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Autore: ChiaBBlack    16/09/2012    0 recensioni
Rocka Rolla si ispira all'hair metal anni '80, e parla di un ragazzo che insegue il suo sogno di diventare una rock star
Per favore fatemi sapere cosa ne pensate (:
Genere: Slice of life, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Come ormai faceva abitualmente da parecchio tempo,Josh Lovestone fissava dalla finestra del soggiorno di casa sua la gente che passava,senza aver niente di meglio da fare che aspettare la sua ragazza per parlare e cenare.Nella stanza di sottofondo c’era Shine On You Crazy Diamond dei Pink Floyd,una delle sue canzoni preferite. Il rock-diceva-è come una droga:una volta che ti prende,non ti lascia più andare;Josh ascoltava da parecchi anni ormai il rock classico,mentre disprezzava tutti i generi nascenti come il punk,l’AOR,li definiva “stupide americanate create allo scopo di far soldi”.Era il 1982,in un sobborgo di Los Angeles,sporco e degradato,chiamato Boyle Heights,ma Josh non poteva sapere che quel quartiere degradato avrebbe cambiato per sempre la sua vita.Quel giorno Helenie tornò a casa prima del solito,gettò le chiavi sul tavolo e si precipitò da Josh con una notizia che lo sorprese:”Hai sentito tesoro?Alcuni ragazzi del centro hanno dato il via ad una rivoluzione,pare che sia nato un nuovo genere musicale!Lo chiamano hair metal o qualcosa del genere se ho capito bene”;solite americanate,pensava ovviamente Josh,anche se quell’entrata precipitosa di Helenie un po’ l’aveva smosso.”Mi informerò-disse-e poi ti farò sapere di più su questa rivoluzione”,anche se entrambi sapevano che con il suo carattere Josh sarebbe rimasto seduto sul divano ad ascoltare i Pink Floyd piuttosto che uscire e documentarsi.Quella cena fu una delle più brevi e silenziose della loro storia,solitamente si lasciavano a lunghi discorsi filosofici talmente lunghi che si scordavano persino di mangiare,ma non fu così,e non solo quella sera,ma per tutto l’arco del mese.

Fu proprio nei mesi successivi che le cose cambiarono radicalmente:alla televisione,sui manifesti,in tutte le città degli Stati Uniti si leggevano diversi nomi di band come KISS,Van Halen,Europe…La prima cosa che creò interessamento a Josh fu proprio l’abbigliamento:erano vestiti con abiti quasi da donna,i capelli erano lunghi e cotonati,ma soprattutto suonavano un genere che Josh disprezzava profondamente.Tornando a casa da un’insolita passeggiata vide attaccato ad un muro del quartiere un enorme manifesto tutto stracciato che riportava il nome di una band in concerto il mese successivo:Josh lesse molto difficilmente il nome in quanto questo era scritto in una maniera incomprensibile,con umlaut a caso e senza alcuna logica,gli parve di leggere Motley Crue o qualcosa del genere.Ciò che lo colpì maggiormente di questa band più di chiunque altra bizzarra vista nei giorni precedenti,fu l’aspetto fisico:erano vestiti con delle specie di  magliettine aderenti e con borchie,ma soprattutto erano coperti di trucco su tutto il viso,cosa che fece sogghignare Josh.Ma fu proprio questa bizzarria nell’aspetto e questa voglia di ribellione alla tradizione che fece prendere un’importante decisione a Josh:sarebbe andato a vedere quel concerto,a qualsiasi costo e magari avrebbe portato anche la sua ragazza,che sembrava così entusiasta del nuovo movimento musicale.Arrivò a casa tutto trafelato per la bella notizia,con i biglietti in mano,ma una spiacevole notizia lo accolse al ritorno:c’era un messaggio nella segreteria telefonica,era Helenie,spiegava che era dovuta partire per un’emergenza familiare e stava un paio di mesi in Louisiana da sua madre;essendo che nè Josh nè Helenie avevano amici,ovviamente Josh decise di andare da solo.Arrivò il grande giorno,la città era gremita di persone come nessuno l’aveva mai vista,il concerto si teneva in una specie di teatro,che al massimo poteva contenere 10.000 persone.I Motley Crue iniziarono a suonare una canzone dal titolo bizzarro,Too Fast For Love,che però,a differenza delle aspettative di Josh,stava prendendo sempre più il pubblico;Josh osservò molto attentamente ogni componente del gruppo:il cantante era un biondino che con vocalizzi molto acuti e con parolacce intratteneva il pubblico,il chitarrista sputava sangue dalla bocca e faceva assoli veramente veloci,il bassista ed il batterista erano sicuramente i più strani:erano pettinati in modo molto azzardato,ma soprattutto erano coloro che il pubblico apprezzava maggiormente.Il concerto nel complessivo durò un paio d’ore,ma quelle due ore bastarono a Josh per riflettere:”Se loro ce l’hanno fatta-pensò-a diventare abbastanza famosi,posso riuscirci anch’io”,e prese l’inesorabile decisione di partire alla volta di una carriera che sarebbe potuta essere gloriosa o disastrosa,ma che aveva alla base un concetto chiave:hair metal.

Due mesi dopo Helenie tornò a casa,sorpresa che Josh non ci fosse,ma trovò un biglietto sul tavolo in soggiorno che recitava una frase degli Who:”Take a bow for the new revolution”,solo questo,ma le poche parole che Josh aveva lasciato avevano subito fatto capire ad Helenie le sue intenzioni.Subito lo chiamò al telefono,preoccupata,ma Josh le rispose con una calma inesorabile che era all’areoporto di Los Angeles e che avrebbe preso il primo volo per New York,che una volta li avrebbe contattato un paio di case  discografiche per vedere se fossero interessate a lavorare con lui,di stare tranquilla che stava bene ed aveva soldi sufficienti per il sostentamento. Helenie era sostanzialmente in lacrime,era disperata perchè ormai era rimasta sola ed era arrabbiata perchè non era tornata a casa in tempo per fermarlo,ma forse era meglio così,soprattutto se questo era il sogno di Josh,perchè rovinarglielo? Josh arrivò a New York il giorno seguente,ma prima di recarsi nella prima casa discografica si preoccupò di trovarsi una sistemazione economica ma adeguata. Fin da quando era bambino, Josh aveva sentito dire che a New York vi era un bellissimo ostello,abitato esclusivamente da giovani universitari,che per pagarsi gli studi dovevano rinunciare ad alberghi di lusso e cose di questo genere,e sceglievano posti economici per risparmiare.Quel posto era stato descritto a Josh come un paradiso,pieno di persone simpatiche e coinvolgenti, ed anche l’aspetto della struttura non era malaccio a quanto dicevano;dopo aver chiesto un paio di informazioni sull’ubicazione del luogo,Josh vi si recò;la prima cosa che lo colpì fortemente fu l’aspetto,come l’alloggio si presentava,era una casa vecchia e malandata con pareti cadenti,vetri rotti per terra e con pipette per il crack sparse ovunque,era molto diverso da come lo avevano presentato;soprattutto la compagnia fu la cosa che lo deluse maggiormente:era pieno di ragazzi imbottiti di droghe fino al collo,senza più un briciolo di vita o razionalità in loro,che giravano urlando o si buttavano per terra per supplicare la gente per guadagnare qualcosa.Josh stava quasi per andarsene,quando improvvisamente vide il proprietario di quella baracca,un uomo sulla cinquantina vestito elegante,a cui chiese una camera dove si recò.Iniziò subito a lavorare ad alcuni pezzi che aveva scritto in passato quando ancora suonava la chitarra,ed eccola lì,pronta a tornare in gloria:era una Gibson che tutti gli amici ai tempi del liceo gli invidiavano,per la sua maestosità e soprattutto il suo costo.La prese,la suonò e dopo aver provato qualche accordo di base cercò di registrare le sue canzoni il meglio possibile,in modo da colpire i proprietari delle case discografiche da cui si sarebbe recato.Cantò innanzitutto per riscaldamento un pezzo dei Cream,per poi passare alle canzoni da lui composte.La prima casa discografica da cui andò fu la famosa Roadrunner Records,nota scopritrice di giovani talenti;dopo un breve colloquio la casa discografica miracolosamente si disse interessata a lavorare con lui,ma Josh non sapeva che questa risposta sarebbe stata la sua rovina.

Il proprietario della sede americana della Roadrunner,Mark Deelan,correva voce fosse un ladro spillasoldi senza un minimo di scrupoli per i giovani ambiziosi vogliosi di far carriera;fu proprio lui che chiamò Josh per proporgli di suonare in un locale di New York sporco e decadente,vicino e molto simile allo storico CBGB’S,ma che non aveva niente a che vedere con esso.Josh accettò subito quel nuovo incarico che Deelan gli aveva proposto, e come promesso si recò la sera seguente con la sua chitarra al locale e iniziò a suonare:il locale era pieno zeppo di barboni ubriachi che spesso e volentieri lanciavano bottiglie di vetro addosso a Josh,che però impassibile continuava a suonare fino alla fine della serata. Si continuò così per quasi un mese,tutte le sere Josh aveva impegni,ma erano impegni creati non allo scopo di fargli ottenere un discreto successo,bensì erano serate di divertimento per Deelan;esatto,si divertiva molto a vedere che i presenti ai concerti prendevano Josh a bottigliate,lo deridevano e lo fischiavano,lo umiliavano persino staccandogli corde alla chitarra fino all’esasperazione.Però c’era una cosa che Josh usava per tirarsi su quando tornava all’ostello,una sostanza comunissima allora nei sobborghi newyorkesi:la cocaina.

Quella sera,una come tante altre,Josh tornò in camera,arrotolò una delle poche banconote che gli erano rimaste e tirò su l’ultima dose che aveva tenuto per la fine della settimana,intanto si godeva l’effetto;però,quando non era sotto l’effetto di stupefacenti o quando non era in giro a suonare,Josh ragionava moltissimo anche sulle conseguenze della scelta che aveva preso;le cose per ora stavano andando di male in peggio,non gli erano rimasti più soldi,aveva ancora da pagare l’affitto della camera di quel mese e non sapeva più come fare,in più Deelan lo sfruttava come se fosse una macchina,ma in cambio lui non otteneva niente.Fu proprio in quel momento che squillò il telefono,era Deelan:”Lovestone-disse-ho un incarico per te:stasera suoni all’incrocio della 52esima,c’è uno strip club chiamato Chadore,voglio che ti rechi li”;Josh,in preda alla disperazione ed alla rabbia senza esitazione rispose:”Hey Deelan,vaffanculo con tutto il cuore,credi che non mi sia accorto dei tuoi giochetti?Anzi,ho preso una decisione,sciolgo questa merda di contratto che ho e mi arrangio da solo,addio e ancora vaffanculo!”.Dopodichè buttò via il telefono e si rannicchiò in un angolo a piangere,ma questo momento diede ispirazione al povero cantautore e gli diede la forza per scrivere una canzone,che chiamò come lui,Lovestone.Verso sera si presentò alla porta della sua camera il padrone dell’ostello chiedendogli i soldi per l’affitto,perchè si sa,la musica e il successo possono aspettare,ma i soldi no.Il problema era che Josh aveva finito quasi tutti i risparmi,e le uniche banconote che gli rimanevano doveva usarle per comprarsi la roba;chiese supplichevole altre due settimane al padrone,che per un qualche atto caritatevole momentaneo,gli vennero concesse;rimaneva adesso il problema di come fare a procurarsi più di duecento dollari in due settimane,quando a malapena in una ne guadagnava meno di cinquanta,ma non trovò nessuna soluzione se non una,ma rischiosa.Era una fredda sera di novembre quando Josh si recò in una delle stanze dell’albergo e comprò più dosi del solito,ben 5;gli era tornato in mente un pensiero,che ora rimaneva fisso:quando era ancora a Los Angeles aveva sentito alla televisione di un messicano naturalizzato americano che era riuscito a passare la dogana con un’ingente carico di roba,che poi si era messo a spacciare ed era diventato ultra miliardario.Solo dopo un paio d’anni l’avevano scoperto e la pena per lui era stata la sedia elettrica.Josh decise di muovere i suoi primi passi in questo modo:si appostò in una delle strade più degradate del quartiere dove viveva,assunse la posa tipica di chi spaccia,lo sapeva fare abbastanza bene,poichè l’aveva visto fare altre volte.Ed ecco che arrivano i primi contatti,tipi loschi che comprano due o tre dosi alla volta,facendogli guadagnare più di cinquecento dollari,con cui può permettersi di pagare l’affitto.Ma il problema è che Josh non si fermò qui,anzi,iniziò un vero e proprio impero commerciale nelle stradine di NY,noncurante dei problemi a cui andava incontro,senza preoccuparsi di cosa avrebbe fatto se l’avessero scoperto,e come per un segno del destino,questo accadde.Josh aveva spesso sentito parlare dei poliziotti in borghese,ma pensava che non avrebbero mai attraversato quella zona così brutta e sporca che faceva paura persino a quelli che la abitavano,ma non fu così:si avvicinò un ragazzo sulla trentina,alto muscoloso che chiese a Josh una dose;quello senza il minimo dubbio,subito gliela diede e chiese i soldi indietro,ma in cambio gli arrivarono un paio di manette.Josh fu costretto a passare in riformatorio un mese,più altri tre mesi di arresti domiciliari,una pena che per quello si aspettava Josh,faceva quasi ridere,ma si sa,con gli spacciatori mediocri,non si può andare troppo pesanti.Come ogni mese succedeva inoltre era ritornato l’incubo affitto.Senza più il suo commercio e senza la minima quantità di denaro,Josh non sapeva più che santo pregare per ottenere un po’ di quattrini;girava però voce che ogni tanto,persone molto ricche attraversavano quel quartiere per comprare case a prezzi stracciati e rivenderle a peso d’oro;ora si sa,per uno che ha già un punto sulla lista nera dopo un arresto per spaccio,andare a rubare non è la cosa migliore da fare,ma per Josh non c’era altra soluzione,doveva pagare l’affitto e doveva comprarsi la roba e non aveva soldi.Nei quartieri degradati i ricchi di cui si era appena accennato,si riconoscono molto facilmente,non sono nè tatuati ne hanno strane pettinature o creste,ma soprattutto indossano vestiti costosissimi,quindi sono facilmente riconoscibili.Ecco che ne arriva uno,si copre la bocca ed il naso con un fazzoletto per non sentire l’odore nauseante di quel posto,ma adesso entra in gioco Josh,lo bracca,un colpo secco dietro la nuca e scappa con il portafoglio.Tutto era andato molto liscio,stranamente,e Josh era quasi felice di aver fatto un lavoro pulito,senza troppe perdite di sangue;con i soldi ricavati Josh ci poteva campare un anno,anzi avrebbe potuto,perchè qualcuno aveva visto Josh ed aveva chiamato la polizia,che si era precipitata in camera sua.Questa volta nessuno sconto o lieto fine,Josh si era beccato ben 6 mesi in carcere.Anche i telegiornali iniziarono a parlare di lui e di certo non dissero cose positive o buone.

Helenie era costantemente davanti alla televisione per ottenere notizie su Josh,che ormai non la chiamava più da 2 mesi;sperava di sentire novità su come procedeva la vita a New York,ma quello che si presentò al telegiornale quella sera non fu tra le cose che si aspettava di sentire.”Arrestato ragazzo per furto,aveva precedenti per spaccio.Il suo nome è Josh Lovestone,americano nativo di Los Angeles…”.Il telecomando cadde letteralmente dalle sue mani,si sentì lasciare da tutte le forze che aveva in corpo,piangere fu l’unica cosa da fare,com’era possibile?Il suo Josh,così pacato,tranquillo talvolta anche passionato,era in carcere.Dopo sei mesi Josh tornò all’albergo,distrutto,mortificato ovviamente senza soldi e soprattutto sentiva la mancanza della sua ragazza,che non vedeva e sentiva da tanto tempo;proprio come su desiderio trovò un messaggio nella segreteria telefonica del suo cellulare,era proprio Helenie che diceva di chiamarla urgentemente,che doveva parlargli e così Josh fece.

-Pronto?Sono Josh

Sono Helenie,come stai?

Qui tutto bene grazie,scusa se non ti ho chiamato,ma sono stati mesi impegnatissimi;sai qua a NY ci si diverte! Sono sempre in giro a suonare,sto facendo soldi!

Hey Josh,ho sentito tutto al telegiornale è inutile che tu mi menta,sei stato arrestato e hanno detto che non hai neanche una professione.Sai,io pensavo di aver conosciuto una persona diversa,che amava la sua ragazza e faceva di tutto per non farla soffrire.Non ci sentiamo da mesi e la prima cosa che sento dopo tanto tempo è che sei stato arrestato e mi menti.Io ti amavo Josh,amavo il tuo modo di fare,ma a questo punto il rapporto tra noi è diventato insostenibile,addio.

Detto questo riattaccò il telefono e Josh ci mise un po’ di tempo prima di capire che Helenie,che per tanto tempo era stata la sua guida e la sua ragione di vita,lo aveva lasciato.C’è una cosa che abbiamo omesso ma che penso sia giusto dire:quando Josh aveva iniziato il suo commercio di droga,con i primi soldi racimolati aveva comprato una calibro 60,una pistola che all’epoca non era niente di che,ma che poteva servire in qualsiasi momento.Tornò utile proprio in quello;Josh la prese dal cassetto dove l’aveva riposta,l’accarezzò,le parlò anche poi se la puntò alla testa lentamente,fu un attimo un soffio,ma improvvisamente si ritrovò ancora vivo;fu un attimo per decidere.Era già uscito qualche volta dalle brutte situazioni e ce l’avrebbe fatta anche questa volta,ma era distrutto e crollò sul letto.Si svegliò all’indomani con una voglia feroce ed indomabile di continuare,prese la sua chitarra,pippò la prima dose quotidiana e si recò per strada.Iniziò a fare pezzi classici,Led Zeppelin,Deep Purple,Who,dopodichè suonò anche le canzoni che faceva quando lavorava per Deelan.Iniziò a racimolare i primi soldini,fino ad arrivare a guadagnare anche cinquanta dollari al giorno,solo con la sua musica.I passanti si fermavano ad ascoltarlo e Josh da parte sua iniziò anche ad intrattenere il pubblico:faceva assoli improvvisati,battute sarcastiche,faceva anche suonare la gente;questo “mestiere” continuò molto a lungo,molti persino gli consigliavano di andare a contattare le case discografiche,ma l’esperienza Josh l’aveva già vissuta e di sicuro non era stata ripagante,anzi era stata proprio una delusione.Il discreto successo che stava ottenendo porto Josh a creare una specie di palchetto e soprattutto a comprarsi un amplificatore,per l’esattezza un Marshall,in modo da far sentire la sua musica anche nei quartieri un po’ più lontani;quel giorno c’era una folla veramente notevole,circa 100 persone che lo stavano ascoltando,ma ciò che lo colpì di più era un ragazzo che stava leggermente discostato,che lo fissava con occhi non minacciosi,bensì interessati.Alla fine dello show contò i soldi guadagnati,erano circa 80 dollari,buoni per una dose ed una buona cenetta;ciò che lo colpì fu soprattutto il fatto che quel ragazzo che lo fissava era rimasto li,e lo scrutava con uno sguardo stranito.Josh stava giusto per andarsene quando finalmente quel ragazzo misterioso si fece avanti:”Il mio nome è Michael-disse-ti ho visto suonare,è da un paio di giorni che ti ascolto,e penso che tu abbia della stoffa da vendere,non è che ne possiamo parlare?Ti va un caffè?”.Dopo essersi seduti,Michael iniziò la conversazione e spiegò a Josh le sue intenzioni:voleva formare una band,lui sarebbe stato il batterista mentre Josh il cantante e chitarrista di accompagnamento;Josh non sapeva proprio cosa rispondere,da una parte aveva una gran voglia,ma dall’altra ripensò all’esperienza avuta con Deelan e disse che ci avrebbe pensato.Tornato in camera ripensò alla proposta di Michael e decise solo dopo una lunga riflessione di accettare l’incarico.L’indomani si vide con Michael ed insieme si recarono alla Mercury Records,dove conobbero il proprietario della sede americana,un certo Frank Tool;quest’ultimo si disse subito interessato a lavorare con loro,e subito assegnò un lavoro ai due ragazzi.Nel frattempo Michael aveva reclutato altri due membri per la band ed insieme tutti quanti avevano deciso il nome,si sarebbero chiamati “The Airwaves”,ovviamente il loro genere sarebbe stato l’hair metal.Josh tralaltro aveva iniziato a conoscere meglio Michael,aveva scoperto che abitava a pochi chilometri dal suo albergo,ma soprattutto che anche lui era dipendente però da un altro tipo di droga,si faceva di eroina.

La prima serata degli Airwaves fu in un locale che Josh conosceva molto bene,era quello dove aveva suonato da solo per Deelan dove gli ubriaconi gli tiravano le bottiglie di vetro;i primi pezzi che suonarono furono più che altro cover di band che in quegli anni stavano diventando famose,suonarono pezzi degli Europe,dei Van Halen,dei Motley Crue,ma soprattutto pezzi degli idoli della band escluso Josh,i Bon Jovi.Quella sera tutti i presenti rimasero quasi esterrefatti dalla performance della band,che suonò quasi in maniera impeccabile tutte le canzoni,tanto che venne richiesto a gran voce il bis.Per fortuna passava quella sera in quel locale un amico di un importante manager internazionale,Don Mcghee che contattò subito il manager dicendogli di aver scovato nuovi talenti.Gli Airwaves iniziavano ad ottenere successo,non facevano più serate bensì ottennero posti di apertura a concerti di band di discreto successo nella scena musicale di quel tempo,ma soprattutto si avvicinava un giorno che nessuno dei componenti poteva aspettarsi.Era una mattina quando il telefono squillò mentre i ragazzi stavano provando per il concerto serale:al telefono rispose una voce sconosciuta,parlava un inglese americano molto accentuato ma quando disse il suo nome la band sbiancò:”Sono Jon Bon Jovi,il mio manager ha detto che siete forti e vi ha visto aprire concerti a band di successo,volevo chiedervi se volevate unirvi a noi per aprire il primo concerto del tour del nostro nuovo album!”;di colpo,dopo essersi ripresa la band accettò subito quell’invitante offerta e si allenò costantemente per il grande giorno.Il concerto dei BJ si svolgeva nel Michigan,che la band raggiunse in pullman dopo un paio d’ore;subito si recarono sul posto e videro il palco:era grandissimo,enorme,splendente,con tutti i possibili effetti e accessori che un musicista può desiderare,la tensione era alle stelle;si presentò da loro in persona Jon Bon Jovi che spiegò loro come dovevano comportarsi,quando dovevano suonare e per quale durata,il concerto si sarebbe svolto la sera stessa.Alle 21:30 in punto il sipario si aprì e Josh e gli Airwaves iniziarono a suonare;non suonarono cover,bensì pezzi scritti da loro e pezzi scritti da Josh nella sua carriera solista,rivisitati in chiave metal.La folla era immensa,c’erano circa 10000 persone e l’arena era in fiamme,tutti aspettavano l’arrivo dei BJ quando finalmente si accorsero che c’era una band di supporto.Josh iniziò ad intrattenere il pubblico come meglio poteva,girava per il palco,chiamava le ole,ma purtroppo nessuno conosceva le loro canzoni,però sembrarono apprezzare.Verso la fine del loro concerto,durato circa mezz’ora,dalla folla si levarono applausi scroscianti che riempirono di gioia e buon umore i membri della band;dopo questo concerto gli Airwaves decisero di registrare il loro primo disco in studio,che si sarebbe chiamato Love and Live,con la title track contenuta nell’album.Il debutto discografico prodotto dalla Mercury Records raggiunse subito una soglia di incassi record:nella prima settimana di vendita ben 3000 copie vennero velocemente esaurite,ciò spinse la casa discografica a produrne altre e rischiò mettendo sul mercato ben 200.000 copie,che vennero vendute velocemente in due mesi;il premio più ambito da un musicista non di successo planetario è sicuramente il disco di platino:questo riconoscimento varia da paese a paese e da genere a genere,ma con 200.000 copie all’attivo di cui 100.000 nei soli Stati Uniti un riconoscimento è sicuro,ed infatti la RIAA contattò gli Airwaves e consegnò loro il meritato premio.

Dopo alcuni giorni anche Tool contattò Josh e consigliò alla band di proseguire il loro lavoro intraprendendo un tour,le date le avrebbe trovate lui,l’unica cosa che dovevano fare era semplicemente impararsi a memoria tutte le canzoni dell’album,in modo da saperle alla perfezione.Convinta facilmente la band,iniziarono il tour partendo dalla città natale di Josh,Los Angeles che per debutto costituiva sicuramente un inizio notevole.Allo show parteciparono circa 3000 persone,non un risultato ecclatante,ma agli inizi era considerato normale non essere subito seguiti al massimo;cio che Josh si aspettava maggiormente però non si era ancora fatto vedere:sperava infatti che Helenie,con cui aveva ristabilito il rapporto amoroso pochi mesi prima,sarebbe venuta a vederli,nonostante non fosse al corrente del nome della band,ma ciò non accadde anche se Josh non ne sembrò così dispiaciuto.La band ottenne un gran successo in quel concerto,la gente letteralmente stravedeva per loro e loro speravano che fosse sempre così.Ma non fu sempre così,fu persino meglio:il tour comprendeva circa 100 date e la band ne aveva già completate 80,quasi tutte con un numero superiore a 10000 persone per concerto,per loro era sicuramente un gran successo.Quella sera non fu una serata allegra per Josh,appena arrivato in camera ricevette una telefonata.

Pronto?

Salve,qui è Josh Lovestone,chi parla

Buonasera,siamo i paramedici del General Hospital di Los Angeles,abbiamo appena soccorso una vittima di un incidente sulla 22esima,il suo nome pare sia Helenie,lei la conosce?

Si,è la mia ragazza,ma perchè ha contattato me? E soprattutto come sta? Che è successo?

Abbiamo trovato il suo nome sul suo cellulare e su una collanina che la ragazza portava al collo,siamo veramente spiacenti,ma non c’è stato nulla da fare.Un tir guidato da un uomo in stato di ebbrezza ha tamponato e colpito la macchina della sua ragazza mentre tornava a casa,è morta sul colpo ,siamo desolati,ma non possiamo più fare nulla.

Josh riattaccò il telefono,ma non riuscì a credere a cosa aveva appena sentito,si disperò pianse e urlò come non aveva mai fatto prima,il suo amore eterno Helenie,ormai non c’era più e lui non l’aveva nemmeno salutata nè vista,l’unica cosa che poteva fare era pregare e piangere,ormai Lei non c’era più.

Gli ultimi concerti del tour vennero svolti senza entusiasmo da parte di Josh,ma fu all’ultima data che decise di compiere un gesto impensabile.Sull’ultima canzone,Lovestone,fece un discorso al pubblico:”Tutti voi sapete quanto uno possa tenere ad una persona,un amico o un parente.Ma quando questa persona fa ormai parte di te è veramente difficile proseguire,perchè è come se una parte del tuo corpo se ne fosse andata.Ora io speravo che a me non accadesse mai,ma purtoppo è successo ed io non ce la faccio a continuare”.Detto questo si arrampicò su una torretta per i laser alta una ventina di metri,salutò il pubblico piangendo con il saluto militare,salutò la band e si gettò a peso morto.Questa fu l’inesorabile fine di Josh Lovestone.

Dopo la sua morte Michael continuò per pochissimo tempo la sua attività con gli Airwaves,pubblicando anche un disco che chiamò “R.I.P.J”(R.I.P Josh),che vendette oltre un milione di copie in tutto il mondo,poi decise di sciogliere la band,senza però comprendere a fondo il motivo della scelta di Josh,che purtroppo non c’era più.L’ultima frase sul disco,sulla copertina era una frase dei Motley Crue:”You’re all i need,only make you mine”.

  
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