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Autore: ChiaraMad    18/09/2012    2 recensioni
"Ciao Marco.."
E' stata via mesi. Mesi che ha trascorso a Parigi, con mia figlia. Nostra figlia.
E' tornata proprio poche ore fa. Non sapevo dovessero venire. Ero solo, su in camera mia, con la chitarra tra le braccia a provare qualche nuovo accordo. Accordo che, gira e rigira, non aveva proprio intenzione di uscire. Maya non c'èra. Era fuori, con sua nonna.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Eva Cudicini, Marco Cesaroni
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Ciao Marco.."
 
Contate quanto tempo ci mette un chicco di sabbia a scendere da un'estremità all'altra della clessidra. Contate il tempo che impiega un'onda del mare ad infrangersi sul bagn'asciuga della spiaggia. Il veloce battito d'ali di un colibrì innamorato. Un istante. Un misero istante, che è riuscito a buttare giù un muro, un iceberg che ero riuscito a tirare su nell'arco di mesi. Quel muro che ho costruito mattone su mattone, con costanza, forza, volontà e coraggio. Con la certezza che mai, quel muro fatto di mattoni, non sarebbe mai crollato. Che mai quel monumento mi avrebbe permesso un'altra volta di veder al dilà di quella maledetta costruzione. E quell'iceberg. Che si è sciolto piano piano, lentamente, lasciando cadere la sua acqua in un fresco e limpido laghetto di montagna. Quel laghetto che ora, mi circonda. Un'altra volta, non'ostante i lunghi mesi passati a fare in modo che tutto questo, non accadesse più. Che le emozioni che sto di nuovo provando, non mi sopraffacessero un'altra volta. Tutto questo, per provare a convincere me stesso che mesi fa, era davvero finita. 
Tra me, e lei. Lei, che aveva deciso di lasciarmi un'altra volta. 
"E' più forte di me, non ce la faccio, scusa. Un giorno capirai. E forse mi perdonerai per quello che sto facendo. Ciao."
Una discussione, forte, accesa, a far terminare definitivamente quello che, forse, era già terminato mesi prima. 
La cazzata più grande della mia vita. Cazzata che mi costò tutto. Mia figlia. Eva. L'esistenza. Ma sopratutto, Eva. Il mio grande amore. Quello di sempre. L'unica donna che io, abbia mai amato davvero. Quell'amore che ti consuma, ti lacera dentro. Quell'amore che non ti fa dormire la notte. Quell'amore che mi ha spinto più volte, per non dire sempre, a scrivere e a cantare per lei. E solo per lei, nell'arco di tutti questi sei anni. 
Lei, che riesce a farmi sentire nel paradiso più immenso, e che riesce al contempo a farmi sentire nell'inferno più oscuro e profondo. 
E' stata via mesi. Mesi che ha trascorso a Parigi, con mia figlia. Mia figlia. 
E' tornata proprio poche ore fa. Non sapevo dovessero venire. Ero solo su in camera mia, con la chitarra tra le braccia a provare qualche nuovo accordo. Accordo che, gira e rigira, non aveva proprio intenzione di uscire. Maya non c'èra. Era fuori, con sua nonna. 
Sono sceso di sotto, non appena ho sentito il campanello. Totalmente solo in casa. Col plettro tra le labbra, aprii la porta, e sorpreso e quasi sconvolto, trovai davanti ai miei occhi qualcosa di in'aspettato. 
In quei mesi passati lontani, l'avevo sentita poco. Giusto una telefonata per poter "parlare" con Marta. 
Quell'iceberg, muro, che mi impediva ogni volta che sentivo la sua voce, di chieder di più. Di chiederle come stava, come si trovava alla redazione della rivista. E sopratutto, come si trovava nella nuova città, Parigi. 
Niente di tutto questo. Un "Ciao, tutto bene? - Si, si, grazie. Ti passo Marta, ciao."
Una conversazione minimale, forzata dalle circostanze. 
Spalancai gli occhi, sorpreso. E il cuore mi si riempì di gioia non appena sentii Marta, mia figlia, a chiamar "Papà!" con la sua tenera e dolce voce. Gli occhi che piano piano, si stavan riempiendo di lacrime. E un sorriso a trentadue denti stampato in volto. 
Eva se ne era rimasta indietro, in disparte. La testa bassa, e la mano che impugnava il trolley della solita valigia gialla. Mia figlia, che mi saltò praticamente addosso. Mi piegai sulle ginocchia per prenderla in braccio e sollevarla da terra, appoggiandola alla mia spalla, stringendola forte. Le sue piccole manine, a stringere il mio collo. E l'infinita sensazione di benessere nel risentire il cuore di mia figlia, a battere all'inisono col mio. 
"Papà! Papà!" Continuava a chiamarmi, provocando in me un'emozione incredibile. 
Una ribelle lacrima, scese sul mio volto. E non me ne vergognai. Perchè era per mia figlia, che quella lacrima era scesa. 
"Amore! Lo sai che mi sei mancata tanto tanto? Eh?" 
Marta si staccò dal mio collo, per stamparmi un tenero bacio sulla guancia. Sorrideva, contenta di rivedere il suo papà.
Guardai un attimo mia figlia negli occhi, prima di farla scendere dalle mie braccia. Le accarezzai la testa, abbassandomi sulle ginocchia. Abbassai un attimo la testa, prima di rialzarla, e incontrare il suo sguardo. Lo sguardo di lei, che se ne era rimasta tutto il tempo in disparte, permettendomi di riabbracciare mia figlia. Sorrisi leggermente, rialzandomi lentamente da terra. La salutai con un cenno della mano, aspettando che poi lei facesse lo stesso. 
"Ciao Marco.." Sorrise, salutandomi. E fu proprio in quel momento che il muro, e l'iceberg di cui parlavo prima, crollarono. I suoi occhi verdi, il suo dolce sorriso. Tutto questo, bastò. La rabbia era sparita, l'iceber si era dissolto. Ma un pensiero, tornò prepotentemente a farmi visita. Una persona, che era entrata da qualche mese nella mia vita. Qualcuno che per me, era diventato importante nell'arco di tempo passato assieme a lei. Che era riuscita a farmi tornare il sorriso, e la voglia di vivere, dopo che lei mi aveva abbandonato. Qualcuno che per mesi, era riuscita a farmi dimenticare di Eva, e di tutto il male che le ho fatto, e che a sua volta lei ha fatto a me. Qualcuno che era riuscita a farmi ritrovare la voglia e la forza di scrivere, e comporre ancora. Maya. 
Maya, a portare un raggio di luce, dopo che Eva aveva lasciato solo fumo e cenere. 
Ero convinto di esser riuscito a dimenticarla una volta per tutte. Di esser riuscito a seppellire per sempre il fantasma Eva, e quello del nostro amore distrutto. 
Tutte queste convinzioni, mi accompagnarono per mesi. O più esattamente fino a quando, quel "Ciao Marco.." pronunciato dalla sua voce, riuscì come un fulmine a ciel sereno a buttare giù quel famoso muro,e sciogliere quell'iceberg che credevo abbastanza gelido e resistente, come le mie convinzioni. 
Evidentemente tutto quello che ero riuscito a costruirmi attorno in questi mesi passati lontano da lei, non era abbastanza resistente. Una menzogna, una bugia, costruita su misura, ma non abbastanza bene. Ho vissuto per mesi, con la certezza di amare Maya. Di volerla al mio fianco, per il resto della mia vita. Ed è bastato il semplice ritorno di Eva, per far vacillare queste certezze che, col tempo, ero riuscito a costruirmi a fatica nella mia testa e nel mio cuore.
E' bastato un suo sguardo, unito ad un suo sorriso, per farmi andare in palla. Un'altra volta. E sempre per lei. 
Guardai la sua valigia, e mi resi conto che per tutto quel tempo passato a sorriderle, non le avevo ancora chiesto di entrare. Che stupido.
"Ma che fai ancora li? Dai, entra."
Mi scostai leggermente dalla porta, per farla passare. Marta, era già entrata, e stava gironzolando per il salotto. 
Spostai un'altra volta lo sguardo sulla sua valigia, e senza pensarci su due volte, gliela presi dalla mano. 
La sua mano che sfiorò leggermente la mia, mi riportò a ripensare a quel maledetto iceberg, che si era sciolto come nulla, non appena il suo sguardo incontrò il mio. 
Un brivido, mi pervase la schiena. Il sorriso, sparì dalle mie labbra. Cercai di ignorare quella sensazione di benessere, non appena sentii il tocco caldo della sua mano, sulla mia. Mi affrettai a prender la valigia, e a spostarmi per farla entrare. Tenni lo sguardo basso per tutta la durata dell'azione, sperando che lei, non si sia accorta di nulla. 
"Grazie." Sorrise ringraziandomi, prima di raggiungere Marta in soggiorno.
Appoggiai la valigia all'ingresso, vicino alle scale. Mi avvicinai a loro, tenendomi comunque più distante che potevo. Misi le mani in tasca, sulla difensiva, provando ad esser il più sciolto e naturale possibile. Risultato? In'utile. 
"Quanto ti fermi?"
"Sono tornata per restare."
Si voltò verso di me, con Marta tra le braccia. E in un attimo, riconobbi il deja-vu appena vissuto. 
La notte in cui, tornato dal magazzino di Walter, la vidi seduta sulla sedia all'ingresso. Quando tornò da New York. 
"Ah.. Ok."
Riuscìì a dire solo questo. Lei però, si affrettò ad aggiungere altro.
"Andrò a stare dalla nonna, fino a quando non troverò un appartamento. Marta può pure restare qui con te. Sono mesi che non la vedi, e ho pensato che avrebbe potuto farti piacere passare delle settimane con lei. Per recuperare il tempo perduto."
Non sorrise, rimase seria per tutta la durata del suo discorso. Annuii, non potendo fare a meno di sorridere sentendo le sue parole. Marta, mia figlia, poteva stare con me. Dopo mesi passati a sognare questo momento, l'infinita gioia a constatare che tutto questo, sta accadendo sul serio, per davvero. E che non è più solo un sogno.
"Hai pensato benissimo! Grazie, non so che dire.."
Abbassai lo sguardo in cerca di altre parole da usare, con un sorriso ebete stampato in volto. 
Lei, rise leggermente, risvegliandomi. Si coprì la mano con la bocca, e abbassò lo sguardo continuando a sorridere.
"Non te l'aspettavi?"
Smisi di sorridere, sentendo il suono della sua fievole risata. Alzai lo sguardo verso di lei, incontrando il suo sguardo. 
Scossi la testa, prima di risponderle. 
"No.. Non me l'aspettavo per davvero. Veramente.. Non mi aspettavo nemmeno di aprire la porta e trovarvi d'avanti. Come mai non mi hai avvertito?"
Smise di sorridere, voltandosi verso la finestra, evitando forse il mio sguardo.
"Pensavo te lo avesse detto Alice. E comunque.. io ora, devo andare."
Si incamminò verso l'ingresso, mettendo giù Marta. Impugnò il manico della valigia, e si affrettò ad uscire di casa. 
La guardai un attimo confuso, per poi andare sulla porta e bloccarla. 
Non so cosa mi diede la forza di farlo. So solo che non volevo che lei se ne andasse. Non un'altra volta. 
Era voltata di spalle, e stava per aprire la porta d'ingresso. La rincorsi per poi prenderla e fermarla, appoggiando la mia mano sulla sua spalla. Si fermò, voltandosi quasi di scatto verso di me. I suoi capelli lunghi, che sfiorarono il mio viso. E il profumo di essi, a penetrare prepotentemente nelle mie narici, cullandomi dolcemente. Il suo viso, distante un niente dal mio. E il suo respiro leggero, a soffiare leggermente sul mio viso. 
Socchiuse le labbra, forse per dire qualcosa. La fermai, parlando per primo.
"No dai, resta un altro po'. Dovrebbero tornare tutti fra poco. E sarebbero felici di rivederti."
Rimase pochi attimi in silenzio, sempre vicina come non lo era stata da tempo.
Abbassò lo sguardo, allontanandosi da me. 
"Va bene. Resterò fino a quando non torneranno tutti. Ora però devo uscire un attimo. Torno tra un po'. A dopo."
Si voltò di nuovo verso la porta d'ingresso. Fece per aprirla, ma la porta iniziò ad aprirsi da sola. 
E fu proprio in quel momento, che torno tutto a galla. Maya, aprì la porta precedendo Eva. 
Quasi si scontrano.
"Oh, scusa, non ti avevo vista."
Maya rimane ferma sulla soglia della porta, guardando attentamente chi ha davanti. 
Lei sa. Maya, sa di Eva. Le foto, la famiglia. Io. Lei, sa di Eva, e sa chi è. Al contrario di Eva che, invece, non sa nulla di Maya. 
Rimango immobile, in disparte. Un incredibile senso di imbarazzo, mi colse non appena vidi lo sguardo di Maya spostarsi su di me.
Eva continuava a guardarla, in modo interrogativo. Lei, non poteva sapere. 
Maya entrò in casa, lasciando la porta aperta. 
Eva abbassò un attimo lo sguardo, per poi rialzarlo verso Maya. Sorrise guardandola, porgendole la mano. Rimasi stupito dal suo gesto, e notai la stessa sorpresa negli occhi di Maya.
"Tu.: Devi essere Maya, giusto?"
Maya mi guardò un attimo, prima di stringere la mano che Eva le stava porgendo.
"Si.. E tu sei Eva, no?"
"Si, esatto. Alice mi ha parlato tanto di te e.. Complimenti per la scelta che hai fatto."
Eva sorrise, continuando a stingere la mano di Maya. Lei invece la guardò interrogativamente, per poi spostare lo sguardo verso di me.
"Grazie ma.. Che scelta?"
La guardai confuso, per poi vederla girarsi velocemente verso di me.
"Ma come che scelta? Mi riferisco a Marco, state insieme no?"
La guardai stupito, per poi notare il sorriso nervoso spuntato sul volto di Maya. 
"Si, stiamo assieme.."
Continuai a guardarla sorpreso, completamente esterrefatto. Non mi aspettavo una reazione del genere, da parte sua. 
"E' stato un piacere conoscerti, davvero! Scusa, ma ora devo andare. Passerò più tardi per salutare gli altri. Ciao Marco."
Si voltò verso di me un'ultima volta, prima di uscire dalla porta, sorridendo un'ultima volta a Maya, sempre più confusa. 
Richiusi la porta, guardandola scendere il vialetto. Rimasi un attimo sulla porta, appoggiato, guardandola fermarsi a pochi passi dal portone. 
Si portò le mani al volto, per poi sollevare la testa verso l'alto e sospirare. Continuai a guardarla, confuso. E per un attimo l'orribile sensazione di averle fatto forse male un'altra volta, mi congelò la mente. Nessuna certezza, che poteva confermare quello che in quell'istante apparì ai miei occhi. 
Si affrettò ad aprire il portone, e a sparire richiudendolo alle sue spalle. Guardai ancora nella sua direzione, con gli occhi ancora velati leggermente di pquel sottile velo di lacrime. Chiusi gli occhi con forza, primadi richiudere la porta e voltarmi contro Maya, ancora girata di spalle. 
Non potevo capacitarmi della cosa appena successa. Non potevo nemmeno pensare lontanamente che tutti questi mesi passati lontano da lei infondo, non siano per niente serviti a tener su saldi quei due muri immaginari che avevo tirato su tra me e lei, nella speranza di non provare alcun sentimento irrepremibile nel starle accanto, un'altra volta. Ancora l'immagine dei suoi capelli, a sfiorare il mio volto. Ancora il suo profumo, nelle narici. E ancora non'ostante tutto Lei, di nuovo. 
E mi sento uno stronzo. Un bastardo. Abbasso la testa, puntando il mio sguardo sul pavimento. Non riesco a guardarla negli occhi. Non riesco a scrutare lo sguardo di Maya, che al contrario cerca il mio. Sospiro, cercando di tornare lucido. Niente, non ci riesco. Quel dannato muro, è di nuovo crollato. Un'altra volta, mi ha abbandonato, lasciandomi scoperto, senza protezione, in balia del destino che si diverte a giocare. Prima la fine di una storia. Poi, lo scontro con Maya. Imparare piano ad amarla. Lasciandomi tutto alle spalle, sperando e pregando giorno e notte che mai, altri dubbi avessero potuto in futuro offuscare un'altra volta la mia vista e la mia mente. Maya, che non merita un trattamento del genere. Maya, che non merita che io le menta, provando a nascondere con tutta la forza rimastami in corpo, un amore che credevo ormai spento e finito, per la donna che forse, non ho mai smesso d'amare per davvero. E' bastato trovarmela davanti, incontrare il suo sguardo. Sfiorare la sua esile e calda mano. E risentirla così dannatamente vicino, per crollare un'altra volta. Sono crollato io, le mie certezze, questi mesi, e tutta quella sottile linea di equilibrio precario che ero a fatica riuscito a costruirmi, con Maya. Ma non posso. Non posso mollare un'altra volta. Ora sono un uomo, e non più un ragazzino innamorato del suo primo e indimenticabile amore. Non posso deludere un'altra volta una persona per me, non'ostante tutto importante. Dei bellissimi momenti, passati con lei, che sono riusciti a farmene quasi dimenticare altri, vissuti tempo prima. 
I nostri scontri, le nostre discussioni. E poi, piano piano, imparare a conoscere quella ragazza tanto strana, che come una ventata d'aria fresca, è riuscita a spazzar via tutto il dolore, la tristezza provata prima, per un amore finito. Le devo tutto, e non posso farlo. Non posso deluderla. Non posso lasciarmi trasportare da dei sentimenti che ormai, credevo spenti, finiti, bruciati. Non posso, non dopo aver scritto una canzone che, prorpio non aveva intenzione di uscire. "Oro trasparente", composta mesi dopo il suo arrivo. Conoscerla, e imparare ad apprezzarla. Quell'oro trasparente, che per me ha rappresentato in questi mesi. Quella sicurezza, quella serenità che solo lei col suo modo di fare, sapeva trasmettermi. 
Il contrario di Eva. Il giorno e la notte. Il sole e la luna. L'acqua e il fuoco.
Tutto con Maya, è semplice. Niente complicazioni. Niente paura nel starle accanto. Niente brividi caldi, nel sentire il suo tocco sulla mia pelle nuda. Non c'è ombra della paura che lei, un giorno, possa svegliarsi e capire di voler dipiù. Che io, non le basti. Perchè per lei, sono perfetto. Sicuro, un uomo che sa quello che vuole. Non c'èombra di incertezza, e quella timidezza che tanto mi caratterizza, non c'è più. Peccato che però lai, non sappia dell'altro mio lato nascosto. Quello insicuro, timido, pauroso. L'eterno bambino che vive in me, che con lei non riesce proprio a prender vita. Quell'animo sognatore, romantico, nostalgico. Non c'è paura, non c'è tensione. Niente brividi. Niente cuore che batte a mille, togliendoti quasi il respiro. Niente brividi, nel sentire le sue labbra appoggiate alle mie. Non ho mai pensato a tutto questo, standole accanto. La sensazione di tranquillità e benessere nel starle accanto, mi hanno sempre portato a pensare diversamente. Mi è sempre bastato sapere di star bene, con lei. 
E invece.. Non ha niente a che vedere con Eva. Tutto diverso, differente. Io, sono diverso, quando lei mi sta difronte, scrutando il mio sguardo. Bruciandomi con quel fuoco caldo capace di farmi impazzire, facendomi completamente perdere il lume della ragione. 
Con lei, niente era semplice. Tutto complicato, tutto da capire e scoprire. Con lei, sempre quella dannata paura. Il mio peggior incubo. Quello che lei un giorno lei, si possa svegliare, e capire di aver il diritto di pretendere di più. Capire che io per lei, non ero abbastanza. Che poteva aver di più dalla vita, perchè lei è speciale. Diversa da qualsiasi altro essere sulla faccia della terra. Mi basta un suo sguardo, un suo sorriso dolce e amabile, per cadere nell'incertezza più assoluta. Paura, incertezza, dubbio. Quel dubbio che, solo lei guardandomi, riesce a suscitarmi. Quella sensazione di mistero, intrigante, ed estremamente eccitante. Quella sensazione di brivido, misto a paura. E' come se fossi attaccato alla corrente. Adrenalina pura. 
Un amore estremamente passionale, fuori controllo, oltre ogni limite. Pieno di tensione, brividi. Il cuore che batte, batte forte, e tu non puoi fare a meno di fermarti un attimo, e ascoltare attentamente quel battito impazzito dentro te. Il respiro perso, andato, sparito, nel sentire il suo sguardo puntanto su di te, con l'estrema voglia di affogarci dentro, per qualcosa di simile al per sempre. 
Quell'estrema e irrefrenabile sensazione di benessere, di calore, nel sentire le sue labbra appoggiate dolcemente sulle mie. 
E mi sento in colpa, nel non sentire la stessa sensazione, lo stesso amore per Maya. Perchè? E' semplice. Nella vita, esiste solo un vero ed unico grande amore. 
"Amore.. Tutto bene?"
Maya si avvicina a me. E non posso far a meno di sentire un incredibile senso di disagio, quasi fastidioso, nel sentire quella parola, pronunciata dalla sua voce. E mi sento ancora, uno stronzo nei suoi confronti. 
Alzo lo sguardo da terra, puntandolo contro di lei. Sorride. Sorride, ma io non sento niente. Non sento i colibrì nella pancia. Non sento il cuore che non accenna a smettere di battere. E non sento le mie labbra, distendersi un un sorriso ebete sul volto. 
"Si, si. E' che.. Non sapevo dovessero venire, tutto qui."
Cerco di sorriderle, tranquillizzandola. Si avvicina a me, appoggiando le sue labbra alle mie. Niente. Niente di tutto quello elencato prima, succede. Il sapore delle sue labbra, non riesce ad emozionarmi. E non sento il bisogno di risentirlo ancora, e ancora e ancora. Non sento il bisogno continuo di star attraccato alle sue labbra. 
"Papà, dov'è andata mamma?"
Io e Maya, ci giriamo verso Marta. E non posso fare a meno di sorridere, vedendo mia figlia corrermi in contro, con le braccia tese, e i capelli arrufati sulla fronte. Maya la guarda sorridendo, allontanandosi leggermente da me per farmi predere Marta in braccio. 
"Amore, la mamma torna subito. E' solo andata a fare una cosa, penso."
Sorrido tranquillizzandola, stringendola forte. 
"E allora va bene! Io voglio guardare i cartoni!"
Rido divertito, vedendola provare e scendere dalle mie braccia. 
"Papà, lei chi è?"
Si volta all'improvviso verso Maya, guardandola in modo stranito.
Smetto di sorridere, e guardo per un attimo Maya, prima di risponderle. 
"Lei è.. Un'amica di Papà!"
Giro un'altra volta lo sguardo verso Maya, e la vedo smetter di sorridere. Abbassa lo sguardo.
"Che ne dici se ora, papà ti mette i cartoni, e tu stai qui buona buona sul divano e li guardi?"
"Siiiii, cartonii!"
La appoggio sul divano, accendendo la tv. 
Sposto di nuovo lo sguardo su Maya, sempre con lo sguardo basso. E mi sento un'altra volta in colpa. Perchè non riesco a dire a mia figlia che lei, è la nuova fidanzata di papà. Che non è la mamma. 
"Maya.."
Mi avvicino a lei.
"Un'amica? Beh, non sapevo di esser solo questo per te."
"Non fraintendere. Marta ha solo quattro anni, e non mi va che lei si confonda. La madre è Eva, e se le avessi detto che tu sei la mia ragazza, lei avrebbe pensato che tu fossi sua madre, capisci? E' solo per questo."
La guardo nervoso, sperando di esser stato abbastanza convincente. La vedo sorridere, per poi sentirla abbracciarmi. 
"Ti amo."
Rimango abbracciato a lei, per qualche secondo. Chiudo forte gli occhi, sentendomi un'altra volta uno stronzo. Perchè, davvero non riesco. Non ce la faccio. Non riesco a dirle quelle due parole tanto importanti. Non riesco a dirle di nuovo. Non ad un'altra donna, che non sia l'unica alla quale io abbia mai detto quelle due paroline. 
"Dai, sta tranquilla."
"Senti, io ora devo scappare dalla Nonna. Ho promesso che avrei dormito da lei sta notte, e non voglio darle buca un'altra volta. Ti da fastidio?"
Sorrido sollevato, nel sentirla parlare. E' come se un peso, si fosse appena levato da dentro me. Sospiro sollevato, sentendomi però in colpa per quello che sto pensando nei confronti della mia ragazza. 
"No, no, affatto, vai pure e divertiti."
"E' proprio per questo che ti amo.."
Si avvicina alle mie labbra, baciandomi. Di nuovo niente. 
"Bene, io vado che è tardissimo. Ciao ciao!"
La guardo camminare verso la porta d'ingresso, a passo svelto. Sorrido leggermente, prima di salutarla con un cenno della mano. Apre la porta, e la richiude alle sue spalle. E nell'esatto momento in cui il rumore della porta riecheggia nell'aria, un altro masso distrutto, dentro me. Mi porto le mani al viso, sospirando. Non posso farne a meno. Non riesco a non pensare di esser solo un bambino, uno stronzo, un egoista. Le sto facendo male, e lei non lo merita. 
Cammino verso il divano, sporgendo la testa per controllar Marta. Si è addormentata. Sorrido, non potendo far a meno di guardar mia figlia, dolcemente addormentata. I capelli arruffati sulla fronte, il respiro calmo, e il suo piccolo petto che si alza e si abbassa. Le mani al lato del viso, e la bocca leggermente socchiusa. Guardo lei, e per un attimo l'immagine di sua madre si materializza ai miei occhi. La stessa espressione, le stesse labbra. Entrambe, capaci di suscitarmi emozioni uniche. Provare un brivido, soltando a guardarla dormire. Scuoto la testa, prendendo la piccola coperta sul divano, appoggiandola su Marta. Sorrido un'ultima volta, per poi correre al piano di sopra per prendere la chitarra. 
Torno giù, col Moleskine ed una penna, appoggiando la chitarra sul tavolo in soggiorno. 
Apro il quadernetto, iniziando a sfogliare le pagine. Ed eccola qui. Una nuova canzone, composta di getto, qualche settimana fa. 
Sorrido, scorrendo col dito le parole della canzone. Prendo la chitarra, portandomi il plettro alla bocca. 
Mi siedo sulla sedia, iniziando piano a pizzicare le corde della chitarra. 
 
 
I'm broken, do you hear me
I am blinded, 'cause you are everything I see
I'm dancing, alone
I'm praying, that your heart will just turn around
 
Sono devastato. E ancora nel buio della notte, spesso mi chiedo se lo senti. E sono accecato, un'altra volta. Perchè l'unica cosa che vedo, sei tu. 
Sto ballando, un'altra volta da solo, in attesa di veder la tua mano tesa verso di me. E sto pregando, che il tuo cuore si guardi attorno un'altra volta. Incontrando il mio, ancora devastato. 
 
And as I walk up to your door
My head turns to face the floor
Cause I can't look you in the eyes and say
 
E quando arrivo alla tua porta, abbasso lo sguardo al pavimento perchè non riesco a trovare la forza di guardare dentro i tuoi occhi, e dire.
 
 
When he opens his arms and holds you close tonight
It just won't feel right
Cause I can't love you more than this
Yeah
When he lays you down, I might just die inside
It just don't feel right
Cause I can't love you more than this
Can't love you more than this
 
Quando lui apre le sue braccia e ti stringe a sè stanotte
Non si potrà sentire bene
Perchè non ti posso amare più di così
Yeah
Quando ti fa sentire giù, mi sento morire
Perchè non ti posso amare più di così
Amare più ti così
 
 
If I'm louder, would you see me
Would you lay down in my arms and rescue me
Cause we are the same
You save me
When you leave it's gone again
 
Se parlassi più forte, ti accorgeresti di me?
Staresti tra le mie braccia e mi perdoneresti
Perchè siamo uguali
Mi salvi
Quando te ne vai è finita di nuovo
 
 
Then I see you on the street
In his arms, I get weak
My body fails, I'm on my knees
Prayin'
 
Allora ti vedo per la strada
Nelle sue braccia, divento debole
Il mio corpo cede, sono in ginocchio
E prego
 
 
When he opens his arms and holds you close tonight
It just won't feel right
Cause I can't love you more than this
Yeah
When he lays you down, I might just die inside
It just don't feel right
Cause I can't love you more than this
Yeah
 
Quando lui apre le sue braccia e ti stringe a sè stanotte
Non si potrà sentire bene
Perchè non ti posso amare più di così
Yeah
Quando ti fa sentire giù, mi sento morire
Perchè non ti posso amare più di così
Amare più ti così
Yeah
 
 
I never had the words to say
But now I'm asking you to stay
For a little while inside my arms
And as you close your eyes tonight
I pray that you will see the light
That's shining from the stars above
 
Non ho mai trovato le parole giuste
Ma ora ti sto chiedendo di restare
Per un po' tra le me braccia
E quando chiuderai gli occhi stanotte
Pregherò perchè tu veda il bagliore
Che proviene dalle stelle lassù
 
 
When he opens his arms and holds you close tonight
It just won't feel right
Cause I can't love you more than this
Cause I can't love you more than this
 
Quando lui apre le sue braccia e ti stringe a sè stanotte
Non si potrà sentire bene
Perchè non ti posso amare più di così
Perchè non ti posso amare più di così
 
When he lays you down, I might just die inside
It just don't feel right
Cause I can't love you more than this
Yeah
 
Quando ti fa sentire giù, mi sento morire
Perchè non ti posso amare più di così
Amare più ti così
Yeah
 
When he opens his arms and holds you close tonight
It just won't feel right
Cause I can't love you more than this
Yeah
When he lays you down, I might just die inside
It just don't feel right
Cause I can't love you more than this
 
Quando lui apre le sue braccia e ti stringe a sè stanotte
Non si potrà sentire bene
Perchè non ti posso amare più di così
Yeah
Quando ti fa sentire giù, mi sento morire
Perchè non ti posso amare più di così
Amare più ti così
 
Can't love you more than this
 
Non posso amarti più di così
 
Una nuova canzone, scritto poche settimane fa. In inglese, praticamente perfetto. Triste, malinconica. Una canzone che parla d'amore. Un amore che, non sono mai riuscito a provare per nessuno che non sia lei. Ho provato, con altre mille ragazze. Storie a breve termine, come diceva Francesco. Ma non è servito a nulla. E' l'unica. L'unica fra tante che, ho incontrato nel corso della mia vita. 
Ho passato notti insonni, a chiedermi se lei in questi mesi, abbia trovato quell'altro lui che, l'abbraccerà. Ma lui, non si sentirà bene. Quell'altro porto dove attraccare con la sua nave, per restarci. E ho continuato a dirmi che non era giusto. Perchè io, posso amarla più di così. Anche da lontano, come ho sempre fatto. Nel silenzio della notte. Le stelle a brillare sopra di noi, e l'aria calda di Giugno, a soffiare leggera. 
E se davvero c'è quest'altro lui, non potrò far altro che assistere da lontano, impotente, un'altra volta, e vederla felice con qualcun altro, com'è successo anni fa con Alex. 
Chiudo gli occhi, respirando. E un'altra volta, l'immagine di noi. Lei, noi assieme. Dolci ricordi a torturare la mia mente e il mio cuore. 
Riapro gli occhi, sentendo i miei occhi leggermente bagnati. Quest'effetto, riesce a farmelo solo lei. Solo lei sa farmi trovare la strada per esprimere ogni volta tutto quello che provo per lei. E solo e sempre per lei, costantemente presente nella mia vita, anche se distante. 
Non ho mai trovato le parole per guardarla negli occhi e dirle tutto questo. E questo, è il mio più grande rimpianto. 
Mi distendo sulla sedia, ancora con la chitarra tra le braccia. Sento la porta chiudersi, e spaventato mi giro verso l'ingresso. Rimango un attimo sorpreso, spalancando leggermente gli occhi. La guardo un attimo spaventato, per poi rilassarmi. 
Eva si avvicina al tavolo, sorridendo leggermente. Sorrido rispondendole, rimanendo sempre seduto, con la chitarra tra le braccia. Abbasso un attimo lo sguardo sul Moleskine aperto sul tavolo. Lo richiudo velocemente, cercando di non sembrare troppo evasivo. 
"Che nascondi?"
Sorride avvicinandosi. E io, non posso fare a meno di perdermi nel suo sorriso. Nel suo sguardo, a contatto col mio. 
"Eh? No, niente."
"E' bellissima."
Alzo lo sguardo da terra, puntandolo verso di lei, stupito.
"Ma.. Ma che l'hai sentita?"
Annuisce, inclinando la testa leggermente di lato. 
"Si. Da.. I'm broken, do you hear me? A.. Can't love you more than this."
Continuo a guardarla, non potendo farne a meno. Appoggio la chitarra sul tavolo, alzandomi dalla sedia. 
"E.. Che te ne pare?"
Mi avvicino a lei, inclinando leggermente la testa, come faccio sempre quando sono nervoso. Metto le mani in tasca, tendendomi cmq lontano. 
"E' davvero.. Molto bella. Non pensavo fossi migliorato così tanto con l'inglese.E.. Scusa se non mi son fatta sentire. E' che.. Non mi andava di interromperti."
Sorrido, vedendola ridere leggermente, con la solita mano a coprirsi la bocca. Gli occhi leggermente socchiusi.
"Grazie, sei gentile, mi fa piacere che ti piaccia.. Sai, sei la prima che la sente..E si, diciamo che col tempo l'ho imparato."
Solleva lo sguardo da terra, e noto la sua aria corrucciata.
"La prima? Perchè non l'hai fatta ascoltare a nessuno?"
Smetto di sorridere, cercando una scusa valida. Se Maya sentisse questa canzone, capirebbe tutto. E se la sentisse qualcuno della famiglia, Rudi e Alice sopratutto, non potrei più nascondermi dietro ad un muro invisibile. 
"Perchè? Beh, si, sei la prima perchè.. E' una canzone nuova. E poi non ero molto sicuro della musica, così.."
Mi guardo attorno mentre parlo, cercando di esser convincente. E non so, se sono riuscito o meno. Perchè Eva, mi conosce. Lei, sa leggere nei miei occhi e nel mio sguardo. 
"Se lo dici tu.. Ma secondo me, è cmq perfetta."
Sorride. Sorride. Continua a sorridere, e io non posso fare a meno della naturalezza che la caratterizza quando lo fa. Era tempo che non succedeva. Era tempo che lei, non mi dedicava uno di quei sorrisi tanto dolci. 
"Grazie, davvero."
"Quando l'hai scritta?"
La vedo curiosa, interessata. E mi riempie il cuore di quella gioia tanto attesa, vederla di nuovo così nei miei confronti.
"Poche settimane fa, sulla spiaggia."
La vedo guardarmi, in attesa che io continui.
"Quel giorno, decisi di prendermi una giornata libera da tutto e tutti. Sai, restare un po' solo. Riflettere, pensare. Trovare le parole per una nuova canzone. 
E tu.. Si insomma, tu sai che la spiaggia per me, è un posto speciale. Importante. Riesce a trasmettermi ogni volta, qualcosa di diverso. L'aria fresca, il rumore del mare.. Le onde che si infrangono sul bangn'asciuga. I gabbiani che volano. Mi appoggiai ad una barca che si trovava li, a pochi metri dall'acqua. Presi il mio solito Moleskine, e iniziai a scrivere quello che mi suggeriva la mente. Ce lo avevo dentro e.. Chissà da quanto tempo. Poi.. All'improvviso.. Era venuto tutto fuori. Quello che sentivo dentro da mesi, è uscito sottoforma di.. Si, di questa canzone che hai appena sentito."
Parlo, e vedo i suoi occhi interessati a quello che la mia bocca sta dicendo. Parlo, e la vedo per la prima volta dopo mesi, attenta a quello che sto dicendo. Parlo, e non posso fare a meno di notare la naturalezza con la quale lei, riesce sempre a farmi aprire, parlare, raccontare. Parlo, e mi accorgo dell'incredibile masso dentro me, che si è dissolto non appena lei ha posato il suo sguardo su di me. 
"Si.. Lo so, cosa significa per te quel posto. Anche perchè.. Sono le stesse cose che provo io, quando ogni tanto tempo fa, facevo delle passeggiate sul bagn'asciuga, a piedi nudi, col rumore del mare, dei gabbiani. L'aria che ti scompiglia i capelli, e il sole che ti riscalda il viso."
Rimango ad ascoltarla, attento, quasi ipnotizzato dal dolce suono della sua voce. 
"E' qualcosa di meraviglioso."
Sorride, continuando a guardarmi. Prende una sedia, la sposta, e si siede, invitandomi a fare lo stesso. 
La guardo un attimo, prima di prender la sedia su cui ero seduto prima, e sedermi un'altra volta. 
"Senti.. Prima sono uscita per andare in un posto. Sai.. Lavoro per una rivista qui a Roma, e volevo chiederti una cosa."
La guardo, e annuisco. Lasciandola andare avanti.
"Allora.. Io da Lunedì inizio a lavorare. E.. Ti volevo chieder se per te, non era un problema tener Marta fino a mezzogiorno, almeno per questa settimana. L'avrei chiesto alla nonna, ma lei domani parte per le terme, e quindi.. Se per te però è un problema, non fa niente, posso sempre chieder a Mamma o Alice."
"No no no, ma che scherzi? Per me è un piacere tenere mia figlia, davvero. E poi, niente è più importante di lei. Quindi, puoi pure andare a lavoro tranquilla."
Sorride contenta, ringraziandomi. 
"Grazie, davvero. E poi Marta, sarà contenta di rimanere con il suo papà. Anche se.. Sai, ho pensato che sia giusto che lei, vada all'asilo come tutti i bambini della sua età. E tu, che ne dici?"
Sorrido, tranquillizzandola. 
"Si, sono totalmente d'accordo. E' giusto, e poi si divertirebbe di più. Io, posso star con lei nel pomeriggio, dopo l'asilo."
"Bene, allora direi che il problema è risolto."
Sorrido guardandola, non potendo farne a meno. 
Vengo distratto dal rumore della serratura. Ci giriamo in contemporanea verso la porta, vedendo chi è appena entrato.
"Eva! Oddio, ma sei già arrivata? E Marta?"
Alice lascia cadere la borsa atterra, per correre ad abbracciarla. Guardo la scena, contento, quasi commosso. Ad Alice Eva, è mancata davvero molto Faceva di tutto per nasconderlo, ma era evidente le mancasse la sua sorella maggiore.
Anche Rudi le corre in contro, abbracciandola, dopo che Alice l'ha lasciata andare. 
"Eva, ciao! Ma quando siete arrivate? Dov'è la mia nipotina?"
Eva ride divertita tra le sue braccia, e indica con un braccio il divano.Marta, sta ancora dormendo non'ostante tutto il rumore che stanno facendo i suoi due zii.
Rudi e Alice, si staccano da Eva, per andare da lei. La guardano in silenzio, sorridendo, quasi contemplandola. 
E non posso far a meno di guardare la scena, quasi commosso. Eva li guarda sorridendo, standosene leggermente in disparte. 
"Marta è davvero fortunata, ad aver due zii così.."
"Già.. Ma è più fortunata ad aver una madre come te."
La vedo voltarsi verso di me, seria.
"Davvero, grazie per aver scelto me come "babysitter"."
Sorride, allontanandosi leggermente da me.
"Figurati. E poi è giusto che stia un po' con suo padre. Poi.. Posso solo immaginare quanto ti sia mancata, in questi mesi."
"Si, infatti. E' bellissimo avervi qui."
La vedo voltare lo sguardo, smette di sorridere. 
"Si.. Bene. Scusa, ma prima di veder gli altri vorrei farmi una doccia. Sai, il viaggio è stato lungo, e sono leggermente stanca."
"Si si, non ti preoccupare. Vai pure."
Alice si volta verso di lei, avvicinandosi.
"Scusa, ma la nonna mi ha detto che starai da lei.. Dimmi che stava scherzando, ti prego."
"No, non scherzava. Starò da lei fin quando non riuscirò a trovare un appartamento."
"No, ti prego, sono mesi che non ti vedo! E non voglio che tu non dorma qui, stanotte!"
Vedo Alice che mi guarda un attimo, di sfuggita, in cerca di aiuto, non vedendo sua sorella convinta.
"Si, Alice ha ragione. Dai, tu e Marta potete dormire in mansarda.. E io, dormirò in camera con Rudi e Mimmo. Davvero, non c'è nessun problema."
Alice mi guarda, sorridendo. Rudi si avvicina ad Eva, scuotendola.
"Eddai, non puoi venire per poche ore e poi andar via! E poi Lucia, non te lo permetterà mai!"
Ridiamo divertiti, per poi veder il volto di Eva distendersi in un sorriso.
"E va bene, va bene, mi avete convinta. Resterò qui."
Rudi e Alice, urlano di gioia, e non posso fare a meno di scoppiare a ridere quando vedo entrambi prendere Eva, e sollevarla.
"Eva! Eva! Eva! Eva!"
Veniamo tutti distratti da una piccola vocina, che reclama la nostra attenzione. Tutto questo rumore, l'ha in'evitabilmente svegliata.
Rudi e Alice, chiedono scusa con lo sguardo. Eva sorride, per poi andare a sedersi vicino a Marta, sul divano.
"Mamma, sei tornata!"
"E certo che sono tornata! Hai dormito bene piccola?"
"Si! Ho guardato i cartoni, e poi ho dormito dopo che ho giocato con papà!"
"E ti sei divertita?"
"Si si, con papà mi diverto sempre!"
Sorrido, guardandole. Mi è mancato davvero tanto vedere Eva parlare con Marta. Mi è mancato vedere mia figlia, tanto dolce e tenera, tra le braccia della sua mamma. 
"Ora però la mamma si va a fare una doccia! Tu rimani con lo zio e la zia?"
Marta, si gira, e vede alle sue spalle Rudi e Alice sorriderle, avvicinandosi.
"Ziooo! Ziaaaa!"
Marta scende dal divano, sotto lo sguardo stupito di tutti, e corre ad abbracciare i suoi zii.
Rudi si abbassa sulle ginocchia, prendendola in braccio. La alza, sollevandola da terra, e la fa girare in aria.
Rido divertito, guardando la scena. Eva è ancora sul divano, e ride divertita non appena nota Alice voltarsi di spalle, con le braccia incrociate, chiedendo l'attenzione di Marta.
Rudi la abbraccia, e lei le da un bacio sulla guancia. 
"Posso andare dalla zia adesso, zio?"
Rudi ride divertito, e la lascia a terra. Corre da Alice, saltandole in braccio. 
"Ziaaa!"
La abbraccia, stringendola forte. E solo ora, capisco quanto i miei due fratelli vogliano bene a Marta. E quanto Marta, voglia bene a loro. 
"Ragazzi, io salgo a farmi una doccia."
Eva si alza dal divano, attirando l'attenzione di tutti.
"Aspetta, ti do una mano con le valigie."
Mi avvio verso l'ingresso, aspettandola. Prendo le valigie in mano, e inizio a salire le scale.
"Grazie.."
Finisco la scalinata, ed entro in camera di Alice.
"Dove le appoggio?"
"Ah, mettile pure.. Anche li, grazie."
Appoggio le valigie, vicino all'armadio. Mi volto verso di lei, sorridendo.
"Ah, di niente."
Sorride. La guardo un'ultima volta, prima di avviarmi verso la porta, e uscire dalla camera. 
Chiudo la porta alle mie spalle. Sospiro, non potendo fare a meno di appoggiare la mia schiena alla porta. Di nuovo quella sensazione. Di nuovo quell'emozione nel perdermi nel suo sguardo, nel suo sorriso. 
Chiudo gli occhi, rimanendo ancora pochi attimi appoggiato alla porta. 
Li riapro, allontanandomi, staccandomi da quella porta. 
Scendo velocemente di sotto, e prendo la chitarra ancora appoggiata sul tavolo. Rudi e Alice, giocano con Marta. Li guardo un'ultima volta, prima di salire le scale, e salire in mansarda, con la chitarra e il Moleskine. 
Mi siedo sul divano, con la chitarra. E il bisogno di suonare, si fa sempre più forte e deciso. 
 
I'm broken, do you hear me
I am blinded, 'cause you are everything I see
I'm dancing, alone
I'm praying, that your heart will just turn around
 
And as I walk up to your door
My head turns to face the floor
Cause I can't look you in the eyes and say
 
 
When he opens his arms and holds you close tonight
It just won't feel right
Cause I can't love you more than this
Yeah
When he lays you down, I might just die inside
It just don't feel right
Cause I can't love you more than this
Can't love you more than this
 
 
If I'm louder, would you see me
Would you lay down in my arms and rescue me
Cause we are the same
You save me
When you leave it's gone again
 
 
Then I see you on the street
In his arms, I get weak
My body fails, I'm on my knees
Prayin'
 
 
When he opens his arms and holds you close tonight
It just won't feel right
Cause I can't love you more than this
Yeah
When he lays you down, I might just die inside
It just don't feel right
Cause I can't love you more than this
Yeah
 
 
I never had the words to say
But now I'm asking you to stay
For a little while inside my arms
And as you close your eyes tonight
I pray that you will see the light
That's shining from the stars above
 
 
When he opens his arms and holds you close tonight
It just won't feel right
Cause I can't love you more than this
Cause I can't love you more than this
(HARRY)
When he lays you down, I might just die inside
It just don't feel right
Cause I can't love you more than this
Yeah
 
When he opens his arms and holds you close tonight
It just won't feel right
Cause I can't love you more than this
Yeah
When he lays you down, I might just die inside
It just don't feel right
Cause I can't love you more than this
 
Can't love you more than this
 
Finisco di cantare, notando di essermi finalmente calmato. Sospiro più volte, chiudendo gli occhi, inalando più aria possibile. Il cuore che batte ancora a mille. Batte, batte forte. E la testa, è andata. Il respiro, quasi non esiste.
"E hai intenzione di dirglielo, prima o poi?"
Vengo distratto da una voce. Mi volto di scatto verso la porta, e vedo Alice, appoggiata allo stipite. Sorride, guardandomi.
"Marco.. E' bellissima, sul serio. E so che.. Per quanto tu stia provando a convincerti del contrario, questa canzone.. Non è per Maya."
Si avvicina a me, sedendosi sul divano. 
Mi volto verso di lei, stupito dalle sue parole. La guardo un attimo interdetto, per poi abbassare lo sguardo. Colpito e affondato. Alice, ha ragione. Non per niente, sua sorella è Eva.
"Alice.. Io.."
"Non devi dire niente. E' solo quello che provi. Non ti devi giustificare di niente, e tanto meno chiedere scusa. Marco.: Abbiamo capito che la canzone, non è per Maya. E' che.. Ora che Eva è tornata.. Io vorrei sapere cos'hai intenzione di fare adesso. Vuoi un'altra volta stare in disparte, e aspettare che questo lui l'abbracci al posto tuo? Vuoi davvero vederla felice con qualcun altro? Ma sopratutto: Sei davvero sicuro che, Maya, sia ora il tuo grande amore? Se te lo sei chiesto almeno una volta.. Beh, io credo tu abbia già trovato la risposta. La canzone, dice tutto. E' bellissima, davvero."
Alzo lo sguardo verso di lei. E non posso fare a meno di notare, quanto assomigli a sua sorella. Entrambe forti, senza peli sulla lingua. Entrambe sempre disposte ad esprimere un'opinione, pur essendo consapevoli di poter ferire qualcuno con le loro parole. E anche Alice, è così. Forte, determinata. E in questi mesi, mi ha aiutato davvero molto. 
"Alice.. Io non lo so. E' vero, hai ragione. Io, non voglio che lei trovi qualcun altro. Ma.. Non so nemmeno se sono disposto a rischiare di soffrire un'altra volta, dopo che ero riuscito dopo tempo a trovare un equilibrio. Hai ragione.. Maya.. Maya non.. Non è Eva. E hai ragione anche quand
o dici che la canzone, è la risposta a tutte le mie domande. E non so cos'ho intenzione di fare. Ho paura. Tanta paura, che lei, non provi più nulla per me. Le ho fatto male. E poi.. C'è anche Maya, e non voglio far soffrire anche lei."
"Scusa, ma tu Maya la ami?"
La guardo un attimo stupito. Apro la bocca per parlare, per poi sospirare e richiuderla. Chiudo gli occhi, e abbasso lo sguardo. Scuoto leggermente la testa, in segno di negazione. Riapro gli occhi, e la vedo sorridere vincente. 
"E allora? Marco, non puoi continuare a mentire a te stesso! Senza contare che stai mentendo anche a Maya. Smettila di illuderla. Parlale. E' una ragazza speciale, e non merita di soffrire. E poi.. Poi, devi far sentire questa canzone ad Eva."
"L'ha già sentita, Ali.."
"E?? Ti ha detto qualcosa?"
"Ha detto che.. Che è bellissima. Ma.. Non penso abbia capito qualcosa, per fortuna."
"Per fortuna?? Ma che sei matto?? Senti.. Io ho già un'idea in testa.."
"Che hai in mente?"
La guardo curioso, e non posso fare a meno di ridere divertito quando la vedo alzarsi di scatto, per controllare l'ingresso della mansarda. Torna a sedersi accanto a me, sorridente.
"Allora.. Io stasera, lavoro al locale. Francesco mi ha chiamata stamattina, e mi ha detto di andarci. Io, inviterò Eva a venire con me, con la scusa di farle veder dove lavoro, e di farle conoscere Francesco, il mio ragazzo. Verrai anche tu stasera, ma non dovrai dir niente. Ti esibirai, suonando la tua nuova canzone. E se magari ne hai altre, meglio! Capito?"
"Ma che sei matta?? E Marta? Dove la lascio??"
"Certo che Eva aveva ragione quando diceva che sei tonto.."
Alza il pugno, bussando sulla mia testa.
"Da Nonna, no? Dai, è praticamente perfetto! Non accetto un no come risposta!"
La guardo un'ultima volta, sorridendo leggermente. 
"E va bene, va bene, mi hai convinto. Si però.."
"Però? Marco, Eva non sospetterà niente! Infondo tu sei li per lavoro, o no?"
"Ok, va bene, mi arrendo. A che ora?"
Guarda il suo orologio da polso. 
"Allora, sono le sette e mezza.. Direi per le 9! A chiamar la nonna, ci penso io! Tu preoccupati solo di come vestirti!
Si alza velocemente dal divano, e inizia a uscire dalla mansarda. La guardo ridendo, non potendo farne a meno. In questi mesi, senza di lei e Rudi, non avrei saputo davvero come fare, a volte. Le voglio davvero bene. Come se fosse una sorella minore da proteggere. 
"Alice?"
"Si?"
"Grazie."
Le sorrido, ringraziandola. Sorride, uscendo dalla mansarda. Mi alzo dal divano, appoggiando la chitarra atterra. 
Sento il cellulare, vibrare nella tasca dei Jeans. Lo prendo istintivamente, e leggo il messaggio.
"E' incredibile quanto tu già mi manchi. Che fai stasera?"
Maya. Leggo il suo messaggio, e non posso fare a meno di sentirmi cmq uno stronzo. 
"Niente di che, stasera suono al locale. Ora mi faccio una doccia, ci sentiamo dopo. Buona cena."
Rispondo al suo messaggio, cercando di non sembrare troppo freddo e distaccato. Chiudo gli occhi, e rimetto il cellulare in tasca. 
Esco dalla mansarda, dirigendomi verso il bagno.
Arrivo davanti alla porta. E' chiusa. Busso, per veder se è libero.
Nessuno risponde. Apro la porta, ed entro in bagno. Rimango voltato verso la porta, richiudendola. Mi volto, e vedo Eva di spalle, con i capelli bagnati, con l'accappatoio addosso. Rimango pochi attimi a guardarla. Sempre bellissima. La spalla sinistra scoperta, e i capelli lunghi bagnati, a ricadere sulle spalle. 
Si volta, vedendomi. 
"Scusa, ho bussato, ma non ha risposto nessuno, e così sono entrato. Pensavo fosse libero. Ma adesso esco, scusa."
Ride divertita, per poi avvicinarsi a me.
"Sta tranquillo, avevo finito. E' colpa mia, non ti ho sentito."
Sorride avvicinandosi. Rimango immobile, fermo, aspettando che lei esca dal bagno. 
"No, è colpa mia, scusa."
Sorride un'ultima volta, prima di aprire la porta del bagno e uscire, richiudendola. 
E sospiro di nuovo, appoggiandomi al lavandino a peso morto. Sospiro, sospiro più volte. Ancora l'immagine di lei ai miei occhi, seminuda. 
Apro l'acqua fredda, sciacquandomi il viso, per calmarmi. Niente. 
Decido allora di farmi una doccia fredda. Mi tolgo la maglietta, e i pantaloni. 
Apro l'acqua fredda della doccia, e mi fiondo sotto il getto freddo dell'acqua. Mi insapono, lavando i capelli. Mi volto verso il mobiletto appeso, e noto qualcosa di luccicante. Un anello. Il suo anello, nel porta sapone. Sorrido leggermente, ricordando il sogno ad occhi aperti che feci qualche anno fa, quando capii di essermi innamorato di lei. 
Sento bussare alla porta. Rispondo.
"Si?" 
Sento la porta aprirsi, non sapendo chi sia.
"Marco, che hai visto il mio anello nel portasapone?"
La sua voce. E un deja-vu, riappare ai miei occhi.
Sporgo la testa spostando la tendina. 
"La schiena l'ho già lavata, eh!" 
La vedo ridere divertita, e scoppio anche io in una fragorosa risata. Anche lei, ricorda di quel giorno.
"Non pensavo te lo ricordassi ancora.."
La vedo sorridere. 
"E invece, si che me lo ricordo."
Torna un attimo seria, facendo tornare serio anche me. La guardo ancora, e ancora. La vedo abbassare lo sguardo, e richiedermelo un'altra volta.
"L'anello? E' li?"
"Ah, si, aspetta.."
Rientro dentro la doccia, sospirando. 
Prendo l'anello tra le dita, e mi sporgo un'altra volta per darglielo.
"Ecco, tieni."
Sorride, porgendomi la mano. 
"Grazie.:"
Appoggio la mia mano bagnata, sulla sua. E un brivido, mi pervade il corpo. Rimango a guardarla per secondi interminabili. La mia mano, sempre appoggiata alla sua.
"Prego.:"
Volta lo sguardo, smettendo si sorridere. Si dirige verso la porta, aprendola. Esce, chiudendosela alle spalle. 
Rimango a guardare la porta, per poi abbassare lo sguardo. Finisco di farmi la doccia, indossando l'accappatoio verde, appeso al muro.
Esco dalla porta, dirigendomi in mansarda. 
Apro l'armadio, prendendo una camicia bianca, leggera, semplice. Un paio di Jeans scuri.
Mi vesto, lasciando cadere l'accappatoio a terra. Mi asciugo leggermente i capelli, con l'asciugamano, lasciandoli alti. 
Scendo di sotto, in soggiorno. Rudi è ancora con Marta, a guardare i cartoni. Sento il campanello suonare, e mi dirigo ad aprire la porta. 
"Gabriella! Ciao!"
"Ma ciao Marco, sono venuta a prendere Marta!"
"Si, è di la con Rudi. Scusa se sono di fretta, è che stasera devo andare al locale, a suonare."
"Stai tranquillo, per me è sempre un piacere tenere Marta!"
Salgo di nuovo di sopra, a prendere la chitarra. Mi guardo un'ultima volta allo specchio, e inizio a scendere le scale, mettendomi la chitarra in spalla. Do un ultimo sguardo a Rudi, che sta salendo per andare a chiamare Alice. Lo saluto, dicendogli che ci vediamo dopo al locale.
 
 
"Cesaroni! Che bello vederti da ste parti!"
Saluto Francesco, abbracciandolo. 
"E' bello vedere anche te.. Senti, dovrei chiederti un favore.."
"E te pareva! Dai, spara!"
"Allora.. Stasera Alice viene al locale, ma con Eva. Vuole presentarti, ma.."
"E' fantastico! Non vedevo l'ora di conoscerla! Qual'è il problema?"
"Non è che stasera, puoi farmi suonare? Alice ha in testa un'idea, e sono curioso di veder che ha in mente."
"E me lo chiedi pure? Per te questo posto è sempre aperto! Anzi, è fantastico che tu abbia deciso di tornare a suonare qui!"
"Grazie Francesco.."
"Ma figurati.. Dai, ora però sali sul palco, che le tue fan aspettano!"
Rido divertito, guardandolo. Lo lascio al bancone, iniziando a incamminarmi verso il palco. Apro la custodia della chitarra, sedendomi sul solito sgabbello. 
Saluto il pubblico, con un cenno della mano. Sposto lo sguardo verso l'ingresso, e vedo Alice entrare, accompagnata da Eva. La vedo spostare il suo sguardo verso di me, facendomi cenno col dito di cominciare.
Vedo Alice avvicinarsi a Francesco, baciandolo. Eva sorride, e Francesco le porge subito la mano che lei, stringe. 
Incontro di nuovo lo sguardo di Alice. Decido di introdurre la mia nuova canzone.
"Grazie, grazie a tutti, davvero. E' un po' di tempo che non torno qui a suonare. E per questo, mi scuso. Però sono tornato, e sono felice di annunciarvi che ci sono due nuovi brani in'editi. Sarete i primi a sentirli. Ok, non proprio i primi.. E' stata proprio questa persona, a dirmi di farvela sentire. Se fosse stato per me, non l'avreste mai sentita.. "
Sposto lo sguardo su Eva, seduta al bancone, poco più distante dal palco. La vedo guardare verso il palco, ascoltando attentamente le mie parole.
"Detto questo, vi dico il titolo della prima canzone. Allora.. Si intitola More than this. E.. Spero che vi piaccia."
Continuo a guardare verso Eva, seduta vicino ad Alice. Alice, mi sorride da lontano, incitandomi ad iniziare.
Inizio a pizzicare piano piano le corde della chitarra, iniziando a cantare. 
 
I'm broken, do you hear me
I am blinded, 'cause you are everything I see
I'm dancing, alone
I'm praying, that your heart will just turn around
 
And as I walk up to your door
My head turns to face the floor
Cause I can't look you in the eyes and say
 
 
When he opens his arms and holds you close tonight
It just won't feel right
Cause I can't love you more than this
Yeah
When he lays you down, I might just die inside
It just don't feel right
Cause I can't love you more than this
Can't love you more than this
 
 
If I'm louder, would you see me
Would you lay down in my arms and rescue me
Cause we are the same
You save me
When you leave it's gone again
 
 
Then I see you on the street
In his arms, I get weak
My body fails, I'm on my knees
Prayin'
 
 
When he opens his arms and holds you close tonight
It just won't feel right
Cause I can't love you more than this
Yeah
When he lays you down, I might just die inside
It just don't feel right
Cause I can't love you more than this
Yeah
 
 
I never had the words to say
But now I'm asking you to stay
For a little while inside my arms
And as you close your eyes tonight
I pray that you will see the light
That's shining from the stars above
 
 
When he opens his arms and holds you close tonight
It just won't feel right
Cause I can't love you more than this
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When he lays you down, I might just die inside
It just don't feel right
Cause I can't love you more than this
Yeah
 
When he opens his arms and holds you close tonight
It just won't feel right
Cause I can't love you more than this
Yeah
When he lays you down, I might just die inside
It just don't feel right
Cause I can't love you more than this
 
Can't love you more than this
 
Finisco di cantare, e sento tutti scoppiare in un applauso generale. Ringrazio, soddisfatto. 
Guardo verso Eva e Alice, vedendo sorridere entrambe. Applaudono, seguendo il rumore della folla. 
Incontro lo sguardo di Eva. E un altro sorriso, si distende sul mio volto. Mi sorride anche lei, da lontano. E non posso fare a meno di sentirmi così bene. Non riesco a fingere, non con lei. 
Smetto di sorridere non appena sento il cellulare, vibrare nella tasca dei pantaloni. Lo prendo istintivamente, leggendo il messaggio. 
Ed ecco la realtà, che spalanca violentemente le porte della mia mente, e torna a farmi visita. La realtà, che mi ricorda che Eva non è più mia. E che ora, al suo posto, c'è un'altra ragazza. Una ragazza che non merita un trattamento del genere. Maya. Alla quale, devo trovare il coraggio di parlare. 
 
  
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