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Autore: Valu Valonsa    19/09/2012    0 recensioni
Incontrare due stronzi nella vita non è sempre un male!
AVVERTENZA: presenza di parolaccie :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era strettamente necessario attivare due mila sveglie alle 7 del mattino per far alzare tutti? Forse per parte della famiglia lo era!
Il mattino seguente alla mia notte insonne suonarono la bellezza di dodici sveglie: 4 cellulari,le 4 sveglie poste in ogni camera, quella nel salone,quella in cucina e gli orologi dei miei genitori,che erano dei mini-allarme messi al polso. Tutto questo per cosa? Per permettere a mia sorella,una pigra e lenta tartaruga,di arrivare in orario dal parrucchiere e per una riunione importante di mia madre,che doveva ripete un discorso. Io e babbo eravamo delle vittime in mano a delle cattive e perfidi carnefici,che ci ferivano a suon di bip!

“Ma porco cazzo! Staccate queste sveglieeeee!”
Urlai contro la porta coprendomi la testa con il lenzuolo. Marzo ci aveva lasciato un paio di settimane fa e con se aveva portato anche il freddo. Aprile e la benvenuta area primaverile si facevano sentire già al mattino,ma purtroppo con questo mese arrivavano anche gli incontri con il prof per preparare la tesi che avrei discusso a giugno. E poi finalmente Spagna!
Scattai dal letto ripensando al pomeriggio di ieri e ovviamente il pensiero ritornò a quella specie di appuntamento-incontro-opera di bene che avevo con Stefano.
Male,male,male.
La giornata iniziava malissimo!
Ormai sveglissima scesi al piano di sotto dove regnava il caos più completo. Mia madre vagava per il salone ripetendo sempre lo stesso discorso e dando più baci possibili a babbo,sceso anche lui per la disperazione.Mamma voleva farsi perdonare riempiendolo di baci,cosa che non serviva perché a papà bastava una sua carezza per riappacificare tutto. Carla,in abito succinto,molto molto stretto e piccolo, sembrava pronta ad andare dal parruchiere,ma solo io mi chiedevo quale avrebbe mai aperto alle 7 del mattino?

“Dove vai?”
Le chiesi in tono lievemente accusatorio,pur essendo mia sorella non poteva spassarsela con due ragazzi diversi. Sì uno dei due mi stava particolarmente a cuore,ma ciò non toglieva che fosse sbagliato “avere un piede in due scarpe.” Saggia nonna!
“Dal parrucchiere.Dove vuoi che vada?”
Rispose scocciata.
Avevo la netta sensazione che quel fantomatico Joe c’entrasse qualcosa più del dovuto.Che fosse un parrucchiere? Uhm ne dubitavo fortemente.

“Con quel vestito potresti anche fare la spogliarellista,anche se c’è poco da togliere.Ma poi quale parrucchiere è aperto alle 7 di sabato mattina?”
Continuai dirigendomi in cucina,dove mamma sarebbe diventata solo una vocina in lontananza.Non aspettai neanche una risposta di Carla,perché avrebbe fatto comunque quello che più le piacesse.
In cucina trovai anche papà in procinto di preparare il caffè.Presi la mia tazza,il latte,i cereali e mi sedetti difronte e babbo,che leggeva assorto il giornale.

“Papà?Io le spacco tutte quelle sveglie!”
Esordì all’improvviso,era giusto avvisarlo se un giorno avrebbe trovato pezzi di sveglie un po’ in tutta la casa. Babbo scoppiò in una fragorosa risata.

“Ti aiuterò stanne certa! La tesi come va?”
Mi chiese posando il giornale e concentrando tutta la sua attenzione su di me.

“Va…ho abbozzato qualcosa.Lunedì inizio gli incontri con il prof e se tutto va bene a giugno mi laureerò.Poi vorrei fare una vacanza in Spagna con Lisa,per voi vabbene vero? ”
Domandai incerta,perché non avevo preso in considerazione l’idea che forse non erano del tutto d’accordo!
“Siiiiii,vai e divertiti!”
Mi rispose sorridendo e riprese il giornale.
Perplessa mi alzai e mi diressi in camera,dove accesi il cellulare e chiamai Lisa,che non sentivo da un paio di giorni.
Dopo tre squilli rispose.

“Ma chi cazzo è?”
Iniziavamo bene!

“Buon giorno fiorellino!”
La salutai ridendo,era furiosa con me!

“Isabella!Cazzo sono le 7 e mezzo del mattino,poco diavolo!Dormiiii e non rompere i coglioni alla gente…uffa!”
Oramai l’avevo svegliata e neanche lei avrebbe ripreso sonno facilmente e poi le dovevo davvero ricordare quante volte lei mi aveva chiamato nel cuore della notte per parlarmi dei suoi “incontri notturni”? Meglio di no o avrei esaurito il credito!

“Si anche io ti voglio bene! Ma sei morta,che fine avevi fatto? Ormai sei sparita dalla circolazione!”
Continuai intenta a sapere cosa succedeva nella sua vita.

“Ricordi il ragazzo della discoteca?Quello della casa in Spagna? Beh se vuoi saperlo è lui che mi ruba il tempo! ”
Rispose ridendo appena.

“Scusami,non mi sono più interessata alla faccenda,ma sono intenzionata a partecipare! Dimmi tutto quello che serve!”
Avevo lasciato tutto nelle sue mani senza pensare che potesse aver bisogno di un aiuto.Che pessima amica che ero.

“Ma nooo! Non serve nulla,la lista la faremo un paio di settimane prima di partire. Non dobbiamo neanche pagare l’affito,perché sempre lo stesso ragazzo mi ha detto che non vuole essere pagato,o almeno non tradizionalmente!”
Continuò ridendo ancora più forte.
Ma cosa si era fumata?
Aveva bevuto il sapone Marsiglia?

“Ma che stai dicendo?Ma poi cazzo un nome l’avrà sto tizio,no?E allora chiamalo per nome! E che pagamento sarebbe quello”non tradizionale”?”
Chiesi scocciata e molto dubbiosa sulla santità mentale della mia amica.

“Tranquilla eh! Io sono quella che è stata svegliata di prima mattina…Allora si chiama Thomas,Tom per gli amici. Ci frequentiamo da un paio di settimane e mi trovo davvero bene con lui.Sono sparita,come dici tu, a causa sua…e il pagamento è in natura.Ma pagherò per entrambe e non è un problema!”
Ero scioccata! La mia migliore amica  ha una specie di ragazzo e io non ne sapevo nulla,colpa di Stefano e delle due mila pippe mentali che mi ero fatta a causa sua. Mi scusai per il tono brusco di prima e mi congratulai con lei…
Ma poi ci si congratula con una ragazza che fa sesso con un ragazzo??
Lei sempre ridendo mi spiegò un po’ meglio la situazione dell’appartamento, che già dopo la prima settimana di giugno ci aspettava fino ai primi di settembre.In effetti non serviva nulla,Tom era realmente intenzionato a farsi pagare solo in natura,non era di certo stupido!
Le feci poi un resoconto delle mie ultime settimane piene di avventure e le raccontai brevemente della presunta uscita,o come la si voleva chiamare, con Stefano. Le parlai di Carla e del misterioso Joe e lei subito decretò l’avvenuto tradimento,cosa che già aveva pensato mesi fa,comunque lasciai correre: senza prove non avrei fatto o detto nulla!
Gli ultimi minuti di conversazione telefonica con Lisa furono profondamente traumatizzanti per il mio cervello,che difficilmente avrebbe eliminato quei suoni. In pratica,questo fatidico Tom si era svegliato e reclamava la presenza di Lisa a letto…Ed ero stata clemente nel parafrasare le sue frasi a sfondo sessuale,nelle quali elencava minuziosamente le posizioni che avrebbero di lì a poco intrapreso. Attaccai dopo le prime due,sentendo la voce di Tom sempre più vicina a dove si era rifugiata Lisa. Ci salutammo dandoci appuntamento all’università lunedì e le augurai di trascorrere un fine settimana all’insegna della tanta attività fisica, la sentì ridere fin quando non riagganciai. Mi stesi sul letto notando,solo allora, che tutto era calmo: niente mamma che ripeteva,niente Carla che starnazzava a destra e a manca. Erano usciti tutti,forse anche papà ero finalmente sola in casa. Visto e considerato che dal lunedì successivo avrei passato più tempo nello studio del professore piuttosto che nella mia stanza,pensai che fosse giusto accantonare un po’ la tesi e dedicare un po’ di tempo a me stessa. Pima di tutto rifeci il letto e spalancai la finestra,per permettere all’aria primaverile con tutti i suoi profumi e colori di inondare la mia abitazione. Misi un po’ di ordine sulla scrivania,piena di fogli, fazzoletti,di cianfrusaglie per l’Mp3, bracciali e collane: tutto finì magicamente al proprio posto. Alla fine dopo un’oretta di “una cosa tira l’altra” potei finalmente riammirare il legno della scrivania, l’armadio perfettamente in ordine e la libreria con tutti i libri al proprio posto. Orgogliosa del mio lavoro mi fiondai in bagno e mi regalai una lunghissima doccia calda. Non faceva freddo,ma avevo tanto bisogno di rilassare i muscoli,perché per quanto mi fossi dedicata alle pulizie e al perdere tempo cercando di distrarmi, il mio unico pensiero fisso era sempre lo stesso. Ormai non potevo tirarmi indietro,non avevo alcuna intenzione di fargli credere che non fossi capace di trascorrere un pomeriggio normalissimo e avere una relazione civile con una persona…no relazione non era la parola giusta da usare! Presi un bel respiro,avvolta da un asciugamano uscì dal bagno e prendendo il cellulare mi sedetti sul letto. Dovevamo metterci d’accordo praticamente su tutto: a che ora ci vedevamo? Dove ci dovevamo incontrare? Quali erano le sue reali intenzioni? Con un po’ di coraggio sarei sopravvissuta alla telefonata che ero in procinto di fare e anche al pomeriggio che avrei trascorso con Stefano.
Dopo i primi due squilli rispose tutto allegro e quasi contento di sentirmi?!
Lo sapevo che questa stronzata mi sarebbe costata cara!

“Ciao!Come stai?Ti stavo per chiamare io!”
Esordì tutto pimpante,ma poteva essere così stronzo da non rendersi conto che aveva un tono da cretino al telefono?

“Uhm si ciao.Tutto bene t-te?”
Ed io potevo mai essere così deficiente ogni volta da cascarci?
I dubbi esistenziali!

“Adesso bene! Senti hai da fare ora?”
Chiese allegro e spensierato.
Nel frattempo nella mia testa quell’ “adesso bene” risuonava come un avviso importante da non dimenticare,una cosa che bisogna sempre tenere a mente! Perché era quell’ ”adesso bene” a ricordarmi che parlavo sempre e solo con uno stronzo mega-galattico!

“Si vabbè. Adesso niente,vorresti andarci ora?Così oggi sarò più libera.”
Lo anticipai provando ad usare un tono più normale rispetto al suo eccessivamente euforico.

“Veramente nel pomeriggio volevo cercare il mio abito per domani,sai la comunione di vostro cugino.”
Continuò più rilassato e quasi contento di trascorrere una giornata intera con la mia famiglia.

“Tu domani dove devi andare scusa????”
Non volevo urlargli contro che non poteva azzardarsi a prendere parte alla cerimonia.Io già odiavo le celebrazioni che si prolungavano per tutta la giornata,ma ero stranamente felice di partecipare a quella,perché sarei stata lontana da Stefano e Carla per un giorno intero. I casini e le trame familiari mi avrebbero distratto ampliamente,ma invece ci doveva essere la sorpresa finale!

“Mi ha invitato tua zia e Carla all’ultimo da deciso di includere ufficalmente anche me,per questo mi serve il vestito,ma lei oggi non c’è e ho urgente bisogno di un aiuto!”
Con semplicità rispose alla domanda,senza pensare ai lievi traumi che stavo subendo. Continuavo a ripetermi di stare calma,di analizzare la situazione dal punto di vista più oggettivo che esistesse.Dovevo aspettarmi che sarebbe stato invitato alla cerimonia, mamma quella maledetta sera del primo incontro con Stefano era talmente emozionata che inviò messaggi a tutti i nostri parenti,per renderli partecipi della lieta notizia.Potevo sopportare anche questo,quante cene ero stata costretta a trascorrere con loro,pur non volendo,dovevo evitarlo come avevo fatto fino al giorno prima.

“Ah.Ok.Quindi a che ora ci vediamo?”
Chiesi ancora più incerta se volevo andare o no con lui a fare compere.Tutte a me le sfighe dovevano capitare?


“Perfetto,tra mezz’ora sono da te!”
E riagganciò.Senza un mio accenno,senza che dicessi che andava bene oppure preferivo più tardi,senza che avessi il tempo di ripensarci su e disdire. Almeno una cosa l’aveva capita il deficiente: che ero poco propensa a stare da sola con lui,per questo aveva subito riattaccato.Non potevo replicare.
Nervosa e lievemente eccitata per il programma che mi aspettava,mi vestì con jeans e magliettina a mezze maniche verde acqua. Scrissi un biglietto a mamma dicendole la verità sulla mia mattinata all’insegna della shopping poco desiderato e uscendo di casa m’incamminai fuori al cancello. Nel attesa scrissi anche un messaggio ad Alberto riassumendogli gli ultimi avvenimenti e dopo pochi attimi rispose consigliandomi di tenere le mani apposto e la bocca chiusa! Scoppiai a ridere da sola come un scema,perché immaginare Alby concentrato a scrivere un messaggio serio senza i suoi vezzeggiativi o i suoi modi molto espliciti era esilarante. Ridevo ancora quando una macchina rallentò si accostò a marciapiede,Stefano mi sorrise quando entrai in auto e mi chiese perché ridevo spensieratamente. Evitai di dirgli la vera ragione e usai la tecnica del ”Stavo ricordando una scemenza!”. Durante il lungo tragitto parlammo di cose futili,ogni tanto guardava nella mia direzione e molte volte i nostri sguardi si erano incrociati,ma ogni santissima volta ingoiavo il nodo in gola e ritornavo a fissare la strada.

“Questo colore ti dona.Risaltano i tuoi magnifici occhi”
Disse all’improvviso rompendo il silenzio che si era venuto a creare.Erano queste le situazioni che volevo evitare: era necessario farmi quel complimento?Era inevitabile guardarmi in quel modo?
Abbassai lo sguardo e lo ringraziai.

“Scusa non volevo metterti in imbarazzo.Volevo …niente scusami.”
Concluse un discorso mentale,che non potevo capire.

“Ho scelto il vestito per domani dello stesso colore.Non devi scusarti,non è successo niente di grave,solo che è meglio evitare certi commenti,non mi sento proprio a mio agio,ecco.”
Parlai guardandomi le mani e prestando pochissima attenzione alle sue reazioni,lo intravidi solo annuire. Aveva recepito il concetto?
Per il restante tempo mi dedicai alla ricerca di una stazione radio decente,anche se mi fermavo ogni volta che ascoltavo una canzone che mi piaceva.A lui non sembrava dare fastidio così continuai fino a fermarmi su una stazione a caso,scocciata della ricerca inutile. Lui rise quando sbuffai e mi arresi. Una volta arrivati fui sollevata di avere più spazio d’azione,quell’auto stava diventando una gabbia. Entrammo nell’immenso centro commerciale e come prima cosa ci dirigemmo in libreria e comprammo il regalo per il fratello, mentre lui chiedeva del libro io feci un giro tra gli innumerevoli scaffali. Passavo pomeriggi interi nelle librerie, controllavo ogni scaffale perché speravo sempre di trovare un bel libro da leggere.Mentre continuavo il mio “setacciamento” mi dimenticai completamente di Stefano,me ne ricordai solo davanti allo scaffale “Fantasy!”.Mi voltai per cercarlo, probabilmente era stato capace di lasciarmi lì e andare in giro da solo,come avevano fatto in precedenza Luis,Lisa e anche Carla. Luis odiava i libri,di qualsiasi tipo anche quelli con le immagini…Come avevo fatto a stare per quasi tre anni con un ignorante,pigro e cinico ragazzino? Scaccia quel pensiero orribile,promettendo a me stessa che avrei dato una seria possibilità solo ai ragazzi che erano appassionati di lettura,così almeno partivamo con un argomento su cui discutere. Ripresi a cercare Stefano e lo intravidi due scaffali più a destra,rispetto a dove mi trovavo. Mi avvicinai e mi scusai per essere sparita,ma lui sorridendomi mi rassicurò. Tra le sue mani aveva “La noia” di Moravia e speravo con tutta me stessa che lui non rientrasse nella categoria dei ragazzi a cui avrei potuto dare una chance.

“L’hai già letto?”
Mi chiese indicando il libro che aveva tra le dita,perché ovviamente mi ero incantata a fissarlo anche se pensavo a tutt’altro.
“Sisi…E’ uno dei miei libri preferiti,l’ho letto qualche anno fa e mi sono innamorata di Dino.”
Confessai facendo colorare le mie guance. Era vera la storia dell’innamoramento e prima di Luis cercavo a tutti i costi un uomo come Dino,poi però il buon gusto era andato a puttane!

“Bene bene…comunque direi di andare.Che ne dici?”
Domandò sorridendomi,aveva una paralisi,per caso??
Annuì dubbiosa seguendolo alla cassa,dove ufficializzò l’acquisto de “La Noia”.
Decidemmo poi di dedicarci al suo abbigliamento partendo dalla sua idea: indossare giacca e cravatta.
Lo ammonì immediatamente spiegandogli che lui non era il festeggiato e per tale ragione doveva solo fare da sfondo. Non doveva essere appariscente,perché meno lo notavo,più l’avrei ignorato.
Più lo ignoravo più sarei stata tranquilla.
Optammo quindi per una combinazione più casual del jeans e camicia,con questa nuova convinzione entrammo in un paio di negozi. Mi fu subito chiaro,dopo il primo tentativo che anche con una busta dell’immondizia addosso sarebbe stato appariscente. Era bello da togliere il fiato ed era quindi praticamente inevitabile non notarlo,ciò comportava avere addosso tutti gli sguardi insistenti di tutti i nostri familiari. Avrebbero fissato, parlato, bisbigliato, discusso e forse applaudito solo lui. M’impegnai a renderlo più brutto facendogli provare delle camicie bruttissime:a fiori, con i delfini,con Dragon ball! Furono tutti tentativi inutili,non solo perché lui pensava che non l’avrei mai lasciato uscire in quello stato(Illuso!),ma soprattutto perché la sua bellezza sovrastava anche il pessimo gusto. Nel quinto negozio decise di comprare per un paio di jeans scuri e una camicia azzurra,senza cravatta e senza giacca.

“Bene sono soddisfatto degli acquisti.Sei stata gentile ad accompagnarmi.Grazie mille.”
Eravamo in macchina,fermi fuori il cancello di casa mia.Non sapevo come ci eravamo arrivato e quando. Il mio pensiero si era fossilizzato sull’immagine di lui e mia sorella mano nella mano che l’indomani mi avrebbe perseguitato.
Sarei morta.

“Uhm di nulla.Mi sono divertita!”
Non ero brava a mentire,però mi ero davvero divertita nella prima parte in libreria. Quando però la realtà mi si è piazzata davanti sotto forma di bellezza infinita e inevitabile di nome Stefano,la giornata era peggiorata.
Non avrei mai resistito per tutta la giornata con lui.

“Sì anche io. Hai visto è facile essere amici no?”
Era quelli i  momenti che avrei voluto vedere anche domani: lui che sparava solo cazzate!Così che mi avrebbero fatta innervosire a morte e avrei smesso di adorarlo come un Dio greco.

“No,non lo è! Smettila di dire stronzate, smettila di convincermi ad essere tua amica, perché io non posso esserlo.Punto. Chiudiamo definitivamente con questo argomento.”
Avevo forse leggermente alzato la voce,ma sarebbe servito a fargli recepire il concetto?

“Ma perché?Dammi una buona ragione per non essere amici!Dammela!”
Era recidivo allora!
Perché mi ritrovavo sempre in situazioni così difficili da gestire? Cosa gli dovevo dire? La verità o una bugia? Voleva davvero sapere un motivo? Bene!
L’avrei accontentato.
Prima di parlare e di aprire il vaso di Pandora,misi la mano sulla maniglia della porta dell’auto e l’aprì,perché poi sarei solo dovuta scappare a gambe levate.

“Bene! Te la dico la ragione,ma ricorda che l’hai voluto tu,poi non ti lamentare e non provare neanche lontanamente ad avvicinarti a me. Sarà come se non esistessi,non voglio altri casini.”
Bene la premessa era andata.

“E’ solo una la stramaledetta ragione per la quale io e te non possiamo essere amici e ho provato,anzi speravo l’avessi anche capita,ma sei stupido con il cuore. ”
Sgranò gli occhi spaventato forse dalla rivelazione che stavo per fargli,ma,dal mio punto di vista,era un’ ovvietà che aveva avuto sotto gli occhi da un mese abbondante.

“Mi piaci,più di quanto è lecito o di quanto la situazione mi permetta. Mi piace stare con te,ma non da amici…non…non potrei esserlo ,perché le amiche generalmente non vogliono baciare l’altro,non si trattengono dal parlare o dal fare qualcosa ogni benedettissima volta che lo incontrano.”
Presi un bel respiro per aver parlato a raffica e ritornai a guardarlo in faccia. Era scioccato. Non aveva la minima idea di quello che era successo nella mia testa.Il suo sguardo perso e dispiaciuto parlava per lui. Mi diceva che ero stato una mongoloide ad immaginare castelli in aria,a pensare anche solo per un nano secondo che provava una specie di macabro interesse per me. Lui era all’oscuro di una cosa che ai miei occhi era ovvia. Qualche mago o fata madrina evitò di farmi scoppiare a piangere e sempre fissandolo negli occhi conclusi il discorso.

“Quindi adesso che hai questa cazzo di ragione che tanto cercavi,sparisci dalla mia vista.”
Uscì dall’auto immediatamente dopo aver pronunciato l’ultima sillaba. Il suo sguardo sarebbe rimasto impresso nei miei ricordi a vita con un unico messaggio vicino: ISABELLA SEI UN’ILLUSA!
Salì in camera senza salutare chiunque fosse in casa,forse avrei avuto bisogno di Alby,ma sapevo che quel giorno sarebbe stato impegnato in altre faccende personali,quindi mi convinsi di poter superare quella piccola crisi anche da sola.
Ero stata sincera,non era colpa mia se mi ero infatuata di lui e se lui non ricambiava.Non era,logicamente,neanche colpa di Stefano. L’unica cosa che avrei dovuto fare,e che non avevo mai preso realmente il considerazione, era quello di ignorarlo. Mi ero aggrappata all’idea che lui mi avesse cercata per chiarire per dirmi che anche lui non voleva essermi amico,ma mai aveva menzionato un interessa più profondo. Sì era uscito con me,mi aveva chiesto scusa per il suo pessimo comportamento da troglodita,mi aveva fatto intendere pensieri e sensazioni nei miei confronti che non aveva mai confermato.Il mio cervello era partito in quarta,aveva fatto due più due da solo e autonomamente aveva tratto le sue conclusione: Stefano aveva un interesse per me,seppur piccolo c’era! Ero stata una stupida,cretina,deficiente e illusa! Mi sbagliavo su tutti i fronti,lui non aveva lasciato Carla per me,si era presentato ai nostri genitori,non era più uscito solo con me e voleva a tutti i costi essermi solo amico. Aveva capito prima di me che l’unico rapporto che ci potesse essere era quello dell’amicizia e niente più. Era chiaro come il sole che ero stata una scema,ma provai a consolarmi pensando che succedesse anche nelle migliori storie di essere rifiutati.
Non ero l’eccezione. 
Forse mi sarei anche dovuta scusare per averlo aggredito basandomi solo su mie immaginarie storie mentali,ma non in quel momento,non il giorno dopo. Dovevo ritrovare prima un po’ di autostima e coraggio e poi forse,probabilmente mi sarei scusata. La cosa più importante da fare era apprendere seriamente ad ignorarlo,senza mezzi termini o vie d’uscita. L’indomani sarebbe stato infernale,già lo sapevo,ma dovevo e potevo farcela.
L’unica vera speranza era di sedermi lontano anni luce da lui,ma forse anche se fossimo stati seduti vicini la storia non sarebbe cambiata. Mi sarei riempita di pizzichi sulla pancia se fosse servito a qualcosa.
Nonna lo ripeteva sempre : “Il difficile sta nel cominciare.” 
   
 
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