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Autore: BloodyLilyan    16/09/2012    2 recensioni
Illustrando in chiave parodica gli avvenimenti del secondo capitolo dell'opera di Manzoni, l'autrice di questa breve fanfiction ha esaudito i propri desideri: Renzo è chiaramente omosessuale ed attratto da don Rodrigo, e gioisce non appena Don Abbondio gli comunica l'impossibilità di celebrare il suo matrimonio con Lucia o, come il ragazzo la soprannomina, la povera-verginella-con-la-cintura-di-castità-gli-spuntoni-nei-capelli-e-non-solo-in-quella-zona.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Saluti!
Grazie per essere passati di qui! :D Prima di lasciarvi alla lettura di questa breve e modesta fanfiction, vorrei condividere con voi lettori qualche piccolo particolare: l'idea è nata grazie a un tema assegnatomi a scuola, in cui dovevo scrivere la parodia di un passo dei Promessi Sposi. Quale migliore occassione quindi per realizzare il mio sogno di una vita? Vedere Renzo in atteggiamenti omosessuali che disprezza la povera Lucia ed è visibilmente attratto da don Rodrigo è qualcosa che ho sempre desiderato.
Ho riportato in corsivo i periodi tratti dal Romanzo ed ho cercato di seguire la trama proposta dal Manzoni apportando le mie piccole variazioni. :D
Spero vi piacerà!
Lilyan



Il fascino latino

Quindici giorni! Oh questa sì che è nuova! S'è fatto tutto ciò che ha voluto lei; s'è fissato il giorno; il giorno arriva; e ora lei mi viene a dire che aspetti quindici giorni!” dissi con voce alta e stizzosa, ma venni interrotto da don Abbondio: “Via, via, non v'alterate, per amor del cielo. Vedrò, cercherò se, in una settimana...”

Non mi è dispiaciuto più di tanto scoprire di avere ancora una settimana per utilizzare il mio super fascino da filatore di lana emergente per sedurre i bei maschio- ehm, volevo dire, le dolci donzelle del villaggio, tuttavia il mio creatore, il buon vecchio Manzo, mi ha conferito il prezioso dono di voler sempre conoscere la verità e quindi mi ha imposto di dover proseguire con le mie super indagini.
È stato durante il colloquio con Perpetua che ho iniziato ad avere le idee un pochino più chiare su chi, o cosa, voleva impedire il mio matrimonio con Lucia o, come mi piace chiamarla di solito, la povera-verginella-con-la-cintura-di-castità-gli-spuntoni-nei-capelli-e-non-solo-in-quella-zona.
Birboni, prepotenti, uomini senza timor di Dio”, era così che la vecchia zitellona aveva descritto l'artefice del complotto, ed io conosco soltanto una persona che racchiude in sé tutte queste qualità: l'affascinante don Rodrigo.
Usando le mie capacità da incredibile macho-man, mi sono introdotto di nascosto nel salotto di Don Abbondio e, dopo aver chiuso a chiave la porta, ho nascosto le chiavi nelle mie mutandine di seta... cavolo, non un'altra volta! Volevo dire: nei miei mutandoni di lana grezza.

Renzo: ricorda! Sei un simbolo di virilità! Sei un simbolo di virilità!

Dopo aver nascosto le chiavi nei miei mutandoni di lana grezza, ripeto, mutandoni di lana grezza, quelli che portano i veri uomini, quelli che pungono come gli spuntoni di Lucia (ma io sono un vero uomo, e i veri uomini non si fanno intimorire da delle piccole -in realtà enormi- escoriazioni sul sederino e nell'interno coscia), con le mie strabilianti tecniche seduttive ho indotto il curato, che oltretutto era visibilmente compiaciuto dal nascondiglio che avevo trovato per le sue chiavi, a riferirmi il nome del mio ammiratore.

Don Rodrigo!

Lo sapevo, sono davvero bravo negli indovinelli!

Come ha fatto? Cosa le ha detto per compiere questo miraco- ehm, cosa le ha detto?” urlai, ero troppo ansioso di scoprire come avesse fatto il facoltoso signorotto a salvarmi! In realtà, ero già a conoscenza delle motivazioni che avevano guidato le azioni di Don Rodrigo: qualche giorno prima gli avevo comunicato la mia intenzione di sposare Lucia e la sua reazione era stata piuttosto prevedibile: si era infuriato! Ma ora vi starete chiedendo: “Come mai questo giovane ed aitante ragazzo pieno di fascino e con una schiera di spasimanti ha deciso di sposare un'insulsa contadinotta?” La risposta? Semplice: perché così vuole il Manzo! Fosse per me, rimarrei single a vita! Organizzerei feste da paura nel mio poderetto con una lista di invitati stratosferici: Don Rodrigo, il Griso, il conte Attilio, un amico di Don Rodrigo, un certo “Innominato” che si dice abbia una gran bella carabina (se capite cosa intendo!) e magari anche Federigo Borromeo, l'amichetto di giochi dell'Innominato!
Però almeno una cosa positiva del mio matrimonio con Lucia esiste: i suoi baffetti mi ricordano tanto quelli del mio caro Don Rodrigo!

Ma continuiamo con la storia...

Come eh? Vorrei che fosse toccata a voi, come è toccata a me, che non c'entro per nulla; che certamente non vi sarebber rimasti tanti grilli in capo. Mentre stavo tornando a casa dalla solita passeggiatina quotidiana, stavo leggendo Romeo e Giulietta di William Shakespeare, opera fa-vo-lo-sa tra l'altro! I due fanciulli sono così teneri insieme! Comunque, mentre stavo leggendo Romeo e Giulietta, che era magistralmente nascosto nel mio breviario, alzo la testa e cosa vedo? Due giovani vestiti bene e tutti profumati che stavano aspettando proprio me! Renzo, per caso mi hai visto? Hai idea di quanto tempo sia passato dall'ultima volta che mi hanno corteggiato? Ma non finisce qui! L'offerta era la seguente: se avessi acconsentito a celebrare il matrimonio di Renzo e Lucia loro avrebbero bruciato l'unica copia di “Pene d'amore vinte” di William Shakespeare che Don Rodrigo era riuscito a rubare solo per me! Hai sentito bene? “Pene d'amore vinte”! Una commedia ancora sconosciuta! Cosa avresti fatto tu al posto mio? Ovviamente ho promesso loro che non avrei celebrato il tuo matrimonio, sono forse uno stolto? Io avevo giudizio per me e per voi; ma come si fa? Aprite almeno; datemi la chiave.”

Pene d'amore vinte eh, beh, probabilmente avrei fatti di tutto anch'io pur di poter mettere le mani su quell'opera!

Posso aver fallato; e mi scusi.” gli risposi allora, ed uscì.
Ovviamente la parola “fallato”, come ben saprete, significa “sbagliato”. Ma, come potrete supporre, il significato che gli attribuì io non era proprio lo stesso: significava che mi ero lasciato guidare da quel membro che troppo volte prende il posto del mio cervello!

Sono piuttosto sicuro di aver visto un malizioso sorrisetto sul volto di Don Abbondio non appena gli riconsegnai la chiave, ma lasciamo perdere.

Mi diressi allora verso casa di Lucia per comunicarle la lieta notizia. Avrei però voluto correre alla casa di don Rodrigo, afferrarlo per il collo, e... beh, si sa quello che succede dopo. Ma mi venne in mente ch'era come una fortezza, guarnita di bravi al di dentro che non mi conoscevano perché avevo proibito a don Rodrigo di rendere pubblica la nostra relazione.
Iniziai a pensare quindi alla prima volta che incontrai don Rodrigo: ero nascosto con il mio schioppo dietro una siepe vicina al lago perché talvolta amo spiare gli uomini che si fanno il bagno dopo una lunga giornata di lavoro e, dopo qualche ora di appostamento, lo vidi: stava semplicemente attraversando la strada, ma era così fiero, altezzoso. I suoi baffetti all'insù e le sue sopracciglia folte mi provocarono un brivido di eccitazione che percorse tutta la mia schiena, per non parlare del suo spadone che poteva essere avvistato da dieci metri di distanza.

Ero appena caduto nella trappola del fascino spagnolo.

  
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