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Autore: LuluXI    19/09/2012    4 recensioni
“Capisco…” rispose dopo un lungo silenzio “…la prossima volta però scegli penitenze meno compromettenti… Qualcuno potrebbe fraintendere”, concluse, sottolineando con la voce l’ultima parola.
Vedendo la sua espressione, Milo dovette reprimere il suo desiderio di bucarlo con Antares fino a trasformarlo in uno scolapasta.

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Aphrodite, uno dei Saint più vicini ad Arles, scopre la relazione segreta di Milo. Allo Scorpione il compito di convincerlo che non sta infrangendo le regole, ma si tratta di un semplice malinteso.
[Credo che sia pericolosamente OOC (ripeto,credo): leggete a vostro rischio e pericolo.]
[Partecipa alla Challenge "Chi, con chi, che cosa facevano]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Pisces Aphrodite, Scorpion Milo, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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NOTE: Ecco un’altra storia partecipante alla Challenge “Chi, con chi, che cosa facevano”. Ho tentato di crearla in modo che fosse seria… ma la consegna del Plot Bunny 0 (Una Bonus Track) era davvero…ostica. Si perché la traccia è questa: 6 e 8 hanno una relazione clandestina. 1 li scopre.
Aphrodite (1) dunque, scopre la relazione tra Milo (8) e…e chi? Chi è 6? Leggete e scopritelo!
(Pericolosamente OOC, temo… ma ho fatto del mio meglio. Ma non vi chiederò di essere clementi, perché so che le critiche aiuteranno a fare di meglio la prossima volte =) )
 

Penitenze pericolose

 
 
Se glielo avessero raccontato, Milo non lo avrebbe creduto possibile: non perché considerasse Aldebaran privo di cuore, ma perché non lo credeva capace di tanta delicatezza. Di tutti i Gold Saint, il custode della seconda casa era sicuramente il più imponente e il più forte a livello fisico: ma quelle mani, che avrebbero potuto spaccargli il viso con un semplice movimento, accarezzavano i suoi capelli senza provocargli il minimo dolore. La prima volta che si erano abbracciati, nascosti tra le colonne della seconda casa, Milo aveva temuto per le sue costole: sotto l’armatura anche loro avevano un corpo umano, fragile. Ma Aldebaran aveva trasmesso calore e affetto senza nuocergli.
 
Non avrebbe saputo dire con certezza come era cominciata la loro storia: sapeva solo che la partenza di Mu li aveva uniti, perché aveva segnato entrambi il comportamento insolito del Saint, che non aveva risposto al richiamo del Sacerdote. Un giorno, passando per la seconda casa, di ritorno dall’arena, Milo aveva visto Aldebaran da solo e si era fermato a parlare. L’episodio, un semplice discorso tra colleghi, si era ripetuto per più di due settimane; poi un temporale li aveva sorpresi all’aperto e Aldebaran lo aveva ospitato nelle sue stanze private e, forse solo per caso, era iniziato tutto. Milo era sempre stato convinto di non poter provare un affetto più grande di quello che sentiva per Camus, ma si sbagliava: Aldebaran, così mite, lo aveva letteralmente colto alla sprovvista. Con lui poteva parlare di ogni cosa senza temere giudizi o tradimenti, cosa che con Camus non riusciva a fare da tempo, più precisamente da quando lui si era permesso di esprimere i suoi dubbi circa il comportamento del Sacerdote.
 
Il Saint dello Scorpione alzò il capo per guardare Aldebaran.
“A che pensavi?” gli domandò il Saint del Toro che poggiava la schiena contro una delle colonne del secondo tempio.
“A Camus…a quando parlavo con lui di tutto…”
Aldebaran scoppiò a ridere, con così tanta potenza da far riecheggiare la sua voce per tuta la seconda casa.
“Non riesci proprio a non pensare a lui eh?”.
Milo teneva ad Aldebaran anche per questo: poteva parlare del suo migliore amico per ore, senza sentirsi in colpa. Il Toro lo lasciava parlare di Camus e delle loro discussioni, in quel periodo sempre più frequenti, senza ingelosirsi: riteneva più salutare per Milo lasciarlo sfogare.
“E’ tutta colpa dei Bronze Saint: se Hyoga non avesse tradito, Camus sarebbe rimasto quello di sempre”.
Milo era arrivato a quella conclusione ormai da tempo; scacciò quei pensieri dalla sua mente e si alzò in punta di piedi per baciare Aldebaran, che ancora rideva. Il Toro cedette di buon grado.
 
“Ma cosa abbiamo qui…”
Quella voce melliflua, che sembrava voler immergere l’ascoltatore in un vasetto di miele, per Milo fu come un’immersione nell’acido; insopportabile.
Si allontanò di scatto da Aldebaran, voltando il capo verso Aphrodite, appena giunto.
“Aphrodite” sussurrò appena in quello che non sembrava neanche lontanamente un saluto. L’altro, ignorando l’interruzione, proseguì il suo discorso.
“Aldebaran del Toro e Milo dello Scorpione…” parve soppesare i nomi “Il Sacerdote sa della vostra…come dire…relazione?” La domanda era, ovviamente, retorica, il che fece infuriare Milo ancora di più. Doveva cercare di stare calmo, ma non era facile farlo nel momento in cui si veniva colti in flagrante nel venir meno ad una delle regole più importanti del Santuario. Soprattutto perché a scoprirli era stato Aphrodite, una delle spie del Sacerdote che, senza ombra di dubbio, avrebbe riferito il tutto. E le conseguenze potevano essere ben peggiori di una semplice punizione.
 
Cercò di farsi venire in mente una scusa, una qualsiasi scusa plausibile perché Aphrodite se ne andasse senza riferire quanto visto; la risata di Aldebaran interruppe le sue riflessioni. Milo lo osservava sconcertato: come poteva ridere in un momento del genere?
“Relazione?” domandò Aldebaran, senza smettere di ridere. “Ma no, Aphrodite, hai capito male! Questo è tutto frutto di una scommessa…vero Milo?” domandò allo Scorpione, tirandogli una pacca sulla spalla che gli mozzò il fiato, risparmiandogli quantomeno la risata falsa che avrebbe dovuto fare a sua volta. Ora doveva solo inventarsi una scommessa, perché Aphrodite lo fissava, esigendo una spiegazione.
“Mi sono azzardato a dire…” iniziò Milo, interrotto da un colpo di tosse causato dalla pacca ricevuta poco prima “che nessuno al Santuario mangia più di me.”
Aldebaran, ancora rideva.
“Mi ha sfidato e ho perso” concluse, indicando il Saint del Toro “Così gli ho detto: “Ehi, ora devo baciare il vincitore o lavare i piatti?” E sai com’è fatto Aldebaran, è buono come il pane, se non lo fai arrabbiare: mi ha detto di scegliere.”
 
Aphrodite lo fissava perplesso, ma Milo ormai aveva riacquisito il suo sorriso sicuro e spavaldo.
“Così, dopo una notte insonne, ho decretato meno impegnativa la prima opzione” concluse sorridendo al Saint dei Pesci. Quest’ultimo osservò prima uno poi l’altro, analizzando la tranquillità di Aldebaran e la strafottenza di Milo.
“Capisco…” rispose dopo un lungo silenzio “…la prossima volta però scegli penitenze meno compromettenti… Qualcuno potrebbe fraintendere”, concluse, sottolineando con la voce l’ultima parola.
Vedendo la sua espressione, Milo dovette reprimere il suo desiderio di bucarlo con Antares fino a trasformarlo in uno scolapasta.
 
Senza degnar loro di ulteriori attenzioni, il Saint dei Pesci si avviò verso la sua casa; nessuno degli altri due parlò finchè l’eco dei suoi passi non fu del tutto scomparso.
“Ce la siamo vista brutta…” disse infine Milo. “Come facevi ad essere così tranquillo?”
In tutta risposta, Aldebaran rise di nuovo.
“Sapevo che una scusa ben architettata lo avrebbe convinto ad andarsene.”
“Ma non a credere alla nostra versione…Di certo Aphrodite non se l’è bevuta.”
Aldebaran scosse il capo.
“No, ma per ora non riferirà nulla: non ha prove concrete, solo un’ipotesi. Se noi continuassimo a sostenere la nostra versione, il Sacerdote non farebbe nulla: non penso crederebbe possibile una relazione tra me e te, mentre sono sicuro che sospetterebbe di una cosa del genere, se al mio posto ci fosse stato Camus.”
Milo non rispose: forse Aldebaran aveva ragione.
Il Toro gli posò una mano sulla spalla.
“Basterà essere prudenti, Milo.”
“Il che significa vedersi di meno.”
“Nha…ignorarsi per un po’” precisò l’altro, alzando le spalle “Non possono vietarci di scambiare due parole quando vado dal sacerdote o te rientri all’ottava casa no?” concluse chinandosi per dargli un ultimo, casto bacio.
“E al resto, penseremo poi, quando i sospetti si saranno affievoliti.”
Milo ricambiò il bacio, un po’ più rincuorato.
 
“E non possono certo dirci di no, se vogliamo allenarci insieme…” aggiunse lo Scorpione, mentre l’altro già si avviava verso le sue stanze.
“Vuoi davvero che ti gonfi di botte?”
Milo alzò le spalle.
“Potrebbe essere divertente e in ogni caso per massacrarmi devi prendermi prima che io inizi ad usare Antares…”
Lo Scorpione lasciò la Seconda casa con la risata di Aldebaran che ancora gli rimbombava nelle orecchie; all’ingresso della Quarta casa, Aphrodite lo guardò proseguire la scalata verso l’Ottavo tempio.
 
 
NOTE:
Ok…è stato difficile. Molto. Milo, Aldebaran (il n°6)… caratterizzarli e accoppiarli  (soprattutto accoppiarli) è stato per me terribilmente difficile. Non solo perché di Aldy sappiam poco…ma perché io ho sempre visto Milo al massimo accanto a Camus(che qui ricopre il ruolo del migliore amico che nell’ultimo periodo non è proprio tale…). E anche Aphrodite, come Saint, mi crea un po’ di problemi…però forse è più IC degli altri due…non lo so. Non so nemmeno come mai mi è venuto da caratterizzare Milo così…ma è venuto e basta xD A voi l’ardua sentenza! Io spero che vi sia piaciuta almeno un pochino :)
PS: Non so se davvero i Saint devono essere casti e puri però…mi serviva per sviluppare la storia. Mi son presa la licenza poetica xD
   
 
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