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Autore: Aurore    18/09/2012    5 recensioni
Harriet e Robert, Jane e Frank, Emma e George.
Tre coppie, tre squarci di vita quotidiana dopo il matrimonio.
Tre momenti d'amore, senza neanche una parola.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parole mute




L'amore ha parole mute, più trasparenti del fiume.

ISABEL ALLENDE, L'isola sotto il mare

   
   


È un bel giorno di primavera. Il sole è caldo, ma non opprimente, il cielo è terso e luminoso, un vento gradevole soffia di tanto in tanto, l'aria mite e carica di profumi annuncia l'avvicinarsi dell'estate.
Harriet e Robert Martin passeggiano sottobraccio nel ricco frutteto di Abbey Mill Farm.
Lui discute animatamente di tecniche di coltivazione, frutta, l'arrivo delle fragole, la potatura degli alberi, lo stato dei terreni, guardandosi intorno con l'apprensione e la cura di chi ha lavorato amorevolmente giorno dopo giorno per ottenere quello che possiede; ma quando posa lo  sguardo su Harriet, mentre stringe la mano sul suo braccio per aiutarla a mantenere l'equilibrio sul terreno irregolare, sembra che non abbia più occhi per nient'altro.
A dispetto di ogni possibile previsione, non è ancora diventato un rozzo contadino interessato solo ad accumulare denaro, e continua ad amare la sua giovane moglie più di ogni altra cosa¹.
Lei ascolta in silenzio, piena di ammirazione e considerazione per ogni sua parola e le sue conoscenze. Se fino a qualche mese fa credeva di essere troppo saggia per curarsi di Robert Martin, ora è troppo saggia per pensare di essergli superiore in qualcosa²; eppure, da quando sono marito e moglie, averlo semplicemente al suo fianco la fa sentire migliore.
Forse non possiede una grande eloquenza, ma quando volta appena il capo per osservarlo di nascosto, mentre il suo sposo le mostra da lontano le piante di fragole che presto daranno il loro frutto, la sua espressione timida e devota svela più di quanto alcuna complessa sciarada potrà mai rivelare.



****


Jane suona al pianoforte.
Le sue dita danzano sulla tastiera leggere e veloci come le ali di una farfalla, e le note che trae dallo strumento sembrano crearle intorno un incantesimo. Probabilmente anche l'anziano signor Churchill³, non amante della musica, se ne sta zitto e immobile in qualche stanza della casa, le orecchie tese e la bocca spalancata, preda dell'incantesimo.
Ma la bella suonatrice ha già ammaliato colui che il suo cuore desiderava, e ore sorride, felice, abbandonandosi ai dolci ricordi del passato; ormai non le fanno più paura.
Frank ascolta rapito, in piedi accanto al pianoforte. Questo l'ha colpito più di ogni altra cosa, la prima volta che l'ha vista: sentirla suonare. E quando poi le si è avvicinato per complimentarsi, e ha scoperto di non riuscire a tirar fuori neanche una parola allegra e scherzosa come al solito, ma di essere completamente ammutolito davanti a tanta bellezza, ha capito di amarla.
A un tratto la musica cambia, agilmente e senza interruzioni, tramutandosi in una melodia che più e più volte ha unito le voci e i cuori di entrambi, a Weymouth
. I loro sguardi si incontrano, si abbassano, si incrociano di nuovo, ridenti e innamorati, come in un muto dialogo. È la musica che parla al loro posto, e non occorre altro.



****


   
Nell'ampio ed elegante salotto di Hartfield è riunita una vivace compagnia per un piccolo ricevimento. Il tiepido sole primaverile invade la stanza, invitando ad uscire, e solo gli irragionevoli timori del signor Woodhouse costringono tutti a stare al chiuso. 
Emma siede sul divano, impegnata con i consueti obblighi di padrona di casa, e a tratti riflette sul proprio singolare destino. Da qualche tempo ha scoperto di non essere perfetta. Seppur bella, intelligente e ricca
, non è perfetta. Ora sa di dover apprendere ancora molte cose, e sa che i propri giudizi sono tutt'altro che infallibili. Eppure, il signor Knightley ha scelto lei. Proprio lei, così imperfetta, fra tutte.
Una cosa, però, l'ha già imparata: che bisogna lasciar fare al destino, perchè a volte sa essere meravigliosamente abile. Istintivamente Emma lo cerca con lo sguardo.
George Knightley siede in poltrona discutendo con suo fratello e il signor Weston. Ogni tanto il piccolo John cerca di arrampicarglisi addosso e Isabella deve accorrere per trascinarlo via, finchè il piccolo monello non riesce a spuntarla e lo zio, rassegnato, lo solleva per metterselo sulle ginocchia. Poi il suo sguardo incrocia quello della moglie, e all'improvviso le insulse chiacchiere del signor Woodhouse, le esclamazioni del signor Weston, le strilla dei bambini, tutto tace, scompare, si dissolve. Esiste soltanto lei.
A volte si chiede se Emma si renda conto della splendida donna che sta diventando, lontana miglia e miglia da ciò che era un anno fa. Vorrebbe riuscire a spiegarglielo, affinchè lei veda ciò che lui vede in quel momento. Non è mai stato bravo con le parole, ma Emma lo sa. Ed entrambi sanno che a volte le parole non servono affatto.











Note.
1. È Emma a prevedere in questi termini il futuro di Robert Martin, quando lei ed Harriet si sono appena conosciute, nel tentativo di sminuirlo ai suoi occhi.
2. Quando Harriet crede che il signor Knightley intenda sposarla, nel capitolo 47, dichiara di essere ormai troppo saggia per curarsi del signor Martin.
3. Lo zio di Frank Churchill.
4. La località termale dove Jane Fairfax e Frank Churchill si sono conosciuti. Quando il loro fidanzamento è ancora tenuto segreto, una volta, durante un ricevimento in casa Bates, Jane suona al pianoforte una certa musica e Frank la riconosce, osservando che è stata danzata a Weymouth; è chiaro che nel romanzo Jane sta pensando al loro fidanzamento. Nella one-shot Jane suona nuovamente quella stessa musica, e intende alludere non soltanto al periodo di Weymouth, ma anche a quel momento di intesa tra lei e il suo innamorato. Ciò spiega il misto di imbarazzo e divertimento che li coglie subito dopo. 
5. I tre aggettivi con cui Emma viene indicata costituiscono il celebre incipit del romanzo.










Spazio autrice.
Questa one-shot è ambientata pochi mesi dopo la celebrazione delle nozze delle tre coppie, nella primavera successiva.
La mia intenzione era di mostrare come tali coppie, che io amo molto, riuscissero a comunicare silenziosamente, o comunque non per mezzo delle parole, il sentimento che li unisce. Non a caso nel romanzo, incentrato sul fraintendimento in amore, molto spesso le parole mentono o traggono in inganno chi le ascolta, facendo intuire una realtà differente da quella effettiva; basta pensare alle prese in giro e alle frecciatine di Frank Churchill verso Jane, o alle parole di Harriet quando confessa ad Emma di avere un nuovo amore e le fa credere che si tratti di Frank. Ma quando c'è di mezzo il vero amore, anche solo un gesto, una musica o uno sguardo sono eloquenti a sufficienza. 
Sono stata a lungo incerta sulla pubblicazione, perchè per quanto la rivedessi e la correggessi, mi sembrava sempre troppo lontana e imperfetta rispetto all'originale. Emma è uno dei miei romanzi preferiti, e spero con questa breve storia di essere riuscita a rendergli umilmente onore. Grazie.


















   
 
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