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Autore: Alice Dolohov    21/09/2012    7 recensioni
Avete presente quelle storie zuccherose con personaggi perfetti e finali da favola? Sapete, quelle storie in cui tutto va sempre a finire per il meglio, in cui le persone non sbagliano mai un colpo e non fanno mai errori. Quelle storie in cui la protagonista è una ragazzina buona e dolce e, soprattutto, politicamente corretta. Ecco, se adesso avete ben presenti quelle storie, dimenticatele! Perché questa NON è una di quelle. Quindi... buona fortuna.
baci baci
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Avete presente quelle storie zuccherose con  personaggi perfetti e finali da favola? Sapete, quelle storie in cui tutto va sempre a finire per il meglio, in cui le persone non sbagliano mai un colpo e non fanno mai errori. Quelle storie in cui la protagonista è una ragazzina buona e dolce e, soprattutto, politicamente corretta. Ecco, se adesso avete ben presenti quelle storie, dimenticatele! Perché questa NON è una di quelle. Quindi … preparativi psicologicamente per quello che vi state apprestando a leggere, preparatevi all’ultima creazione partorita dalla mia mente malata e inconcludente, che crea personaggi per poi distruggerli, che inventa trame perfette ma non è MAI capace di portare a termine quel che comincia. Quindi … buona fortuna!
 
 
 

Capitolo 1- Ritorni imprevisti, incontri imbarazzanti e strane sensazioni
 
 

 

Who run the world? Girls!

 

 Georgiana Fitzherbert avrebbe tanto voluto chiudere gli occhi e non riaprirli per molto tempo, ma qualcosa la disturbava, ovvero la voce più fastidiosa, acuta e irritante che avesse mai sentito nella sua intera vita di sedicenne privilegiata. Si alzò di scatto a sedere sul letto e quasi cadde nella fretta di uscire dalla sua stanza, scendere le scale come un razzo e piombare in salotto come un tornado. Non poteva davvero credere ai suoi occhi, e alle sue orecchie, e al suo naso, che sentiva nell’aria il profumo più dolciastro e vomitevole del mondo. Una bellezza dai lunghi capelli castani e un sorriso a trentadue denti sedeva elegantemente su un bel divano di pelle bianca. Fasciata nell’abitino azzurro più attillato che si fosse mai visto sulla terra, Jennifer Fitzherbert, ovvero la sua sorella maggiore, la fissava con fare materno (come se la loro madre le avesse mai guardate in quel modo!).
- Jen! Che diavolo ci fai qui?
- Tesoro!- disse Jennifer alzandosi in piedi. - E’ così che accogli la tua unica sorella?
La abbracciò stretta stretta, e Georgiana si sentì come stritolata nella morsa della piovra gigante. Si staccò a fatica da lei e Jen continuò:
- Mi mancavi molto, così ho deciso di venire a salutarti …
Georgiana alzò gli occhi al cielo e la interruppe:
- Taglia corto, tanto non ci crede nessuno.
Benché Georgiana e Jennifer avessero soltanto quattro anni di differenza, tra loro era sempre mancato quel rapporto a cuore aperto che dovrebbe esserci tra due sorelle quasi della stessa età, forse perché la competizione e l’istinto di sopravvivenza avevano sempre spinto l’una a tenere a debita distanza l’altra. E ora che erano cresciute, riuscivano a mala pena a parlare di argomenti banali come il tempo e i pettegolezzi. E spesso lo facevano ostentando modi zuccherosi la maggiore e parlando come se si rivolgesse ad una ritardata la minore. Non che Jen fosse una ritardata, forse era solo un pochino … l’espressione giusta sarebbe stata “oca giuliva”, ma era meglio non essere offensivi e dire semplicemente “non proprio intelligente”.
- Allora? Qual è il vero motivo per cui sei tornata?
La ragazza sorrise nuovamente e si risedette sul divano, mentre un paio di elfi domestici venivano a portare il tè che Jen doveva aver loro chiesto di preparare poco prima. Dal modo in cui sua sorella prendeva tempo, mettendo lo zucchero nel tè e girandolo lentamente, Georgiana capì che c’era qualcosa sotto.
- Hai finito i soldi?
Jen alzò di scatto gli occhi per guardare in faccia la sorella e finse un’espressione indignata. Georgiana alzò gli occhi al cielo e sospirò: le sceneggiate erano il suo forte.
- Mi offendi, io…
- Bhe, mi dispiace deluderti, ma mamma e papà sono in Messico, quindi non possono aiutarti questa volta.
Jen posò la tazza sul tavolino e disse, sorridendo con fare furbo:
- Oh, non preoccuparti, tesoro. So bene dove trovarli.
Quindi aveva deciso di eliminare ogni finzione e ammettere che spendeva Galeoni alla velocità della luce. Almeno era stato facile farglielo ammettere. Poi si alzò in piedi e si avvicinò alla sorella minore, con un’espressione vagamente inquietante.
- Ma visto che ormai sono qui, perché non facciamo qualcosa insieme?
Georgiana doveva assolutamente inventare una scusa per sfuggire a quella pazza.
- Ehm… vorrei tanto, ma devo andare da Dominique. Mi aspetta, quindi… Vado a prepararmi.
Jen la guardò dall’alto in basso, soffermandosi sui suoi capelli scuri tutti spettinati e sul viso ancora struccato. Le accarezzò una guancia e disse, con fare comprensivo:
- Sì, è meglio che tu vada a sistemarti.
Georgiana alzò gli occhi al cielo e stava giusto per sparire di nuovo al piano di sopra, quando sua sorella saltò sù con un gridolino entusiasta. Georgiana si girò a guardarla sconvolta. Era più pazza di quanto pensasse…
- Possiamo dare una festa!
A Georgiana quasi cadde una mascella.
- Una festa?
- Sì, questa sera. Sarà un gioco da ragazzi organizzare tutto. Mi raccomando, invita Dominique e tutti i tuoi amici, tesoro…
Si alzò di nuovo in piedi e sparì in cucina, dove cominciò a confabulare con gli elfi domestici per cibo e bevande. Georgiana restò a fissare il punto in cui era sparita per qualche secondo. Addio tranquillità: Jennifer Fitzherbert era tornata!

 

*
 

Dominique Weasley sedeva in riva al mare, osservando i cavalloni infrangersi sulla riva. L’aria salmastra scompigliava i suoi lunghi capelli biondi, ma era piacevole stare semplicemente lì seduta senza fare nulla, il cielo azzurro sopra la testa, il sole che le scaldava la pelle attraverso il maglioncino leggero che aveva  indossato per proteggersi dal vento umido. Ma anche se tutto sembrava perfetto, un’ombra oscurava l’umore della ragazza. Di lì a qualche giorno sarebbe iniziata di nuovo la scuola e lei, per la prima volta da quando aveva cominciato a frequentare Hogwarts, non aveva voglia di tornarci.
Non riusciva a trovare nemmeno un solo buon motivo per rallegrarsi dell’inizio del suo sesto anno: avrebbe dovuto ricominciare a studiare e a seguire le lezioni, ci sarebbe stata la solita infinità di regole da rispettare, e tutte quelle pettegole da sopportare. Il Quidditch non le interessava molto e vedeva la sua migliore amica già tutti i giorni, visto che Georgiana non abitava lontano da Villa Conchiglia, quindi perché avrebbe dovuto fare i salti di gioia per qualcosa che le faceva venire il magone e aumentava soltanto il suo peso sullo stomaco? Ma in realtà c’era soltanto un motivo per cui non voleva tornare a Hogwarts, e non erano certo i tanti compiti. Lo sapeva benissimo, anche se ammetterlo era difficile. Anche Georgiana lo sapeva, per questo evitavano di parlarne.
Conosceva Georgiana fin da quando erano piccole, da ben prima che cominciassero il loro primo anno. Si erano conosciute perché abitavano l’una vicina all’altra e Georgiana, che grazie al lavoro dei suoi genitori aveva autista e auto privata, poteva facilmente venirla a trovare. Benché le loro famiglie fossero così diverse e “distanti”, le due bambine erano diventate subito amiche, soprattutto perché i genitori di Georgiana non erano mai molto presenti, entrambi sempre super impegnati, il padre al San Mungo e la madre al Ministero della Magia. La sua amica non aveva un gran rapporto con loro, e nemmeno con la sorella maggiore, quella smorfiosa di Jennifer. Georgiana era considerata la pecora nera della famiglia: generazioni e generazioni di Serpeverde, e lei era finita a Grifondoro, con Dominique e tutti i Weasley. La ragazza sorrise ripensando al loro smistamento: la sorella di Georgiana esterrefatta al tavolo di Serpeverde, i suoi cugini James e Fred che si sbellicavano dalle risate tra i Grifondoro e Georgiana che cercava di non ridere per non fare una figuraccia. Una scena esilarante.
La vita familiare di Dominique era invece completamente diversa: genitori comprensivi, un fratello e una sorella, Louis e Victoire, che la adoravano, un sacco di cugini e zii che rendevano sempre tutto allegro e gioioso, forse anche un pochino incasinato, ma comunque piacevole. E poi c’erano tutti gli amici di famiglia, fidanzate e fidanzati, a rendere le feste molto affollate, soprattutto quelle di Natale, quando tutti quanti si radunavano alla Tana e lei e Rose Weasley, sua cugina ma anche una sua grande amica, invitavano Georgiana e Evelyn McLaggen. Loro quattro formavano un gran bel gruppetto a Hogwarts: ne combinavano di tutti i colori, soprattutto Evelyn e Georgiana, le più scatenate, mentre Dominique e Rose erano sempre le più attente alle regole. Rose infatti era Prefetto.
I gabbiani volavano alti nel cielo, rincorrendosi tra le nuvole. E la ragazza pensava a quanto sarebbe stato bello essere al loro posto, niente malinconia, niente tristezza. Alcune volte le veniva voglia di tornare a essere la bambina spensierata della sua infanzia, quando correva e correva senza mai essere stanca. Non era un po’ giovane per la nostalgia?
- Dominique! C’è una visita per te!
La voce di sua madre la riscosse da quei pensieri cupi  e la ragazza si asciugò una lacrima solitaria e si alzò in piedi, dirigendosi verso Villa Conchiglia, che si trovava poco lontano. Una visita? Magari qualcuno capace di metterle un po’ di allegria…
Percorse velocemente il sentiero fino alla villetta, senza quasi badare a dove mettesse piede. Entrò dalla porta sul retro direttamente in cucina, dove sua madre sorseggiava una tazza di tè in compagnia di…
- Georgiana!
- Sorpresa!- disse la sua migliore amica, schioccandole un bacio sulla guancia.
- Cosa fai qui? Di solito non ti svegli mai prima di mezzogiorno…
Si versò a sua volta una tazza di tè, mentre la signora Weasley sorrideva con affetto e Georgiana fingeva di arrabbiarsi.
- Lo so, - disse, punta sul vivo. – ma ho avuto una sorpresa non troppo gradita stamattina, così…
Dominique aggrottò le sopracciglia, esortandola a continuare.
- E’ tornata mia sorella.
Dominique scoppiò a ridere, mente la signora Weasley si limitò ad alzare leggermente le sopracciglia e a dire:
- Davvero una sorpresa!
Georgiana alzò gli occhi al cielo, e proprio in quel momento arrivò un gufo in salotto, così la signora Weasley lasciò sole le due ragazze. Dominique si sedette vicino all’amica, senza smettere di ridere.
- E come mai è tornata dalle sue “peregrinazioni” in giro per il mondo?
- Ha bisogno che papà le dia qualche manciata di galeoni, come al solito. Stasera ha deciso di dare una festa. Vieni, e porta qualche faccia amica, o mi toccherà passare tutta la sera con i suoi amici, incastrata tra Malfoy e Zabini…
Dominique arrossì leggermente e rimasero entrambe in silenzio per qualche secondo, ma poi tutto tornò alla normalità, e rispose:
- Vedrò chi c’è libero. Anche se non sono dell’umore giusto per una delle feste di tua sorella…
Dominique bevve un sorso di tè per impedire all’amica di vedere la sua espressione e Georgiana fece per dire qualcosa, ma il rumore di qualcuno che entrava in casa dalla porta principale la zittì.
Entrambe osservarono l’ingresso della cucina, come attendendo di conoscere l’identità del misterioso visitatore. Ma non era un semplice visitatore: Louis Weasley, il suo maggiore e biondissimo fratello, apparve nel vano della porta. Dominique vide la sua amica impallidire leggermente e la sua mano volò subito a sistemare i capelli già perfetti. Louis rimase un po’ stupito alla vista di Georgiana, ma poi i suoi occhi luccicarono e la sua bocca si aprì in un enorme sorriso.
- Oh, scusate- disse, a dire la verità senza badare molto a Dominique. Sembrava che lui e Georgiana si stessero sfidando a chi distoglieva prima lo sguardo. Dominique osservò i due in silenzio e alzò gli occhi al cielo, tossicchiando rumorosamente come per palesare la sua presenza. Sia Georgiana che Louis trasalirono e Dominique faticò a trattenere le risate. Rimasero tutti e tre in silenzio per qualche secondo: Louis fissava Georgiana, Dominique muoveva lo sguardo da uno all’altra e Georgiana fingeva di essere molto interessata alle sue unghie color ciliegia. Po la voce imbarazzata di Louis ruppe quello strano silenzio, dicendo:
- Bevete del tè?
Dominique strabuzzò gli occhi, mentre Georgiana alzò leggermente le sopracciglia e guardò il ragazzo come se fosse un po’ idiota.
- Si…- rispose la ragazza, mentre Louis annuiva lentamente, faceva un sorrisetto tirato e spariva di sopra alla velocità della luce. Appena suo fratello se ne fu andato, Dominique scoppiò a ridere rumorosamente. Louis non vedeva Georgiana da quando i due si erano lasciati un mesetto prima e tutto quello che era stato capace di dire era “bevete del tè?”? Quei due erano davvero impossibili! Eppure era così chiaro che ancora provavano qualcosa l’uno per l’altra.
Georgiana sorseggiò il suo tè con aria offesa per le risate dell’amica, ma Dominique le schioccò un rumoroso bacio sulla guancia e le sorrise. Georgiana le aveva decisamente messo allegria. Ma per quanto sarebbe durato il suo buon umore?
 

*
 

Rose Weasley si distese sul prato seccato dal sole, mentre la sua migliore amica sonnecchiava lì vicino, i capelli biondi che le ricadevano in dolci boccoli e un cappello di paglia appoggiato accanto. Rose sorrise osservandola. Poche persone al mondo potevano dire di aver visto Evelyn McLaggen a difese basse e con un aspetto totalmente innocuo, e questo era motivo di ilarità tra loro praticamente da sempre. Evelyn aveva la reputazione di “ragazza d’acciaio” e ne andava molto fiera, così fiera che spesso si dimenticava di non essere così tosta come sembrava. Rose era tutto un altro tipo di ragazza: praticamente maniaca delle regole, con ottimi voti in quasi tutte le materie, ma anche una bravissima Cacciatrice di Quidditch. Prefetto, sognava di diventare Caposcuola l’anno seguente. Ma Rose non era soltanto questo. Era anche l’organizzatrice di tutti gli eventi sociali di Hogwarts, adorava dare ordini e avere il controllo di qualsiasi situazione. Una specie di dittatrice. E quando qualcosa andava storto nei suoi piani, cosa che purtroppo succedeva di sovente, semplicemente crollava. E in quei casi c’era Evelyn a raccogliere i cocci. Evelyn che non batteva mai ciglio, che aveva davvero il controllo nelle situazioni difficili. Come per esempio quando Georgiana aveva cercato di stregare la loro compagna di stanza il loro quarto anno e si era ritrovata con i capelli verdi. Evelyn era stata capace di spiegare  alla Preside una versione riveduta e corretta dei fatti, e per Georgiana niente punizione e capelli di nuovo perfetti come al solito.
Le venne da ridere ricordando la faccia che l’amica aveva fatto guardandosi allo specchio. Però il verde le donava. Quella ragazza era totalmente fuori di testa! Quante punizioni era riuscita a farle evitare, anche se forse una punizione sarebbe stata meglio di una ramanzina di Rose Weasley. Georgiana e suo cugino James Sirius Potter ne combinavano di tutti i colori a Hogwarts, spesso accompagnati da William Baston, il migliore amico di James, o da Fred Weasley jr., naturalmente prima che finisse la scuola un paio di anni prima. Ma Georgiana non era solo una pazza, era anche capace di fare di tutto per i suoi amici, era simpatica e divertente, e un po’ una rompiscatole.
E poi c’era Dominique. Così dolce e comprensiva, sapeva sempre cosa era giusto dire o fare. Quando di arrabbiava era però sempre meglio starle alla larga, anche se preferiva la diplomazia. Rose aveva voglia di rivederli tutti quanti, compreso il migliore amico del suo cugino prediletto Albus Severus Potter, ovvero Jack O’Connor, che negli ultimi tempi non era diventato niente male. Era un biondino interessante. Forse non sentiva la mancanza soltanto di William Baston: era risaputo che tra loro non era propriamente un idillio.
Rose osservò la Tana in lontananza. Passava lì tutti gli anni le vacanze estive con i nonni Weasley e invitava sempre Evelyn per un paio di settimane. La sua amica ancora dormiva come un ghiro e Rose stava cominciando ad annoiarsi, lì da sola a rimuginare. La voce di sua nonna le arrivò all’orecchio da lontano, così si alzò in piedi, lanciò un ultimo sguardo a Evelyn e si avviò verso la Tana, zigzagando tra i ciuffi d’erba. Vide uno gnomo allontanarsi velocemente poco lontano: che esseri inutili e semplicemente orrendi. Il cortile della casa era come al solito ingombro di oggetti, in un caotico ma piacevole disordine che sapeva tanto di Tana e di Weasley. Entrò aprendo la porta cigolante e come al solito trovò Molly Weasley ai fornelli intenta a preparare i suoi piatti succulenti.
- Oh, tesoro!- esclamò vedendola. Le si avvicinò, accarezzandole i ricci capelli rossi con affetto, dicendo:
- E’ arrivata una lettera per te ed Evelyn. E’ sul tavolo.
- Grazie, nonna.
Molly sembrava più giovane della sua età, anche se i suoi capelli erano quasi completamente grigi. Era la nonna migliore che si potesse desiderare e, benché avesse un gran numero di nipoti, riusciva a trattare tutti esattamente nello stesso modo, forse soltanto con una lieve predilezione per Albus, anche se nessuno ci faceva caso: Albus era il cocco praticamente di tutti, anche se lui naturalmente negava categoricamente. Altro motivo di grosse risate.
Rose aprì la lettera che l’attendeva sul tavolo, mentre la nonna tornava alle sue amate pentole. La mandava Dominique. E chi altro poteva essere? Georgiana non mandava mai lettere.
 
Care Rose e Evelyn,
la sorella di Georgiana è tornata a casa e stasera dà una delle sue memorabili feste. Georgiana ha detto di invitare tutti quanti. Portate più gente che potete, così potremo parlare con persone amiche, e non soltanto con gli snob Serpeverde amici di Jennifer. Vi prego, vi prego, vi prego, venite! O non saprei proprio come fare: sapete benissimo anche voi come diventa Georgiana alle feste. Grazie! Vi adoro! Ci vediamo stasera alle nove a Villa Fitzherbert.
Baci,
Dominique
 
Rose crollò a sedere su una sedia. Una festa a casa Fitzherbert. James avrebbe fatto i salti di gioia. Lui adorava le feste, proprio come Georgiana. Ma non lei! Lei le odiava! O almeno odiava quelle non organizzate con un criterio, ovvero proprio le tipiche feste che organizzava Jennifer Fitzherbert. Ma lei e Evelyn non potevano certo abbandonare Dominique così! Sarebbero state delle vere ingrate.
Suo fratello minore Hugo entrò sbadigliando in cucina, evidentemente appena sceso dal letto.
- Che c’è?- chiese a Rose, osservando la sua espressione sbigottita.
- Non sono affari tuoi, idiota!- gli gridò dietro la ragazza, uscendo in giardino sbattendo la porta.
- Che ho detto?
Hugo fissò la nonna con aria stupita e lei si limitò a scrollare le spalle, preparando del tè per il nipote più dormiglione.

 
*
 

Evelyn McLaggen sentiva i caldi raggi del sole sul viso e le foglie degli alberi muoversi dolcemente al leggero tocco del vento. Si sentiva bene. Serena, rilassata, come le succedeva di rado. Sarebbe potuta restare così per sempre: gli occhi chiusi, il cielo azzurro sopra la testa, il forte odore d’erba che riempiva l’aria.
Non sapeva bene quanto avesse dormito, ma non le sembrava gentile stare troppo per conto suo. Così aprì lentamente gli occhi, con l’idea di andare a vedere dove fosse finita Rose. Ma cacciò un urlo e si alzò a sedere di scatto: un bel ragazzo dai capelli neri come l’ebano e gli occhi verde smeraldo, che il quel momento erano spalancati in un’espressione tra lo sbigottito e l’imbarazzato, sedeva a pochi centimetri da lei, e la guardava!
Albus Potter deglutì rumorosamente osservando Evelyn portarsi una mano al petto e cercare di riportare il suo respiro alla normalità.
- Sei fuori di testa?- gli gridò contro Evelyn.
- Scusa,- mormorò il ragazzo. – ma era piacevole guardarti dormire…
Albus abbassò a terra quegli stravolgenti occhi verdi, giocherellando con un ciuffo d’erba ingiallito dal sole, e Evelyn sentì tutta la rabbia sparire dentro di lei. Ed ecco che succedeva di nuovo. Quel ragazzo semplicemente buttava lì come per caso una frasetta innocente, e lei si sentiva in colpa, come se lei fosse stata quella a fissarlo mentre dormiva. Roba da matti. Ma succedeva tutte le volte: sembrava incapace di arrabbiarsi con Albus, benché di solito non avesse problemi ad insultare le persone. Evelyn si rimise a sedere diritta e disse, con un tono di voce neutro:
- Non importa…
Albus la fissò da sotto un ciuffo di capelli scuri e la sua bocca si aprì in un sorriso radioso. Evelyn si ritrovò a fissare il suo sorriso perfetto, chiedendosi come facesse a non arrabbiarsi mai con lei. Si rendeva conto benissimo da sola che spesso era odiosamente distaccata con lui, più che con chiunque altro, eppure Albus continuava a guardarla con quella strana luce negli occhi, e a rivolgerle quel tipo speciale di sorriso. La verità era che piaceva ad Albus da così tanto tempo che le persone parlavano della sua cotta per lei come se fosse una cosa normale. Ma non Evelyn. Benché come sapevano tutti non fosse il tipo di ragazza che fa intimidire facilmente, era intimidita da lui. No, non da lui, ma dai sentimenti che lui provava per lei, che ancora la disarmavano lasciandola completamente senza parole.
E questo succedeva in special modo quando erano soli, senza nessuno con cui Evelyn dovesse fingere superiorità e indifferenza. Indifferenza? Provava davvero indifferenza per Albus? Non lo sapeva nemmeno lei. Non aveva mai voluto considerarlo come un ragazzo da prendere in considerazione per se stessa, era così dolce, e gentile, e per nulla sarcastico o indisponente, o stupido, come erano di solito i ragazzi che Evelyn frequentava. Albus era un gentiluomo, non si poteva negare.
- A cosa pensi?- le chiese il ragazzo all’improvviso, interrompendo il flusso dei suoi pensieri e il silenzio che si era formato tra loro. Evelyn si sentì come colta con le mani nella marmellata. Perché pensava ad Albus in quel modo? Era forse impazzita? Scosse energicamente la testa, come per scacciare un pensiero molesto, e il ragazzo la guardò davvero per un secondo come se fosse pazza, per poi tornare a sorriderle. Afferrò il cappello di paglia che Evelyn aveva appoggiato vicino a sé sull’erba, e se lo calcò sulla testa, sorridendo alla ragazza con fare furbo. E Evelyn si ritrovò a ridere sguaiatamente, e una volta iniziato, smettere fu praticamente impossibile. Quando era con Albus si trasformava in un’altra ragazza, una ragazza che non aveva paura di sembrare giovane e spensierata. Spensierata: lei odiava quella parola!
Entrambi si tenevano lo stomaco e si rotolavano sull’erba, scossi da risa incontrollabili. Quando finalmente riuscirono a tornare parzialmente seri, Albus la guardò negli occhi e le scostò una ciocca bionda dal viso accaldato. Ed eccolo di nuovo: quello sguardo che nessuno le aveva mai rivolto, quello che la faceva sentire… speciale. Ma questa volta Evelyn non distolse gli occhi dai suoi, e sapeva dentro di sé che da un momento all’altro si sarebbero baciati, le loro labbra si sarebbero unite per un secondo, per poi tornare a dividersi con un sorriso. Evelyn sapeva che dipendeva tutto soltanto da lei: se fosse rimasta semplicemente ferma, lui l’avrebbe baciata, se avesse anche soltanto osato battere le palpebre, l’atmosfera si sarebbe rotta e tutto sarebbe finito velocemente come era iniziato.
E Evelyn lo fece: le sue palpebre si chiusero e si riaprirono in un nanosecondo, ma in quell’attimo tutto cambiò. La bocca di Albus si aprì in un sorriso strano, che sapeva di rimpianti e occasioni mancate, di baci sperati e desideri infranti. Evelyn si morse un labbro rosero e distolse lo sguardo da Albus: non poteva reggere ciò che leggeva sul suo viso. E lui semplicemente si alzò in piedi e si allontanò, il sorriso sempre al suo posto, gli occhi sempre belli da togliere il fiato, e Evelyn restò lì da sola, una strana sensazione in gola. Era forse… delusione? No, era il sapore del rimpianto.

 
 
 
 

Angolo autrice:
Bhe, non ho molto da dire, soltanto che questa è la mia prima ff sulla nuova generazione, quindi vi prego di essere clementi ;-) Questo primo capitolo è praticamente tutto incentrato sulla presentazione delle quattro protagoniste femminili, che non saranno poi così perfette come sembrano, non preoccupatevi. Sul mio profilo facebook (dove sono Alice Dolohov) trovate l’album con tutti i prestavolto, dateci un’occhiata se volete rifarvi gli occhi *_*
 
Baci baci, Alice
 

  
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