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Autore: Snafu    17/09/2012    0 recensioni
«Ho sempre sostenuto che Tommy e Nikki si sarebbero dovuti sposare, perché se fossero gay sarebbero una coppia perfetta – un paradiso.» (Ross Halfin)
Select Artist: Izzy Stradlin.
Select Album: On down the road.
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Iscritta al contest "When the Music is Over" indetto da DazedAndConfused.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nikki Sixx, Tommy Lee
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Now Playing: Track n. 1. ~ You betcha.

Vanity aveva un’espressione orribile. Era sempre stata una bella ragazza, ma quel giorno, cavolo, no. Quel giorno lui proprio non riusciva a vederci niente di bello, e a dirla tutta neanche niente di brutto. Non ci vedeva proprio niente, era questo il punto. Aveva perso ogni interesse in lei, vedeva un oggetto vuoto muoversi per casa sua, nient’altro. E quell’oggetto iniziava a dargli parecchio fastidio, soprattutto quando voleva rimare da solo con i suoi demoni.
E dire che Nikki si era innamorato praticamente subito di quell’anima con la pelle del colore della mandorla e gli occhi del diavolo, e chissà che quest’ultimo particolare non fosse stato determinante. Non c’era che dire: i due avevano una buona dose di punti in comune, primo di tutti, probabilmente l’hobby del freebase.
Ma qualcosa quel giorno era andato storto.


Pack it up and chuck it in and carry it off.


Dopo l’ennesima lite per motivi ancora non ben definiti, probabilmente dovuta alla particolare irritabilità e al brusco cambio d’umore di Nikki nella fase di astinenza, il bassista aveva iniziato a prendere la roba della ragazza e scaraventarla fuori dalla casa, e con fuori dalla casa intendo da qualsiasi fessura disponibile: la porta, le finestre, il terrazzo. Se c’era una cosa che gli diede in quell’occasione particolare soddisfazione fu il liberarsi di quelle schifosissime creazioni che lei definiva arte.
‘Merda. Altroché.’ pensava lui.
E così l’aveva sbattuta fuori a calci e si era chiuso dentro, attivando il tanto super quanto insoddisfacente sistema di sicurezza della sua casa.


Lock up the door, I’m gonna tear them right off.


«Beviamoci su!» aveva strillato allora dal vialetto Vanity, che chiaramente non batteva molto pari in quel momento. Quando mai?!
Gli alcolici però non rientravano nelle preferenze di Sixx: certo, beveva, e non poco, ma se doveva sballarsi preferiva andarci giù pesante. O tutto o niente, e perché prendere niente quando poteva avere tutto?
Bere, inoltre, non gli sembrava una buona idea (per una volta). Aveva la sensazione che un goccio di Jack sarebbe potuto essere quella goccia che, versata nell’alambicco del chimico, avrebbe fatto diventare il contenuto di un colore del tutto innaturale, intendo tipo viola, con delle striature verdi ed azzurre, facendo così del suo sangue quel cocktail deviato e snaturato che gli avrebbe impedito di ragionare sotto ogni punto di vista. Nello sgabuzzino c’era sempre il buon vecchio fucile di suo nonno Tom, e non era un bene sentire l’impulso di imbracciarlo e mettersi a sparare alla ragazza dalla finestra come un soldato in trincea.


Don’t need no whiskey,
don’t need a booze...
If I had tequila
I would kill you for sure!


Vanity iniziò allora ad urlare, sbattendo i pugni per terra e stringendo l’erbetta del prato, strappandola e lanciandola tutto intorno, creando uno spettacolare gioco di coriandoli verdi. Forse era un goccio (sempre in tema di alcolici) fuori di sé. Le grida si facevano sempre più forti, tanto che alcuni vicini si affacciarono per controllare che cosa stesse succedendo. Ecco, era quello il punto: Vanity riusciva sempre a metterlo in imbarazzo, in qualche modo. Già lui si sentiva a disagio per conto suo, ci mancava solo lei ad aggravare una situazione piuttosto precaria di per sé. Era il momento di mettere un punto a quella storia. Non un punto interrogativo o esclamativo, di quelli ce n’erano già troppi. Un punto che segnasse la fine del periodo.


You tell your neighbors,
you tell your friends.
I tell you what:
you and me hit the end.


Doveva andarsene, anzi, dovevano andarsene.
Vanity di certo, per prima, era un peso morto e non era d’aiuto. Lui aveva bisogno di qualcosa che lo tirasse su, non che lo affondasse ancora di più. E dire che era convinto di averlo già toccato, il fondo. È proprio vero che al peggio non c’è mai fine.
Doveva andarsene anche lui. Doveva lasciare quella fottuta Villa, la Villa dell’Eroina, a Van Nuys.
Poi si sarebbe ripulito e finalmente sarebbe riuscito a risolvere i suoi problemi e a vivere un’esistenza in pace con se stesso. Perlomeno con se stesso.


You gotta move...
And I got to move!
Because I... had enough of you
and all the things you do!


Con il meraviglioso sorriso diabolico che si dipingeva sul suo volto una volta che un’idea geniale brillava nel suo cervello, salutò con la mano un’ultima volta Vanity, affacciato dalla finestra del secondo piano.
«E non chiamare!» strillò poi, incazzato.
Infine sbatté l’imposta e la chiuse.
Era finita. Ma, lui lo sapeva meglio di me, ogni fine è solo un nuovo inizio.


Bye, bye, you betcha, so long...
Bye, bye, you betcha, don’t call...
Bye, bye, bye... you’re gonna hit the wall!



Non sono sicura di quale sia il risultato di questo mio lavoro, visto che non mi ero mai cimentata in niente del genere. L’idea, oltre a quella particolare proposta da Dazed nel suo contest, è quella di rendere il rapporto di una coppia inghiottita dalla dipendenza (ultimamente sto lavorando parecchio sui Diari dell’Eroina), cosa che mi è completamente oscura. L’aiuto delle tracce di Stradlin, in particolare della sua fottuta chitarra *ç* è stato determinante in molti punti. Sempre per questo fattore alle volte psichedelico, si passa senza preavviso dai punti di vista di Nikki a quelli di Tommy, da descrizioni di luoghi a descrizioni di altri, dai primi capitoli che parlando di giorni distanti tra loro, ai capitoli finali in sequenza (5-6 e 7, 8, 9, 10) che parlano praticamente di una manciata di minuti a testa... il tutto raccontato attraverso uno svisceramento interiore. Insomma, ritengo che sia questa la ragione del disordine che potrebbe apparire o dei dubbi che potrebbero palesarsi in alcune situazioni.
Desclaimers: Niente di tutto questo è mai successo. I Mötley Crüe non mi appartengono, Izzy Stradlin neanche, il suo album ‘On down the road’ meno che mai.
Buona lettura :)
-Mayhem.

PS: quando nella home page vedete la sintesi delle caratteristiche di questa mi storia noterete che c'è scritto "Avvertimenti: No."... è di nuovo l'influsso di Izzy LOL
   
 
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