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Autore: makeDreamlast    17/09/2012    3 recensioni
[...]Esco dalla mia camera seguita da Bella, per giungere a quella di mio cugino. Busso, ma nessuno mi risponde. Busso ancora, più forte. Busso fino a che non apre la porta.
«Che vuoi?» E’ talmente fatto di chi sa quale strana sostanza che se gli chiedo qualsiasi cosa, non sa nemmeno di cosa parlo. È già successo.
«Ehm…volevo chiederti un favore.»
«Il portafogli è lì, sulla scrivania.» Biascica. Glieli ho già chiesti tantissime altre volte, dato che i suoi genitori non mi contano, che ormai ci è abituato a questi miei favori.
«Quanti posso prenderne?» Lo guardo, collassato sul letto, gli occhi chiusi a due fessure, il loro contorno di un violaceo scuro, i capelli scompigliati, la pelle bianchissima. La stanza è coperta da un nube di fumo.
«Quelli che vuoi.»
Apro il suo portafogli, han ben cinquecento euro tutti in banconote! Mi ero fermata ai duecento, non gliene avevo mai visti così tanti, sicuramente mi sono persa qualche pezzo mentre ero intenta a spiare qualcun altro.
Estraggo due banconote da cento, sicuramente per due ore nella piscina più prestigiosa di tutta Berlino sarebbero bastati. Ringrazio Jörg che mugola un «prego» per tutta risposta e raggiungo Bella ancora in corridoio.[...]
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4

*
 
«Hey, tutto bene?»
«Si!» tengo ancora gli occhi chiusi. Voglio vedere che faccia ha.
Inizio a pensare fortemente a lui, a quegli ultimi ricordi. Lo vedo sorridermi dal punto più alto dello scivolo, lo vedo tendermi la mano e sfiorarmela. Lo vedo semplicemente abbracciarmi. Quei ricordi svaniscono per lasciare posto ad una scena che si sta appena consumando. Posso vedere Seb tirare un’occhiata sorridente ai suoi amici, ma non credo voglia essere lì con loro perché contemporaneamente alla vista di lui che appoggia il mento sulla mia spalla, sento il suo respiro sfiorare il mio collo e spostarmi i capelli con la punta del naso. Sorrido e apro gli occhi perdendo la concentrazione. Voglio godermi quel momento senza rovinarlo dalle visioni. All’improvviso vedo tutto annebbiato e la testa torna a girarmi. Cerco di concentrarmi su qualcosa per non pensare che tra pochi attimi mi sentirò male, ma l’unica cosa su cui riesco a concentrarmi in quel momento è solo Seb. Richiudo gli occhi, troppo pesanti per poter stare aperti e nuovamente mi si materializza davanti la mia schiena e il suo viso tra i miei capelli. Le sue mani che sfiorano la mia pelle, posso sentirle e anche vederle. La testa mi scoppia, voglio dirgli di fermarsi ma non è facile. Non posso più fermarlo perché non ho più le forze di muovere anche solo un piccolo muscolo. Vedo arrivare anche Hannes, sorridente, e sento Seb che si sposta andandogli incontro.
«Seb, mica vorrai tenerla tutta per te?» vedo e sento le sue mani che si posano sui miei fianchi e il suo petto che accarezza la mia schiena. Eppure il mio pensiero fisso è ancora Sebastian. Non importa quanto sia fredda l’acqua, il contatto con il suo corpo mi fa ribollire tanto che inizio a sudare. All’improvviso però diventa un sudare freddo e l’immagine dei due ragazzi che si divertono scompare con un flash bianco. Poi tutto nero.
«Oddio! Alice! Hey Alice mi senti?» mi tira un po’ avanti guardandomi in faccia. «Deve essere svenuta, Hannes aiutami!» urla in preda al panico.
Hannes esce dalla piscina, Seb mi alza e mi lascia tra le mani dell’amico per uscire dall’acqua.
«Ma come cavolo è successo?» Hannes tiene le gambe sotto alla mia schiena.
«Non ne ho idea.» Seb invece mi prende in braccio e mi porta sul lettino. «Qui starà meglio.» dice posandomi delicatamente.
«Oh mio Dio Alice!!!» urla Bella correndo fino all’ombrellone. «Che ha fatto? Cosa le è successo?» si inginocchia di fianco a me.
«E’ svenuta.» le risponde Seb accarezzandomi il viso.
«Deve essere un effetto collater…Ehm! E adesso??»
«Che effetto collaterale??» chiede Seb corrugando la fronte.
«Delle…Delle medicine che sta prendendo…» cerca di nascondere la verità. Sapeva dei miei mal di testa all’arrivo di una percezione, ma non sapeva degli svenimenti improvvisi. Non lo sapevo nemmeno io!
«Che tipo di medicine?»
«Per il mal di testa.» dice, ricordandosi appunto dei forti mal di testa che mi assalgono.
«Ah, comunque, Romeo vai a prendere un bicchiere di acqua e zucchero!»
Romeo, agli ordini, corre nel bar per tornare poco dopo con un bicchiere stracolmo d’acqua.
Inizio a sentir picchiettare leggermente sulla mia guancia e lentamente apro gli occhi.
«Alice!!» mi ritrovo Bella a due soffi dal mio viso.
«Aspetta…Lasciala riprendere. Tieni, bevi un po’.» questa è la voce di Seb, senza dubbio. Mi mette una mano dietro alla nuca per alzarmi e aiutarmi a sorseggiare.
«Come ti senti? Ci hai fatto prendere un bello spavento!» vedo la doppia bocca di Hannes muoversi.
«Aspettate…» biascico, chiedendo tempo per riprendermi.
«Ragazzi, tornate in acqua, sto io con lei.» Seb fa un occhiolino ai suoi amici, rassicurandoli. Bella, prima di voltarsi, mi stampa un bacio sulla tempia.
«Cos’è successo?» domando stropicciandomi gli occhi.
Sebastian si siede accanto a me «Sei svenuta, ma ti sei ripresa subito.» Mi guarda stranito, come se una cosa del genere non fosse possibile.
«Ah…Forse un calo di zuccheri, mi è successo anche prima.»
«Ora ti senti meglio?»
«Si, un po’. Però voglio aspettare ancora ad entrare in acqua.»
«Tranquilla, ti faccio compagnia io…Se vuoi…»
«Oh, ehm…si, si certo!» sorrido.
«Bene, allora…Non possiamo fare scena muta no?» scuoto la testa «Quindi…Iniziamo un discorso…»
«Quale?» balbetto.
«Beh, venite spesso qui?»
Colte con le mani nel sacco.
«No…A dire il vero è la prima volta.»
«Ah si? Come mai?»
«Beh perché…Avevamo il pomeriggio libero, come sempre e…Si, abbiamo voluto provare…» guarda caso proprio oggi abbiamo voluto provare!
«E vi piace?»
«E’…si, è carino come posto. Voi venite spesso?»
«No, anche per noi è la prima volta.» Fa cenno con la testa «Posso chiederti come mai…Conosci il mio nome?»
«Eh?» lo guardo spiazzata, smarrita e ipnotizzata «Perché me lo hai detto tu!»
«No. Cioè si. Ma prima hai risposto che lo sapevi.»
«Ma dai! Com’è possibile? Non ti ho mai visto prima, come potrei conoscere il tuo nome prima ancora che me lo dicessi?»
«Eppure sono sicuro di averti sentita dire “lo so”!»
«No dai, non è proprio possibile!»
«Allora mi convincerò che ho sentito male.»
Annuisco e rimango a fissare i miei nuovi amici giocare nell’acqua.
«Come mai anche per voi è la prima volta…Che venite qui, intendo.» lo guardo socchiudendo gli occhi, mettendolo a fuoco.
«Beh, eravamo qui nei dintorni per un’intervista, sai abbiamo un gruppo.» Come potrei non saperlo?
«E cosa suonate?» Ma che domande!
«Glam, rock, pop…E’ un genere misto.»
«Bello! E da quanto?» Due anni, forse?
«Due anni.» Appunto.
Voglio leggere nella mente! Perché non posso leggere nella mente, invece di vedere il presente degli altri? Voglio sapere cosa sta pensando. Se pensa di fare sul serio, o di prendermi in giro. Voglio sapere quali sono le sue effettive intenzioni. Ooh Alice, non è questo il momento di fare la capricciosa! Ringrazia che hai questo dono, se no ora non saresti al suo fianco!
«Stiamo nuovamente facendo scena muta.» Distoglie lo sguardo dai ragazzi per posarlo su di me.
«Già…» mi guardo intorno, non voglio incrociare i suoi occhi. Ho capito che effetto mi fanno. Che effetto mi fa guardarlo troppo, stare troppo accanto a lui e sentire il suo calore.

Dall’ultima volta che ci siamo parlati sono passati solo tre giorni.
Non posso fare a meno di entrare in casa sua e guardarlo nelle sue abitudini quotidiane. Infondo, finché lui non verrà a conoscenza di ciò, io potrò farlo tranquillamente.
«Prof, posso andare in bagno?» alzo la mano per poi abbassarla nuovamente sul naso, grattandolo.
«Signorina, è la quinta ora.»
«Lo so, ma è urgente!» faccio una smorfia di fastidio.
«Prego, allora.»
Di scatto mi alzo, passo una mano sulle spalle di Bella accarezzandola ed esco dall’aula dirigendomi ai bagni affianco. Mi chiudo a chiave in una cabina, mi siedo sulla tavoletta e chiudo gli occhi.
«Si tesoro, ci vediamo stasera allora.» Sta parlando. Ma con chi?
«Certo, caro. Al solito posto?» L’inquadratura si sposta su una ragazza bionda, con tanti piercing.
«Ovvio, dove se no?»
Si baciano. Si, si baciano proprio sulle labbra. Non posso smettere di concentrarmi ora, voglio sapere di più. Chi è, da dove viene, cosa fa, perché è lì. Resto a guardarli fino a che lei non esce di casa. Seb richiude la porta e sorride. Qui allora non resisto più. Inizio a sentire la testa girare, il corpo sempre più pesante e mi appoggio alle mattonelle fredde per non cadere. Riapro gli occhi e una volta uscita dalla cabina mi sciacquo la faccia.
«Che è successo?» mi chiede durante il cambio dell’ora.
«Bella, io oggi pomeriggio devo andare a casa sua!»
«Sei pazza? Si chiederà come fai a sapere dove abiti!»
«Ti ricordi la prima volta che li abbiamo visti, dove stavano entrando?»
«Ti ricordi che poi hai scoperto che quello era lo studio di registrazione?»
Sbuffo «Va beh, ad ogni modo devo andarci! Devo scoprire chi è quella! Cosa vuole! Perché lo conosce!»
«Alt, alt! Quella…CHI?»
«Una bionda, bruttissima! Era a casa di Seb poco fa e…Stasera si incontrano “al solito posto” e…Quando è andata via…Si sono baciati!!» stringo le tempie per trattenere le lacrime.
«Oddio! E Kristian ha la ragazza?»
«NON è la sua ragazza! Comunque, non credo. Non l’ho mai visto con qualcuna.»
«Meno male. Comunque si, VAI. E chi se ne frega cosa pensa!»
Allora mi ritrovo chiusa in camera mia, davanti al mio armadio a decidere cosa mettermi per andarlo a trovare. Non penso minimamente a quale scusa poter trovare per nascondergli come faccio a sapere dove abita. Infondo gli basterà sapere che “lo so e basta”!
Mi incammino verso casa sua, ormai la strada la so a memoria, e quando me la ritrovo davanti esito. Mi faccio forza e salgo i tre piccoli scalini fino a sfiorare con l’indice il campanello con il suo nome. Immediatamente il portone si apre mostrandone il suo viso e metà corpo, è incredulo.
«Ciao! Che…Che cosa ci fai qui?»
«Devo parlarti!» faccio un piccolo passo avanti, incitandolo a farmi accomodare.
«O-ok, entra pure!» mi apre tutto il portone e io entro in quella casa ormai così familiare.
«Allora, l’altro giorno in piscina cosa stavi facendo?»
«Il bagno?»
«NO! Mi stavi prendendo in giro!»
«Scusa ma non ti seguo!»
«Chi è quella bionda?»
«Quale bionda? Cosa stai dicendo?»
«Oh ma per favore! Prima fai il carino con me, poi ti baci un’altra!»
«Come fai a saperlo? Come fai a sapere che abito qui? Come fai a sapere che ho baciato una ragazza bionda?»
«Lo so e basta! Ora ti sarei grata se fossi TU a rispondere alle MIE domande.» Lo fisso negli occhi.
«Senti, io non so cosa ti sia preso, ma non sono proprio fatti tuoi!»
«Dimmi solo se quel pomeriggio stavi giocando o no. Perché è questo che mi hai fatto capire!»
«Non ci conosciamo nemmeno, ci siamo visti una volta per sole due ore e tu ti fiondi in casa mia pretendendo di sapere cose che non riesco a capire come fai a sapere!»
«Tu rispondimi e ti giuro che poi ti lascio in pace! Lo giuro, cosa vuoi di più?»
«Va beh, se è come dici. No, non stavo giocando quel pomeriggio perché mi hai colpita da subito e francamente speravo di rivederti, non so come, ma ci speravo. Grazie a Dio hai trovato casa mia. E quella bionda che, non so come, hai visto è una mia vecchia amica che continua ad essere convinta che io sia innamorato di lei, ma non è così!»
Ha detto così tante parole, tutte così attaccate, le ha dette con un tono così convinto, con una voce così calda. Si sta scaldando anche il mio corpo, la testa si appesantisce, tutto quello che ho intorno inizia a girare. E per finire il solito, impeccabile, inconfondibile flash bianco.
Mi risveglio sdraiata con la testa sulle sue gambe, appena cinque minuti dopo. Ancora una volta senza forze nel corpo. Seb mi allunga un bicchiere, bevo ed è estremamente dolce. Quanti cucchiai di zucchero ci ha messo? Mi allunga anche una fetta di torta allo yogurt che non posso disprezzare.
«Sono svenuta di nuovo?»
«Si.» Fa una breve pausa. «Stai prendendo ancora quelle medicine?»
«Che medicine?»
«Quelle per il mal di testa.»
Bella.
«Ah quelle…Si, ne ho ancora per un po’.»
«Come mai devi prenderle?»
«Perché…Beh, è un mal di testa insopportabile! Ma le prendo solo quando mi fa molto male, non regolarmente.»
«Meno male.»
«Comunque ora è il caso che vada. Tu devi prepararti per uscire e io devo finire di studiare.»
«Ok, ma sappi che non ne ho proprio voglia di uscire con quella!»
Ci sorridiamo e mentre apre la porta mi stampa un bacio sulla guancia.

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