Kirino si trovava al campo del fiume di Inazuma-cho; poco dopo arrivò anche Shindou, che si sedette su una panchina accanto al rosa: era stato quest’ultimo a chiamarlo, voleva chiarire le cose con lui su quello che era successo negli ultimi tempi.
- Di cosa volevi parlarmi Kirino? - gli domandò il castano.
Erano lì da qualche minuto, e il rosa non aveva ancora detto una parola: doveva essere un problema scegliere le parole giuste, ed era abbastanza strano perché non aveva mai avuto questo genere di difficoltà. Stà di fatto che, qualche minuto dopo quella domanda, il rosa si decise a parlare.
- Volevo scusarmi con te: a causa dei miei errori nella partita contro la Protocol Omega 3.0 la storia avrebbe potuto cambiare, inoltre ti ho fatto preoccupare sia durante quella partita, sia quando Beta ci ha fatto il lavaggio del cervello qualche tempo fa. - spiegò Kirino.
- Questo è vero, ma riguardo a questi punti siamo riusciti a rimediare. C’è qualcos’altro che vuoi dirmi, ho indovinato? - gli chiese Shindou.
Il difensore rimase per un attimo sorpreso, ma sapendo che non sarebbe riuscito a nascondere all’amico, riprese a parlare:
- Tanto vale che te lo dica: non penso che riuscirei a nasconderlo. Ero geloso di te perché eri in grado di usare un keshin, la Modalità Armatura e il Mixi Max, e io ero invidioso del fatto che, mentre io non ricordavo niente, tu ti sei dato da fare e hai raggiunto un livello che non avrei mai raggiunto. Mi ci è voluto tempo per ammettere la mia gelosia, ma alla fine ce l’ho fatta: è questo il motivo per cui nell’epoca di Jeanne D’Arc continuavo a darmi da fare; volevo dimostrare di non essere da meno di te e degli altri, anche se alla fine vi ho quasi portati alla rovina. - spiegò Ranmaru.
- Adesso ho capito, ma in un certo senso la colpa è anche mia: mi sono comportato come se tu non ci fossi, e quando ti ho parlato di come sono andate le cose nell’epoca Sengoku e di Okatsu devo aver toccato il fondo senza accorgermene. Forse non ti sembrava, ma mi faceva male vederti sofferente. - ammise l’ex capitano della Raimon.
A quella confessione, nella mente di Kirino riaffiorò un ricordo.
- Da quando sei tornato, continuano a tornarmi in mente i tempi in cui giocavamo nella squadra di riserva della Raimon. Allora il calcio era solo un divertimento. Mi chiedo se tornerà ad esserlo. -
- Non so cosa riusciremo a fare, ma ti prometto una cosa: farò il possibile perché questo desiderio diventi realtà. - lo rassicurò il castano.
Dopo quell’affermazione, il rosa lo abbracciò come voleva fare da molto tempo e non era mai riuscito a fare da quando era iniziata la loro lotta contro l’El Dorado.
- Grazie Shindou. - gli sussurrò Kirino, sentendo l’altro ricambiare l’abbraccio, ma anche qualcosa di caldo e bagnato scivolare sulla sua guancia: le lacrime del suo castano.
Quei momenti gli erano mancati, ma il difensore ora sapeva che la sua gelosia era del tutto immotivata e che Shindou gli sarebbe rimasto accanto.
Niente li avrebbe separati di nuovo.
 
 
Angolo di Emy
Il finale non mi soddisfa molto a dir la verità, ma è una delle prime volte in cui mi sembra di aver scritto una fic come si deve.
Spero che questa RanTaku vi sia piaciuta.
Grazie a chi deciderà di recensire o anche solo di leggere.
Bacioni
Emy