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Autore: Cialy    03/04/2007    13 recensioni
Draco è più ossessionato da Potter che mai. Pansy nasconde un segreto. Tiger è diventato sensibile. Blaise ha un certo piano particolarmente interessante. E, in mezzo al caos che imperversa tra i Serpeverde, Theo sarà proprio costretto ad ammettere qualcosa.
Genere: Generale, Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Pansy Parkinson, Theodore Nott, Tiger e Goyle
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ormai penso si sia capito che adoro Theodore Nott *_* Quindi ecco una shottina tutta dedicata a lui... E' leggera leggera, quindi spero proprio di riuscire a strapparvi un sorriso!

E' ambientata in un ipotetico settimo anno, con la Guerra bella e finita, senza però tener conto del sesto libro.
Fatemi sapere che ne pensate *_*

 

Disclaimer: I personaggi appartengono a J.K.Rowling e sono per tanto frutto di fantasia, così come la storia qui presentata.

 

 

 

 

Accept It - Admit It

 

 

Aula di Incantesimi. Martedì.

 

 

“Draco, secondo me dovresti smetterla.”

“Di fare cosa?” chiede l’idiota con l’aria più innocente del mondo.

“Di fissare Potter con la bava alla bocca!”

“Cosa?! Non ho nessuna bava alla bocca, stupido Nott! Sto solo mettendo a punto un piano a dir poco geniale per farlo finire nei guai!”

Alzo gli occhi al cielo. Ci risiamo. “Oh sì, giusto. Geniale come quello in cui hai versato gli Asfodeli nella sua pozione, pensando che fosse l’ingrediente necessario a far esplodere il calderone, ma che in realtà gli ha fatto ottenere il primo commento positivo da Piton?! Oppure come quello in cui hai lanciato un Incantesimo Confundus su un gufo reale in modo che lo attaccasse, ma alla fine quello si è lanciato su Paciock e Potter è stato acclamato come eroe per averlo salvato?!”

Gli occhi di Draco si assottigliano incredibilmente. Vorrebbe uccidermi, lo so. Ma Draco vorrebbe tante cose…

“Chiudi il becco, stupido, stupido Nott! Quelli sono stati incidenti! Ma questo, beh, questo sarà il piano giusto! Contatta Blaise, abbiamo bisogno del suo aiuto.”

Sollevo le sopracciglia e strappo un pezzo della mia pergamena. No, non sto seguendo i suoi ordini. È solo che mi annoio e scambiare qualche biglietto con Blaise potrebbe migliorare la situazione.

 

Ci risiamo. Draco ha un “piano”. Dammi una mano, che non ce la faccio da solo. Tra l’altro, non ti sembra che ci sia una pozza di bava sul nostro banco?

 

Lancio il biglietto accartocciato sul banco davanti al nostro. Blaise lo intercetta, lo legge e poi occhieggia verso Draco, che di nuovo sta fissando Potter. Qualsiasi cosa ne dica.

 

C’è. Ed è anche bella grossa! E sembra anche che stia per mangiarsi San Potty in un sol boccone!

Quale sarebbe questo “piano”?

 

“Siete dei gran bastardi!” sibila Draco.

Ha messo le mani sul foglietto e non sono proprio riuscito ad evitarlo. Poi, comincia freneticamente a scrivere. Suppongo ci stia spiegando il piano. Che gioia.

E, infatti, quando me lo ripassa, sul foglietto è comparsa la sua grafia.

 

È molto semplice. Potter ha la strana abitudine di andarsene in giro di notte, no? Basta che, in qualche modo, lo attiriamo nell’ufficio di Piton, lo chiudiamo dentro e poi andiamo a chiamare il nostro caro Capocasa, dicendo di aver sentito dei rumori. Quando staremo per arrivare nell’ufficio, riapriremo la porta e tadaaaan! Potter sembrerà colto nell’atto di rubare dalla dispensa del professore!

 

Mi premo le dita sugli occhi. Draco sta davvero toccando il fondo. Mi chiedo quando, semplicemente, si deciderà ad ammettere di essere attratto da Potter e comincerà a provare a conquistarlo.

 

Davvero pensi che questo sia geniale?! Come dire… io non ti aiuterò di certo!

 

E… umh, non contare nemmeno su di me. Avrei già un certo progetto da seguire, in mente.

 

Mi lancia il bigliettino bofonchiando un “Begli amici!”. Rido sotto i baffi, stando ben attento a non farmi vedere e leggo quello che ha scritto Blaise.

Quale sarebbe, questo progetto?!

 

***

 

Sala Grande, insieme a tutti gli altri studenti della scuola. Sempre martedì.

 

 

“Di che progetto parlavi?” chiedo a Blaise, dopo aver ingoiato un boccone di carne.

Lui ghigna e la cosa già mi preoccupa. Quel genere di ghigni su quel genere di persone sono sempre preoccupanti.

Cosa intendo con quel genere di persone? Beh, quelli come lui… quelli con l’istinto predatore corredato di determinazione e intelligenza. Quelli che riescono a farti fare esattamente quello che vogliono senza che tu te ne accorga, perché ti entrano nel cervello e se ne appropriano. Semplicemente ghignando a quel modo e guardandoti fisso negli occhi.

Si sporge verso di me.

“Ho una nuova preda…” mi sussurra all’orecchio.

Sollevo, per l’ennesima volta nella giornata, gli occhi al cielo. Eccolo, l’altro mio migliore amico. Quanto uno ha paura di ammettere la propria attrazione, tanto l’altro la sbandiera ai quattro venti. Quando Blaise Zabini è a caccia, tutta la scuola si mobilita per seguire l’avvenimento.

“E chi sarebbe, questa volta?” mormoro scocciato.

Non è che le storie di Blaise mi infastidiscano. È solo che, negli ultimi tre anni, ho visto passare più gente nel suo letto che attraverso le porte della Sala Grande. Capite che, dopo un certo tempo, diventa stancante.

Il ghigno sulla sua bocca si allarga, mentre indica con un gesto del capo la tavolata Grifondoro. Oh no.

“Ma insomma!” sbotto. “Che hanno questi cavolo di Grifondoro da attirarvi come Snasi in una miniera d’oro?!”

Pansy, seduta di fronte a noi, solleva di scatto lo sguardo dal proprio piatto e lo fissa su di me.

“Che hanno i Grifondoro?!” ripete. “Ma è chiaro! Sono così coraggiosi e allo stesso tempo dolci… Possono farti sentire protetta e amata e, allo stesso tempo, divertirti! E poi sono sinceri, ma anche intraprendenti…” si interrompe improvvisamente, arrossendo e tornando a fissare il piatto.

“Pansy… continuo a credere che tu ci nasconda qualcosa.”

Ride nervosamente e agita una mano in aria. “Oh, Theo, certo che no! Cosa dovrei nascondere!”

Termina la frase in fretta e si volta verso Millicent, pretendendo di finire una conversazione mai cominciata. In questa Casa c’è davvero qualcosa che non va’.

“Quindi cerchi un tipo del genere?” chiedo a Blaise, indicando la nostra compagna con un dito e sollevando un sopracciglio.

“In realtà, il tipo che cerco davvero…” mi fissa dritto negli occhi e si bagna le labbra con la lingua. “L’avrei ben chiaro in mente. Ma sai com’è, lui proprio si ostina a non capire…”

La frase mi fa sentire inspiegabilmente a disagio; mi costringo a spostare lo sguardo per allontanarlo dalla sua bocca. Non so nemmeno come ci sono finito a guardarla! Dannato Blaise e dannato il suo carisma…

“Quindi sono costretto a trovare dei ripieghi” riprende, con leggerezza, riportando lo sguardo sulla tavolata Grifondoro. “E Seamus Finnigan mi sembra perfetto, no?”

Schiocca la lingua e io scuoto la testa. Certo, come no. Cosa avrebbe Finnigan di così perfetto?!

 

***

 

Sotterranei di Serpeverde, dormitorio maschile del settimo anno, sabato.

 

 

Dovrò restare sola in questo mondo inerte che, senza di te, non è che un porcile?

Sollevo un sopracciglio e fisso il mio compagno attentamente. “Vince, che cavolo stai facendo?”

Lui posa il suo libro e mi guarda annoiato. “Shakespeare, amico mio. Possibile che tu sia così ignorante?!”

“Letteratura babbana?” mi volto rapido verso Gregory. “Da quando?”

Scrolla le spalle. “Ma che ne so… La fine della Guerra, a quanto pare, gli ha fatto scoprire nuovi orizzonti.”

“Oh… Nuove sponde?”

“Potrebbe essere…”

“E piantatela! Non sono mica gay!” Vincent si alza di scatto e copre la distanza che lo separa dalla porta in ampie falcate. “Mi avete stancato. Vado a leggere fuori di qui!”

Greg lo segue sbuffando. “Meglio che vada con lui. Magari riesco a convincerlo a venire a vedere gli allenamenti di Quidditch invece di starsene a leggere in mezzo ai fiori!”

Dice le ultime parole con una nota di disgusto che mi fa ridere, prima di chiudersi la porta alle spalle.

Rimasto solo, torno a sedermi sul letto fissando il soffitto e aspettando. Quell’idiota è chiuso in bagno da almeno mezzora.

“Blaise! Vuoi darti una mossa?! Vorrei farmi una doccia entro il prossimo lustro!”

Incredibilmente, appena finisco la frase, la porta si apre e Blaise Zabini, alias Mister Voglio-Un-Sacco-Di-Tempo-Per-Farmi-Bello-E-Conquistare-Tutti-Quelli-Che-Mi-Pare, fa la sua comparsa.

“Eccomi, eccomi. Piantala di strillare!”

Mi volto per ribattere che non sto affatto strillando, ma la voce mi si mozza involontariamente.

Blaise ha… beh, ha addosso solo un asciugamano legato in vita. Non è certo la prima volta che vedo il mio compagno di stanza mezzo nudo, ma, insomma, col fisico che si ritrova restare affascinati è praticamente d’obbligo.

“Vai agli allenamenti?”

Mi riscuoto in fretta, giusto in tempo per non apparire un idiota che si è incantato a guardare il suo… emh.

“Sì. Tu vieni?” soffio fuori, alzandomi e stiracchiandomi, nel vano tentativo di assumere un atteggiamento casuale e tranquillo.

Quando torno a guardarlo, mi sta fissando con uno dei suoi ghigni insidianti stampati in faccia.

“Adesso forse no, ma se vuoi darmi una mano si può sempre rimediare…”

Lo dice con una noncuranza tale che ci metto un po’ a cogliere il doppio senso della mia domanda e la sua allusione indecente. Avvampo. E nel frattempo, il grande stronzo, fa scivolare giù l’asciugamano, come se fosse la cosa più naturale del mondo rimanere nudi in mezzo alla stanza di fronte al proprio migliore amico.

“V-Vado a… farmi la doccia” balbetto come un idiota, dopo essere rimasto a fissarlo per non so quanto tempo.

Ma perché sono l’unico componente di questa Casa a non essere dotato della classica sfacciataggine Serpeverde? Sto cominciando a credere di essere un Tassorosso mancato.

Meglio darsi alla fuga.

 

***

 

Spalti del campo da Quidditch, con gruppi sparsi di Serpeverde e, purtroppo, Daphne Greengrass. Sempre sabato.

 

 

“E non immaginerai mai cosa ha fatto lui!”

Scuoto appena la testa e Daphne riprende a parlare a macchinetta, rivelandomi tutti i segreti più segreti di Hogwarts, quelli che nemmeno i fantasmi sanno. I pettegolezzi, in pratica. E io riprendo a fare finta di ascoltarla, annuendo e mormorando qualche “oh, davvero?” di apprezzamento, giusto per non farle capire di essere concentrato su tutt’altro.

E io che avevo i miei bei progetti di starmene al freddo e al gelo su questi spalti ad osservare la Pluffa saltare di mano in mano, finalmente abbastanza in pace per pensare. Non che abbia qualche particolare dramma esistenziale, ma certe volte ho proprio bisogno di un po’ di tranquillità, di stare solo con ciò che mi frulla in testa. E a frullare, ci sono un bel po’ di cose, ultimamente.

“È scandaloso, non credi anche tu?”

“Sì, hai ragione” rispondo automaticamente.

Dicevo… Ci sono un bel mucchio di cose che mi danno da pensare, negli ultimi tempi. Prima di tutto, Blaise e i suoi strani modi di comportarsi. A volte, non sono così idiota, l’ho notato!, è come se ci provasse, che strana cosa da dire!, con me. Ma non avrebbe senso, no? Siamo amici e basta. E basta. E lui potrebbe avere ai suoi piedi l’intera scuola, anzi, forse persino di più. Quindi perché perdere tempo con me?

“Le ha detto proprio così, ti giuro!”

“Oh, davvero?!”

È ovvio che sta solo scherzando. Da bravo stronzo qual è, ama mettermi in imbarazzo e vedermi in difficoltà e si sta divertendo facendolo in continuazione. Beato lui. Peccato che io non mi diverta affatto. Tutt’altro. La situazione comincia a darmi fastidio. Suppongo proprio di dovergliene parlare…

“Ehi, ma quelli non sono Blaise e Finnigan?!”

“Sì, hai ragio-- Eh?!”

Scatto in piedi e guardo nella direzione indicata da Daphne, ai piedi delle tribune vicino agli spogliatoi. La mia compagna Occhio-Di-Lince ci ha proprio visto giusto. Quei due corpi appiccicati l’uno all’altro sono proprio Blaise Zabini e Seamus Finnigan. E sembra se la stiano spassando un mondo.

“Oh, a quanto pare Blaise era a caccia e io non ne sapevo niente?!” trilla lei indignata.

Mi risiedo, forzandomi a non distogliere più lo sguardo dalla Pluffa, mentre anche la minima voglia di assecondare Daphne mi è passata. Mi sento come se fossi rimasto chiuso in una stanza per un giorno intero con una mandria di Schiopodi Sparacoda.

A quanto pare Blaise ce l’ha fatta. E anche a tempo di record.

Beh, buon per lui. Non sono affari miei.

 

***

 

Scale di accesso ai sotterranei, con Draco. Venerdì.

 

 

“Theo, devi aiutarmi!”

“Non credo proprio, Draco.” O almeno, non lo aiuterò certo in ciò che intende lui.

“Ma Theo! La gita ad Hogsmeade sarà domenica e io non ho un piano!”

“Non contare su di me…”

“Insomma! Che cavolo di amico sei!”

Mi fermo e mi volto verso di lui. Adesso mi sta a sentire, punto e basta.

“Senti un po’. Sarei dispostissimo ad aiutarti se tu aprissi gli occhi e ti rendessi conto che ciò che vuoi da Potter non è certo metterlo nei guai, ma fartelo mettere da qualche parte! Capisci cosa intendo?!”

Draco mi guarda come se avessi appena annunciato che io e Ron Weasley stiamo per sposarci. Ma perché deve essere così stupido, certe volte?!

“Theodore Nott, vuoi un pugno?!” sbraita. “Come ti vengono in mente certe cose?! Sei un folle, un pazzo, hai capito?! Io Potter lo odio, non ci vuole tanto!”

Lo guardo scettico e lui, se è possibile, si irrita ancora di più. “Finitela di dire cazzate, IO NON AMO POTTER!”

Urla forte l’ultima parte della frase e non si rende conto che le scale sono piene di gente. Gente che adesso ci sta guardando con occhi grandi come Pluffe e la bocca spalancata. Draco tenta di darsi un contegno e controlla il suo rossore. Io, semplicemente, ghigno sotto i baffi.

“Che avete da guardare?!” ringhia verso un paio di Serpeverde del primo anno, che scappano terrorizzati.

Piacerebbe anche a me darmi alla fuga, ma ho la sensazione che lui ci metterebbe davvero un secondo a tirare fuori la bacchetta e trasfigurarmi in qualcosa di poco simpatico.

“E comunque, invece di stare tanto a pensare ai miei desideri reconditi, dovresti essere tu ad aprire gli occhi, idiota!” urla ancora, per poi girarsi e andare via.

Resto a guardarlo allontanarsi con gli occhi sgranati. Ma che cavolo intendeva? Aprire gli occhi per capire cosa?

 

***

 

Hogsmeade, con tutta la popolazione studentesca di Hogwarts dal terzo anno in su. Domenica.

 

 

“Andiamo ai Tre Manici di Scopa?”

“Dipende… Secondo voi ci troviamo Potter?”

Pansy ridacchia. “Non saprei… Se vuoi ci giriamo tutto il villaggio finché non lo scoviamo!”

Draco spalanca gli occhi. “Davvero lo fareste?!”

Io e Blaise gli lanciamo contemporaneamente uno sguardo allusivo e lui si affretta a cancellare l’espressione di aspettativa e ad abbassare gli occhi.

“Scherzavo…” borbotta. “Andiamo dove vi pare.”

“Veramente… io vorrei passare in libreria” annuncia Vince.

Lo guardiamo tutti allibiti, mentre Greg si preme una mano sugli occhi.

“E piantatela! Vorrei proprio sapere cosa c’è di male a leggere!”

Greg interviene giusto in tempo. “Niente, niente. Andiamo, ok? Ti ci accompagno io, basta che ci risparmi i tuoi monologhi sulla bellezza delle parole, eccetera, eccetera!”

Vincent grugnisce come assenso.

“Vengo con voi!” esclama Draco.

“Emh… perché?”

“Ma è semplice! Se Potter mi vedesse arrivare subito ai Tre Manici di Scopa, penserebbe che lo stia seguendo! Meglio farsi un giro, prima. Andiamo, forza!”

Guardo quei tre pazzi allontanarsi e mi volto verso i miei restanti compagni: Blaise e Pansy, le mie ultime speranze.

Una decina di minuti dopo, siamo seduti comodamente ad un tavolo del locale con un boccale di Burrobirra fumante tra le mani. Come al solito, qui dentro è pieno di studenti. Sembra quasi la Sala Grande. Mi chiedo perché diavolo usciamo da scuola, se poi dobbiamo ritrovarci tutti qui!

In fondo, nell’angolo, c’è persino il solito gruppo di Grifondoro: Potter, Weasley, Granger, Paciock, Finnigan e Thomas. Non avevano proprio nessun altro posto dove andare? La Testa di Porco, per esempio. Magari là avrebbero anche potuto incontrare qualche folle avanzo di galera che li avrebbe fatti fuori tutti. No, dai, tutti no… La Granger, Weasley e Paciock non mi hanno fatto niente e se Potter morisse, Draco lo seguirebbe a ruota. Ma gli altri due…! Beh, oddio, anche Thomas è innocente, poverino… Però sta sempre con quello là, e quello là mi sta veramente antipatico.

Uff… sto cominciando a parlare come Draco, dovrei preoccuparmi.

Il punto è che li ho notati gli sguardi di fuoco che lui e Blaise non fanno altro che lanciarsi da quando siamo entrati qui dentro. E in più, anche Pansy sembra distratta da qualcosa. Continua a guardarsi intorno e, anche se fa finta di niente, io me ne sono accorto! E il risultato di tutto ciò è che ogni mio tentativo di cominciare un discorso finisce col mio blaterare in solitudine o, semplicemente, cade nel nulla.

Bevo un abbondante sorso del mio terzo boccale di Burrobirra. Sorso che mi va allegramente di traverso nello stesso momento in cui vedo Finnigan alzarsi (ovviamente seguito da Thomas-Il-Cagnolino) e venire dritto verso il nostro tavolo. Si china fino all’orecchio di Blaise per sussurrargli qualcosa che lo fa ghignare indecentemente e l’immagine mi dà la stessa sensazione di un pugno allo stomaco.

Poi si allontanano, grazie a Merlino, ma quel deficiente di Blaise si alza in tutta fretta, mollando pochi spiccioli sul tavolo.

“Il resto me lo metti tu, vero?” chiede senza nemmeno degnarmi di uno sguardo. “Devo scappare… Qualcuno mi sta aspettando!”

Ci saluta in tutta fretta e si allontana. Vorrei proprio urlargli contro una consistente quantità di insulti, ma si è già dileguato e non faccio in tempo. È un idiota, Blaise Zabini. E io lo detesto.

“Per chi mi ha preso? Che grande stronzo…” borbotto, sperando in una consolazione da parte di Pansy.

Ma, ormai, dovrei proprio aver capito che le mie speranze sono vane! Pan è completamente immersa nei suoi pensieri e non si è nemmeno resa conto che dalla mia bocca sono usciti dei suoni. Le agito una mano davanti al viso.

“Ehi! Sei con noi? Si può sapere che cavolo stai guardando?!”

Arrossisce, stranamente. È raro veder la signorina Parkinson arrossire e qui mi sa che i miei sospetti sono sempre più fondati.

“N-Nessuno!” balbetta.

“Hai visto quell’idiota? Se n’è andato così, senza quasi salutare! È insopportabile…”

“G-Già…” risponde poco convinta.

Si porta il boccale di Burrobirra alle labbra e ne prende un lungo sorso. Che però sembra quasi sul punto di sputare fuori quando i restanti Grifondoro mi passano alle spalle.

Sollevo un sopracciglio. “Che succede?!”

“N-Niente!” balbetta di nuovo.

E non faccio in tempo a dire altro che si è già alzata e sta infilando la mantella.

“Devo andare!”

“Dove?!” sgrano gli occhi.

“Emh… da… Daphne. Sì, dovrei proprio cercarla e…”

Lascia cadere anche lei delle monete sul tavolo, solo che, almeno, ha l’accortezza di contarle e verificare che bastino.

“Ci vediamo dopo!” saluta in tutta fretta.

La guardo uscire dal locale e poi guardo i boccali vuoti sul tavolo. E poi guardo di nuovo la porta e di nuovo il tavolo. Mi guarderei anche in faccia, se potessi, giusto per godermi la mia espressione confusa e arrabbiata e potermi fare due risate.

Sono rimasto solo. Begli amici che mi ritrovo.

Poso la somma restante (Blaise mi sentirà, eccome!) sul tavolo e mi preparo ad uscire. Meglio andare a cercare Draco, almeno il suo chiacchiericcio su Potter mi distrarrà quanto basta dai miei propositi omicidi verso quello stronzo di Zabini.

 

***

 

Serre di Erbologia. Mercoledì.

 

 

“Posso almeno capire perché non mi parli da tre giorni?”

Scuoto la testa e lo ignoro, mostrandomi troppo impegnato a travasare la mia simpatica piantina con i fiori gialli di cui ho già dimenticato il nome.

Blaise sbuffa sonoramente. “Ma cosa ti ho fatto?!”

Lo guardo gelido e ghigno. “Guarda, laggiù c’è un Corvonero che ti sta fissando. Perché non esci fuori un momento a scopartelo?!”

Blaise sostiene il mio sguardo con rabbia e, nel farlo, strattona troppo i fiorellini gialli, tanto che la piantina emette un sibilo dolorante.

“Blaise! Fai attenzione! Non è quello il modo di trattare una Doratella! Sii delicato, guarda, così…” interviene Vince, dando di nuovo sfoggio della sua sensibilità nuova di zecca.

“Tiger. Taci o ti ritroverai questi dannati fiori nello stomaco. Capisci?!”

“Siete sempre di cattivo umore, ultimamente…” sbuffa Vincent, per poi riabbassare lo sguardo e tornare sui suoi fiori.

“È vero!” interviene Daphne. Credo che qualcuno, in questa serra, sia deciso a rischiare la vita, oggi. “Eppure è strano… Di solito sei sempre allegro, Blaise, quando una storia ti soddisfa. E Finnigan sembra ti stia soddisfacendo abbastanza, visto che è più di una settimana che vi vedete!”

Sottolinea la durata come un record, ed effettivamente sappiamo tutti che lo è. Chiedersi il motivo non avrebbe poi tutta questa importanza, comunque. Si vede che Finnigan sta dimostrando capacità inaspettate… E non voglio nemmeno essere sfiorato dal pensiero che, per Blaise, stia diventando qualcosa di più.

“Se sei in cerca di pettegolezzi, vai al tavolo dei Tassorosso!” la gela lui.

“Oh su, non essere così scortese!” intervengo. “Vogliamo sapere tutti… Ti stai per caso innamorando?!” sputo quella parola come se fosse stata velenosa e sostengo il suo sguardo gelido.

“Sei proprio un cretino, Nott.”

“A-ah. Tu invece no, vero?” ironizzo senza guardarlo.

Sbatte il vaso sul tavolo e mi afferra una spalla per farmi voltare e fissarmi negli occhi. Mi immobilizzo, non me l’aspettavo quello sguardo.

“Perché semplicemente non lo ammetti?! Dillo che ti dà solo un tremendo fastidio che io mi faccia Finnigan! Dillo, avanti!” mi urla contro.

Riduco gli occhi a due fessure. “Ti dai troppa importanza, Blaise. Troppa. Non me ne frega niente di chi ti porti a letto.”

Il suo sguardo si indurisce ancora di più, se è possibile. “E a quanto pare, non te ne frega niente nemmeno di quello che sto cercando di farti capire dall’inizio dell’anno.”

Mi lascia la spalla e si avvia a passo svelto fuori dalla serra, completamente sordo alle urla della Sprite.

Quando la sua schiena è ormai scomparsa oltre la porta, torno a voltarmi verso i miei compagni. Vincent ha sul viso uno strano sguardo compassionevole.

“Mi chiedo dove finisca tutto il tuo spirito intuitivo in certi casi. Hai fatto proprio un bel casino…”

Lascio cadere nel vuoto la sua frase, mentre quella della Sprite vi si accavalla.

“DIECI PUNTI IN MENO A SERPEVERDE!”

Fingo che non mi interessi, faccio l’indifferente, anche se, in realtà, sento un vuoto profondo all’altezza del petto.

 

***

 

Cortile di Hogwarts, con Draco. Giovedì sera.

 

 

Altri due giorni di silenzio completo. Adesso non solo sono io a non parlargli, ma c’è lui che tenta in ogni modo di evitarmi.

“Qui fuori si gela! Perché siamo usciti?!” borbotta Draco, stringendosi nel mantello.

“Veramente io volevo uscire e tu mi hai seguito di tua spontanea volontà. Non ti ha costretto nessuno… Torna pure dentro.”

“Eh, la fai facile. Ma si dà il caso che, essendo io un buon amico, non ho la minima intenzione di lasciarti da solo con quella faccia da cane bastonato!”

“Non ho la faccia da cane bastonato!” dico indignato, ma lo sguardo scettico di Draco mi zittisce.

“Poi sono io che non ammetto le cose…”

Ed effettivamente credo di aver capito, in questi ultimi giorni, che io e Draco siamo molto più simili di quanto credessi. Ci piace metterci maschere addosso e nascondere i nostri veri sentimenti. E gli altri scoprono il nostro gioco sempre prima di noi.

“Ehi, hai sentito?”

Mi volto verso di lui con sguardo interrogativo. Mi fa segno di restare in silenzio e si tende ad ascoltare.

Li sento anch’io, adesso. Ci sono dei rumori, dietro alcune siepi, e la luce della curiosità si è accesa negli occhi grigi del mio amico.

“Esercitare il potere di Caposcuola ci tirerà su il morale!” mi sussurra, prima di muovere dei passi silenziosi verso la fonte dei mormorii.

Gli vado dietro, indeciso se fermarlo e evitare una figuraccia alla coppietta o, semplicemente, godermi la scena con sano spirito Serpeverde. Opto per la seconda.

“Non lo sapete che non si può stare fuori dopo l’ora di cena?!” sibila il mio amico, con un ghigno crudele sul volto.

Il cespuglio comincia visibilmente a tremare e noi, per tutta risposta, ci sporgiamo per cogliere i due nella situazione più imbarazzante possibile.

Per. La. Barba. Di. Merlino.

Questa proprio non me l’aspettavo! E a giudicare dalla faccia di Draco, nemmeno lui.

C’è Pansy, dietro la siepe. E va beh, fin qui niente di male, non è la prima volta. Il punto è chi si trova con lei, con il mantello spiegazzato, i capelli scompigliati, le labbra gonfie e tutti i segni necessari ad indicare con precisione ciò che abbiamo appena interrotto.

Neville Paciock.

Sì, proprio lui.

Pansy Parkinson ha una storia con Neville Paciock. Oddio, se lo sapesse Daphne ne farebbe materiale da pettegolezzo per anni!

“Emh… ciao ragazzi!” trilla Pansy, fingendosi tranquilla. “B-Bella serata, eh?”

“M-Malfoy… N-Nott… emh… c-ciao” tenta di dire qualcosa anche Paciock.

“Pansy… Paciock…” mormora Draco. E a giudicare dalla sua espressione vacua sembrerebbe proprio entrato in tilt. Deve essere una cosa difficile da accettare per lui.

Meglio prendere in mano la situazione.

“Emh… Scusate l’interruzione, ragazzi!” afferro Draco per un braccio. “Vieni, andiamo via…”

Lo trascino lontano dalla siepe, verso l’ingresso della scuola, mentre lui continua imperterrito a ripetere “Pansy… Paciock…”.

Quanto ci metterà a riprendersi?

 

***

 

Campo da Quidditch, spalti Verde-Argento. Con tutto il resto della scuola, professori e Preside compresi. Domenica.

 

Siamo 80 a 70 per noi Serpeverde. Incredibile. Essere in vantaggio succede così raramente contro i Grifondoro, ormai, che anche 10 punti significano tanto. Certo, i nostri non stanno proprio giocando pulitissimo, ma ormai si sa com’è.

Penso così insistentemente alla partita, perché sto cercando di dimenticare la presenza di Blaise, seduto proprio accanto a me. Che, a ogni minima azione sul campo, mi finisce addosso spinto dall’agitarsi degli altri nostri compagni. Che, ostinatamente, fa come se non ci fossi.

E allora io faccio lo stesso. E siccome Pansy è troppo impegnata a lanciare occhiate zuccherose a Paciock seduto tra i Grifondoro, non mi resta altro che pensare alla partita.

Solo che non è bello non parlargli e quasi non vederlo da una settimana e ora ritrovarmelo improvvisamente così vicino. Non è leale, ecco.

80 a 80, i Grifondoro hanno pareggiato e Blaise mi è finito di nuovo addosso, ficcandomi un gomito tra le costole.

“Scusa” borbotta, così a bassa voce che devo quasi tirare ad indovinare.

“Niente…” rispondo.

E poi c’è silenzio, anche se i nostri compagni qui intorno, invece, urlano. Lo sento chiaramente pronunciare il mio nome, nemmeno fossimo stati soli in una stanza deserta.

“Theo…”

Sobbalzo e mi volto, anche se lui non mi guarda.

“Non mi vedrò più con Finnigan.”

Annuisco. E il peso che sento nello stomaco comincia un po’ ad alleggerirsi. Vorrei sorridere, ma non oso. Resto in silenzio e aspetto che si volti verso di me per guardarlo negli occhi.

“Volevo solo… che tu lo sapessi” continua.

“Ok” dico.

Restiamo a guardarci, per un secondo, un minuto, non lo so. Avevo quasi scordato quanto lui potesse essere magnetico e vorrei trovare qualcosa da dirgli per giustificare il mio sguardo insistente. Ma niente. Il cervello è come annebbiato, non registra altre informazioni se non quelle poche che giungono dal suo corpo.

E poi Blaise fa un mezzo sorriso e sta per parlare. Il mio cuore schizza in gola, perché so che sta per dire qualcosa di importante.

Nello stesso istante, però, Pansy mi afferra per un braccio e mi costringe a voltarmi. A pochi metri dalle nostre tribune, Draco e Potter, entrambi aggrappati ad una sola scopa, stanno precipitando al suolo.

 

***

 

Infermeria, con un altro sacco di gente e, in particolare, Draco e Potter immobilizzati in un letto. Domenica pomeriggio.

 

“Avete vinto scorrettamente, quindi chiudi il becco Potter!”

“Scorrettamente un corno! Il Boccino c’era eccome nelle mie mani!”

“Ma ti sei dovuto aggrappare alla mia scopa! Questo non è valido!”

“Non conta! Ti hanno appena eletto giudice, eh Malfoy? No, e allora lascia decidere a chi ne capisce qualcosa!”

“Io non ne capirei niente, quindi?! Guarda Sfregiato che io guardavo il Quidditch quando tu nemmeno sapevi parlare!”

“Ed evidentemente credi ancora di stare a guardarlo… Ma ti svelo un segreto, sei capitano di una squadra, devi giocare!”

Mi affianco alla Granger, che, proprio come noi, è immobile al centro dell’infermeria a guardarsi lo spettacolino.

“Vanno avanti così da molto?” chiedo.

Lei mi rivolge una rapida occhiata. “Purtroppo sì.”

“Beh… almeno significa che stanno bene!” ammetto.

“Purtroppo sì…!” ripete levando gli occhi al cielo.

Ridacchio e la guardo raggiungere il letto di Potter e tirare la tenda. “Bene, fine primo round, ok? Harry, saluta!” e scompare dietro la tenda seguita da Weasley.

Occhieggio in fretta agli altri Grifondoro. Fortunatamente l’idiota non c’è. Beh, meglio così, non è che abbia tanta voglia di vederlo.

Imito la Granger e mi sistemo al capezzale di Draco con Blaise, Vince e Greg.

“Sembri in forma, a quanto pare!” ghigna Blaise.

Non è stata una mossa intelligente, perché vista la faccia di Draco adesso ci sciorinerà un bel monologo contro-Potter di almeno mezzora.

E infatti!

“In forma?! Ma scherzi?! Ho rischiato l’osso del collo per quell’ameba cicatrizzato! Ma l’avete visto cos’ha fatto? Era un attentato quello, un attentato! Lo faccio sbattere ad Azkaban per tentato omicidio, lo giuro. Questa è l’ultima goccia… Lui l’ha sempre vinta perché è il cocchino di Silente, ma questa volta… questa volta lo porto davanti all’intero Wizengamot! E poi voglio vedere se non lo condannano al Bacio!”

Scambio una rapida occhiata con Blaise, mentre Draco blatera a ruota libera, e non posso fare a meno di sorridere sinceramente ritrovando nei suoi occhi la stessa complicità e la stessa intesa di un tempo. Mi si contrae lo stomaco per quanto sono belli, quegli occhi. E mi viene anche da ridere al pensiero di aver totalmente ignorato quest’immensa quantità di segnali così chiari per tutto questo tempo. Sono proprio un cretino.

“E voi due! Potete almeno fare finta di ascoltarmi, invece di scambiarvi sguardi da piccioncini innamorati?!”

Arrossisco e fulmino Draco, mentre Blaise, semplicemente, se la ride.

“Uff… Non criticare, prendi esempio, invece!” interviene Vince. E la cosa un po’ mi preoccupa. “Theo c’è praticamente arrivato, ad ammetterlo. Tu quando ti decidi?!”

Orrore degli orrori. A giudicare dal tremore nervoso del sopracciglio di Draco prevedo un altro scoppio in meno di un minuto. Mi metto comodo sullo sgabello vicino al letto… Questo secondo monologo durerà almeno un’ora.

 

***

 

Sala Comune, con un paio di ragazzini del primo anno. Domenica sera.

 

È ufficiale, ormai. I temi di Pozioni non si finiscono da soli, nemmeno se li lasci sul tavolo per una settimana. Piuttosto li ritrovi spiegazzati, macchiati o non li ritrovi proprio, ma di auto-finirsi non se ne parla. E siccome il sottoscritto, da bravo scemo, quando ha troppi pensieri per la testa non riesce a concentrarsi sui compiti, adesso si ritrova a notte fonda a finire il suddetto tema. Meno male che ormai è fatta.

Poso la penna sul tavolo e mi stiracchio il collo.

“Stanco?”

Un’ondata di brividi mi investe in pieno. Merlino, perché mi fa quest’effetto solo sentire la sua voce?

Annuisco e lo sento avvicinarsi ancora, fino a posarmi le mani sulle spalle. Si china su di me e mi sfiora l’orecchio con le labbra. “Dovremmo proprio rimediare, allora…” sussurra, per poi cominciare a mordicchiarmi il lobo e a baciarmi il collo.

La scarica di brividi mi attraversa di nuovo e, contemporaneamente, il sangue si incanala per raggiungere certi lidi. Dannazione.

“Blaise” gemo, anche se non avrei voluto dirlo così.

Il mio sguardo corre ai ragazzini dall’altra parte della Sala che, almeno, hanno il buon gusto di far finta di non guardare. Lui capisce al volo e ghigna, tanto per cambiare.

“Ehi, voi. Non è ora di andare a dormire?!” tuona.

I due poveretti si affrettano ad eclissarsi e, quando spariscono, lui si sposta e mi scivola sulle gambe. Ritrovarmi improvvisamente il suo calore addosso mi fa sentire ancora più cretino per aver aspettato così tanto. Mi sporgo in avanti per baciarlo, finalmente, ma lui si ritrae e si avventa di nuovo sul mio collo.

“Ammettilo, Nott” mi soffia direttamente sulla pelle. “Ammetti che mi vuoi da impazzire. Che mi vuoi da mesi, anzi, da anni.”

Ridacchio, ansimando lievemente. “Sei proprio uno stronzo!”

Ma poi cedo, mi basta il lieve passaggio delle sue dita sotto la camicia per farlo. Per sentir premere il bisogno di mettere fine a questi giochi. “Ok, ok, lo ammetto” raggiungo il suo orecchio. “Ti voglio da impazzire.”

E un attimo dopo, finalmente, le nostre bocche sono incollate. E il suo sapore è quanto di più buono possa esserci.

 

***

 

Verso l’infermeria, con Blaise. Lunedì pomeriggio.

 

“Dimmelo di nuovo. Perché non stiamo passando questo tempo sotto le coperte?”

Sbuffo divertito e spiego per l’ennesima volta, fingendomi infastidito. “Perché Draco comincerà a pensare che ci siamo completamente dimenticati di lui o che siamo in combutta con Potter per rovinargli la vita, se non andiamo a trovarlo di nuovo! E poi Vince ci ha gentilmente chiesto di lasciargli la camera, per farci perdonare di averlo tenuto sveglio tutta la notte!”

Blaise sorride sornione. “Bene… Almeno potremo tenerlo sveglio anche questa notte!”

“Ovvio!” sghignazzo. E poi apro la porta dell’infermeria.

I rumori sospetti che ci raggiungono ci gelano all’istante. Inizialmente (e ingenuamente) penso che Draco e Potter si stiano di nuovo prendendo a botte. Ma poi realizzo meglio cos’è che sto sentendo. Mi volto verso Blaise a bocca aperta.

“Credi che…”

La sua espressione stupita è lo specchio della mia. Mi fa segno di restare in silenzio e, in punta di piedi, si avvia verso il letto occupato dal nostro compagno di Casa.

A un passo dalla tenda, i rumori sono ormai inconfondibili e sono costretto a tenermi la pancia per non scoppiare a ridere e interrompere qualcosa.

Ci affacciamo lentamente e la scena a cui assistiamo ci lascia completamente interdetti.

Draco. E. Potter. Stanno. Facendo. Sesso.

E ci stanno anche dando dentro di gusto!

Mi pianto una mano sugli occhi e trascino Blaise fuori dall’infermeria.

“Non posso crederci!” esclamo, appena chiusa la porta, poi comincio a ridere. A quanto pare questi ultimi giorni si stanno rivelando molto fruttuosi, per gli studenti di Hogwarts.

“Bene” comincia Blaise, incollandomi alla parete. “Visto che la nostra visita di cortesia è saltata, che ne dici di collaudare il letto della Stanza delle Necessità?”

Lo bacio senza esitazioni, in modo che la mia risposta risulti già piuttosto chiara.

“Facciamo in fretta, però. Non vorrei farmela soffiare da Pansy e Paciock!”

Mi guarda con un’espressione allarmata e mi afferra per una mano, trascinandomi verso le scale.

“Male che vada, alla Torre d’Astronomia non dovrebbe esserci nessuno a quest’ora…”

“Col cavolo, Blaise! Quegli scalini sono durissimi!”

“Theo… Anche qualcos’altro, in questo momento, è durissimo!”

“Umh… Ok, ok. Muoviamoci!”

  
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