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Autore: Kairi_30468    17/09/2012    1 recensioni
" Adoro le ragazze che giocano ai videogames " bisbigliò lui avvicinandosi e chinandosi su di me par baciarmi, dimostrandomi con i gesti quello che aveva appena espresso a parole.
In quel bacio ci mettemmo tutto il desiderio bruciante che avevamo l'una per l'altro, una voglia che che urlava di essere soddisfatta, lì e subito, in quella stanza che sapeva di lui, su quel letto che sembrava tentarci come il canto delle sirene con i marinai...
La storia è interrotta a tempo indeterminato e probabilmente verrà cancellata a breve
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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Capitolo due


Quasi non feci in tempo a riprendere fiato e a rialzarmi che mia madre piombò nell’ingresso come una furia.
“ Magari rispondessi al cellulare ogni tanto, è da oggi pomeriggio che cerco di chiamarti! Cos’hai fatto fino a quest’ora? ”
“ Scusa ma’, ero in libreria, sai che non guardo mai il cellulare quando ci entro… ” dissi abbassando lo sguardo e stringendo forte la busta.
“ Entra dai, che è pronta la cena, stavamo aspettando te ”. Beh, almeno il peggio era passato, si era addolcita sapendo dove fossi andata.
“ Che libro hai preso? ” mi chiese mentre andavamo lei in cucina ed io in camera mia.
“ Tieni, vedi tu, io intanto vado a cambiarmi e a lavarmi le mani ”.
Mi diressi in bagno e strada facendo mi sfilai il vestitino estivo regalatomi da nonna e mi tolsi le ballerine, rimanendo scalza e in biancheria. Una volta lavate le mani andai in camera per indossare il mio pigiama bianco e arancio con le coccinelle e andai a mangiare, più affamata di quanto mi aspettassi.
“ Ciao papi! ” esclamai entrando in cucina e dando un bacio sulla guancia a mio padre, che mi rispose col solito “ Ciao bimba ”.
“ Ciao microba ”
“ Ciao scemo ”. Mio fratello, il solito rompiscatole.
Mangiai con gusto le deliziose cotolette di mamma con l’insalata e le patatine fritte, mentre Alessio parlava dello stage di un mese a Londra che avrebbe fatto a settembre. Che culo.
Finito di mangiare mi diressi in camera mia e accesi il computer per controllare il mio Facebook. Non ebbi neanche il tempo di connettermi che Carlotta mi mandò subito un messaggio.
Domattina vengo a casa tua e usciamo, non ci vediamo da una settimana e sto impazzendo dentro casa.
Ok… esce anche Giuseppe con noi?
No, usciamo solo tu ed io, tanto poi lui lo vedo sabato :)
Ah, ok ok…
Tutto a posto Gin? Ti sento strana…
No, è solo che…
Le raccontai dell’incontro con Markl in centro, del fatto che mi avesse accompagnata a casa e di quanto il suo saluto mi avesse scossa, aspettandomi la sua ramanzina che non tardò ad arrivare, anche se per telefono.
“ Pronto? ” dissi incerta, aspettandomi il peggio.
“ Ti rendi conto che è un cretino e vuole solo giocare con te, Ginevra? E tu ancora ti ostini ad andargli dietro dopo tutto questo tempo nonostante lui sia un menefreghista, un egocentrico e nonostante cambi ragazza ogni settimana come se fossero usa e getta?? Cazzo, quando ti deciderai a lasciar perdere? ”
“ Così non mi aiuti Carlotta, sai che non riesco a togliermelo dalla testa ” sospirai buttandomi sul letto.
“ Questo è perché non ci provi abbastanza e perché sei convinta così profondamente di non potercela fare! ”
“ Ma è così, non ci riesco! Lui è così… così… ”
“ Stronzo, lunatico, incomprensibile? Sì, questo lo sapevo già! ” il sarcasmo trasudava da ogni lettera.
“ Dai smettila, mi stai facendo innervosire ” sbottai. E poi non è sempre stato così, pensai con amarezza.
“ Scusami tesoro ma lo odio, nessuno può farti soffrire così, non lo sopporto ”
Mi addolcii a quella frase, la mia migliore amica mi voleva davvero bene e si preoccupava per me, come potevo arrabbiarmi?
“ Ti voglio bene cuore ”.
“ Anch'io Gin ”.
“ Va bene dai, allora ci vediamo domani mattina, sempre se riuscirò a svegliarmi ” sospirai.
“ Tranquilla, tanto ci sarò io, ti sveglierai sicuramente, così ce ne andremo a un’ora accettabile! ”
Rabbrividii, non sarebbe stato un gran risveglio.
“ Ok a domani ”
“ Sciao cuò ” e riattaccò.
Posai il cellulare sul comodino e mi misi ad osservare i poster di Robert Pattinson che mi sorrideva da sopra il ponte sul mio letto, mentre immagini sconnesse di quella sera presero a rincorrersi nella mia mente, finché non mi addormentai.


Io e Carlotta camminavamo per il centro mentre lei mi raccontava la sua estenuante e noiosissima settimana segregata con i suoi fratelli rompiscatole, ma io non facevo altro che pensare a lui e alla sera precedente, ascoltando poco o niente e annuendo qualche volta, facendo giusto qualche esclamazione quando serviva.
“ Non puoi immaginare che esaurimento, e tutto per essere tornata con solo mezz’ora di ritardo dall’uscita con Giuseppe! Comunque, domani mattina andiamo al mare? Ginny? Gin! Mi stai ascoltando? ” la sua domanda mi colse alla sprovvista, mi ero persa un attimo. Cos’è che aveva detto?
“ No, scusa, non stavo seguendo… cos’è che stavi dicendo? ”
“ Ho detto ”, sospirò rumorosamente innervosita dalla mia poca attenzione “ che domani mattina potremmo andare al mare, ci siamo andate insieme solo due volte. Che ne dici? ”
“ Dico che mio padre lavora e non ci può accompagnare. Come ci dovremmo andare? ”
“ Beh, con il pullman, no? ” rispose come se fosse ovvio.
“ E secondo te ci farebbero andare? ” chiesi scettica conoscendo già la risposta.
“ Beh… ma io… ” La guardai alzando un sopracciglio, chiedendomi dove volesse arrivare.
“ No, hai ragione, non si può fare. Però magari potremmo uscire stasera! ” propose, quasi pregandomi con lo sguardo.
“ Ma sono uscita già ieri sera, e stamattina sono di nuovo in giro! ” protestai. Dall’estremo all’eccesso…
“ Dai Ginny per favore, ho passato un’intera settimana a casa e rischiavo di impazzire! Fallo per me… ” mise il muso e mi guardò con quel faccino triste che mi faceva sciogliere, così sospirai e mi arresi.
“ Va bene, però meglio non esagerare, o mia madre si arrabbierà di certo… ”
“ Ok, non ti preoccupare, non usciremo tutte le sere… più o meno… ” aggiunse sottovoce, facendomi alzare gli occhi a cielo a metà tra l’esasperata e la divertita, mentre cominciavamo ad avviarci verso casa.


Top bianco senza spalline con scollatura a cuore, gonna di jeans a vita alta, scarpe col tacco, un filo di trucco e borsa alla mano e uscii di casa diretta alla Coin, dove ci eravamo date appuntamento per quella sera. Ovviamente dovetti aspettare almeno una decina di minuti prima di vederla arrivare, tutta trafelata e con i capelli scompigliati per la corsa.
“ Scusa per il ritardo, non sapevo cosa mettere e ho perso la cognizione del tempo rovistando nell’armadio ” riuscì a dire respirando a fatica.
Indossava una camicetta azzurra aderente con scollo a V che metteva in risalto le sue forme e un pantaloncino beige cortissimo dei suoi che scopriva le sue gambe lunghissime e snelle, enfatizzate ulteriormente dalle scarpe col tacco che portava.
“ Stai benissimo scema, non ti preoccupare ” le dissi per rassicurarla.
“ Anche tu stai benissimo cuò, una soccola proprio! ” esclamò con gli occhi luccicanti, facendomi ridere e alzare gli occhi al cielo per il modo in cui era solita chiamarmi.
“ Andiamo, su, che è meglio ” e così dicendo me la trascinai dietro a vedere i negozi prima che potesse ribattere.
Passammo almeno tre quarti d’ora nel nostro negozio preferito ad ammirare bracciali, collane ed orecchini vari, fatti con i minerali e non, desiderose di comprare qualcosa ma consapevoli che non avremmo mai deciso cosa, fino a quando Carlotta ebbe il buon senso di proporre di non passare là tutta la serata. Passeggiammo per il centro fermandoci di quando in quando ad ammirare ora un vestito, ora una borsa, decidendo poi di andare a prenderci un bel gelato al Carlos, il ritrovo di tutti i ragazzi.
“ Tu come lo prendi Gin? ” mi domandò Carlotta guardando i gusti.
“ Beh, Bailes e nocciola ovviamente. Tu? ”
“ Mmh, vediamo… Nocciola, e… zuppa inglese! ”
Pagammo i gelati e andammo a sederci ad uno dei pochi tavolini liberi, commentando questo o quel ragazzo che passava, l’abbigliamento di quella ragazza o il comportamento di quella bambina che si credeva già donna.
“ Cuò, si sta facendo tardi, dovremmo cominciare ad andare ” sospirò Carlotta.
Ci alzammo e ripercorremmo la strada inversa con calma, entrambe restie a voler concludere una così bella serata, temporeggiando alle vetrine ed entrando infine in una profumeria.
“ Dai, andiamo a sentire i profumi maschili! C’è One Milion che mi fa impazzire! ” la esortai prendendola per la mano e trascinandola in quel reparto.
Ci divertimmo come matte a sentire decine di fragranze diverse, rischiando quasi di farci cacciare dal negozio. Uscimmo che ancora ridevamo e ci scusavamo per l'ennesima volta con la commessa irritata, annusando i piccoli cartoncini bianchi che ci eravamo portate dietro dal negozio. Ad un tratto, sentii una fragranza familiare che però non riuscivo a ricollegare a nessun cartoncino che avevo tra le mani. Più lo annusavo e più mi sembrava di conoscerlo. Possibile che si stesse facendo più forte? Mi girai subito involontariamente, come se mi avessero chiamata, solo per vedere Markl che camminava allegramente con i suoi soliti amici idioti. I suoi occhi incontrarono per un attimo i miei e ci sorridemmo, fino a quando Alessandro non reclamò la sua attenzione.
Mi rigirai sospirando con l’ombra di un sorriso, e notando il mio cambiamento d’umore si girò anche Carlotta.
“ Se si avvicina a meno di un metro di distanza, giuro che mi butto a morsi ” minacciò tra i denti, quasi a voler sottolineare il concetto.
La guardai implorante e prendemmo la strada per casa sua, più vicina della mia, arrivando in pochi minuti.
“ ‘Notte tesoro ” le dissi.
“ ‘Notte ”. Mi abbracciò, forte ma velocemente, per poi guardarmi negli occhi: un avvertimento. E così facendo entrò in casa.
Mi incamminai pensierosa verso casa nel silenzio quasi assoluto, fino a quando dei passi non si unirono ai miei.
“ Ehi ” salutò con un sorriso.
“ Ehi ” risposi. Nessun saluto particolare quella volta, nessuna insolita conversazione, solo quello strano silenzio che si allargava tra noi.
Arrivati sotto casa mia, la cosa era diventata a dir poco imbarazzante, tanto da non farmi trovare le parole per salutarlo, ma che non si rivelarono necessarie, perché si chinò verso di me per lasciarmi un dolce bacio sulla fronte, per poi allontanarsi senza un parola, lasciandomi più allibita della sera precedente.




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Salve! Mi dispiace molto per non aver postato prima, ma con l'inizio della scuola è stato un po' difficile anche solo riportare il capitolo, che avevo già scritto da un po', al computer. Ringrazio le persone che mi hanno dato fiducia e hanno messo la mia storia tra le seguite, mi fa davvero un enorme piacere, considerando che non pensavo che qualcuno potesse leggerla xD Ovviamente ringrazio la mia migliore amica, la mia lettrice numero uno, per tutti i consigli che mi da, senza di lei non penso che continuerei a scrivere <3 Ho cercato di riportarla in modo il più possibile fedele alla realtà, e vorrei tanto sapere cosa ne pensate di lei! Recensite e fatemi sapere, i consigli o le critiche sono sempre bene accetti! :D Tornerò presto a postare, scuola permettendo ^^
Lilly

  
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