A sleepless night



 
Le finestre della Capsule Corporation erano chiuse, quella sera; le luci erano spente e nessun rumore si udiva nei dintorni se non il fruscio di alcuni rami sospinti da un debole vento autunnale.

Le camere buie e gli oggetti immobili suggerivano  che gli abitanti dell’immenso edificio dovevano aver abbandonato le loro occupazioni  per potersi,così,  rifugiare in un sonno ristoratore.  

Eppure, per qualcuno, Morfeo tardava ad arrivare.

Vegeta spalancò gli occhi d’improvviso, si alzò di scatto e con aria affannata iniziò a scrutare l’ambiente che lo circondava.
Pareti,  mobili, quadri …. era tutto come lo ricordava, ciò significava che era ancora nella propria stanza.
Si distese,allora, con uno sbuffo e scosse la testa per allontanare quei  brutti pensieri che da ore si burlavano della sua già esigua pazienza.

Dannazione, era la terza o quarta volta che si svegliava a causa di uno stupido incubo.

Ricordava suo padre, Freezer e le solite cose che sognava quasi ogni notte ma che, in fondo, non lo turbavano più di tanto: aveva ormai imparato ad accettare il suo passato e lo aveva etichettato come un fastidioso ricordo remoto.

Ma allora perché continuava a svegliarsi?

Decise allora di voltarsi, per osservare l’unica, angelica, creatura in grado di placare il suo animo tormentato.

La fioca luce lunare illuminava le lenzuola di lino bianco e il cuscino scomposto della sua donna; ma lei non era lì.

Possibile che le fosse successo qualcosa senza che lui se ne accorgesse?

Nei momenti in cui era con lei abbassava la guardia, doveva ammetterlo, ma, diamine, era pur sempre un sayan, i suoi sensi non potevano averlo tradito in quel modo!

Scese velocemente dal letto e si concentrò per percepire l’aura della moglie.

Che cavolo ci faceva a quell’ora in centro città?!

Con fare stizzito, si apprestò ad indossare i primi indumenti che ebbe sotto mano e,  in un attimo,  balzò  giù dal balcone per poi schizzare il volo.
L’aria notturna gli scompigliava dolcemente i capelli e, morbida, gli accarezzava il viso contratto in una smorfia di nervosismo, di preoccupazione.  

Scese davanti ad un negozio di elettronica, forse l’unico ancora aperto a quell’ora assurda della notte, e subito la voce calda e familiare di Bulma lo raggiunse.

Fece per entrare quando la voce di un uomo che dialogava e, spiritoso, rispondeva alla sua donna, lo bloccò.

Che Bulma avesse una relazione segreta con qualche commesso di quel negozio? O con il proprietario?

La sola idea gli fece digrignare i denti e stringere i pugni ; chiunque fosse stato quello stupido terrestre, quella notte, avrebbe perso la vita …. ah, e come l’avrebbe persa!

Accecato dalla rabbia, in un attimo si fiondò all’interno del magazzino e, sentendo scricchiolare sotto le sue possenti dita il collo del malcapitato, lo sbatté violentemente contro il muro.

“Ahh!! Vegeta cosa stai facendo?!”

L’urlo di Bulma non ebbe alcun effetto se non quello di aumentare la sua ira.

“Dannata puttana! E’ con questo moscerino che mi tradisci?! Che tradisci il grande Principe dei Sayan?! L’uomo più forte del mondo!!?”

Dopo un attimo di smarrimento, la donna si riprese e con tutte le sue, seppure modeste,  forze,  si aggrappò alle braccia del marito che prontamente la scostò.

“Vegeta stai fraintendendo, lasciami spiegare! Sono venuta qui soltanto a comprare dei pezzi di ricamb…!”

“A quest’ora di notte? A chi vuoi darla a bere?!”

“Vegeta devi credermi! Volevo costruire una nuova macchina per i tuoi allenamenti ma avevo finito i bulloni,… ieri era domenica e  ho trovato tutti i negozi  chiusi … così visto che domani è… ecco… il nostro anniversario, ho chiamato questo mio amico e gli ho chiesto il favore di procurarmi quello che mi serviva… stanotte mi sarei data da fare e domani avresti trovato tutto pronto…”

Vegeta la guardò incredulo. Con quella donna c’era da impazzire, era completamente svitata.

“Per piacere credimi!”

Lo pregò lei supplicante, capendo, effettivamente, l’equivocità della situazione.

Dopo averla osservata a lungo, indeciso sul da farsi, il sayan decise di darle fiducia; in fondo  le credeva, dato che  non era affatto possibile rimpiazzare una bellezza come la sua con uno squallido terrestre tutt’ossa.

“D’accordo.. vedo che sei sincera”

La turchina tirò un sospiro di sollievo e solo allora il commerciante parlò:
“Scu-scusa… vist-o ..ch-e…v-vi …sie-te.. chia-ri-ti…cof..potr-es-ti.. las-ciar-mi..cof cof?”

“Uhm?”

“Oddio! Vegeta lascialo!”

Senza farselo ripetere l’uomo lasciò cadere lo sfortunato e in un impeto afferrò la terrestre che sollevò con sé su nel cielo.

“La prossima volta avvertimi quando esci, donna”

“Pensavo non ti interessasse quello che faccio”

Veloci e inafferrabili,  le loro ombre sorvolarono la città, per poi ricongiungersi con i proprietari sul balcone della propria residenza.

“Adesso vado a letto, vedi di non darmi più problemi”

Annunciò Vegeta, dandole le spalle ed entrando nella stanza da letto.

“Ah, Vegeta, ancora una cosa!”

“Che vuoi ancora??”

“Buon anniversario”
 
 
 
 
Era da un po’ che avevo voglia di scrivere una fan fiction perché era tanto che non lo facevo XD
Fatemi sapere che ne pensate U_U
                                                                                                                                                           Newmoon_