

in silenzio a rimirare

il silenzio.

Era abituato a stare solo,

ma ora provava

qualcosa di di diverso

 in quella notte

coma tante altre notti, vuota!

Angoscia!

Perchè?

 

Guardava,

in silenzio.

 

E di nuovo udì qualcosa.

No,

non stavano bussando alla porta neanche ora.

Era come un pulsare,

giungeva da qualche oscuro anfratto

dentro il suo corpo stanco

e ne scuoteva le membra.

Assordante!!

picchiava,

scuoteva,

strappava,

scalciava,

gridava!

L'uomo si alzò.

Nel petto gli moriva il respiro.

Guardò fuori.

La notte era quieta.

 

Guardava.

 

Uscì fuori di corsa,

lasciando aperta la porta.

Non c'era nessuno.

Guardò in alto il tetto.

Tremava!

Corse in garage a cercare una scala.

Non c'era!

Maledizione!

Guardò il tetto di nuovo.

Si avvinghiò alla grondaia.

Prese a salire,

inciampando,

afferrando.

Giunse sul tetto ,

piantò in terra i piedi.

Levò lo sguardo,

strinse i pugni,

inarcò la schiena,

stese  le braccia,

chiuse gli occhi,

raccolse il fiato e

       URLO’!!

contro la notte,

contro il silenzio,

con tutta la voce,

con ogni fibra,

con ogni nervo teso.

Urlò!!

E si squarciò la quiete e

fuggirono le nuvole e

fremettero le stelle.

Ogni angolo del mondo

Risuonò di quel grido

Portentoso.

Ma nessuno,

neanche i vicini

udirono alcunché.

E stremato e senza voce

L’uomo tornò in casa

A guardare in silenzio,

il silenzio della sua casa.
  
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