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Autore: kalayann    17/09/2012    1 recensioni
"Il tuo amore per lui è troppo forte.. per questo abbiamo deciso di concederti un opportunità. Potrai rivedere il tuo amato. M soltanto di notte, alle undici precise. E restarvi fino allo scocco della mezzanotte.. altrimenti non lo rivedrai mai più.."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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l’amava. l’amava e non poteva vivere senza lei. la sua anima gemella. Una donna conosciuta per caso ad una festa sulla spiaggia. Le era caduta la borsetta, lui aveva fatto per raccoglierla ed aveva incrociato due grandi occhi marroni, di un dorato come il riflesso del sole nell’acqua al tramonto. L’aveva guardata ancora per un istante prima di capire che sarebbe stata la donna della sua vita.
Circa un anno dopo si erano sposati ed adesso lei era in sala operatoria. Di li a poco sarebbe nata la loro bambina.. chissà se avrebbe preso i capelli neri di suo padre o quelli castano ramato di sua madre.. chissà se avrebbe avuto gli occhi azzurri come i suoi.
L’uomo uscì sul terrazzino che s’affacciava sul desolato cortile dell’ospedale ed in attesa di un esito si accese una sigaretta.
Pochi istanti dopo uscì una signora che nascondeva dei lunghi capelli biondi sotto il camice verde. “Il signor Rossetti!” gridò a gran voce non vedendo nessuno. Riccardo gettò via la sigaretta “Sono io!” disse rientrando con un sorriso. “Senta.. signor Rossetti..” esordi la donna “Come sta la bambina?” chiese contento l’uomo. “La bambina sta bene.. il problema.. è sua moglie..” “Mia moglie?” Riccardo sorrise incredulo. “Ecco.. ci sono state delle complicazioni.. sua moglie non c’è l’ha fatta..” “Ma cosa sta dicendo?” urlò allora  Riccardo . “Mi faccia entrare!” gridò ancora prima di vedersi costretto ad una sedia da altri due medici. “La preghiamo di calmarsi” disse il signore più anziano che era il capo. “Mi avete ammazzato mia moglie. Come faccio a calmarmi? Io vi denuncio!” e detto ciò Riccardo  si precipitò nella stanza. Vide che due donne stavano posando un lenzuolo sul corpo di sua moglie mentre una ragazza poco più che vent’enne teneva in braccio una bambina piccolissima ancora sporca di sangue. “Se vuole vedere la bambina attenda un attimo che la lavo..” con che coraggio quella ragazza le faceva quella proposta? Riccardo  era fuori di se “Non voglio vederla mai più! E adesso lasciatemi solo..” disse concludendo le ultime parole con gli occhi velati dalle lacrime. Le tre donne uscirono dalla stanza e Riccardo  rimase solo con il cadavere di sua moglie. Lentamente si avvicinò al lettino mentre sentiva le sue stesse scarpe rimbombare sul pavimento bianco e pulito. Dinanzi a se un lenzuolo bianco, intorno a se un innaturale silenzio. Poso delicatamente la mano sul lenzuolo e piano lo scostò, vedendo il viso di sua moglie, quel volto che tante volte aveva accarezzato, quegli occhi ora chiusi che tante volte aveva visto sorridere, quella bocca che tante volte aveva baciato. Scoprì ancora il lenzuolo e con tutta la calma del mondo prese tra le sue, la piccola e soffice mano di sua moglie. Era ancora calda. Resto li immobile sognando che sua moglie stava solo riposando come aveva fatto in quei nove mesi di gravidanza. Per loro era stata una gioia sapere che sarebbero diventati genitori. Avevano iniziato a fare progetti, a comprare gli oggetti per la cameretta, a scegliere i nomi. Lucia avrebbero voluto chiamarla. Ma quei sogni erano svaniti dinanzi ad un operazione finita male. “Cosa poteva essere successo? Che diavolo avevano combinato e perché proprio lei, la sua anima gemella?” Riccardo si tormentò ancora un po’ con questo pensiero, poi si chinò per dare un ultimo bacio a sua moglie.  Si asciugò le ultime lacrime e uscì dall’ospedale. Senza di lei era anche inutile denunciare chi l’aveva uccisa, tanto ciò che era accaduto non poteva più cambiare.
 
 
Lei l’aveva visto. Non appena il suo corpo era stato dichiaro defunto, lei l’aveva visto. Lei ormai era soltanto anima e da un angolino della stanza potè vedere la loro bimba che era ancora piena di sangue. Lucia era il suo nome. Poi potè vedere lui, suo marito, l’altra parte di lei. lo vide sbraitare che non voleva più vedere Lucia e questo le fece male, anche se non provò fisicamente dolore. Era ormai solo anima. Poi sentì che stava piangendo, anche se di lacrime non ne scendevano, quando lo vide chinarsi su di lei e baciarla. Più volte aveva cercato di farsi notare da lui, non appena Riccardo era uscito dall’ospedale, ma lui non l’aveva vista e lei avrebbe voluto abbracciarlo ancora una volta.
 
Erano passati ormai due anni. Laura era solo anima ma viveva accanto a Riccardo. alla fine lui si era ricreduto ed era ritornato in ospedale per sapere a chi avessero affidato sua figlia. Adesso faceva il papà a tempo pieno. Sorrideva di fronte alle prime parole della figlia, ma dentro moriva di dolore per non poterle insegnare la parola mamma. Laura guardava tutto e spesso era commossa, a volte si rassegnava al suo destino, altre il dolore era troppo forte che Laura decideva di andarsene per sempre da quella casa, da Lucia.. da Riccardo. ma l’amore che provava per loro era troppo forte. Tante vote avrebbe voluto rispondere alle parole di Riccardo  che seduto affianco alla tomba in cimitero le  diceva che l’amava ancora, che le mancava tanto. Piangeva ma poi i pianti diventavano sorrisi quando raccontava alla moglie cosa faceva la figlia, cosa che Laura vedeva benissimo.
 
Ma un giorno tutto cambiò. Laura era seduta sul grande dondolo affianco Riccardo, ma Riccardo  non poteva ne vederla ne percepirla. Lei amava restargli affianco e fingere di toccarlo, baciarlo. Ma quella sera il dolore di non poterlo fare veramente fu tropo grande. Si sentì allora un urlò spaventoso. Soltanto Laura l’aveva sentito. Proveniva da lei stessa, dal fondo del suo cuore. Poi senza che se ne accorgesse si scompose in tanti piccoli pezzi.
 
Laura si risvegliò ritrovandosi in un luogo celestiale, avvolto da luci azzurrine e bianche. La donna si guardò attorno e capì che quello era il paradiso. Vide due cancelli ‘oro in fondo a quello che sembrava un lungo viale. Accanto al cancello due grandi angeli con enormi ali bianche. La donna rimase sconcertata. Dio aveva esaudito la sua preghiera. Ma adesso lei no  era contenta di trovarli li, avrebbe voluto scendere giù ancora. “L’amore che ti lega a lui è troppo forte..” una voce rimbombò. Dopo pochi istanti apparve un angelo dall’aspetto maestoso. Grandi occhi azzurri, capelli ricci biondi. Uno scettro in mano e grandi ali luminose. Laura rimase folgorata. “Il tuo amore per lui è troppo forte.. per questo abbiamo deciso di concederti un opportunità. Potrai rivedere il tuo amato. M soltanto di notte, alle undici precise. E restarvi fino allo scocco della mezzanotte.. altrimenti non lo rivedrai mai più” Laura accettò senza indugi.
 
Riccardo  aveva appena messo la bambina a letto. E si godeva il fresco in giardino. Sorseggiava un buon vino mentre leggeva un vecchio libro che parlava di angeli e demoni. Ad un certo punto sentì un fruscio sospetto. Alzò lo sguardo guardandosi intorno ma non vide nulla. Qualche istante dopo sentì un botto simile a qualcosa che si rompe. Alzò ancora lo sguardo e vide un punto luminoso in lontananza. Mentre però s’alzava e riponeva il libro sul tavolino vide che il punto luminoso era sparito ma in compenso una pianta era caduta a terra. L’uomo pensò a qualche gatto che a volte s’aggirava nel giardino. Raccolse il vaso sistemando per bene e quando fece per voltarsi e tornare indietro, rimase allibito da ciò che vide. Di fronte a lui vi era Laura. In carne ed ossa.
 
“Laura..” mormorò Riccardo  incredulo. Lei non perse tempo e senza che il marito dicesse latro, lo abbracciò e pianse tutte quelle lacrime che non aveva potuto piangere fino ad allora. “Immagino vorrai spiegazioni..” disse poi liberandosi dall’abbraccio. Laura raccontò al marito cosa aveva vissuto in quei due anni, lontana ma in qualche modo vicina alla sua famiglia. I due piansero e risero insieme. Poi la donna guardò l’orologio. Mezzanotte meno dieci. “Perché lo guardi in continuazione?” Laura gli rispose. Lui restò scioccato da ciò che seppe, ma se quello era l’unico modo per vedere ed abbracciare sua moglie l’avrebbe accettato.
 
Per diverso tempo i due coniugi continuarono a vedersi tra le undici e mezzanotte. Quell’ora era tutto per loro. A volte parlavano fitto fitto, e le parole si accavallano per il poco tempo. Altre volte facevano l’amore. Fu una di quelle sere. Avevano appena finito di farlo ed erano abbracciati nel grande letto quando lui le chiese “Voglio morire. Non mi basta più vederti per solo un ora. E vorrei che nostra figlia ti conoscesse. Che le fossi accanto in ogni momento della sua vita.” “No Riccardo . Non si può. Non puoi morire e non posso tornare in vita per più di un ora.” disse lei triste.
“Chiedi a quell’angelo lassù.. di farci vivere come una famiglia felice..” disse ancora Riccardo  tra le lacrime. Laura rispose “Gli ordini sono ordini.. Riccardo .. non rendere tutto più difficile..” lui la guardò con un sguardo pieno di odio. avrebbe voluto prenderla a schiaffi. Ma poi si calmò. Se era stato deciso che quello era il destino della loro storia d’amore.. ebbene.. l’avrebbe accettato, pur di rivedere ogni giorno sua moglie.        
Lei scendeva ogni giorno alle undici in punto e lui l’aspettava. Restavano in casa, a coccolarsi, a parlare. Lui avrebbe voluto portarla fuori a cena, come erano soliti fare, voleva che lei tenesse per mano sua figlia e la facesse camminare o mangiare. Ma quando lei arrivava la piccola dormiva. “Amore.. a me sta bene cosi. Di giorno vi sono a fianco, vi guardo.. e di sera posso abbracciarti e parlare con te. Deve bastarmi.” Gli disse una sera Laura.  “E poi tu.. sei uno splendido papà” disse ancora la donna con le lacrime per la commozione. “Perché piangi tesoro mio?” le chiese allora lui mentre erano seduti sui divanetti in pelle del giardino. Lei non rispose, ma lui sapeva che vi era qualcosa che non andava. “Amore.. non dirmi che il tuo angelo.. ha cambiato idea?” chiese Riccardo spaventato. “Nono..” lo assicurò lei “ho cambiato io idea” Riccardo rimase di stucco. “Come puoi non volermi più vedere?” chiese con un fil di voce. “Ric.. nostra figlia ha bisogno di una madre.. e tu di una donna che sia sempre presente.. non puoi continuare a vedermi per un ora..” “Laura ti prego.. non pensarle neanche queste cose. Quando Lucia sarà grande le spiegheremo tutto.. ma tu per favore non abbandonarmi.. ho bisogno di te..” disse ancora Riccardo stringendo forte sua moglie per paura di vederla andare via. Laura non resistette e rinunciò a questo pensiero anche se aveva un enorme paura di come sarebbero andate le cose.
 
Per un po’ di tempo tutto andò per il meglio. I due continuavano a vedersi alla solita ora. Ma ad un certo punto  qualcosa si era incrinato. Entrambi non volevano dirsi addio al momento della mezzanotte. Tutto il giorno Riccardo non faceva che pensare alla sera che avrebbe trascorso con la moglie e la bambina cresceva. Al suo quinto compleanno venne fatta una grande festa in giardino e quella sera Laura non potè farsi vedere. Era rischioso. Tutti la sapevano morta. Riccardo era assente e continuava a fissare il punto il cui aveva visto per la prima volte comparire Laura. “Ric.. cosa c’è?” gli chiese allora Veronica sua sorella. “Nulla” rispose lui e tornò in casa per non farsi vedere mentre due grosse lacrime gli rigavano i viso.
 
Fu allora che decisero di dirsi addio.
 
“Amore.. io ti amo.. ma non possiamo continuare cosi.. in questi anni ci siamo sempre visti di nascosto.. è stato bellissimo.. ma non possiamo continuare. Tu hai la tua vita.. i tuoi impegni.. potrebbe capitarti ancora di avere impegni fino alle undici.. non puoi vivere nel passato.. devi andare avanti.. e vedrai che troverai qualcuna che saprà donarti l’amore che ti manca..” appena Laura arrivò quella sera esordì con questo discorso. Riccardo restò muto per un istante infinito.. poi annuì. “Dobbiamo dirci addio.. ma sappi che tu sei e sarai per sempre il mio unico amore..”  poi i due scoppiarono in un lungo pianto liberatorio e quando si furono sfogati fecero per un ultima dolce volta l’amore.
 
 
 
   
  
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