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Autore: Mirokia    17/09/2012    5 recensioni
Il tocco di Louis sa di vivo, sa di eterno.
[...]
E di nuovo si sente troppo distante, e quella mano che stringe fino ad imbianchire le nocche gli parla, gli ricorda che non importa quanto lontano sia, Harry sarà sempre cosa di Louis. E saranno connessi in quel modo, qualunque cosa accada.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sempre Mio

 

“Promise you’ll remember that you’re mine.”

 

 




Harry è già da un po’ seduto sul divano con le gambe raccolte al petto e due occhi verde bottiglia che spuntano da esse e che fissano, spenti, la televisione, anch’essa spenta.
« Sono convinti che voglia guardarmi un porno e m’hanno parato subito il culo. Non ricordo più la sensazione di essere padrone della mia vita. » dice Louis, e lancia infastidito il cellulare bianco nell’angolo del divano, e Niall ci mette un po’ prima di recuperarlo, perché anche il divano è bianco e il telefono si camuffava bene.
« Hanno scritto che ti stai rilassando con Harry Potter. » dice il biondo illuminando la schermata di twitter. Louis fa una risata sarcastica e va ad accartocciarsi nell’angolo del divano, lì dove prima c’era il suo cellulare.
« Adoro Harry Potter, nulla da dire, ma non è ciò di cui avevo bisogno stasera. » si morde l’unghia del pollice e gli occhi vanno a cercare Harry, che è giusto due posti un po’ più in là, e ha già spostato lo sguardo dallo schermo nero e lucido al profilo di Louis. Quest’ultimo accenna un sorriso e gli fa un cenno col capo, ma l’altro gira meccanicamente il capo verso la televisione e sembra respirare col naso, quasi a non volersi far sentire. Zayn sposta lo sguardo dal più piccolo al più grande, per poi tornare anch’egli con lo sguardo perso in chissà quale particolare della stanza, lì rannicchiato per terra davanti al divano, la sigaretta che raggiunge e abbandona la bocca più volte, il fumo che aleggia sui ricci di Harry, quasi a voler indicare chi è che più di tutti ha la mente e l’anima annebbiati da quel senso di infelicità, di solitudine, di insoddisfazione, di precarietà, di ansia del domani, di passione repressa, di ideali sconvolti.
Harry sospira di nuovo col naso, senza mai aprir bocca. Liam ha proposto al gruppo di fare una twitcam prima della fine della settimana, e a lui è stato assegnato il compito di informare il popolo del web. Sa benissimo che non è stata davvero un’idea di Liam, che probabilmente gli è stata suggerita, anche perché Paul già sapeva ancor prima di lui. E Harry non ha neanche voglia di dormire, figuriamoci di farsi riprendere in diretta mondiale, accanto a Niall che non fa che impicciarsi, a Liam che lo infastidisce quel suo vivere tra le nuvole, a Zayn che si sforza di divertirsi per far divertire anche lui, a Louis che è come aria nelle vene. Non vuole, non ha voglia di fingere allegria, s’è stufato, vorrebbe coricarsi la sera e non svegliarsi più, cadere in un profondo sonno, con addosso il pigiama di Louis e sul cuscino il suo odore e nei capelli il suo shampoo e nelle orecchie il suono della sua voce.


Non farti abbattere dal mondo là fuori.
                                               Promettimi che ti ricorderai che sei mio.
                                                                                      Non dimenticare di pensarmi.
                                                                                                                 Non credere a tutto ciò che senti.
                                                                                                                                          La verità è mia e tua, di nessun altro.
                                                                                                                                                                                     Stringimi più forte, cazzo.
                                                                                                                                                                                                                         Non piangere…
                                                                                                                                                                                                                                         Non lasciare la presa.


« Un horror. » dice Louis, con ancora lo sguardo interrogativo di Niall addosso, mentre Liam è occupato a verificare  di persona il tweet falso di Louis. Harry alza il capo quando sente quella voce forte e chiara, non più ovattata e opaca. Detesta i film di paura. E’ sempre stato un fifone, e con l’età non è riuscito a superare alcune fobie –come quella del buio- che ha preferito non svelare mai a nessuno. Ma Louis non fa parte di quel nessuno, ed è l’unico all’infuori di sua madre ad esserne a conoscenza.
Louis metteva sempre su un film dell’orrore quando discutevano in modo acceso, perché sapeva che Harry rimaneva pietrificato dal terrore. Era furbo Louis, perché spegneva tutte le luci e lasciava accesa solo la lampada nella loro camera da letto, e allora Harry era costretto ad alzarsi e a scappare in quella direzione piagnucolando, per poi trovare un Louis seduto sul letto che non aspettava altri che lui. Allora Harry si metteva addossato al guardaroba con le braccia conserte e l’espressione imbronciata, e Louis lo guardava per un po’ divertito finchè non modulava uno stucchevole “Amore mio”. Harry scioglieva le braccia e scioglieva il broncio e andava a sedersi appiccicato al ragazzo, non importa quanto fosse spazioso il letto. Poi Louis lasciava che le sue dita si perdessero nei ricci del più piccolo, partendo dalla base del collo. Lo tirava gentilmente a sé e saggiava le sue labbra, mentre la mano di Harry ancora tremante per lo spavento di poco prima, s’abbandonava sul petto di Louis e poi scivolava sulla sua coscia, stringendo un poco, perché Louis gli chiedeva sempre di stringerlo più forte che poteva, e aveva segni ovunque sul corpo delle strette di Harry. Quello coi capelli ricci si ricorda di come aveva trattenuto un risolino quando, una volta entrati entrambi nella doccia, aveva notato i segni rossi delle cinque dita sulle natiche di Louis. Ma non gli aveva detto niente. Perché quando aveva addosso la vivida sensazione di possedere per davvero Louis, di averlo solo per sé, di non doverlo dividere con nessun altro, non lo diceva ad alta voce, per paura di veder sparire quelle parole come polvere al vento. Preferiva avvertire il sangue pulsare nelle vene, il calore invadergli il corpo, già colmo di quella felicità che sai che non dovresti chiamarla così, che potrebbe scivolarti dalle mani come sabbia, ma che non t’ha mai fatto sentire più lontano dalla morte.
Era così, Louis lo teneva in vita ogni giorno.
Poi però ha fatto passi indietro, s’è allontanato, ed Harry è scivolato come in un burrone, e s’è aggrappato al braccio di Louis e stavolta è stato lui a urlare di non mollare la presa,  ma Louis gli ha detto di non farcela più e Harry non l’aveva mai visto piangere a quel modo. Si stringeva elegantemente la radice del naso con indice e pollice e stringeva pure gli occhi lasciando che le lacrime si raggruppassero velocemente sotto il mento, e sembrava davvero l’inizio della fine del mondo. Diceva di non essere abbastanza forte, di non sopportare più la pressione, di volerci dare un taglio netto. Ma in tutto quello, ha chiesto a Harry di promettergli che si sarebbe ricordato che era suo. E lo sarebbe stato sempre, in qualunque caso, fino alla fine.

« Com’è? »
« Bellissimo, come sempre. »
« Parlo del film. Com’è? »
Louis scuote un attimo i capelli e punta gli occhi ancora distratti su Zayn lì seduto a terra con adesso una birra gocciolante in mano. Il pakistano non si stupisce della risposta di Louis, sa bene che era troppo impegnato a guardare il profilo di Harry per poter pensare a una risposta che andasse bene. E Zayn ha sentito che in qualche modo doveva interrompere quel contatto visivo, per strappare via quella nostalgia che i loro corpi trasudavano quando si incantavano l’uno sull’altro.
« Accendi la tv, no? » risponde Louis leggermente infastidito, e lui stesso guarda a destra e a sinistra cercando il telecomando. Quando lo trova, non è il solo a metterci la mano su. Alza lo sguardo e trova l’espressione stanca di Harry, la sua mano grande e calda su una parte del telecomando, le dita che sfiorano appena quelle di Louis. Come nei più banali film d’amore.
Zayn si alza a fatica e prende lui stesso il telecomando dalle mani di quei due, ché a volte non li sopporta quando si pietrificano sul posto o sospirano o sorridono al solo sfiorarsi. Accende lo schermo, e Niall lo aiuta col lettore dvd e poi va a sedersi con una caramella gommosa in bocca tra Harry e Louis, che adesso guardano dalla parte opposta, per niente entusiasti dall’idea del film.
Harry è immobile, non vuole lasciarsi sfuggire il minimo suono che possa mettere in risalto il suo terrore per quel tipo di film. Ma a pochi minuti dall’inizio, già sente il cuore battere troppo veloce e gli occhi fuggire dallo schermo, la paura che sembra rapirlo. Avesse attorno la persona che ama, le sue braccia a tenerlo al caldo, la sua voce a rassicurarlo, sarebbe tutta un’altra cosa.
C’è Niall in mezzo. E se ne sta con gli occhi fuori dalle orbite fissi sulle scene del film, la testa di un orsetto gommoso che gli fuoriesce dalle labbra. Harry guarda il bracciolo del divano adesso, tutto pur di non seguire il film, e i suoni raccapriccianti che provengono dalla cassa dietro il suo orecchio gli lasciano i brividi e gli fanno rizzare i peli sulle braccia. Sobbalza vistosamente quando avverte il telefono vibrare in tasca.
Hai paura?” dice il messaggio, e ovviamente è da parte di Louis. Harry non sopporta di essere preso in giro sulle sue debolezze, così ripone il cellulare in tasca senza neanche gettare uno sguardo a Louis, e incrocia le braccia per poi tornare a guardare la televisione ostinatamente. Louis, dal canto suo, si lascia andare a un sorriso malinconico, pensa che l’anno scorso non ci avrebbe pensato due volte a saltare addosso ad Harry affondando mani e naso nei capelli ricci che sanno di shampoo e dicendogli di non avere paura, ché lui era lì a fargli le coccole. Anche il fatto che poi passavano quasi sempre a fare sesso furioso è un dettaglio da ricordare con dolcezza. E Louis ha una voglia incontenibile di fare l’amore con Harry, non sente neanche più il suo sapore sulle labbra quando se le lecca per inumidirle.



Non ce la faccio più, voglio darci un taglio!

Ripensa a se stesso mentre urla, il volto ricoperto di lacrime, i singhiozzi che gli impediscono di respirare correttamente. E la mano sinistra gli formicola per quanto vorrebbe allungarsi a posarsi su quella di Harry, che adesso cerca di stringere la pelle del divano senza successo.

Promettimi che ti ricorderai che sei mio.

E pensa anche a quelle frasi dette sussurrando, alla vergogna che aveva provato mentre le pronunciava, perché lui non è affatto un tipo romantico, ma per Harry avrebbe fatto di tutto, questo e altro. E’ così, Harry continua ad essere suo, e qualunque strada decida di prendere, chiunque decida di frequentare, ovunque voglia andare, rimarrà fermo nei suoi ricordi, fermo come in quel momento, l’occhio verde scuro e lucido, le guance rosse per la tensione, la pelle del collo e della spalla scoperta e morbida, la mano grande con le dita affusolate che stringono il niente, i ricci scomposti che compongono e perfezionano il suo profilo. E in quel modo sarà sempre suo, in ogni modo, in qualunque caso, fino alla fine.


Stringimi più forte, cazzo.


La mano di Louis ormai scivola dietro la schiena di Niall e si ferma solo quando tasta il dorso liscio di Harry, che sussulta per l’ennesima volta a quel contatto, ma non ritira la mano, e neanche si volta a guardare. Sa che si tratta di Louis, che si tratterà sempre di lui. Il suo tocco sa di vivo, sa di eterno. E subito si sente avvolgere dal calore, percorrere da una scossa, si sente forte come un leone, sa di non avere più paura se resta allacciato a Louis.


Non mollare la presa.




Mi manchi,” digita Louis con la mano libera, e Harry legge il messaggio sul telefono con l’altra mano. Vorrebbe poter appoggiare la testa sulla spalla del più grande, se solo non fosse così lontano. E di nuovo si sente troppo distante, e quella mano che stringe fino ad imbianchire le nocche gli parla, gli ricorda che non importa quanto lontano sia, Harry sarà sempre cosa di Louis. E saranno connessi in quel modo, qualunque cosa accada.
Spaventato dal futuro, Harry adesso piange, le lacrime che brillano perché colpite dalle luci provenienti dallo schermo.




Non piangere…






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Non c’entrerà nulla col casino che ha combinato Louis su twitter, ma l’ho scritta lo stesso con tanto amore <3
La frase in corsivo all’inizio è una frase di “Blue Jeans” di Lana del Rey!
Adoro i vostri commenti, e il vostro affetto mi riempie di gioia! Ogni vostro complimento mi fa sentire meno inutile, ed è tanto per me, davvero! Vi ringrazio di cuore :D



 

 

Mirokia

   
 
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