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Autore: Ashtart    19/09/2012    5 recensioni
“Certo che potresti anche scioglierti, ogni tanto.” Pigola. “Non so, essere gentile, farmi un complimento… giusto per farmi contenta.”
“Non rientra nelle mie mansioni, Sutcliffe.”
Quello che William non dice, è che in verità lui lo trova la più attraente giovane donna che abbia mai visto.

[Grelliam]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis, William T. Spears
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Grelliam love.'
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Eight shades of Grelliam
 

 
1# Altalena.
 
Su e giù. I tacchi scavano lievi solchi nel selciato ogniqualvolta le gambe danno la spinta. Su e giù. Il cigolio delle catene dell’altalena. I lunghi capelli al vento, un mare cremisi in balia dello zefiro. Su e giù. Una cascata di sangue vermiglio che ondeggia come un fiume in piena. Uno stendardo rosso, come è rosso il suo portatore. Su e giù. Sembra canticchiare qualcosa. Sembra l’essere più sereno dell’universo.
 
William si sistema gli occhiali sul viso, seguendo con lo sguardo il pigro oscillare del collega scarlatto dalla finestra del proprio ufficio. C’è qualcosa che lo invoglia a mollare il documento che sta compilando e raggiungere l’altro shinigami, dargli una spinta, magari. Ma simili frivole perdite di tempo non sono nella sua natura, perciò si limita a richiudere la finestra e tornare al rapporto che sta meticolosamente redigendo.
 
 
2#Smalto.
 
“Wiiiill~”
Il giovane chiamato in causa solleva gli occhi dalla lucida superficie della scrivania. “Cosa succede, Sutcliffe?” domanda, freddo.
“Quante volte ti ho detto di chiamarmi semplicemente Grell?” Scuote la testa, il rosso acceso dei capelli a stagliarsi contro l’uniforme nera del Dipartimento. “Uff, sei così noio~o~so, Will. Ma sta tranquillo” sorride, ferino, mettendo in mostra i denti appuntiti. “A me piaci così ~”
William T. Spears si chiede distrattamente quale divinità superiore abbia offeso per meritare una simile seccatura. Si chiede anche quale divinità superiore abbia compiaciuto, ma scaccia il pensiero come una mosca molesta.
“Coooomunque~” ricomincia l’altro, per nulla scalfito nell’entusiasmo. “Mi serve un parere maschile.” Annunciò, poggiando due boccette, a opinione del moro identiche, sul legno smaltato della scrivania. “Ciliegia o corallo? Cosa pensi mi doni di più? ♥”
“Sinceramente parlando, Sutcliffe, quello che penso è che quella roba sia contro il regolamento.” Fece, sistemandosi gli occhiali sul naso.
“Cazzate.” Fece un gesto con la mano. “La mia segretaria lo porta, non vedo perché io che sono una lady di prima classe dovrei essere da meno.”
All’altro sfuggì un impercettibile sospiro: “Io invece non vedo quando tu sia diventato una lady.”
Grell si rabbuia, ferito: “Certo che potresti anche scioglierti, ogni tanto.” Pigola. “Non so, essere gentile, farmi un complimento… giusto per farmi contenta.”
“Non rientra nelle mie mansioni, Sutcliffe.”
Quello che William non dice, è che in verità lui lo trova la più attraente giovane donna che abbia mai visto.
 
 
3#Divisa.
 
“Sutcliffe?”
“Si, Wiiill ♥?”
“Sai qualcosa delle anomalie nei decessi che si sono verificate negli ultimi tempi?”
“Certo che no, Will.” Fa il sottoposto, col suo solito tono melenso. I suoi occhi verdegialli, però, per la prima volta sfuggono il suo sguardo, invece di rincorrerlo come al solito.
“Pensavo stessi indagando, dato che quello è il tuo territorio.” Insiste.
“Davvero, non ho notato niente di strano.” E’ rigido e nervoso ora. Tuttavia, William non indaga oltre, e non gli chiede nemmeno come si sia procurato la divisa da maggiordomo che indossa al posto dell’uniforme.
 
 
4#Assenza.
 
Sono trascorse due settimane dall’ultima volta che un ombra di rosso è entrata nel suo campo visivo. William apre la porta dell’ufficio di Sutcliffe, e deve quasi ripararsi gli occhi, tanto il rosso di quella stanza è accecante. Azzarda un paio di insicuri passi all’interno e si guarda intorno con cautela.
Ma perché si preoccupa tanto, poi?
 
“Cosa ci fai qui, Will caro?”
E’ tornato, quindi. E’ tornato e lui si è fatto tanti problemi per niente. E’ tornato, ma ora gli occhiali rossi dell’altro sembrano una barriera eretta a proteggerne i pensieri.
“Stavo per lasciarti una nota di demerito sulla scrivania, Sutcliffe.” Gli occhiali gli scivolano lungo il naso. E’ Grell a rimetterli al loro posto, e il semidio non si oppone. “Ma dato che sei qui, sorvolerò per questa volta. Non abusare della mia pazienza, in futuro.”
“Non lo farò, Will, solo, lasciami andare a prendere un caffè, poi giuro che inizio il turno.” Promette.
Il moro acconsente freddamente, dopotutto il rosso gli sembra stremato, e soprattutto sincero. Lo accompagna, con la scusa di tenerlo d’occhio, per riempirsi gli occhi di quel colore che, non lo ammetterebbe mai, gli era così mancato.
 
 
5#Tinta.
 
La porta cigola più di quanto gli aggradi, quando, due giorni dopo la mattina-del-caffè, Spears, per la millesima volta nel giro di una settimana, si ritrova a chiedersi cosa diavolo abbia in testa quella checca giuliva del proprio sottoposto. E a riavventurarsi nel suo ufficio.
Si guarda intorno con più attenzione, stavolta, si fa largo con lo sguardo tra i soprammobili e i fermacarte, tutti rigorosamente del colore del sangue, finchè non scorge una nota dissonante.
Si china a raccogliere un oggetto, seminascosto tra i quintali di scartoffie, nel cestino dell’immondizia, e si rigira la scatolina tra le mani, chiedendosi perché diavolo Sutcliffe abbia acquistato – ed usato – della tintura per capelli nera. Chiedendosi perché diavolo avesse voluto o dovuto cambiare colore. Chiedendosi perché l’idea di un Grell Sutcliffe bruno lo rattristi così tanto.
 
 
6#Falce.
 
Il rombo della falce di Grell sovrasta ampiamente lo scalpiccio dei propri passi sul selciato. William non ha bisogno di ulteriori conferme, ormai, di chi sia la causa di quel grosso numero di morti non previste, di chi ci sia dietro a quello che gli umani chiamano il caso di Jack lo Squartatore. Dannato shinigami. Pensa che una volta finita quella storia farà rapporto ai piani alti, oh si, e lo shingami in rosso sconterà una quantità indefinita di domiciliari.
“Sutcliffe.” Sputa tra i denti.  Accelera il passo, non perché sia preoccupato per lui, certo che no, ma per tentare piuttosto di porre un argine al disastro. Tuttavia, quando sente un rumore sordo, segno inconfondibile che la motosega del rosso è cozzata contro qualcosa di duro, inizia a correre.
 
 
7#Demone.
 
“Ahhh, Sebas-chan, perché sei tu Sebas-chan?♥”
William è appollaiato su un tetto, i pugni stretti intorno ad un cornicione. Dal vicolo sottostante provengono i rumori dello scontro.
“Rinnega il tuo padrone, rifiuta il tuo nome.” La falce di Grell si conficca a fondo nel selciato, la dove un istante prima si trovava un maggiordomo completamente vestito di  nero. “Guarda soltanto me! ~”
Il moro serra le dita fino a farle sbiancare, chiedendosi perché diavolo un suo sottoposto stia flirtando spudoratamente con una bestia nociva come quella.
“Dal momento in cui il padrone mi ha chiamato “Sebastian”, io rispondo a quel nome e a nessun altro.” Fa la voce del demone, suadente come il velluto. “Lo giuro sulla luna.” Sta al gioco, spudoratamente.
“Oh, Sebas-chan~” cinguetta l’altro. “Mi fai venire i brividi ♥ sarai ancora più bello ricoperto di sangue, Sebas-chan ♥”
William sente distintamente che, per il bene della propria sanità mentale, deve smettere di ascoltarli. Cerca di concentrarsi su qualcosa, qualsiasi cosa, che non sia lo scontro.
 
Per questo, solo per questo, non si accorge che quel lurido demone sta avendo la meglio sul proprio collega. Per questo, interviene in sua difesa soltanto quando questi sta per calare su Sutcliffe la sua stessa motosega.
 
 
8#Soprannome.
 
“Inutile idiota.” Sbotta, trascinandosi dietro il peso morto del proprio sottoposto. Per i capelli.
“Non è carino trattarmi così, Will caro ~”
“Ti pregherei di non chiamarmi più in quel modo, Grell Sutcliffe.”
“Così come? Will.” Fa una pausa. “o caro?”
“Entrambi. Ti rammento che se non fossi intervenuto a quest’ora tu saresti morto.” Si risistema gli occhiali sul naso. “Quindi hai dieci secondi per spiegarmi perché ti stavi intrattenendo con quella feccia.”
“Cosa c’è Will? Sei geloso per caso? ” Lo shinigami scarlatto è di nuovo in piedi. “Non devi preoccuparti, sai? Nel mio cuore ci sei solo tu~u.”
William rimane in silenzio. Non fa mai rapporto ai propri superiori.
 
 

 
 


Angolo fossa buia dell'autrice:
C’è da dire che questo è più che altro un esperimento, in vista di una long che ho intenzione di scrivere tra millemila anni. E’ più che altro uno studio dei personaggi. Comunque, ho avviato la mia conquista al fandom. C:
  
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