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Autore: ViPanda    18/09/2012    4 recensioni
"Durante l'estate, aveva pensato che conoscere delle ragazze sarebbe stato diverso.
Era sempre andato a scuola in un'accademia maschile, quindi le uniche femmine che conosceva erano le sue cugine.
Si aspettava di sentire qualcosa, e invece niente. Non che volesse prendersi una cotta per qualcuna, ma almeno girarsi e dire 'Oh, com'è figa'
Santana aveva attirato la sua attenzione. Non dal punto di vista fisico, certo, era oggettivamente bella, ma per qualcos'altro. La sentiva più simile a lui. E a quanto pareva, anche lui era interessante ai suoi occhi, visto che stava già ricevendo suoi messaggi.
Come doveva sentirsi?"
Sto provando a immaginare il coming out di Blaine. E sto provando a scriverlo... sarà una Klaine molto diversa dall'originale.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kurt, uscendo dal cassonetto, continuava a chiedersi perché.
Perché lui. Perché non lo lasciavano in pace. 
Terza settimana di scuola, quarantesimo tuffo nel bidone della spazzatura.
Quando uscì si riempì del profumo che si era portato proprio per quell'evenienza, e si immaginò la professoressa Pillsbury. 
Sorrise.
Almeno lui non soffriva di un disturbo ossessivo compulsivo.

Potrebbe sempre andare peggio, no?

Si avviò verso scuola, anche quel lunedì era in ritardo, e quella di francese non sopportava neanche un minuto perso della sua lezione. E poi finalmente quel giorno avrebbe parlato del suo misteriosissimo progetto di francese.
Kurt era convinto che aveva pensato a qualcosa tipo vedere film in francese una volta a settimana, fare un'ora di conversazione o cose del genere.
Quindi neanche ci pensò molto.
Continuò invece a pensare a quel Blaine. 
Quella mattina, mentre gli altri lo buttavano nel cassonetto, aveva di nuovo incontrato i suoi occhi. Era la terza volta che gli capitava e, inutile dirlo, il colore era ancora indecifrabile.
Ma quello che pensava era chiaro, troppo chiaro. Quel ragazzo non si divertiva affatto e le sue risa erano più finte dei capelli di Santana, tanto per dire.
Raggiunse il suo armadietto, poi andò da Rachel, contento di trovarla sorridente e, soprattutto, senza alcuna bibita in viso. 
- Kurt! Kurt! Avevo ragione io! Quel ragazzo è diverso!

Kurt la squadrò da capo a piedi, chiedendosi se fosse seria.

-Prima avevano una granita pronta per me, poi è intervenuto, quel Blaine, con una scusa così demente che neanche ricordo. Fatto sta che per oggi sono salva!

Kurt la fissò. Stava dicendo sul serio? 

Non si è minimamente preoccupato di salvare i miei vestiti. 

Dopo quel pensiero, tornò alla realtà. Rachel era una componente del Glee, una ragazza, e poteva suscitare pena. Lui era un ragazzo, componente del glee e gay.
Non poteva certo pretendere lo stesso trattamento. 
- Sì, meglio così, andiamo a lezione adesso.



- Signorina Pierce, per favore, presti un po' di attenzione!
Brittany si svegliò tutta in un botto, provocando una leggera risata in tutta la classe.
- Sì, professoressa, le prometto che insegnerò a dire 'Buenos dias' al mio gatto.
Kurt vide la professoressa passarsi la mano nei capelli, senza alcuna speranza nella sua espressione. 
Eppure decise di continuare il suo discorso. 
- Stavo dicendo, visto che in pochi giorni siete davvero migliorati, io avevo organizzato una...
Ci pensò un secondo. A Kurt non sembrava sicura di quello che stava per dire, ma ormai aveva iniziato, giusto?
- ... gita di una settimana.
Le urla si sentirono fino all'ultimo piano. E loro si trovavano al  piano terra.
La classe era piena di 'dove', 'quando' e 'vengo solo se la sera facciamo quello che vogliamo'.
La professoressa dovette aspettare, in silenzio, ben cinque minuti prima che la classe si ricomponesse.
- A Parigi, questo dicembre.

Kurt smise un secondo di respirare.
Parigi? Aveva sentito bene?
Parigi?
Stava quasi per piangere. Ma no, non poteva aver sentito bene.

- Sì, ragazzi, proprio Parigi. Adesso uscite e sfogate tutta la vostra euforia fuori.  Ne parleremo meglio la prossima volta.
- Ma staremo per una settimana nel negozio qua dietro?
Kurt, ignorò le parole di Brittany e, senza neanche accorgersene, prese la mano di Rachel e la strattonò fuori, per poi andare verso l'armadietto quasi di corsa.

- Hai sentito? Parigi! Insomma, Parigi! Oddio, andremo in Europa, a Parigi!
Rachel si mise a ridere, prese i libri per la lezione seguente, e continuò a sentire quello che Kurt diceva su Parigi, su quanto fosse spettacolare senza neanche esserci stato.
E fu così per tutto il giorno.
L'umore di Kurt era totalmente positivo, con la mente già diretta in una delle più belle città del mondo. 
Neanche si accorse che durante le prove del glee, un ragazzo si era fermato solo un secondo ad osservarli. Un secondo. Non si era avvicinato alla porta, non si era affacciato. Stava semplicemente passando per il corridoio e si era fermato ad osservarli. Aveva rallentato il passo, si era fermato, poi si era allontanato di fretta.
Solo Tina lo aveva notato, ma non disse niente, perché si accorse che lo sguardo di quel ragazzo, a lei ancora sconosciuto, era rivolto a Kurt, impegnato a provare.

- Dobbiamo esibirci questo venerdì.
Le parole del professore fecero tornare l'attenzione di tutti a lui.
- Il preside ci fa esibire prima dell'assemblea. Quindi diamoci da fare, sono sicuro che qualcuno si unirà a noi. 

Certo, come no.

- - - 


Blaine si chiuse  in camera.
Parigi.
Sarebbe andato a Parigi.
Certo, doveva chiedere il permesso ai suoi, ma era sicuro che sarebbero anche stati più contenti di non averlo in giro per una settimana. 
Si fece una doccia. 
Non sapeva perché, ma gli dava incredibilmente fastidio farla negli spoiatoi comuni. Gli dava festidio vedere i suoi compagni sotto la doccia. 
E poi nel suo bagno, sotto la doccia, era l'unico momento e posto in cui poteva davvero stare in pace con sé stesso.
Era ancora felice per Parigi?
Forse, era una città che lo aveva sempre affascinato.
Ma non si spiegava perché sorrideva ancora come un ebbete. Non era normale come cosa, eppure era estremamente positivo e rilassato. 
Poi pensò a quello che aveva fatto quella mattina, e il sorriso gli morì sulle labbra.
Aveva davvero buttato un ragazzo nel cassonetto? Be', tecnicamente no. Tecnicamente non aveva fatto niente, eppure era in quel gruppo e non aveva fatto niente neanche per impedirlo.
Quando lo avevano preso, non credeva facessero sul serio. Credeva che volessero solo spaventarlo, solo divertirsi un po'. Eppure lo avevano davvero lanciato lì, e la cosa peggiore era che lui aveva fatto finta di niente, aveva fatto finta che non gli desse fastidio solo per non lasciargli quella soddisfazione. Ma quante volte ci era finito lì per aver imparato a far finta di niente?
Non voleva pensarci, ma sicuramente tante. Troppe.
Non poteva restare lì, e guardarlo. Mentre lui subiva di tutto e di più, mentre lui cercava forza da qualunque cosa, mentre lui andava avanti a testa alta dove chiunque altro sarebbe crollato, Blaine restava lì. A guardarlo. Senza un briciolo di coraggio per difenderlo, come aveva fatto con Rachel quella mattina.
Quella mattina aveva azzardato molto mettendosi in mezzo, ma non riusciva a farne a meno. Era ancora scosso da quello che avevano fatto a Kurt, aveva capito solo il suo nome, che non aveva la minima intenzione di vedere un'altra cosa del genere. Così aveva risparmiato una granita a Rachel. E lei era contentissima per quel gesto, quasi fosse manna scesa dal cielo.

Be', ho rimediato con lei.  

Si ripromise che avrebbe fatto di tutto per evitare altri fatti del genere.

- - - 


Codardo, sono solo un codardo.

Anche quel giorno,  venerdì, avevano francese in prima ora. 
Anche quel giorno, Blaine non era riuscito a fare niente per salvare i vestiti di Kurt o i capelli di Rachel. 
Avevano risparmiato il cassonetto a Kurt, per poi sorprenderli entrambi con delle granite. Il bello era che ci spendevano anche soldi nel comprarle. Non aveva senso.
Davanti a lui, c'era seduto Kurt. 
Riusciva a vedere il suo collo bianchissimo e l'enorme macchia di bagnato sul colletto della camicia. Come al solito, non era stato lui a lanciargliela, ma era comunque di quella compagnia. Mentre gli altri si erano allontanati ridendo, lui si era girato. Un'altra volta. Avrebbe voluto tornare indietro, dargli un fazzoletto e aiutarli a pulirsi, ma non poteva. Si era limitato a lanciargli un altro sguardo mortificato. Voleva chiedergli scusa, anche se la colpa non era la sua.
Se non avesse conosciuto Finn già da prima, non si sarebbe mai unito alla squadra di football. Odiava dover indossare quella felpa ed essere trattato come se fosse superiore. 
Eppure eccolo lì, a osservare Rachel e Kurt parlare tra loro, senza potersi unire a loro. Perché avrebbe voluto.
Li sentiva spesso parlare di musical come se niente fosse.
Lui non aveva mai conosciuto nessuno con la sua stessa passione per il canto e il musical.

'Cosa stai aspettando per entrare nel glee club?' 
Era il terzo volantino che vedeva attaccato nelle varie bacheche sparse nella scuola, così, senza farsi notare, decise di leggere.
'Prima esibizione delle Nuove Direzioni all'assemblea delle 15:00'

Blaine non partecipava mai alle assemblee. Non poteva. Quelli della squadra gli avevano detto che era inutile e sprecato, solo i secchioni ci andavano. 
Nuove Direzioni?
Era bello come nome. 
Era bella come idea.
Come faceva quella scuola a non amare la musica?

Forse non sono bravi.

Cacciò subito via quell'idea. 
Qualche giorno prima aveva visto qualche secondo delle prove, e gli era bastato.
Aveva sentito Kurt e Rachel e gli altri mentre si riscaldavano la voce con varie scale. Anche difficili, per quel poco che aveva sentito.
Più pensava a quei ragazzi, più aveva voglia di lasciare tutto e unirsi a loro.
Poi pensò che forse era il peggior errore che potesse fare.

O forse no?
 
Neanche si accorse di come le ore fossero volate, quando vennero le 15:00.
L'allenatore doveva partecipare all'assemblea, quindi quel pomeriggio niente allenamenti. Gli altri della squadra proposero di uscire, e accettarono tutti tranne Puck.
- Dai, Puck, vieni.
- No, devo studiare qualcosa di francese, altrimenti me lo sogno il viaggio a Parigi.
- Va bene... Tu Blaine?
- Io... io devo... sono rimasto indietro con matematica. Preferisco recuperare questo pomeriggio. Sarà per un' altra volta.

Blaine si allontanò il più velocemente possibile da loro, con la scusa che doveva finire di prendere delle cose dall'armadietto.
In realtà entrò in palestra, giusto in tempo per vedere il glee esibirsi. 
La canzone era famosa, ma non molto recente, e Blaine non riusciva a ricordarsi il nome.
Però li ascoltava con molto piacere.

Anche troppo, smettila. Non ti unirai mai a loro.

 Cantare in gruppo. Forse era quella la cosa di cui sentiva la mancanza. Decise che il giorno dopo sarebbe andato alla Dalton a trovare i suoi vecchi amici.

È forse per questo che mi sento ancora estraneo in questa scuola?

Rachel era la solista. Non si stupì, la sua voce era perfetta e varie volte aveva avuto dei brividi per quanto fosse brava. 
Ma poi toccò a Kurt. Non fece molto, disse solo una frase.
Ma la semplicità, chiarezza e... bellezza? Con cui cantò quelle note alte, lo lasciò senza parole.
Si chiese perché la scuola non li apprezzava.
Erano il ragazzo e la ragazza più bravi che avesse mai sentito. 
Finita l'esibizione, voleva alzarsi in piedi e applaudire. E invece non potè fare niente, perché applaudirono solo i professori senza tanta convinsione.   
Blaine stava per uscire, quando si accorse che Puck era dall'altra parte della palestra.
Sperò con tutto il cuore che non l'avesse visto.

Troppo tardi.

Puck lo aveva visto eccome, ma si era girato ed era uscito, facendo finta di niente.

- - - 

     - Ragazzi, siete stati spettacolari.
Kurt sbuffò. Era stufo, stufo del fatto che lavorasse con tanto impegno e l'unica cosa che aveva in cambio era un discorso alla Will Schuster, pieno di aspettative e speranze che, per quanto gli riguardasse, potevano anche non esistere.
Erano stati bravi, sì.
Ma questo non cambiava le cose.
- E... come volevamo, c'è un nuovo componente nel gruppo.
Tutti si girarono verso la porta e videro entrare un ragazzo.
Le loro mascelle caddero a terra contemporaneamente.





Piccola nota: so che non vi aspettavate che aggiornassi così in fretta, ma 'non rimandare a domani quello che puoi fare oggi'. Avevo un briciolo di ispirazione (non era abbastanza per scrivere una cosa decente, ma potrebbe capitare che per settimane non mi venisse, quindi non l'ho sprecato) e ho scritto.
Prometto che il prossimo capitolo sarà migliore.
Grazie per aver recensito, messo nelle preferite/seguite/ricordate e niente, alla prossima.
Spoiler: non è quello che pensate. 

  
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