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Autore: sakurainlove96    19/09/2012    7 recensioni
In questa one shot ci sono tutti i sentimenti di Amu dei 4 capitoli della mia storia "Non capivo che l'amavo. Ci saranno delle situazioni simili alla storia, come ci saranno degli avvenimenti che dal punto di vista di Ikuto non si sono visti. Quindi, per chi valosse sapere quello che prova lei. Leggetela! E recensite! Baci XD
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Amu’s feelings

Quella mattina mi svegliai con il suono ripetitivo e chiassoso della sveglia in sottofondo e con la luce del sole che filtrava dalle finestre.
Maledizione! La sera prima avevo dimenticato di chiudere le tende.
Erano le sei del mattino.
Mi alzai a fatica dal letto e, con gli occhi semi chiusi mi diressi in bagno per fare una doccia veloce per cercare di sembrare, perlomeno lucida. Non che mi illudevo troppo.
Finita la doccia mi diressi in camera mia con l’asciugamano avvolto intorno al corpo e chi mi copriva a malapena fino al sedere.
Entrai in camera, mi asciugai, mi spalmai addosso la mia crema idratante preferita – quella che profumava di fragole – e mi diressi verso la cassettiera per indossare la biancheria nuova che mia mamma mi aveva comprato il giorno prima.
Lei era una maniaca della moda e aveva deciso che, avendo 18 anni, dovevo rivoluzionare il mio guardaroba intimo.
Aprii il cassetto e impallidii.
Pizzi e merletti di tutti i colori e le fantasie. Reggiseni a balconcino, push-up, perizomi, brasiliane e chi più ne ha più ne metta!
Praticamente ha svaligiato il negozio!!
Scelsi un reggiseno di pizzo bianco e ci intonai una mutandina, anch’essa di pizzo.
Poi indossai la divisa scolastica – modificata secondo il mio stile punk-gotico!
Anche la scelta di stile era stata opera di mia madre quando ero piccola. Ma non mi sono mai lamentata perché mi piaceva anche a me.
Poi mi sistemai i miei capelli – stranamente – rosa.
Ci terrei a precisare che non sono tinti!
Scesi di sotto a fare colazione e poi mi diressi alla mia noiosissima scuola.
Meno male che era l’ultimo anno!!
Camminai tranquillamente. Tanto ero ampiamente in anticipo. Ero uscita di casa alle 7 e venti.
Il fatto è che mi piace avere i miei momenti di pace.
Non mi è mai piaciuto andare a scuola perché sono troppo timida. Fino a qualche anno fa non avevo uno straccio di amico!
Poi quando mi sono trasferita in questa scuola tutto è stato diverso.
Ho fatto amicizia con Kukai e gli altri e la mia vita è andata sempre meglio. Sono riuscita a tirare fuori la mia vera me stessa, mentre prima non ci riuscivo. E questa mia timidezza a sempre allontanato la gente.
Una volta arrivata  scuola, mi fermai vicino all’entrata per aspettare i miei amici, riflettendo come in questi ultimi 3 anni la mia vita sia migliorata.
Prima l’incontro con i miei amici, il fatto che c’era almeno qualcuno che non aveva timore di me, il mio primo sentimento d’amore – se così si può chiamare – per Tadase, e soprattutto il fatto che non sono più sola.
Certo, poi io e Tadase ci siamo lasciati ma, in fondo è stata una decisione presa insieme. Non era come i primi tempi che stavamo insieme. Prima era tutto rose e fiori, io provavo un sentimento che non avevo mai capito fino in fondo dato che era inesplorato. Pensavo che saremo rimasti insieme per sempre. Ma non è andata così, il mio sentimento si era sfumato e ormai non c’era quell’affiatamento di prima. Semplicemente non era come prima. E quindi abbiamo deciso di lasciarci. Io sono serena. Non mi pento della mia scelta perché sono sicura che da qualche parte in, questo mondo, c’è la persona giusta per me.
Mentre riflettevo iniziarono ad arrivare i primi studenti.
Alzai lo sguardo e mi perdo in un abisso color ametista.
Occhi così profondi non ne avevo mai visti. Così pieni di tristezza e solitudine.
Poi lo osservai. Era un ragazzo alto, slanciato e ben proporzionato. Capelli blu notte e viso longilineo. Era bellissimo! Anzi, stupendo…
I suoi bellissimi occhi mi osservavano con così tanta insistenza che dovetti distogliere lo sguardo e cercare di fare l’indifferente per non fare una figura del BIP.
Lui, che si era fermato, riprese a camminare con fare sicuro e spedito come se non gli importasse degli altri.
Intanto mi sentii chiamare. Era Kukai che si sbracciava correndo verso di me.
“Amu! Eccoci, siamo arrivati! Scusa per il ritardo!” disse. O per meglio dire, urlò.
“Non fa niente! Come state? Come avete trascorso le vacanze?” chiesi gentile. Già! Solo con i miei amici riesco ad esserlo.
Proprio in quel momento il ragazzo misterioso mi passò affianco e io incontrai di nuovo i suoi meravigliosi occhi.
Poi sorrise ed entrò.
Io ero diventata rossa come un peperone. Il cuore mi batteva forte e speravo vivamente di rivederlo.
“Amu che hai? Sei tutta rossa. Non ti senti bene?” chiese Naghii.
Era sempre così premuroso quel ragazzo. Gli volevo tanto bene.
“No! Figurati…” cercai di fare l’indifferente ma, incrociando lo sguardo di Rima, capii che aveva capito ogni cosa. I suoi occhi mi dicevano che volevano sapere tutti i dettagli anche se non erano molti.
Entrammo a scuola per il suono della prima campanella.
E ci diressimo nelle varie classi.
L’unica pecca era che non eravamo in classe insieme.
Dopo averli salutati varcai la soia della porta e spalancai gli occhi. Vicino alla cattedra c’era il bellissimo ragazzo di prima che mi fissava come se mi leggesse dentro.
Dopo un attimo di sorpresa iniziale alzai la maschera da “eterna indifferente” e mi diressi al mio banco in ultima fila. Il suo sguardo non mi lasciava un’istante.
Quando arrivarono tutti il professore ci salutò e lo presentò.
“Allora, quest’anno avrete un nuovo compagno di classe. Si chiama Ikuto Tsukiyomi. Spero che lo accoglierete calorosamente! Bene, Ikuto… ti puoi presentare.”
Ikuto sembrava scocciato. Non voleva parlare.
“Mi chiamo Ikuto Tsukiyomi, ho 18 anni e mi sono appena trasferito da Kyoto.”
Che voce ammaliante e melodiosa!
Ma che mi prende. Che cavolo vado a pensare?! Molto probabilmente non mi rivolgerà mai la parola quindi è inutile illudersi.
Le ragazze gli lanciavano occhiate dolci e i ragazzi invidiosi.
Di sicuro non sarebbe stato a perdere tempo con me.
“Bene… Ikuto… Puoi prendere posto vicino ad Amu Hinamori, in fondo all’aula”
Oddio! Mi ero dimenticata che l’ultimo banco libero è vicino al mio! L’avevo scelto apposta perché sapevo che nessuno se sarebbe messo vicino a me! E ora che faccio? Lo saluto? Oddio, non so che fare!!!
Lui intanto si avvicinava sorridendomi e guardandomi negli occhi. Mi metteva a disagio…
Quando si sedette tirò fuori la roba e si voltò verso di me.
“Ciao Amu… come va?” mi chiese.
Oddio! Il ragazzo più bello che avessi mai visto mi sta rivolgendo la parola!
Si, è anche più bello di Tadase!
“Ciao… Bene, tu?”
“Non c’è male…Dimmi, tu sei diversa da quel che dai a vedere, vero?”
Eh? Che domanda è questa?! E soprattutto… Come ha fatto a capirlo?
“Cioè?”
“Ho notato che, sia fuori che qui, sei molto distaccata con gli altri, ma, secondo me, tu sei una ragazza timida…”
“Cosa te lo fa pensare?” Come poteva avermi capito così bene dopo solo qualche scambio di sguardo?
“Il modo in cui stai con i tuoi amici” rispose convinto.
Aaaaaaaaaaaah! In effetti era facile capirlo. La cosa che mi stupisce è che mi abbia osservato così tanto da capire che non ero come mostro di essere. Praticamente si è interessato a me…
Ma no!!! Che vado a pensare!? Come faccio a piacergli! Non sono bella io…
“Vedo che mi hai osservato molto bene…” e questo mi lusinga molto.
“In effetti… sai, mi piacerebbe conoscerti meglio. Sei la prima persona che mi sta veramente simpatica in tutta la mia vita scolastica…” disse sorridendomi.
Oddio! L’ha detto. Ha detto che vuole conoscermi meglio. Evvai! Mi sembra un sogno…
Aspetta…… Ma cos’è tutto questo entusiasmo? Come faceva questo ragazzo a rendermi così euforica al solo pensiero di stare con lui, con uno sconosciuto?
Con Tadase non mi era mai successo di voler stare così intensamente in sua compagnia!
Che mi sia innamorata?
No. Non può essere. E poi figurati se gli piaccio.
Comunque se non sono innamorata, di sicuro mi piace in una maniera assurda. Anche più di Tadase, che credevo un angelo.
Lui altro che angelo!!! Lui è un Dio greco!
E poi, il fatto che mi trova simpatica mi porta in un viaggio di sola andata fino al settimo cielo!
“Sul serio? Ma io non sono così interessante…”
“E invece lo sei! Devi sapere che io sono molto critico nel giudicare le persone ed è per questo che non ho mai avuto amici. Tu, invece, sei diversa dalle altre persone.”
Sorrisi e risposi un ‘ok’ balbettante.
Lui mi sorrise volta e io mi senti il sangue concentrarsi sulle guance rendendole di un rosso magenta.
Poi, per spezzare il silenzio imbarazzante che si era venuto a creare, parlai.
“A-anche tu sembri un tipo distaccato. Solo che tu lo fai perché sei critico, come hai detto prima. Io, invece, no. Hai ragione, la mia è una specie di maschera. La gente mi prende per una ragazza forte e coraggiosa che non ha paura di niente e di nessuno. ma io sono diversa, solo che non riesco ad esprimerlo.”
“E come mai la gente ti crede così?”
“E che io odio le ingiustizie e, ogni volta che ne vedo una, ad esempio, due ragazzi più grandi danno fastidio ad uno più piccolo. Io difendo quest’ultimo. La cosa strana e che, poi, i più grandi scappano impauriti da me. E’ capitato un sacco di volte davanti a tutta la scuola e ora mi guardano tutti con timore e rispetto. Il fatto è che il lato determinato di me esce solo in quelle situazioni. Ma scusami… ti starò annoiando con tutte le mie chiacchiere. Non so nemmeno perché te lo sto dicen…” cercai di dire ma prima che potessi aggiungere altro mi interruppe.
“Tranquilla, mi fa piacere che ti confidi, anche se ci siamo appena conosciuti. Comunque, ti capisco… mi stai veramente molto simpatica! Mi farebbe davvero piacere che diventassimo amici.”
“Va bene.”
E proseguimmo a seguire la lezione.
Nelle varie ricreazioni restai insieme a lui invece di raggiungere gli altri. Volevo conoscerlo il più possibile. Scoprii che era molto chiuso con le persone e la maggior parte si avvicinava a lui solo per convenienza.
Che stupida che è la gente! E’ superficiale, pensa solo a se stessa. Non pensa che magari, comportandosi così, possono fare male alla gente.
Lui era assolutamente convinto che non gli importava nulla ma vedevo che non era così. I suoi occhi parlavano chiaro.
Poi avevo scoperto che suonava il violino e che aveva una sorella di un anno più piccola di noi.
Lo portai, durante una delle pause prima del pranzo, a fare un giro della scuola e in lontananza vidi Tadase che mi guardava furente.
Ma che aveva?
Lo ignorai e ritornai in classe seguita da Ikuto. Non volevo fare la maleducata ma il mio istinto mi aveva detto che se mi fossi avvicinata sarei stata a disagio.
Durante la lezione chiesi il permesso alla prof. di andare in bagno e, nel corridoio, incrociai Tadase.
“Ehi, ciao Tadase! Come va?”
“Che fai Adesso mi rivolgi la parola?” disse alterato.
“Scusami ma non mi sembrava il caso di avvicinarmi. Avrei rischiato di mettere Ikuto a disagio…”
“Chi è Ikuto? Quel damerino che stava con te?”
Ma cos’era tutta questa arroganza!? Non si doveva permettere di parlarmi così! In fondo non devo render conto a nessuno delle mie amicizie!
“Primo: Ikuto non è un damerino! Secondo: Non ti permetto di parlarmi così, è chiaro!?”
“Si, mi è chiaro che ti stai facendo abbindolare da un bel visino! Non capisci ce quello ti vuole solo portare a letto?!”
“Ma che cosa dici?? Come ti permetti di giudicare una persona che non conosci? Cosa credi? Che sono così stupida da non capire quando uno si sta prendendo gioco di me? E soprattutto… come ti permetti di dirmi cosa devo fare? Non ne hai il diritto! Non l’hai avuto quando stavamo insieme! Che cosa ti fa pensare che tu ce l’abbia adesso!!”
“Amu, tu non capisci, i ragazzi come quello lì fanno finta di essere gentili ma ti vogliono solo portare a letto per poi lasciarti con il cuore spezzato!”
“Come fai a saperlo? Per caso è la stessa cosa che volevi fare tu? Solo che quando hai capito che no te l’avrei data tanto facilmente mi hai mollato?! Che ipocrita!”
“Sei tu che mi volevi lasciare! Io ti ho sempre amato e ti amo ancora. Tra i due quello che voleva approfittarsi dell’altro eri tu! Secondo me mi tradivi pure!”
A quel punto era troppo!
Sollevai il braccio e gli stampai un bel cinque sulla faccia!
“Mi stai dando della puttana?! Vaffanculo!” e me ne tornai in classe rossa in viso dalla rabbia.
Appena mi sedetti Ikuto si sporse verso di me.
“Amu, tutto bene?”
“No! Non va bene! Ma non ti preoccupare… ti racconto dopo. In questo momento non sono in vena!”
“Scusa…”
“Perché ti scusi?”
“Perché ti do fastidio…”
“Ma che dici?! Tu sei l’unico in questo momento che mi fai sentire bene! Tranquillo… non ce l’ho con te. Ma prima di raccontare una cosa devo prima sbollire la rabbia. Se no rischio, anzi, rischiamo di alzarci da queste sedie ed andare a spaccare la faccia a quello che mi ha ridotta ad essere così furibonda!”
“Ok… ma io, a prescindere da chi sia stato e da quando me lo dirai, andrò a dire quattro “paroline” a chi ti ha fatto arrabbiare così!”
“Ok! Non ho nulla in contrario!”
Quando la lezione finì lo portai al Royal Garden per pranzare.
Alla faccia di Tadase! *e fa la pernacchia*
I miei amici sembravano contenti di vedermi con un ragazzo nuovo e, soprattutto, di farsi un nuovo amico.
Tutti tranne Tadase.
Lo presentai e cercai di farlo integrare.
Per fortuna non ci furono problemi. Ikuto andava d’accordo con tutti meno che Tadase. Si vedeva che gli stava antipatico.
In compenso era molto in sintonia con Kukai e Naghii.
Ero sicura che sarebbero diventati amici.
Dopo pranzo facemmo le ultime due ore di lezione e, dopo aver salutato tutti, tornai a casa.
Anche se mi dispiaceva lasciarlo. Avevo provato una fitta al cuore quando lo vidi allontanarsi.
Prima di andare, però, mi fermai un po’ con Rima.
“Allora?” chiese.
“Allora che?”
“Allora, che succede con quella specie di Dio greco?”
“Ho visto gli sguardi che vi lanciavate sta mattina. E anche a pranzo.”
“Non ci guardavamo in nessuna maniera strana!”
“Ah no? Allora raccontami come vi siete conosciuti.”
Riassunsi in cinque minuti quello che mi era successo sta mattina compreso quello che mi aveva detto Tadase.
“Oh mio Dio! Non pensavo che potesse spingersi a tanto! Ecco perché non gli parlavi oggi a pranzo! Se lo venissero a sapere Kukai, Naghii e Ikuto lo farebbero secco!”
“lo so ed è per questo che non devi dirgli niente a meno che non sia strettamente necessario! A Ikuto domani gli dirò solo qualcosina.”
“Ok… ma se succede ancora devi dirmelo e lo riferiremo subito a Kukai!”
“Va bene. Adesso vado che oggi devo badare ad Ami.”
“Allora a domani, Amu! Ciao!”
“Ciao!”
Mi misi a correre. Ero in un ritardo spaventoso. Per agevolarmi presi una scorciatoia che mi fece arrivare a casa dopo pochi minuti.
Stavo per aprire il cancello quando vidi la persona che non mi sarei mai immaginata di vedere.
Ikuto con una bellissima ragazza affianco.
La gelosia iniziò ad attanagliarmi il cuore. Sapevo che molto probabilmente quella era sua sorella ma nel dubbio…
“Ikuto?” dissi.
“Amu?! Che ci fai qui?” chiese sbalordito.
“Io ci abito! Allora siete voi i nuovi vicini!”
Oddio che fortuna! Potrò vederlo quando voglio!
Mamma, credo che mi sto innamorando sul serio!
Passato lo stupore generale la ragazza mi porse la mano.
“Ciao! Io sono Utau! La sorella di Ikuto! Piacere di conoscerti! Ikuto mi stava proprio raccontando di te e dei tuoi amici! Ti ammiro sai, sei riuscita a fare amicizia con mio fratello! Sei un mito!” disse.
Allora avevo indovinato… è sua sorella. E’ veramente bellissima! Di quella bellezza che fanno scendere la tua autostima sottozero.
Comunque sapere che le sto simpatica mi fa sentire più tranquilla.
“G-grazie…”dissi imbarazzata.
“Utau, stai esagerando!” Oh-oh. Mi sa che Ikuto si stia leggermente alterando.
“Ma Ikuto…”
“Tranquillo Ikuto… a me fa piacere! Bene. Adesso vado. Devo badare a mia sorella. Sentite, vi va di venire a casa mia? Così mi fate compagnia.” Dissi cercando di calmare le acque.
“Sicura che non disturbiamo?” disse Ikuto.
Che tenero! Si preoccupa di disturbarmi! Ma figurati se lui disturba…
“Figurati…”
“Dai Ikuto, andiamo!” mi implorò Utau.
“Va bene… ci cambiamo e veniamo.”
Evviva!!!
“Ok, vi aspetto!” ed entro in casa dove trovo mia sorella e mia madre in salotto.
“Oh, per fortuna sei arrivata Amu… Io vado a lavoro. Ci vediamo dopo. Ciao amori miei!”
Diede un bacio a me e ad Ami e se ne andò.
“Ben tornata sorellona!”
“Ciao Ami. Adesso vado a cambiarmi. Tu vai in camera tua a giocare. Ti chiamo quando è pronta la merenda.”
“Ok sorellona!” e sparisce sopra le scale. Io la seguo e vado in camera mia a cambiarmi.
Forse sono un po’ troppo trasgressiva ma l’ho fatto per lui! ;)
Scendo proprio in tempo per il suono del campanello.
Apro la porta e rimango paralizzata. Vedo un Ikuto vestito completamente di nero, con una maglia con scollo a V attillata, che gli accentuava i muscoli non troppo pronunciati. Dei pantaloni a cavallo basso e delle converse. Stupendo!
Mi riscossi e dissi:
“Ciao ragazzi! Accomodatevi!”
“Ciao Amu!” disse Utau abbracciandomi.
All’inizio rimasi un po’ stupita ma ricambiai. Mi stava proprio simpatica Utau. Ero sicura che saremmo presto diventate amiche.
Ikuto invece si limitò ad un semplice ‘ciao’.
Io mi misi a ridere.
“Che c’è?” chiese.
“Era proprio così che mi immaginavo il tuo saluto!” dissi tra le risate.
“Dai entra! Non rimanere li impalato!” e detto questo lo afferrai per la mano e lo trascinai dentro.
Avere la sua mano nella mia mi faceva sentire in paradiso.
Li feci accomodare nel divano.
Stavo per sedermi quando Ami mi chiamò.
“Sorellona…”
“Ami sono in salotto. Vieni che ti presento i miei amici!”
“Ma io li conosco già i tuoi amici…” disse Ami entrando.
Appena li vide si bloccò sulla soia della porta e li fissò.
Si, con le persone che non conosceva era timida.
“Ami, loro sono i nostri nuovi vicini, Ikuto e Utau. Vengono nella mia stessa scuola e Ikuto è in classe con me.” Dissi io.
“Ah! Ciao! Io sono la sorellina di Amu. Mi chiamo Ami!” e si avvicinò a noi.
“Ciao.” Disse Ikuto facendole quel sorriso che mi piaceva tanto.
“Ciao, io invece sono la sorellina di Ikuto. Mi chiamo Utau.”
“Grazie per essere venuti. Sapete, io ed Ami ci annoiamo molto da sole.”
“Figurati. Ci fa piacere.” Disse il mio Dio greco.
Aspetta… da quando in qua è MIO? Mi starò pure innamorando ma non vuol dire che lui ricambi. Amu svegliati! Non è tutto rose e fiori. Sai come va a finire se la pensi così…
“Già, e poi siete molto simpatiche. Ci fa piacere fare amicizia. Per Ikuto è la prima volta, sai Amu?”
“Utau!”
Lei rise.
“Si, lo so. Me l’ha detto sta mattina.” Dissi unendomi ad Utau per prenderlo in giro.
“Sul serio?!”
“Ragazze, guardate che sono qui!” disse arrabbiato.
Io e Utau ridemmo ancora di più.
“Ok, vi va di fare merenda? Sta mattina avevo preparato dei biscotti e sono avanzati. Li possiamo mangiare con la cioccolata calda, se volete.” Dissi calmandomi.
“Evviva! Vieni Utau! Mentre la sorellona prepara, ti faccio fare il giro della casa!” disse Ami trascinando via Utau.
Ecco. La solita. Appena prendeva confidenza trascinava chiunque in camera sua.
Mi resi, poi, conto che io e Ikuto eravamo soli e per spezzare il silenzio iniziai a parlare.
“Vieni Ikuto. Ti piace la cioccolata, vero?”
“Si, non è male.” Ecco. Ha minimizzato di nuovo.
Un’altra cosa che avevo imparato di lui era che miimizzava sempre quando qualcosa gli piaceva!
Iniziai a ridere. “Lo sapevo! Minimizzi sempre!” dissi continuando a ridere.
La faccia che aveva fatto in quel momento era impagabile
“Cosa te lo fa pensare?”
“Sto imparando a conoscerti Ikuto. E una delle cose più facili da comprendere di te è che non fai mai vedere quello che pensi veramente. Se lo fai, minimizzi.”
“Sei perspicace!”
“Già!”
Ci dirigemmo in cucina e io iniziai a preparare. Sentivo lo sguardo di Ikuto addosso. Come se qualcuno mi stesse incendiando la nuca da come me la fissa.
“Perché mi fissi?” chiesi.
“Niente. Osservavo i tuoi vestiti. Avete un modo di vestire particolare tu e tua sorella.”
“Già. Veramente è stata nostra madre. Lei ha sempre avuto gusti molto particolari. Quando sono nata io, aveva la fissa per lo stile punk-gotico e quindi mi ha sempre comprato questo tipo di vestiti. Non che a me non piaccia. Anzi, mi piace perché mi distingue dagli altri. Non si vedono tante ragazze vestite in questo modo. Invece, quando e nata mia sorella era fissata con lo stile da fiaba. Di conseguenza mia sorella veste così.”
Mia madre era veramente un tipo strano. Senza peli sulla lingua e con dei gusti nel vestire che cambiano a secondo della moda dell’anno.
“Mi piace il tuo stile!”
Oddio! Per fortuna sono girata! Se no mi scambiava per un pomodoro.
“Anche tu vesti in modo particolare. Dark, giusto?”
“Si, hai indovinato.”
“Be’ non era molto difficile.” Disse.
“Amu, posso chiederti una cosa. Oggi ho notato che eri un po’ distaccata con Tadase. Sta mattina invece no. Perché?”
Ecco. E’ arrivata la domanda che temevo di più.
“Be’… devi sapere che io e Tadase stavamo insieme ma non ha funzionato. Quando ci siamo lasciati siamo rimasti amici. Sta mattina credevo che io fossi per lui, solo un’amica ma mi sono dovuta ricredere. Ti ricordi che nell’intervallo precedente al pranzo sono stata con te no?”
“Si.”
“Ecco. Dopo, quando sono andata in bagno, durante le lezioni sono andata in bagno e l’ho incontrato in corridoio. Ha iniziato a chiedermi chi eri, perché ero con te… Insomma, mi ha fatto una scenata di gelosia. Io, mi sono resa conto che provava ancora qualcosa per me e mi sono arrabbiata. Io non devo dare conto a nessuno, tantomeno a lui!”
“Quindi è per colpa mia?”
“No, Ikuto! Non è colpa tua! E’ colpa sua! Mi dovrà chiedere scusa! In fondo non stavamo facendo niente! E anche se ci fosse qualcosa tra noi, a lui non deve interessare!” poi mi resi conto di quello che avevo appena detto e arrossii.
Ecco un esempio di gaffe del secolo.
Chissà che penserà di me. Anche se speravo che un giorno succedesse per quanto fosse improbabile.
Lo vidi sorridere malizioso. Che vergogna!!
 “La finisci di sorridere così!?” sbottai.
“E perché?” Oh! Fa l’innocentino! Secondo me ci prende gusto a stuzzicarmi.
“Perché mi vergogno! Non avrei dovuto dire quelle cose!”
“E perché? Magari succederà. Che ne sai?”
 Arrossii ancora di più e mi girai verso i fornelli.
 “Oh, e pronto. Ami! Scendi che è pronto!”
Scampata bella!
Spero solo che non riprenda il discorso dopo.
Il pomeriggio passò più o meno in quel modo, tra divertimento e provocazioni.
Io feci vedere ad Ikuto la casa mentre Ami faceva vedere le sue cose ad Utau.
Quando dovettero tornare a casa io li accompagnai alla porta.
“Grazie per la compagnia, ragazzi! Mi sono divertita molto!”
“Grazie a te, Amu. Sia per averci invitati che per la buonissima merenda! Era ottima!”
“Già. Devo dire che sei una discreta cuoca…”
“Solo discreta!? Stasera avevo intenzione di fare una torta al cioccolato per portarne un pezzo a te e ad Utau domani a scuola. Ma se la metti così domani la porto solo a lei…”
Mi dispiace caro Ikuto ma ho trovato il tuo punto debole!!
“E va bene. Sei un’ottima cuoca, ma questa è la prima e l’ultima volta che lo dico!”
“Meglio… Devi imparare a dirmi quello che pensi veramente Ikuto. Senza minimizzare!” e scoppio a ridere trascinando anche Utau.
Era troppo bello prenderlo in giro!
D’altronde anche lui lo faceva!
Ikuto sbuffò.
“Allora a domani Amu! Facciamo la strada insieme domani mattina? Ti suoniamo noi! Ma ti avverto, Ikuto esce sempre alle otto meno venti. Se non sono puntuale ogni volta mi lascia indietro!”
“Tranquilla sarò puntuale! Allora a domani!”
“A domani” disse Utau abbracciandomi e lasciandomi sola con Ikuto.
Non sarò mai grata abbastanza ad Utau!
“Allora a domani Amu… E si puntuale!”
“Ti ricordo che ero a scuola prima di te sta mattina!”
“Ok…”
E sorprendendomi, mi diede un bacio sulla guancia. Poi si girò e si diresse verso casa sua.
Ok. Non mi laverò più la faccia!
Io ero rimasta imbambolata davanti alla porta tutta rossa in viso mentre lo guardavo camminare spedito verso casa sua.
Mi scrollai solo quando lo sentì sbattere la porta di casa e ridere fragorosamente.
Ma guarda che stronzo!!
Andai in camera trascinando i piedi.
Nonostante la giornata fosse stata molto intensa e ricca di emozioni, era stata anche molto faticosa.
Prima di entrare in camera mia Ami mi chiamò.
“Sorellona! Sai che Utau è molto simpatica… e sono anche nostri vicini così potrò vederla tutti i giorni!”
“Si. E’ molto simpatica Utau…”
“Sorellona… A te piace Ikuto, vero?”
Tintinnai. Si vedeva così tanto?
“Perché?”
“Perché ti brillano gli occhi quando stai con lui e anche a lui succede la stessa cosa. Allora… ti piace?”
Ormai era inutile dire di no.
“Si. Hai ragione. Ma non penso che lui provi lo stesso.” Dissi a testa bassa.
“Fidati. Prova lo stesso. Io lo so perché ho avuto molti fidanzati.” Disse spavalda.
Devo precisare una cosa. Ami è una vera rubacuori già alla sua età!
In quel momento ritorna la mamma.
“Ciao bambine! Come state?”
Ma quando la finirà di chiamarmi ‘bambina’?
“Bene… adesso vado in camera che sono stanca…”
“Ok tesoro! Ti chiamo per la cena.”
Ero troppo stanca ma dovevo mettermi il pigiama e farmi una doccia per evitare di farla la mattina.
Presi il cambio, feci la doccia e mi misi il pigiama.
Mi sdraiai sul letto, puntai la sveglia alle sei e mi addormentai di sasso saltando pure la cena.
 
La mattina dopo, quando mi svegliai, mi sentii più energica che mai. Non vedevo l’ora di rivederlo!
Scesi in cucina dopo essermi vestita e iniziai a preparare la torta che avevo promesso ad Ikuto.
Cinque minuti prima  del suo arrivo stavo mettendo i pezzi di torna nei contenitori.
I miei erano ancora in casa che facevano colazione ed Ami dormiva ancora dato che la prima settimana di scuola per lei iniziava alle nove.
Ero in camera per finire di sistemare le varie cose in cartella quando suonarono alla porta.
Oddio fa che non apra papà!
Scendo di corsa con zaino in spalla e vedo che il buon vecchio Dio sta volta non mi ha ascoltato. Mio padre era davanti alla porta paralizzato mentre Ikuto lo guardava con sicurezza.
Mi giro verso la mamma e la vedo sullo stipite della porta della cucina che guardava Ikuto imbambolata.
E te pareva che non pensavano che fosse in mio fidanzato.
Feci un cenno alla mamma che dopo due secondi si riscosse e prese per il braccio mio padre ancora imbambolato davanti alla porta.
Uscimmo in silenzio. Sapevo che adesso i sarebbe scatenati il finimon…
“La mia bambina si è fidanzataaaaaa!”
Ecco.
Io ero rigida davanti al cancello. Che razza di figura di merda! Mi dovrei fare un bell’album sulle mie figure del BIP.
Ikuto, invece, se la rideva alla grande.
Era ovvio che mi avrebbe presa in giro.
Avrei voluto scavarmi una fossa e buttarmi li dentro e sotterrarmi viva!!
Ikuto si deve essere accorto della mia postura rigida e del mio viso rosso, perché mi prese per mano e disse:
“Amu tranquilla! Non è successo nulla…”
“Come non è successo nulla? Mio padre mi ha appena fatta vergognare come nessuno aveva mai fatto. Insomma… a te… di s-sicuro… ti ha dato fastidio. Non siamo fidanzati…” continuavo a farfugliare.
“Amu… Ti ho detto che devi stare tranquilla… Non mi ha dato fastidio. Anzi…”
“Davvero?”
“Si.”
E piano piano ci dirigemmo verso la scuola.
Non ci eravamo accorti che le nostre mani erano ancora intrecciate.
Infatti quando arrivammo a scuola avevamo gli occhi della maggior parte degli studenti addosso.
Quelli pieni di stupore degli amici dei miei carissimi amici.
E, soprattutto, quelli pieni di rabbia e invidia di Tadase. Era arrivata l’ora di dirgliene quattro.
Perché se tra me e Ikuto sta succedendo qualcosa non sono affaracci suoi.
Solo miei e di Ikuto!
Io sono libera di uscire con chi cavolo mi pare! Non devo rendere conto a nessuno. nemmeno ai miei! Ormai sono maggiorenne, avrò diritto alla mia libertà di scelta, no?
Quando ci avvicinammo al nostro gruppo, Kukai e Naghii fecero l’occhiolino ad Ikuto provocandomi un’altra arrossatura di guance, mentre Yaya e Rima mi guardavano come per dire ‘Sputa il rospo!’.
Tadase invece mi guardava furibondo ma lo ignorai completamente.
Stavano per partire all’assalto quando…
“Ikuto, Amu!!! Siete cattivi! Perché non mi avete aspettato?”
“Perché sei sempre la solita ritardataria!” rispose acido Ikuto.
Poi si rivolse a me.
“Capisco Ikuto. Ma tu Amu… Non me lo sarei mai aspettato!”
Cavolo, l’ho offesa! Adesso mi sento una merda! E che me ne sono dimenticata con quello che è successo con mio padre.
Stavo per rispondere quando la campanella suonò e noi ci dirigemmo in classe…
 
 
 
Spero che vi piaccia. Ho voluto fare questa one-shot dal punto di vista di Amu per farvi capire che cosa provava.
E scusate se ci ho messo un po’ ma dovevo fare quattro capitoli in 1. Vi voglio bene e recensite in tanti. Baci grandi e al prossimo capitolo! XD

 

  
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