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Autore: phoenix_esmeralda    21/09/2012    5 recensioni
Mi sono innamorata praticamente subito.
Non sono riuscita a impedirlo e, volendo avvalermi di una certa sincerità, non mi sono impegnata neppure troppo.
D’altronde lui mi ha salvato la vita, un cliché che porta irrimediabilmente a consegnare il proprio cuore nelle mani dell’eroe salvatore.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al di sopra delle mie possibilità




Mi sono innamorata praticamente subito. Non sono riuscita a impedirlo e, volendo indugiare in un eccesso di sincerità, ammetto di non averci neppure provato.
Ma, d’altronde, lui mi ha salvato la vita. È un cliché da cui è difficile preservare il proprio cuore che, come predisposto romanticamente dal destino, si lascia docilmente cadere nelle mani del proprio eroe.
Quel giorno me ne stavo seduta lungo il fiume ad osservare i pesci rocamboleggiare sotto la superficie dell’acqua: mi piacciono le trote, ma la corrente mi fa paura e in quel momento era decisamente troppo forte. Così mi limitavo a tenerle d’occhio, nell’attesa che mi venisse in mente un espediente che mi consentisse di avere pesce per cena.
A un certo punto, lui è passato lungo il sentiero. Ha attratto immediatamente la mia attenzione per la sua andatura quasi felina, silenziosa e armoniosa; si muoveva come se non avesse peso, le gambe e le braccia seguivano il suo corpo con un’elasticità difficile da ritrovare in un essere umano.
Ma io sospettavo il motivo di tanta leggerezza: doveva trattarsi di un cacciatore di unicorni. Solo loro possiedono una scioltezza tale da potersi celare agli occhi di quelle creature fatate.
Mi sono accovacciata dietro a un masso per poterlo osservare indisturbata. Mi sono piaciuti subito i suoi occhi grigi, intelligenti e cauti. Mi sono piaciuti così tanto che, spostandomi per osservarli meglio, non mi sono accorta di aver fatto un passo falso e... splash! Tre secondi dopo annaspavo nell’acqua, muovendo spasmodicamente gli arti e cercando di riportare la mia testa all’aria. Con scarso successo.
È stato allora che lui è corso verso di me per aiutarmi. Non ha esitato un istante, all’improvviso mi sono sentita afferrare da mani forti e i suoi occhi grigi sono sprofondati nei miei verdi facendomi capitolare. Mentre a riva facevo del mio meglio per asciugarmi, ho preso la decisione di seguirlo.
Sono fatta così: non ho mai perso tempo nella vita. Se qualcuno è degno del mio affetto, lo concedo.

Non che lui non abbia cercato di liberarsi di me.
Innanzitutto, ho scoperto, non era solo. Non mi ero resa conto della sua compagna, perché era rimasta indietro di qualche passo.
È arrivata mentre lui mi riportava a riva e si è mostrata sollecita nell’aiutarmi ad asciugarmi. Ha estratto un telo dalla sacca che aveva con sé e me lo ha passato ripetutamente sul corpo, ripetendo con voce apprensiva - Quell’acqua doveva essere gelida! Devi asciugarti velocemente!
Prima di mostrarle la mia gratitudine però, volevo accertarmi dei rapporti che intercorrevano fra lei e il cacciatore, così li ho tenuti d’occhio per captare un qualunque gesto di tenerezza fra i due. Di primo acchito, parevano semplicemente amici. Lei era pallida, scarmigliata. Neppure un filo di rossetto, che sembra sempre così tanto importante per le ragazze
Quando ho fatto loro capire che intendevo aggregarmi, è stata proprio la ragazza a perorare la mia causa.
- La scorteremo fino a un luogo abitato, non può restare nel folto del bosco – ha detto – È pericoloso: di notte si aggirano troppe bestie feroci!
Il cacciatore mi ha osservato con disappunto e io ho fatto del mio meglio per apparire innocua e indifesa. Ho spalancato i miei occhioni verdi che già in altre situazioni mi avevano aiutata e sono rabbrividita per mostrare quanto la caduta in acqua mi avesse indebolita e quanto avrei corso il rischio di ammalarmi.”
- Va bene, vieni con noi. Ti porteremo al villaggio. – Si è arreso lui.
Quella sera ci siamo accampati tutti e tre attorno al fuoco, il fiume non era lontano e il cacciatore ha pescato per tutti, mentre la ragazza ha fatto arrostire le trote. Abbiamo mangiato in silenzio.

Così ora siamo qui, coricati sotto le stelle, al riparo sicuro del fuoco. Sotto la luce danzante delle fiamme posso godere a mio piacimento della vista del cacciatore. Anche mentre dorme, il suo corpo non è rilassato: i muscoli sembrano sul punto di guizzare al minimo accenno di pericolo, il suo viso resta teso, combattendo il rischio di addormentarsi profondamente e mostrare il fianco a un eventuale nemico.
Conosco questo modo di dormire: è il sonno del predatore che teme di diventare preda.
Anch’io dormo così, soprattutto da quando mi sono trovata a vivere nel bosco.
Leggo una sintonia fra me e il cacciatore che non ho mai sperimentato con nessun altro. Se fosse il mio compagno, veglierei per lui. Gli permetterei di addormentarsi serenamente, perché penserei io ad avere il sonno leggero per entrambi. Potrebbe rilassarsi e dormire veramente; non sarebbe solo nella caccia, né nella difesa.
Lo osservo per un tempo infinito, al bagliore di un fuoco sempre più tenue, mentre il mio cuore si avvicina sempre più alla sua anima. È triste sapere che lui non è consapevole dell’alchimia che si sta formando tra noi. Non so come spiegargli quello che sta accadendo.
A un tratto il suo corpo sussulta, le sue palpebre si sollevano. Si alza su un gomito e ravviva il fuoco che rischia di smorzarsi. Quando mi vede, mi fa un breve sorriso, il primo.
- Non dormi?
Ma come posso dormire, se questa è la prima e ultima notte in cui mi è concesso di godere indisturbata della sua vista?
Il mattino successivo riprendiamo la marcia. Il tragitto rimanente è così breve che in un istante ci ritroviamo qui, al limitare del villaggio.
Mentre il nostro viaggio sta per concludersi, i miei occhi si soffermano sui capelli nerissimi, forse troppo lunghi, del cacciatore. Il suo corpo snello e muscoloso attira il mio sguardo come il formaggio fa con i topi.
- Hai la tendenza a farti attrarre da chi è al di sopra delle tue possibilità – mi diceva sempre mia madre, prima che gli eventi ci allontanassero.
Beh, probabilmente aveva ragione. Il cacciatore è decisamente troppo al di sopra delle mie possibilità.
Ma io non so cosa farci.
Non ho mai sperimentato con nessun altro una simile affinità.
Gli umani mi sono sempre piaciuti, fin dai miei primi giorni di vita.
- Eccoci arrivati – dice il cacciatore, voltandosi a guardarmi – Al villaggio troverai qualcuno che si prenda cura di te!
- Miao – rispondo cautamente.
Non so come lui interpreti l’unico linguaggio che conosco.
Forse, per il cacciatore, il mio è un saluto. Ma lui, proprio lui, dovrebbe sapere che la guerra è la compagna eterna dell'uomo e io sono una combattente. Non la sono meno di lui.
E non lo sto salutando, affatto, perché non mi arrenderò. Gli sto dicendo una cosa ben diversa.
“Sarò la tua gatta per il resto della mia vita.”

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