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Autore: GiulyHermi96    20/09/2012    2 recensioni
So che il titolo potrebbe far pensare ad una Dramione, ma non è così.
Questa è una storia su Andromeda Black e Ted Tonks.
Sì, i genitori di Nimphadora, che spesso non vengono presi in considerazione. Io, invece, li trovo adorabili, ma più di tutto, mi sono chiesta che cosa sia accaduto a questi due ragazzi così coraggiosi. Perché Andromeda si sia innamorata di un mezzosangue benché venisse da una famiglia con regole ferree, composta solo da purosangue
Ecco, questa è la mia versione dei fatti, spero vi piaccia.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Malandrini/I guerra magica
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Amore contro le regole

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 “Non lo pensi nemmeno tu...” disse lentamente.

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Andromeda sospirò: cosa ne sapeva? Cosa poteva saperne di lei e di ciò che pensava o che aveva nella testa?

Cosa te lo dice? Cosa ne sai? Potrei essere pazza quanto lo è Bella, o passiva e posata, pur essendo piccolissima rispetto a noi, tanto da reagire solo in casi estremi, come lo è Cissy... cosa ne sai Ted?” gli chiese arrabbiata guardandolo.

Lui sospirò: “Se lo fossi non vedresti Bellatrix come pazza, la vedresti normale, perché la penseresti come lei. Se lo fossi non vedresti Narcissa troppo passiva, perché lo saresti a tua volta. Secondo me sei finita in Serpeverde per far felici i tuoi genitori...” azzardò lui.

Lei si girò verso il ragazzo scuotendo la testa: “Non è così, sei di nuovo fuori strada... la casa di Serpeverde ha ospitato molti maghi oscuri, è vero, ma è anche la casa della furbizia e dell'astuzia... non hai mai pensato che fossi così? E poi, davvero Ted, cosa ne sai... magari mi sto facendo vedere così da te solo per mio tornaconto... in fondo, è come dici tu, la mia famiglia è quella che è, perciò non dovrei nemmeno parlarti. È per questo che continui a guardarti intorno, vero? Non vuoi che ti vedano in mia compagnia.”

Ted sospirò. Era di natura una persona molto calma. Era difficile per lui arrabbiarsi, ma quella ragazza gli scombussolava sempre i piani: “Non fare la sciocca Andromeda, sai che non lo faccio per me ma per te.” disse lentamente: “Che se la tua famiglia venisse a sapere che hai passato del tempo con uno come me, si infurierebbe. Non cercare di non capirmi. Sto solo cercando di vedere oltre la finta calma che ti caratterizza.”
Lei lo fissò confusa e irritata: “Finta calma?”

Camminando erano arrivati fino al lago e, impossibilitata ad andare più avanti, Andromeda si era arrestata davanti all'acqua, si era girata verso il ragazzo e lo aveva guardato con rabbia: “Cosa intendi con finta calma...?” chiese con più calma.

Ted si spiegò: “Andromeda, lo sai. Quando ti siedi e guardi le persone senza tradire alcun sentimento, quando sorridi, ma l'allegria non raggiunge gli occhi. È un mese che ti osservo. Abbiamo avuto la possibilità di parlare in infermeria. Avrei voluto farlo anche fuori da quel posto 'neutrale' in un certo senso, ma ho notato che giri sempre e solo con dei Serpeverde e, se non sei con loro te ne stai sola in un angolo senza nessuno, anche per ore intere. Questo vuol dire rimanere in una campana di vetro. Non ti biasimo per farlo. È un modo di vivere, se ne sei felice, allora va bene.”

Lei sbuffò e si girò per tornare al castello.

Non andartene, per una volta Andromeda...” disse lui prendendola gentilmente per un braccio.

Appena lo fece, la ragazza lo ritrasse di scatto, come impaurita o scottata.

Ted la guardò negli occhi e lesse la sorpresa e la confusione nelle sue iridi scure.

Andromeda, la tua famiglia ha mai alzato le mani su di te?” chiese gentilmente.

Lei lo guardò disgustata: “Cosa? No! Assolutamente no! Anche se... oh, insomma, certo che lo hanno fatto, ma erano delle semplici punizioni... saranno successe al massimo due o tre volte in tutta la mia vita. Non reagisco così apposta... è solo che...” deglutì accarezzandosi senza volere il braccio dove lui l'aveva sfiorata: “è solo che per come vivo io, con le persone con cui ho normalmente a che fare, è difficile avere dei contatti fisici.” disse alzando le spalle noncurante.

Ted la guardò sorpreso e confuso: “Vuoi dire che non vi abbracciate?” chiese sentendosi un bambino di quattro anni.

Lei alzò di nuovo le spalle: “Niente abbracci, niente baci della buona notte, niente strette di mano. Quando ci si incontra con altre famiglie purosangue sembra di essere tornati indietro nel tempo. Ci si veste bene, si fa l'inchino, se si è donne, con la gonna tra le mani e se si è uomini si alza il cappello in segno di saluto e rispetto. A ogni pasto ci si siede in un lungo e grande tavolo, non ci sono contatti nemmeno per passarsi le pietanze o altro, abbiamo i domestici per quello. Gli elfi puliscono, non facciamo i letti e non spolveriamo casa. Ai genitori si da del lei e agli estranei non si parla, a meno che non si sia presentati. Le regole sono chiare. Sì, se lo vuoi sapere si viene puniti se non si seguono le regole basilari, ma nulla di esagerato... o meglio, sì, fa male, ma la seconda volta sai che non lo farai più...” disse guardando il brillio dell'acqua dato dal tramonto.

Ted era scioccato. Ormai quasi nulla riusciva a sorprenderlo a quel modo, ma quella spiegazione lo aveva spiazzato, letteralmente.

Ti ho sorpreso? Sarei stupita del contrario...” disse lei impassibile.

Lui non disse nulla.

Immagino che tu sia cresciuto a favole della buona notte e abbracci amorevoli...” disse lei metà tra la tristezza e lo scherno per se stessa.

Per me è stranissimo sapere che si possa crescere a quel modo. Sono stata tirata su a disciplina e regole ferree. Il matrimonio che dovrò fare non è ancora stato combinato, ma immagino lo sarà presto...” disse.

Ted la guardò orripilato: “Vi sposate con matrimoni combinati?” chiese sconvolto.

Lei sospirò: “Ovviamente. Per preservare la purezza del sangue bisogna sposarsi con una famiglia altrettanto pura. Narcissa si sposerà con Lucius Malfoy quando sarà grande. È già stato combinato perché hanno più o meno la stessa età e mio padre non voleva che qualcuno si accalappiasse il ragazzo...” disse lei alzando gli occhi al cielo: “Bellatrix si sposerà con un certo Rodolphus Lestrange. Io probabilmente verrò data in moglie ad un lontano cugino o a uno col sangue altrettanto puro... non ci sono molti cugini della mia età, per questo non so ancora nulla... forse sarà un Parkinson, o un Goyle... non ne sono sicura... non ci sono molti scapoli. È difficile che crescano o nascano maschi forti da matrimoni tra cugini, perciò ci stiamo ritrovando con sempre più donne e sempre meno uomini...” disse lei calmissima.

è...” disse lui sempre orripilato.

Lei alzò la testa: “è la mia realtà. Ad alcune cose non ci si può ribellare.” disse calma.

Dalle voci che sento, un tuo cugino sta cercando di farlo...” disse Ted.

Andromeda sospirò: “Sì, e a che prezzo? La sua famiglia lo odia, lui continua a dire a tutti che non sarà mai un Serpeverde, inimicandosi parte della famiglia, e stiamo iniziando a considerarlo un ribelle.” disse lei.

Pensi che sbagli?” chiese il Tassorosso alla ragazza.

Lei incrociò le braccia e fissò l'orizzonte: “Sinceramente? Sì, ma io e Sirius siamo diversi. Lui è un ragazzo. Da grande potrà scegliere di non sposarsi, se non lo vorrà. Io sono una donna e, pur andando ad Hogwarts, la vita che faccio mi sta preparando, semplicemente, ad essere una moglie, una madre ed un'ereditiera. Se non mi sposerò con un purosangue, sarò inutile per loro. In più, lui me lo ha sempre detto. È piccolo, ha solo nove anni, ma queste cose me le dice spesso. Dice che odia la sua famiglia e che non sopporta di dover vivere lì. Io, potrà sembrarti strano, ma voglio bene alla mia famiglia.” disse spiazzando il ragazzo: “Forse non nel modo in cui una figlia dovrebbe amare i genitori o le sorelle, ma gli voglio bene. Forse non darei la mia vita per loro, ma mi dispiacerebbe se se ne andassero. Mi dispiacerebbe non rivedere alcuni di loro. Non tutti. Penso che la madre di Sirius sia una delle persone più intrattabili di questo mondo e penso che mio padre potrebbe benissimo andare a quel paese...” disse guardandosi intorno e controllando che non ci fosse nessuno: “Però mi dispiacerebbe non rivedere più la piccola Narcissa o mia madre...” disse guardandosi le mani: “Sono la mia famiglia, o comunque ciò di più simile ad una famiglia che io abbia mai avuto.” disse sospirando.

Allora perché non ti costruisci la tua di famiglia...?” chiese lui ancora scioccato arrossendo un pochino.

Andromeda rise con una risata amara e senza allegria: “Anche se lo facessi vorrebbe dire andarmene. Vorrebbe dire affidarmi alla persona con cui avrei 'deciso' di costruire una famiglia. Vorrebbe dire, dire addio a tutto ciò che conosco, vorrebbe dire non rivedere più e non avere più a che fare con la mia famiglia. Ma più di tutti, vorrebbe dire affidarsi completamente a questa persona e, sinceramente, non credo ci riuscirei.” disse lei tetra.

Ted la guardò confuso: “Perché no?”

Lei sospirò e si sedette su una roccia appoggiando la borsa di fianco a se e continuando a guardarsi le mani.

Io... tendo a non avere fiducia nelle persone.” confessò a mezza voce.

Le persone che conosco sono quasi tutte poco affidabili e piano piano, crescendo e andando avanti negli anni, bé... ho dovuto imparare a cavarmela da sola, senza aiuti o altro. La fiducia non è mai rientrata nei miei insegnamenti.” disse tristemente: “Uno dei motti di famiglia e 'da soli è meglio'... mi sono dovuta adattare.” disse sorridendo amaramente: “Forse ti sembrerà un esempio stupido, ma qui non ho molti amici, all'infuori della mia casa.” disse guardando il sole ormai completamente dietro le colline: “Quelli con cui parlo sono persone che incontro fuori da Hogwarts e che sono figli di persone che la mia famiglia conosce... Perciò, fidarmi completamente di una persona è difficilissimo per me, credo non sia mai capitato.”

Non ti sei mai fidata di nessuno...?” chiese lui incredulo.

Andromeda ci pensò su poi scosse la testa: “Non affiderei a nessuno la mia vita. Non credo ci sia nessuno di cui potermi fidare completamente...”

Ted sorrise: “Se vuoi, ci sono io.” disse gentilmente.

Andromeda si voltò verso di lui incredula: “Ted, la fiducia implica conoscenza... io non ti conosco... non so nemmeno quale sia il tuo colore preferito...” disse ridendo quasi istericamente.

Lui sorrise: “Bé, a quello si pone rimedio. Mi piace il giallo, ma a volte anche l'arancione. Dipende...” disse sorridendo.

Lei scosse la testa sorridendo: “Va bene, ma...”
“Il tuo?” la interruppe lui.

Andromeda sospirò: “Non lo so... non ci ho mai pensato... il viola credo... non è importante” disse alzando le spalle.

Certo che è importante. Pensa se per decidere se farti sopravvivere o ucciderti l'assassino mi chiedesse: qual è il colore preferito di questa ragazza? Ora lo saprei.”

Cosa?” chiese lei scoppiando a ridere e arrestandosi quasi subito.

Non dovresti fermarti quando ridi...” disse il ragazzo.

Lei sospirò: “è una...”
“Regola...” completò lui: “L'avevo capito, ma io non sono un Black...” disse sorridendole.

Andromeda sospirò: “Mi ci vorrà un po'...” disse continuando a fissarsi le mani.

Ted si alzò in piedi e sorrise: “Non ho fretta...” poi porgendole la mano: “Signorina...” disse aiutandola, mentre lei rideva un pochino.

* * *

Come hai potuto Meda!” le urlò in faccia Bellatrix dopo aver mandato Narcissa brutalmente nei dormitori.

La ragazza sospirò.

Qualcuno aveva fatto una soffiata a Bella, dicendole che fosse amica di un mezzosangue.

Ovviamente non aveva potuto non sgridarla.

Un mezzosangue, un traditore!” disse sputando per terra.

Andromeda era di fronte a lei e non diceva nulla. L'ascoltava. Sapeva che qualunque risposta le sarebbe costata cara, famiglia o meno.

Oh quando nostro padre lo saprà...” continuò Bellatrix con un ghigno sadico sulle labbra.

Andromeda alzò gli occhi non sicura se essere nel panico o meno: “Non dirai niente di niente a nostro padre! Non puoi!” le disse con calma.

Bellatrix sorrise: “Oh certo che posso! E lo farò!” disse ridacchiando.

Andromeda scosse la testa: “No, non lo farai, perché se non fosse stato per il mezzosangue, come lo chiami tu, non avresti finito l'anno, ma saresti stata espulsa.” disse lentamente.

Bellatrix soffiò aria fuori dal naso arrabbiata: “Non è vero!” la minacciò con la bacchetta sotto il mento.

Andromeda la guardò negli occhi sicura: “è la verità. Non ti ha incolpata di averlo torturato, ha taciuto. Non ha detto nulla. Gli sei debitrice. Il debito di un mago è importante. Non dirai nulla e non gli farai del male. Glielo devi.” disse con gli occhi scintillanti.

Andromeda sapeva che la sorella non avrebbe potuto dire nulla, se legata ad un debito. Certo, era pazza, spesso perfida e sadica, ma niente avrebbe potuto rompere quel debito, a meno che la situazione fosse stata molto a vantaggio di Bella.

Livida di rabbia, Bellatrix lanciò un soprammobile contro una vetrinetta che si ruppe.

I vetri volarono dovunque e un pezzo affilato colpì di striscio il viso di Andromeda.

Bellatrix salì le scale verso il dormitorio noncurante, Andromeda, invece, uscì dalla sala comune, asciugandosi velocemente il sangue con un fazzoletto di stoffa con le sue iniziali sopra, e si diresse in biblioteca senza curarsi degli sguardi delle persone o del bruciore sul labbro inferiore.

Le era andata bene. Le era andata terribilmente bene, forse troppo.

Andromeda, posso sedermi?” chiese Ted vedendola al tavolo dopo un po' di tempo.

Lei deglutì, annuì e si coprì il viso con la mano sulla fronte, come se stesse pensando a fondo.

Hai visto cosa è successo prima in Sala Grande? Ci sono stati... stai bene?” le chiese interrompendosi quando vide che non alzava la testa.

Sto bene...” disse lei serenamente senza muoversi.

Sei sicura? C'è qualche cosa che non va?” chiese sospettoso.

No, è tutto a posto...” disse lei cercando di parlare il meno possibile.

Ogni movimento delle labbra le provocava un acuto dolore.

Ted la guardò confuso, poi guardò il fazzoletto che aveva in mano.

Allungò la mano, aprì quella della ragazza e prese il quadretto di stoffa che aveva in mano.

Nascosto dalle dita della ragazza gli era sembrato immacolato, appena girato, invece, vide una macchia di sangue scuro.

Sanguini Andromeda?” chiese restando calmo.

Lei scosse la testa. Non voleva che la vedesse. Non voleva che le chiedesse nulla.

Puoi alzare la testa? Per cortesia Andromeda...” le chiese calmo.

Lei respirò a fondo, lui non disse più nulla, aspettò solamente che lei facesse qualche cosa.

Controvoglia, la ragazza alzò il capo lentamente mostrando al Tassorosso il labbro tagliato.

Lui sospirò: “Vieni con me.” disse a metà tra l'arrabbiato e il calmo.

Lei iniziò a raccogliere la sua roba: “Non ti preoccupare, quelli li prendiamo dopo.” disse il ragazzo prendendola per una mano e ignorando il sussulto sorpreso di lei.

La portò fuori dalla biblioteca, percorsero il corridoio, arrivarono alle serre e si fermarono dietro alla scuola, nel punto più illuminato in quel momento.

Fece fermare Andromeda sotto l'ombra di un albero e la fece sedere su una sedia fatta apparire sul momento.

Pensavo andassimo in infermeria.” disse lei impassibile maledendosi per aver parlato, visto che le labbra le facevano sempre più male.

Ted sospirò: “Madama Chips ha molto da fare oggi. Qualcuno ha lanciato il malocchio a tutte le scope della squadra di Corvonero. Perciò ora sono tutti in infermeria.” disse il Tassorosso facendo apparire un'altra sedia e mettendosi davanti a lei per guardarla meglio in viso.

Questo non è un taglio da poco Andromeda... non è una ferita che si fa con un semplice schiaffo...” disse facendole vedere la propria mano per avvertirla che le avrebbe toccato il mento.

Lei sospirò e non disse nulla.

Ne vuoi parlare?” chiese lui mormorando un paio di incantesimi.

Il sollievo fu istantaneo: “Sinceramente?” chiese lei ironica.

Ted sorrise: “Immaginavo avresti detto così... non ti fidi?” chiese guardandola negli occhi.

Lei sospirò di nuovo: “Sai che mi fido Ted, è solo che...” sospirò. Avrebbe fatto rapporto. Quella volta lo avrebbe fatto e non sarebbe più stato protetto dal debito.

Lo scoprirò comunque Andromeda. Sono un prefetto, le voci girano e so quali prendere per vere.” disse lentamente lasciandole il mento.

Lei si sfiorò la ferita già rimarginata e prese un respiro profondo: “Qualcuno ha fatto una soffiata a mia sorella sul fatto che sto molto tempo con te.” disse guardandosi le mani.

Ah” disse lui un po' sorpreso.

Andromeda sorrise senza felicità e incrociò le braccia alzando la testa per guardare le fronde degli alberi muoversi col vento: “Bella ha minacciato di dirlo a nostro padre e io le ho detto che non può farlo.”

Ted piegò la testa confuso.

Lei sorrise: “Non può perché è in debito con te.”

Ted fissò la ragazza: “Con me?”

Andromeda annuì: “Sì, con te. Nel momento in cui non l'hai denunciata ai professori, l'hai messa in condizione di avere un debito con te, visto che non è stata espulsa dalla scuola.”

Ted si alzò in piedi.

Dove vai?” chiese lei sorpresa dallo scatto.

Vado a denunciarla ai professori...” disse lui con calma incamminandosi.

Andromeda si alzò in fretta e furia e gli si parò davanti: “Non puoi farlo.” disse guardandolo negli occhi.

Sì che posso.” disse lui incredulo da quelle parole.

Lei scosse la testa con foga: “No, non puoi, se lo farai non sarà più in debito con te...” disse lei.

Lui scosse la testa, la superò e si avviò verso il castello.

Lei rimase ferma sconvolta: “Se lo farai niente ti proteggerà da lei! Se sarai fortunato ti torturerà!” gli disse.

Ted si fermò e si girò verso di lei.

Andromeda sospirò: “Questo debito ti protegge Ted. Ti protegge da lei. Se mio padre venisse a sapere di te, ti assicuro che non sarebbe bello per te o per me.”

Ted le si avvicinò: “Ti ha fatto del male.” sussurrò indicando il labbro.

La ragazza scosse la testa: “Non appositamente. Quando ha capito di avere un debito, per la rabbia ha tirato un soprammobile contro una vetrina della sala comune che è andata in frantumi e mi ha ferita. Questo non è niente a confronto a ciò che potrebbe farti se non fosse più in debito. Ted, quello che ti ha fatto vicino alla foresta non è niente.” disse scuotendo la testa: “Quando avevo cinque anni mia madre mi comprò un coniglio bianco. Mio padre non era d'accordo, ma non avevo voluto nessun altro animale domestico... non mi erano mai piaciuti i serpenti o gli schiopodi, perciò mia madre mi prese un coniglio. Un giorno tornai in camera e non vidi il coniglio. Narcissa era troppo piccola, quindi andai in camera di Bellatrix e la trovai col coniglio in mano. Lo teneva per la coda e lo stava per dare in pasto al suo serpente. Aveva meno di dieci anni.” disse deglutendo: “Se a quell'età riusciva a fare quelle cose senza magia, cosa credi che sappia fare con le persone a diciotto?” chiese lei guardandolo.

Ted sospirò: “Non bisognerebbe alzare le mani sulla propria famiglia.” spiegò lui seriamente.

Andromeda nascose il viso tra le mani: “Come vuoi, Ted, pensala come ti pare. Solo non dirlo a nessuno. Se lo farai un taglio sul labbro sarà il minimo, davvero.” disse tenendosi intorno le braccia.

Ted sospirò infastidito.

Andromeda lo guardò implorante: “Ti prego. Ti supplico. Io non sono una che prega la gente di solito, ma ora lo sto facendo. Domani andremo tutti a casa e lei non tornerà. Andrà per la sua strada e fine della storia. Per piacere, ti prego. Non fare cose stupide. Lasciala andare...” gli disse implorandolo.

Ted non l'aveva mai vista così. Possibile che la sorella fosse talmente perfida e cattiva?

Guardò gli occhi scuri della Serpeverde. Sì, probabilmente lo era.

Va bene.” disse. Andromeda sorrise. Di un vero sorriso.

Grazie Ted!” gli disse.

Lui la fermò: “Però...” disse tirando fuori un foglio e una penna: “Senza offesa, ma tua sorella non mi pare il tipo di persona che mantiene la parola data. Se avrai qualunque tipo di problema, io abito qui...” disse dandole il foglio: “Se avessi bisogno di qualsiasi cosa, anche solo di parlare, vieni qui, d'accordo?” chiese guardandola negli occhi.

Lei sospirò e annuì, certa, almeno allora, che non l'avrebbe fatto.


Angolino autrice:
Ed ecco il secondo capitolo.
Grazie a voi quattro che mi seguite e a voi due che avete recensito *-*
Volevo dire che, in caso qualcuno di voi stia seguendo anche Lily e i malandrini, no, non sono morta, ma ultimamente gira intorno alla mia testa il blocco dello scrittore e non so davvero cosa scrivere al riguardo... spero di aggiornare presto. "Perché scrivi questa, allora?" chiederete. Rispondo che questa è già scritta fino al quarto capitolo ed è una storia più corta...
Ad ogni modo, spero questo capitolo sia stato decente. A me è piaciuto un sacco scriverlo qualche settimana fa e la storia mi piace :)
Comunque, un saluto, al prossimo capitolo :D
Giuly

   
 
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