Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: myosotiis    17/09/2012    3 recensioni
FrUk | one-shot | 1.477 words.
Questa è la mia amata nazione, il regno in cui l’acqua non si stanca mai di cadere, uno dei regni più potenti dell’Europa, una delle più forti potenze coloniali in passato, il regno inglese.
Ed io rappresento tutto ciò.
Rappresento tutto questo splendore.
Eppure sento che mi manca qualcosa, sento che dentro di me c’è un vuoto non ancora colmato del tutto. Perché?
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- Empty Space. -



Plic. Plic. Plic. Plic. Plic.

Le mie orecchie ormai sono abituate a questo gocciolio. È da una settimana ormai che piove, che le nuvole grigie lavano la terra, che le gocce cristalline d’acqua piovana si frantumano sul terreno, sulle strade, sugli ombrelli della gente, sulle piante.
Questa è la mia amata nazione, il regno in cui l’acqua non si stanca mai di cadere, uno dei regni più potenti dell’Europa, una delle più forti potenze coloniali in passato, il regno inglese.
Ed io rappresento tutto ciò.
Rappresento tutto questo splendore.
Eppure sento che mi manca qualcosa, sento che dentro di me c’è un vuoto non ancora colmato del tutto. Perché?

Plic. Plic. Plic. Plic. Plic.

Merda, ma perché diavolo sono uscito di casa?
Dovevo rimanere tranquillo al mio posto, magari mi sarei persino divertito di più, dato che in questo momento non sto facendo altro che rimanere seduto al mio tavolo in un bar, davanti ad una tazza che prima traboccava di thé al limone, adesso vuota.
Visto che rimanere qui mi secca non poco, beh, mi conviene uscire e magari rientrare in casa; almeno sarò al caldo e non pagherò se vorrò bere dell’altro. Perciò mi alzo, tolgo la mia giacca nera dallo schienale della sedia su cui mi sono sistemato qualche decina di minuti fa, infilandomela velocemente, lasciando in seguito il conto sul tavolo, distrattamente.
Mi avvio verso la porta, afferrando l’ombrello color blu notte che ho lasciato all’entrata, per poi spalancare la porta ed uscire dal locale.

Plic. Plic. Plic. Plic. Plic.

Apro immediatamente l’ombrello, nascondendomi sotto di esso, in modo da difendermi dall’acqua piovana, che non accenna neanche di smettere di cadere.
Inizio a guardarmi intorno, osservando il paesaggio completamente zuppo; gente che corre a destra, gente che corre a sinistra, auto che vanno e vengono. La mia attenzione però viene attratta da un negozio di giochi. Non ha nulla di particolare in realtà, è un semplice negozio, con giochi che è possibile trovare dappertutto. Qualcosa mi spinge a fermarmi ad osservare quella vetrina e, senza neanche rendermene conto, ecco che già mi sto avvicinando all’entrata.
Mi blocco e, seguendo il mio istinto, fisso quei giochi. Forse i loro colori mi hanno attirato, chissà.
C’è una grande varietà di giocattoli, ora che osservo meglio questa vetrina. Si possono ammirare peluches, bambole di porcellana, puzzles e, alzando di pochissimo lo sguardo, persino dei modellini di elicotteri, dai più piccoli ai più grandi e complessi.
Ricordo ancora che questi modellini erano i preferiti di Alfred.
Si, Alfred. Sono come un padre, per quell’americano.
Sono sempre stato come un padre, anzi.
Mi preoccupo molto per lui, certo, solo che non voglio darlo a vedere.
Sembrerei debole. Ed io non voglio sembrare debole, dannazione.
Ho una reputazione da difendere.
E non vorrei neanche avere questa preoccupazione per lui, voglio dire… è un adulto, può benissimo cavarsela da solo, ormai. Senza contare che si è spontaneamente allontanato da me.
Ma purtroppo non riesco a non preoccuparmi, sono incatenato al mio passato, ormai.
Decisamente troppo.
Forse riempirei quel vuoto dimenticando tutto quello che è accaduto.
È facile dirlo; farlo non lo è affatto, invece.

Plic. Plic. Plic. Plic. Plic.

Che malinconia, questo rumore.
Sospiro, voltandomi altrove, ritrovandomi ad osservare senza un motivo ben preciso una coppia di innamorati. Sembrano davvero felici, loro.
Un po’ l’invidio.

« Artùr? »

E subito dopo avverto uno sbattere di una porta, molto probabilmente quella del negozio.
Questo accento vagamente francese non m’ispira affatto, merda.
Volto il capo nella direzione da dove proviene quella voce –alquanto familiare, poi-.
Ditemi che non è lui, ditemi che non è lui, ditemi che non è lui, ditemi che non è l— bloody hell.

« …frog? Che diavolo ci fai qui? »

Il francese armato di ombrello scrolla le spalle, mostrando una scatolina avvolta dalla carta da regalo color blu, con tanto di nastro rosso con i contorni bianchi, su cui immediatamente cade il mio sguardo.

« Niente di particolare, sono venuto fin qui a comprare una cosa. »

Tutto ciò mi fa rimanere ancora più confuso; inarco un sopracciglio e ritorno con le mie iridi su quelle cerulee della “rana francese”.

« …proprio qui a Londra, dovevi venire? Cos’è, la Francia non ha uno straccio di negozio di giocattoli che sei costretto a partire per l’Inghilterra? »
« In realtà l’abbiamo, l’abbiamo eccome. Ma ho preferito giungere fino al tuo caro Regno Unito così da poterlo anche visitare. Non ti fa piacere? »


Noto quel tuo inutile sorrisetto stampato sulle labbra, maledetto francese. E anche quella punta di sarcasmo nel tono di voce con cui hai pronunciato la tua domanda, è anche constatabile. Comunque, cerco lo stesso di mantenere la calma, anche se… beh, la pazienza non è uno dei miei punti forti.

« Obviously not. », non esito neanche un secondo a tirar fuori dalle mie labbra questa frase, e poi aggiungo anche « Saresti dovuto rimanere a casa. Mi hai rovinato anche la giornata. »

Un’acuta risatina, poi lo scoccare della lingua sul palato, ecco cosa riesco ad ascoltare dopo aver pronunciato la mia frase. Dio, quanto lo odio, Francis!

« Oh, Angleterre, non dire così~ »

Ecco, mi aspettavo una risposta simile da un tipo come il francese. E, sbuffando, ritorno a fissare per qualche secondo la vetrina del negozio.
Meglio interrompere questa stupida discussione prima che lanci contro il francese qualcosa. Perciò, con un’espressione indifferente, mi volto dalla parte opposta di Francis, con la mano ancora sorreggo l’ombrello, mentre l’altra si seppellisce nella mia tasca della giacca.

« Visto che non ho voglia di perdere tempo parlando con te, me ne vado. »
« Oh, Artùr, prima devo darti una cosa! »


Con questa frase è stato capace di attirare la mia attenzione, così mi volto, roteando gli occhi, seccato. La rana francese mi osserva con un sorriso stampato sulle labbra, palpebre leggermente socchiuse e sopracciglia –molto più sottili delle mie- rilassate. Se vuole regalarmi una rosa giuro che gli lancio l’ombrello.
Ma— no, mi sta semplicemente porgendo quel pacchetto che ho adocchiato prima.
A… me? Lo doveva regalare a me?

« Pour toi, Angleterre~ »

Mormora lui e, non appena afferro il pacchetto regalo, mi fa un cenno di saluto con la mano, per poi voltarsi ed andarsene via, con il suo ombrello con i colori della bandiera francese.
…e i colori della mia bandiera, quindi.

« E vedi di non ritornarci, a Londra, frog. »

Dico io, ma molto probabilmente l’altro non mi ha affatto sentito.
Bah, tanto vale aprire questo pacchetto e scoprire cosa il francese mi ha regalato.
Non mi viene in mente nulla di così emozionante da comprare in un negozio di giocattoli.
Comunque, inizio a tirare il nastro con entrambe le mani –dopo essermi sistemato con un po’ di pazienza quel maledetto ombrello sulla mia spalla-, sciogliendo così dolcemente il fiocco, per poi strappare via la carta blu cobalto.
Apro la scatola che si nascondeva sotto la carta e… cosa vedo? Un piccolo orsetto di peluche sorridente color bianco, che abbraccia un cuore rosso scarlatto.
…Ma cosa diavolo—?
Nonostante ciò, avverto che le mie guance stanno andando a fuoco, perché in fondo mi fa piacere, ricevere un suo regalo. Senza contare che quando, pochi secondi fa, ero in sua compagnia, mi sentivo più leggero, più… felice. Come se quel vuoto si fosse magicamente colmato, anche se per un lasso di tempo minimo. Perché?
Oh, un momento. Non sta neanche piovendo più.
Quindi abbasso l’ombrello, così rivelandomi, e il mio sguardo si immediatamente concentra di fronte a me, ovvero la direzione che il francese ha appena preso.
Quasi si riesce a scorgere la sua figura slanciata ed i suoi capelli che si posano delicatamente sulle sue spalle.

Abbasso lo sguardo verso quel piccolo e grazioso orsetto, stringendolo fra le mani.
Eppure io e quel pervertito siamo così fottutamente simili.
Abbiamo litigato, abbiamo combattuto, abbiamo combattuto fra di noi.
Ci siamo alleati controvoglia, ci siamo scherniti, ci siamo odiati.
Abbiamo avuto un passato a dir poco disastroso, che ancora interferisce con il nostro presente.
Abbiamo entrambi dato tutto quello che potevamo per tutto ciò che amavamo, e il mondo ci è decisamente crollato addosso quando questo “tutto ciò” si è frantumato.
Le mie colonie.
La sua amata Jeanne.
Sono questi i nostri punti deboli, ed entrambi lo sappiamo.
Ma abbiamo comunque superato tutte le avversità, in un modo o nell’altro.
Forse ci siamo anche aiutati involontariamente, distraendoci con degli stupidi battibecchi.
Ma lui è capace di fingere alla perfezione, è capace di mascherare il suo dolore. Io no.
È questa la nostra forse unica differenza.

Adesso però ho tanti maledetti dubbi che mi assalgono.
Che fosse proprio quella rana francese l’unico essere umano capace di colmare il mio vuoto? Che fosse... amore?
Non ho mai provato una simile sensazione prima…
È strano, ma… provo dolore al cuore.
Che diavolo mi prende, dannazione?






Note:

Ohw, eccomi~♥
Si, una FrUk, stavolta. Si, mi andava. Il rating giallo è per il linguaggio di Arthur, più che altro. :°
L'ho scritta dal punto di vista di Arthur, spero di essere stata abbastanza IC. ;A; *non ci crede molto ma okay--*
Beh, fatemi sapere cosa ne pensate, eh. Au revoir! BI
*sbrigativa, lei♥*

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: myosotiis