Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: Melabanana_    19/09/2012    4 recensioni
Giorno ~
Una RocoNatsu ispirata dalla canzone "More Than This" dei One Direction ~
Dedicata a 3 persone: Makichan che l'ha salvata dal cestino♥ , Miam che mi ha sopportato ieri sera♥ e Nikichan perché ama questa coppia♥
####
La cosa che lo faceva più arrabbiare era che gli sembrava di amarla troppo poco, meno di come faceva l’altro, era come se non si sentisse all’altezza. Lui le aveva dato il suo amore, più di così gli sembrava davvero impossibile. Le aveva donato tutto sé stesso, tutti i suoi sguardi, i suoi sorrisi, le sue parole.
Semplicemente tutto.

xxx
by Camy
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'FFI Slice of life'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

More Than This ~
 

{When you open his arms
And holds you close tonight
It just won’t feel right
Cause I can’t love you more than this, yeah
When he lays you down, I’m not just dying inside
It just don’t feel right
Cause I can’t love you more than this
Can’t love you more than this}

[More Than This _One Direction_]
 

 
Non sapeva se sarebbe riuscito a capire, nella sua testa era tutto confuso. L’unica cosa di cui fosse certo era che lei non fosse  lì con lui, ma se ne stava tra le braccia di  qualcun altro,  in un posto lontano, senza che lui potesse fare niente.  Ci stava provando a dimenticarla, ma ogni volta che prendeva il telefono in mano non faceva che pensare alla sua voce. Avrebbe voluto chiamarla, dire tutto quello che provava in quel momento. Che stava male, che era solo, che nel letto, al suo fianco, mancava qualcuno. Una ragazza dai lunghi capelli castani e lo sguardo di fuoco. Una ragazza come poche, che era riuscito a conquistarlo.
Ogni notte pensava davvero di premere i tasti di quel cellulare, di scrivere quelle cifre che gli avrebbero permesso di sentire la sua bellissima voce, poi abbassava lo sguardo e si bloccava. Lui non c’entrava più niente con lei. Sarebbero dovuti andare avanti ognuno per la sua strada. Le loro vite non si sarebbero più incrociate.
Un ennesimo pensiero gli balenò nella mente. Se anche la incrociasse per strada, non sarebbe in grado di dirle niente. Terrebbe gli occhi bassi, verso il pavimento di cemento della strada, pieno di ciottoli e pietre rotte.
Non avrebbe il coraggio di vedere quegli occhi color nocciola, sicuro che l’avrebbe intrappolato tra delle catene invisibili, da cui non sarebbe potuto più scappare.
Avrebbe teso una mano verso il suo viso, senza più trattenersi. Avrebbero parlato solo le loro labbra.
Sentì un incredibile dolore al petto quando vide l’ora. Le nove e mezza. Qualche mese fa, in quel preciso istante, le sue mani erano tra i capelli di quella ragazza che l’aveva cambiato del tutto. Le sue labbra cercavano con frema quelle di Natsumi. Tutto diverso, tutto sparito.
Una sola certezza: lei adesso era con qualcun altro e magari stavano anche facendo l’amore come avevano fatto loro tempo prima.
Era davvero un masochista, avrebbe dovuto distrarsi, invece non faceva che pensare a lei.
Alla famiglia che avrebbero potuto avere insieme.
La cosa che lo faceva  più arrabbiare era che gli sembrava  di amarla troppo poco, meno di come faceva l’altro, era come se non si sentisse all’altezza. Lui le aveva dato il suo amore, più di così gli sembrava davvero impossibile. Le aveva donato tutto sé stesso, tutti i suoi sguardi, i suoi sorrisi, le sue parole.
Semplicemente tutto.
 
Forse era davvero tutta colpa sua, del suo silenzio. Nessuna protesta.
Quando se n’era andata era rimasto fermo, a guardarla con i suoi profondi occhi scuri, un sorriso triste e i pugni serrati. Però non si era mosso, l’aveva lasciata andare.
Aveva fatto andare via quell’angelo che l’aveva salvato dalla solitudine e dalla paura, quell’angelo che l’aveva portato in paradiso per poi colpirlo e lasciarlo cadere all’Inferno.
Si chiedeva cos’avesse fatto se fosse vissuto a Tokyo, dove viveva lei. Il dolore era forte senza vederla, figurarsi tra le braccia di un’altra persona. Una persona che aveva il diritto di baciarla e sussurrare quello che non poteva fare lui.
Strinse i pugni ancora una volta, si morse il labbro,stava piangendo come un’idiota.
Proprio lui che non ne aveva motivo, perché l’aveva vista sparire davanti ai suoi occhi senza nemmeno aprire bocca o allungare una mano.
Completamente fermo, come se davvero credesse di essere in un incubo.
Quella storia e quelle lacrime avrebbero avuto fine? Avrebbero trovato pace?
 
Il telefonò squillò. Rococo sussultò, chiedendosi chi  lo stesse cercando a quell’ora.
Lo prese tra le mani, pronto ad ascoltare i problemi o le richieste di persone che in quel momento non avevano nessuna importanza per lui.
- Rococo. – quasi un sussurro impercettibile.
Lui sussultò di nuovo, non poteva essere la sua voce, era sicuramente un’illusione creata dalla sua testa…
- Pronto? – ripeté, cercando di dissimulare la sorpresa e l’emozione.
Poi però non ci fu nessun’altra risposta, solo il suono del telefono che gli rimbombò nelle orecchie. Rococo ripose deluso la cornetta. Stava davvero diventando matto.
 
Un nuovo giorno. Sempre lo stesso dubbio di non averle dato abbastanza.
I continui convincimenti. Più di questo non avrebbe potuto dare. Forse era solo una bugia per sentirsi meglio, anzi, probabilmente era proprio così.
Anche mentre camminava per la strada pensava a lei, convinto che avrebbe potuto vederla lì in compagnia di Endou, solo per farlo soffrire. Per ricordargli che non le aveva dato abbastanza che se avesse voluto un’altra piccola possibilità avrebbe dovuto fermarla nell’esatto momento in cui era entrata nell’aeroporto.
Rococo si fermò, sentiva un’incredibile solitudine, un’enorme invidia per la persona che l’aveva portata via da lui.
Una rabbia che si manifestava solo in quel momento. Tardi, tardi, troppo tardi.
Anche se le avesse gridato quanto fosse importante, se l’avesse pregata di tornare anche solo una notte con lui, non sarebbe cambiato niente.
Sarebbe stato un codardo, sarebbe rimasto con il rimorso di non averla potuta baciare per tutta la vita, di non aver potuto baciare il suo collo candido tutte le notti.
 
Sentì improvvisamente delle mani accarezzargli la schiena, s’irrigidì.
Non voleva girarsi, non voleva pensare che anche quello fosse frutto della sua mente.
- Non ignorarmi. – una voce fredda e tagliente ruppe il silenzio.
Rococo sorrise lievemente – Sto sognando.
- No, stupido.
Il ragazzo fece spallucce, si girl lentamente e si ritrovò davanti Natsumi. Le labbra e il naso nascosti nella sciarpa di seta blu.
Rococo la guardò incuriosito.
- Andiamo a Tokyo. – mormorò la ragazza, rossa in viso, poi allungò una mano – Insieme.
Il ragazzo dai capelli blu rimase fermo qualche secondo, ancora indeciso e sconvolto.
Ma non doveva lasciarsi sfuggire anche quell’occasione.
La prese in braccio in uno slancio di eccessiva felicità e le diede un bacio sulle labbra. LA gente che passava di lì si girava sorridendo.
- Pensavo che… - le sue  parole furono interrotte, un dito della ragazza si era posato sulle sue labbra, e intanto lei scuoteva leggermente la testa, facendo ondulare tutti i riccioli castani che le ricadevano sulle spalle.
- Pensi sempre male. Me ne sono andata perché avevo paura di essermi davvero innamorata di qualcuno.
- Ti ho deluso. – mormorò a bassa voce l’altro.
Lei scosse di nuovo la testa – No, tu mi hai dato troppo. Tutto quello che non meritavo, ma adesso andiamo avanti.
Il sorriso di lei gli mozzò il respirò, lui annuì e non poté fare a meno di ricambiare.
 
Camminavano mano nella mano sicuri che sarebbero rimasti insieme.
- Sai chi mi ha rotto le scatole più di tutti? Che mi ha detto che stavo facendo una cosa stupida? – chiese Natsumi sorridendo, pensando alla persona che l’aveva aiutata.
Rococo scosse la testa – Non ne ho idea.
- Endou. – rispose brevemente la ragazza – Già, proprio lui.
Rococo non poté fare a meno di rimanerne sorpreso, poi ringraziò mentalmente l’amico.
Diede un altro bacio alla ragazza.
Erano arrivati all’aeroporto. Da quel momento in poi avrebbero cambiato vita.
Sarebbero rimasti sempre insieme.
 

{Fine}
 [Ma dopo?]
 

 
Una bambina dai lunghi capelli blu scuro sorrideva davanti ad un bellissimo tramonto, estasiata dai colori del sole e delle nuvole.
Giallo e rosa che si mescolavano. Uno spettacolo assolutamente imperdibile e affascinate.
- Mamma, Papà! – lo richiamò entrambi.
I due genitori lanciarono uno sguardo al panorama e poi l’abbracciarono sorridenti.
- E’ bellissimo come te. – mormorò la donna dai capelli castani.
L’uomo dai capelli blu annuì.
Questo era molto di più di quello avrebbe pensato di dare in passato.

#####
 
 
#Angolo Autrice demente e senza speranza che vi ama tutti (?)#
BuongiornoH a tutti.
Finalmente sono riuscita ad andare su EFP °^°
Ed ho postato una cosa brutta e deprimente che poi finisce bene – Maki la picchia -.
Una RocoNatsu che volevo scrivere da tempo, perché li amo singolarmente e come coppia. La canzone da cui ho preso spunto è More Than This dei One Direction, onestamente non mi piacciono tantissimo, ma questa canzone è stupenda. Ascoltatela, davvero.
Non ho avuto il coraggio di scrivere una vera e propria song-fic perché non ho la lucidità per farlo, ma spero che questa Shot vi piaccia lo stesso.
E’ dedicata a Miam , che mi sopporta quando mi deprimo e dico cazzateH  - che non lo sono affatto -.
Poi è per Makichan,che mi sopporta sempre, e con cui ho legato tantissimo, davvero.
Infine è per Nikichan♥a cui piace questa coppia e a cui avevo promesso che prima o poi ci avrei scritto su.
Grazie di tutto e a tutte le persone che leggeranno e recensiranno questa fic.
Sappiate che è stata l’unica fic superstite – ieri sera ne ho cestinate 10 (?)
Buonagiornata ♥
- La vostra Camy -

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Melabanana_