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Autore: Ambaraba    20/09/2012    1 recensioni
"- Cassie Cassie... Se non ti concentri ti vedono!
Castiel aprì gli occhi. Fino a un attimo prima era tutto impegnato nel disperato tentativo di concentrarsi per gestire i suoi poteri: aveva gli occhi serrati e le labbra strette, un'espressione troppo seria e corrucciata che lo faceva sembrare un bambino imbronciato.
Era seduto in cima a una collina assieme al fratello maggiore che adorava di più: tra tutti gli angeli, era il più sbruffone, ma con lui era sempre gentile. Il suo nome era Balthazar."
Castiel/Balthazar
P.S. Ieri era il compleanno di Seb ma non potevo collegarmi qui su Efp... Così lo faccio oggi, aggiornando questa mia piccola, leggermente fluffosa ff con protagonisti Balth e Cas :)
Spero vi piaccia!
A.
Genere: Generale, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
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Colpito a tradimento - Cassie Cassie... Se non ti concentri ti vedono!
Castiel aprì gli occhi. Fino a un attimo prima era tutto impegnato nel disperato tentativo di concentrarsi per gestire i suoi poteri: aveva gli occhi serrati e le labbra strette, un'espressione troppo seria e corrucciata che lo faceva sembrare un bambino imbronciato.
Qualche secolo più tardi sarebbe nato un umano, un irriverente, delizioso umano, che gli avrebbe visto la stessa espressione in viso e molto meno gentilmente gli avrebbe detto: "Cas, sembra che tu stia cacando". Ma questo ancora Cassie non poteva saperlo.
Era seduto in cima a una collina assieme al fratello maggiore che adorava di più: tra tutti gli angeli, era il più sbruffone, ma con lui era sempre gentile. Il suo nome era Balthazar.
Assistevano al litigio di due fratelli, due fratelli come loro. Uno dei due aveva tracciato un solco per terra e discuteva animatamente con l'altro per non farlo passare.
Castiel e Balthazar erano due presenze discrete. Castiel stava imparando a conoscere gli umani più da vicino e in questo Balthazar si rivelava un prezioso insegnante, che gli stava facendo prendere padronanza un po' per volta con la capacità di rendersi invisibile.
Castiel richiuse gli occhi e cominciò a ripetere tra sé e sé, come per convincersi: "Invisibile, invisibile... Sono invisibile... Sono invisibile, non mi possono vedere..."
- Bravo Cassie! - La voce soddisfatta di Balthazar gli giunse alle orecchie. Castiel rimase con gli occhi chiusi, sorrise.
- Adesso puoi anche aprire gli occhi - disse il maggiore, e Cassie eseguì. I due fratelli stavano ancora litigando, quando - e gli occhi di Cassie si riempirono di stupito orrore - quello nel solco pugnalò nel petto quello che doveva stare fuori, ma che nonostante le minacce aveva oltrepassato il segno per terra.
- Balthazar... Perché l'ha ucciso? - chiese Cassie.
Balthazar chinò il capo verso Castiel, con gli occhi spalancati pieni di paura e di disagio di fronte a una crudeltà che non capiva. Gli mise un braccio intorno alle spalle e lo tirò a sé.
- Era scritto. Ci sono un sacco di cose cattive al mondo, ma anche quelle hanno un perché. Ha pensato a tutto nostro Padre.
Gli occhi di Castiel si stavano inumidendo. A lui avevano sempre detto che il Padre è buono e giusto, vuole solo il bene delle Sue creature e non fa mai del male. Ma aveva appena lasciato che un fratello uccidesse l'altro. E Cassie non capiva proprio a cosa potesse mai servire.
- Qui un giorno sorgerà una grande città, Cassie. La più importante che sia mai esistita - fece una pausa e sfiorò una guancia del fratello minore con delicatezza - Si chiamerà Roma.
Castiel piegò la testa di lato in quel modo perplesso che non l'avrebbe mai abbandonato, neanche quando, qualche secolo dopo, si ritrovò più volte a fare lo stesso gesto dopo aver ascoltato le richieste insolite e deliranti di due fratelli che cacciavano mostri.
- Era proprio necessario? - chiese.
- L'ha deciso papà - rispose Balthazar.
- E tu come lo sai? - incalzò Castiel.
Balthazar distolse lo sguardo, preso in contropiede: - Be', sai... Voci... Non avrei dovuto saperlo, in realtà, ma sai com'è... La curiosità! - ammise, sorridendo.
Balthazar ancora non partecipava alle decisioni come gli angeli più grandi; neanche Castiel, in realtà. Solo più tardi sarebbero stati ammessi, perché nel frattempo avrebbero accumulato esperienza. Balthazar era stato più volte rimproverato perché non sapeva stare al suo posto e voleva sempre infilarsi nelle questioni degli Anziani. Che erano i primi in assoluto ad essere messi sempre al corrente dei nuovi progetti del Creatore.
- Hai spiato di nuovo? - chiese Castiel, ma in tono ingenuo e privo di insinuazioni.
- Tecnicamente non sarebbe "spiare"... - disse. Poi spostò lo sguardo sul corpo privo di vita del fratello che aveva avuto la peggio. Remo.
Castiel fece lo stesso, e mormorò: - Ma tutto questo è orribile lo stesso...
Balthazar lo strinse un po' di più. - Lo so.
Rimasero in silenzio per qualche minuto. Finché Castiel non prese la mano di Balthazar, all'improvviso, e la imprigionò tra le sue. Rimase a guardarla, e a guardare i suoi palmi contro il palmo e il dorso della mano di Balthazar, come se fosse una cosa del tutto nuova e sconosciuta per lui.
Poi parlò. E le sue parole erano gonfie di commozione, di affetto, di timore. Timore per tutto quello che il lungo futuro davanti a loro gli avrebbe riservato: - Balthazar...
- Che c'è, Cassie? - rispose il maggiore, incuriosito dal cambiamento improvviso e malinconico del fratello più piccolo.
Castiel si voltò per guardarlo negli occhi. Balthazar si stupì di quanto fossero azzurri gli occhi del suo fratellino. Vide le sue ciglia nere sbattere un paio di volte e le sue labbra rosee schiudersi, per pronunciare sei semplici e devastanti parole, che erano insieme una domanda e una richiesta di rassicurazioni: - A noi non succederà mai, vero?
Balthazar sorrise; incominciava a sentirsi sciogliere, come sempre quando si trovava in compagnia di quella creatura meravigliosa che era il suo piccolo Cassie: - No, Cassie. A noi non succederà.
- Anche se siamo fratelli? Come quei due?
- Soprattutto perché siamo fratelli. Noi non siamo come quei due. Quelli che hai visto erano due umani... Dentro di loro ci sono sentimenti che noi non proviamo.
- Tipo? - chiese Cas, che no smetteva mai di chiedere. Le domande erano uno degli strumenti più efficaci che possedeva per ottenere delle risposte.
- Tipo l'odio. Noi non lo proviamo, gli umani sì. E l'ingordigia, anche. L'avidità. La gelosia. L'invidia. E tante altre cose da cui per fortuna siamo esonerati - disse Balthazar.
Castiel sembrò fermarsi a meditare su quello che Balthazar gli appena aveva detto. Dopo un po' riassunse: - Quindi noi non ci faremo mai del male a vicenda... Perché non siamo umani?
Balthazar sorrise: - Anche. Ma per prima cosa... Quella che conta più di tutte... Noi non ci faremo mai del male perché ci vogliamo bene. Ed è questa la cosa che prevale su ogni altra condizione. Essere angeli ci aiuta, certo. Ma l'unica cosa in grado di annientare il male è sempre e solo il Bene, in ogni caso - pausa, durante la quale Balthazar si chiese se Castiel avrebbe compreso la battuta:- Anche se fossimo due soprammobili.
Castiel inclinò di nuovo la testa di lato, incerto, per ribattere: - Ma noi non siamo...
- Scherzavo, Cassie! Non prendere tutto alla lettera! - disse Balthazar ridendo, e strattonando il suo fratellino sbilanciandolo un po'. Liberò la mano che il fratello teneva stretta per potergli arruffare i capelli, mentre ancora teneva il braccio intorno alle sue spalle. Ridevano entrambi e stavano bene; per un attimo però Balthazar pensò che non stava bene tutta quella felicità nei pressi di un luogo dove si era appena consumato un omicidio e quindi teletrasportò entrambi altrove. Granelli di sabbia si insinuarono tra le dita sottili dei piedi di Castiel, che quasi non si era accorto che il paesaggio intorno a loro era cambiato.
- Ti piace? - chiese Balthazar. - Benvenuto in Australia.
- Non c'è nessuno qui - asserì Castiel, dopo essersi guardato intorno.
- Non ancora. Per un bel pezzo.
Non erano più nella stessa posizione contorta di quando erano nei pressi della neonata Roma. Adesso erano sprofondati nella sabbia morbida; Castiel era seduto contro Balthazar, seduto dietro di lui con le gambe distese. Cassie sentiva sulla schiena il calore del corpo di Balthazar, che lo cingeva intorno alla vita con entrambe le braccia e aveva appoggiato il mento sul capo scompigliato e scuro di Castiel. Abituatosi alla nuova posizione, il più piccolo si rilassò e chiuse gli occhi, circondato e cullato dall'abbraccio protettivo del fratello maggiore. Trascorsero dei lunghi, lunghissimi minuti di silenzio in cui l'uno si fuse nel calore fisico dell'altro. Era un sensazione piacevole, anzi, proprio bella.
Castiel riaprì gli occhi, scrutò davanti e intorno a loro con maggiore attenzione, dopodiché disse: - È bello qui - con un tono troppo serio, come se fosse questione di vita o di morte.
- Lo so, - disse Balthazar, - per questo ti ci ho portato.
Di nuovo silenzio.
Un vento tiepido e gradevole invitava al torpore.
- Io ti voglio bene, Balthazar - disse Castiel. La sua voce era inquieta e serena allo stesso tempo: pensava a quello che aveva appena visto, ma pensava anche a quanto fosse bello essere proprio su quella spiaggia, in quel momento, in compagnia del suo fratello maggiore. Non voleva che finissero come quei due. Non doveva succedere.
Balthazar strinse l'abbraccio, si chinò sull'orecchio del più piccolo e disse: - Anch'io ti voglio bene, Cassie. Tanto.
Era per momenti come questo che ringraziava suo Padre per averlo messo al mondo.
Castiel chiuse gli occhi e si lasciò accarezzare e stringere dal fratello. Non poteva nemmeno pensare di... No. Loro due non si sarebbero mai traditi, non si sarebbero mai fatti del male. Loro due erano il prodotto della stessa Luce, avevano passato secoli insieme e si volevano bene, bene davvero.
Castiel era il palliativo all'inquietudine di Balthazar. Balthazar era la roccia incrollabile cui Castiel poteva aggrapparsi.
Non sarebbe mai successo...
Mai.

Nel momento in cui la spada lo trafisse, e lo trafisse alle spalle, a Balthazar tornò in mente quell'episodio lontano.
Il suo Cassie aveva fatto come Romolo. Entrambi avevano gettato le fondamenta di un nuovo impero sul sangue dei loro fratelli.

A noi non succederà. Mai.

 


______________

Salve!!! Questa è la mia seconda fanfic su questa coppia stupenda :)
Li adoro... Eppure di storie su di loro ce ne sono davvero pochissime!!! Sigh :'(
Cercherò di ovviare alla mancanza ^.^
Il fatto è che questi due pennuti hanno passato millenni insieme, prima che il Pulcino Dagli Occhi Blu incontrasse "Hey-Son-Of-A-Bitch" Dagli Occhi Verdi (non tiratemi le pietre... Sto scherzando!) e quindi è facile immaginare che... Be'... Come dire? ... Abbiano molta confidenza?  ^.-

F
atemi sapere cosa ne pensate...  Attendo commenti/recensioni !!!
Thank you, sweethearts!
A.

  
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