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Autore: Fradale91    19/09/2012    6 recensioni
Sono due giorni, sette ore e venticinque minuti che non osa mettere piede fuori casa. Centonovantanovemila e cinquecento secondi.
Louis Tomlinson non è uno che bada molto al tempo. Non da quando sono gli altri ad organizzare le sue giornate. Tuttavia, seduto su quel costosissimo divano di pelle che mai avrebbe creduto di potersi permettere, non può fare a meno di pensare che non sente la voce di Harry da quasi duecentomila secondi.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note iniziali: Buona sera/notte pipol. Sono ancora qui ad intasare il fandom dei 1D con un'altra OS. Probabilmente non interessa a nessuno. Il punto è che gli ultimi avvenimenti mi hanno depressa e quindi non ho potuto fare a meno di scrivere questa cosa che è talmente Angst da deprimermi ancora di più. Si collega, ovviamente, al tweet di Louis di qualche giorno fa. Essendo la prima volta che scrivo una cosa del genere mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate. Per capire, più che altro, se devo darmi all'ippica o se ogni tanto, quando l'ispirazione mi assiste, posso pubblicare qualcosina su questo sito. Come per "Panorami", che ho pubblicato di recente, mi preme fare qualche premessa.
1) Si tratta di nuovo di una Larry. Abbiate pietà di me ma quei due sono la mia nuova fissa.
2) Non sono descritti rapporti sessuali. Il rating infatti è giallissimo.
3) Compaiono Zayn e Niall.
4) La dedico a Vita (sempre e comunque) e a Breakeven (di cui ahimè non conosco il vero nome) perchè mi ha lasciato una recensione bellissima per "Panorami". E vi consiglio di andare nei loro profili per leggere le loro OS che sono bellissime. Non so taggare i profili quindi al massimo posso dirvi di cercare Deanna92 e Breakeven.


Buona lettura.






Sono due giorni, sette ore e venticinque minuti che non osa mettere piede fuori casa. Centonovantanovemila e cinquecento secondi.

Louis Tomlinson non è uno che bada molto al tempo. Non da quando sono gli altri ad organizzare le sue giornate. Tuttavia, seduto su quel costosissimo divano di pelle che mai avrebbe creduto di potersi permettere, non può fare a meno di pensare che non sente la voce di Harry da quasi duecentomila secondi. È una cosa abbastanza assurda considerando che, di norma, starebbe ad ascoltarlo per ore. Perché Harry ha tre diversi timbri di voce. Uno lo usa per cantare, è graffiante e qualche volta insicuro. Un altro è quello che usa quando sta dicendo qualcosa di assolutamente malizioso ma assumendo, allo stesso tempo, l’espressione di un bimbo che non ha neanche mai sentito parlare di sesso. È quel timbro di voce che Louis definisce “da post orgasmo”: basso e roco. E infine, c’è quello che usa quando piange o quando ha appena smesso di farlo. È l’unico che Louis non vorrebbe ascoltare mai. E invece, è l’ultimo che ha avuto il dispiacere di sentire.

Si decide ad alzare il sedere dal famoso divano solo quando si rende conto che il suono assordante del campanello rischia di perforargli il padiglione auricolare. Si trascina fino alla porta d’ingresso e senza neanche chiedere chi è, la spalanca trovandosi davanti un ciuffo nero e biondo. “Ah, sei tu amico” afferma senza troppo entusiasmo guardando Zayn. Poi, come se fosse tornato improvvisamente sul pianeta Terra, aggiunge “Non dovresti essere a Bradford?”. Il moro non si scompone per niente, gli da una leggera spallata per farsi spazio e “ E tu non avevi bisogno di una conversazione a cuore aperto con me?” domanda entrando in casa e virgolettando la seconda metà della frase per fargli capire che sta citando un suo tweet. Zayn non è un tipo che parla molto. Non a caso è stato il membro del gruppo più difficile da inquadrare e conoscere. Louis però, che ci vive a stretto contatto da tre anni e che ha imparato a comprenderlo, sa benissimo che quello che è appena fuoriuscito dalle labbra dell’amico è “nervosismo”. Per questo, guardandolo un po’ accigliato, gli chiede “Per caso sei nervoso? Hai le tue cose o ti è semplicemente finito il gel?”. Zayn si è buttato sul divano con pochissima grazia e si sta accendendo una sigaretta quando “Vedo che sei perspicace Tomlinson. Il punto è che non sono nervoso. Sono incazzato nero. E tu mi sembri fin troppo tranquillo per essere uno che sta perdendo la persona più bella che potesse sperare di incontrare nella sua vita.” dice senza neanche prendere aria tra una frase e l’altra. Louis non ha la forza di dire niente. Sa perfettamente quanto abbia ragione il moro quindi riesce solo a sussurrare un flebile “Perché non sei da Harry allora?”. Zayn a quel punto si alza, si toglie la sigaretta dalle labbra buttando fuori il fumo e poggiando una mano sulla spalla di Louis gli dice “Perché tu hai bisogno di qualcuno che ti dica che sei un coglione e io sono qui per espletare questo compito.” Lo fissa per due secondi esatti in assoluto silenzio e poi aggiunge “Sei un coglione Tomlinson.”
 
Si sono spostati in cucina per prendere due birre dal frigo. Zayn si è leggermente tranquillizzato ,forse grazie alla sigaretta, e con tutta calma chiede all’amico “Come hai potuto scrivere quelle cose? Come hai potuto definire il rapporto con Harry “un’enorme stronzata”? E soprattutto, mentre lo facevi, hai pensato agli effetti che la cosa potesse avere su di lui? Sul tuo Hazza?”. Louis sentendo quel soprannome rabbrividisce e con lo sguardo basso non può che ammettere “Lo so. Ho fatto una cazzata.”. Poi prendendo un po’ di coraggio alza la testa e aggiunge “È che Eleanor è mia amica, ok? E non mi va giù che girino cospirazioni su di lei e addirittura su una sua presunta gemella. Voglio dire, non è la mia ragazza ma è comunque una persona. Ha un cuore, Dio mio. E le fans sanno essere cattive a volte. Io stavo solo cercando di proteggerla.”. Zayn, che ha disconnesso il cervello nel momento esatto in cui Louis ha pronunciato il nome “Eleanor” , sbatte la bottiglia di birra sul tavolo prendendo un grosso respiro. La calma di poco prima è definitivamente andata a farsi benedire quando, alzando la sua voce di almeno tre toni urla “Una cazzata Lou? Tu hai appena definito quello che hai fatto come “una cazzata”? Lascia che ti spieghi una cosa,amico mio. Chiudersi la porta di casa alle spalle lasciando le chiavi sul tavolo e rimanendo di conseguenza chiusi fuori, è una cazzata. Dimenticarsi la padella sul gas acceso bruciando la cena, è una cazzata. Rimanere a secco di benzina per strada per non aver visto la spia della riserva, è una cazzata. Spezzare il cuore di quella che hai sempre definito la persona più importante della tua vita, non è affatto una cazzata. Non so neanche io cosa sia di preciso ma posso assicurarti che è qualcosa di molto peggio.”.
La sudorazione delle mani di Louis in quel momento, è inversamente proporzionale alla sua salivazione. Con un filo di voce riesce solo ad chiedere “ Che dovrei fare Zay?”. “Andare da lui, parlargli e sperare che ti perdoni” è il consiglio che riceve.

Mezz’ora dopo è in piedi davanti casa Horan. A quanto pare Harry si era fiondato e rifugiato da Niall subito dopo aver aperto Twitter due giorni prima. Louis fa un respiro profondo e si decide a suonare. Ci sta quasi ripensando a dirla tutta. La paura di affrontare Harry dopo la cazzata (o meglio “disastro”, come ha tentato di definirlo Zayn), che ha combinando, lo sta letteralmente fottendo. Non ha tempo di pensarci un secondo di più però, perché una testa bionda gli ha appena aperto la porta. “Ehi” è tutto ciò che riesce a dire. Niall è sempre gentile con tutti, anche quando non vorrebbe, ma sono quarantotto ore che la sua stanza è sotto sequestro, e soprattutto, sono quarantotto ore che le canzoni più strappalacrime di Whitney Houston risuonano tra le pareti di casa sua, quindi nonostante la buona volontà, non riesco proprio a controllare un “Ce l’hai fatta finalmente” che, spontaneo, esce dalla sue labbra. Gli fa cenno con la testa indicando il piano di sopra e Louis si avvia senza neanche essere accompagnato dall’amico. Fa le scale lentamente. Cerca di guadagnare tempo. Temporeggia perché non sa cosa deve dire. Zayn è riuscito a fargli capire molte cose. Come aveva fatto a non pensare alle cretinate che stava scrivendo mentre pigiava i tasti del suo IPhone? Perché si era preoccupato di proteggere la sua amica d’infanzia Eleanor e non la persona che, per lui, è più fondamentale dell’ossigeno per sopravvivere? Apre lentamente la porta della stanza di Niall per scorgere la figura di Harry raggomitolata sul letto in posizione fetale. “Sembra così piccolo” pensa Louis per la prima volta da quando lo conosce. Perchè il riccio ha sempre dimostrato di più della sua età. E non solo fisicamente. “Ho detto che non la mangio la pizza avanzata da ieri Niall. Non ho fame e voglio soltanto stare solo. Esattamente come venti minuti fa.”. Louis sorride impercettibilmente sentendo la frase appena pronunciata da Harry e poi si sforza di sussurrare un “Non sono Niall e non porto della pizza. Vorrei solo parlarti se per te va bene”.  Harry riconosce quella voce. Ovviamente. La riconoscerebbe tra mille. Allora si stropiccia gli occhi per ripulirli dalle lacrime ormai secche del pomeriggio, come se nonostante tutto ci tenesse ad apparire bello per lui, e si gira a guardarlo. Se solo qualche giorno fa qualcuno gli avesse detto “Il tuo caro Boo ti farà soffrire come nessuno ha mai fatto prima” probabilmente sarebbe caduto a terra contorcendosi dalle risate. E invece eccolo lì, sul letto di un suo compagno di band, prosciugato dalle lacrime, davanti all’unica persona dalla quale vorrebbe essere consolato. Sta tentando di trafiggerlo con lo sguardo con la speranza che possa sentire almeno un decimo del dolore che ha provato lui guardando lo schermo di un computer. “ Se senti il bisogno irrefrenabile di parlarmi fai pure. Non posso mica impedirtelo.” gli dice con tutta l’acidità che ha dentro. Louis non ha certo acquistato coraggio sentendo quelle parole, tuttavia, seppur balbettando, riesce a dire “Sono venuto scusarmi. Anzi, sono venuto ad implorarti di perdonarmi. Non so neanche io perché ho scritto quelle cose. Non le penso. Voglio dire..non penso che il nostro rapporto sia un’enorme stronzata. Lo sai. Io ti amo. Solo che ultimamente si sono accumulate troppe cose. Lo stress, il management, Eleanor, il disc..” . “Smettila”. È ovviamente Harry ad interrompere le sue giustificazioni. “Queste sono le vere stronzate, e io non voglio ascoltarle. Hai aspettato due giorni solo per dirmi questo? Me ne frego del tuo stress. Pensi che io non sia stressato Louis? Sono io che ti vedo uscire con lei tutti i giorni. Sono io che se passo davanti un’edicola vedo voi due in copertina come se foste veramente la “lovely couple” di cui tutti parlano. E sono sempre io che non riesco più a prendere un frappuccino da Starbucks senza che mi vengano in mente le vostre foto in HD.” Il castano prende coraggio per interromperlo momentaneamente e “Ma sai che è solo una copertura” gli quasi urla in faccia. Harry non lo ascolta neanche più. Il dolore di quei giorni ha occupato tutto lo spazio del suo cervello tanto da non poter ascoltare e immagazzinare neanche un parola. “ Sono stufo di tutto questo Louis. Vuoi sapere cosa mi ha fatto più male di quel tweet? Non solo state le parole “Larry” e “stronzate” vicine, ma l’aver letto che con lei sei felice. Hai scritto esattamente: Sono felice, perché non potete accettarlo? Ed io una frase del genere detta da te, me la sarei aspettata solo in risposta ad un hater dopo il nostro coming out. Non di certo in relazione ad una finta storia con una finta modella. Fa un male cane Louis. Un male che neanche immagini e per questo voglio solo che tu vada via. Adesso ”. I singhiozzi lo scuotono mentre pronuncia queste parole. Il più grande allora si incammina verso la porta e sull’uscio si gira a guardarlo per chiedergli “E così ho distrutto tutto?” . “Non tutto Lou. Soltanto me.” “Appunto. Tutto.” sussurra più a se stesso che all’altro.
 
Louis Tomlinson non è uno che bada molto al tempo. Non da quando sono gli altri ad organizzare le sue giornate. Tuttavia, seduto di nuovo sul suo divano nell’arco della stessa giornata, non può fare a meno di pensare che in un secondo, il tempo di un “Tweet”, ha perso il suo tutto.
  
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