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Autore: BlueHairGirl    21/09/2012    0 recensioni
Era una strega, è vero, poteva anche farsi ricrescere la ciocca come se nulla fosse, ma... sentiva il cambiamento dentro di lei, sentiva di voler essere diversa, a cominciare dal look. I capelli lunghi fino alla vita appartenevano al suo passato Hogwartsiano. Passato.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Tornata in camera, Vivy accese la luce della sua stanza ed andòallo specchio. Non solo Stefan l’aveva baciata ed era riuscito a sorridere dalla tragedia, dimostrando di tenere veramente a lei, ma per far scoccare la scintilla la ragazzina aveva osato a tal punto da tagliare una ciocca dei suoi chilometrici capelli castani. L’aveva lasciata a Stefan, un amuleto per non abbattersi piùsul passato ma pensare al presente, adesso, però, aveva un problema cui pensare. Era una strega, è vero, poteva anche farsi ricrescere la ciocca come se nulla fosse, ma... sentiva il cambiamento dentro di lei, sentiva di voler essere diversa, a cominciare dal look. I capelli lunghi fino alla vita appartenevano al suo passato Hogwartsiano. Passato. Le forbici che aveva richiamato davanti alla porta di Stefan erano in un cassetto della scrivania, le prese e andònel bagno. Spesso aveva pensato a quel momento, ma non si era mai posta il problema di come tagliare i capelli in modo che fossero pari, nei sogni cadevano da soli, per magia, ma lei con l’incantesimo tagliuzzante non aveva ancora molta dimestichezza, sbagliare mira e tagliare troppo, o sfregarsi il collo equivaleva a guai decisamente piùgrossi. Guardòle piccole onde setose della ciocca corta, appena sotto la spalla, una lunghezza che non aveva da quando aveva avuto la prima prova della sua magia. A quattro anni, i capelli ricci in un’estate arida le erano sembrati troppo caloriferi per restare tutti insieme. Così, al suo tavolino giocattolo, aveva preso le forbici e iniziato a tagliuzzare tutto. Non era poi cosìmale, non era salita sopra la spalla e li aveva raccolti in una codina, la mamma l’aveva solo brontolata, dicendo che prima avrebbe dovuto chiederlo a lei, che l’avrebbe portata da chi sapeva. Ma da quel giorno i capelli li aveva sempre tagliati da sola, quando deve solo spuntarli, però, basta portarli indietro e tagliare quei pochi centimetri. Qui si trattava di mezzo metro di chioma fluente, era un po’ diverso. Le scalature, poi, non le piacevano, preferiva pareggiarli tutti e non pensarci più. Iniziòdalle ciocche a cui arrivava meglio, un’idea le sarebbe venuta, era o non era una strega? La sua risolutezza da teenager le impedìdi piangere, ma le dispiaceva buttare cosìil lavoro di una vita, seppur giovane; mentre le ciocche che stavano sulla destra cadevano a terra, formando un tappeto castano, Vivy ebbe un’idea. Posòle forbici e prese la bacchetta; non era un incantesimo cosìdifficile, non aveva bisogno di trasformazioni, borbottòun incantesimo e si duplicò. Era una sensazione stranissima, le sembrava di avere un solo cervello che muoveva due corpi, come se le sue azioni fossero raddoppiate. Il corpo che aveva generato prese le forbici posate dalla vera Vivy e si mise dietro il corpo generatore, adesso era molto piùfacile fare un buon lavoro, anche se le sembrava di barare, era meglio di farselo fare da qualcun altro. Tagliòaltre ciocche, quelle sulle spalle, sentiva che la testa si alleggeriva, la faceva sentire piùlibera, quasi rinata, come se non fosse mai esistita una Vivy secchiona ed egoista, come se avesse amato Stefan da quando era stata concepita, ma solo ora se ne rendesse conto. Non avere una coperta a nascondere la sua personalità era una sensazione nuova, unica. Sapeva che presto si sarebbe abituata, lo aveva letto da qualche parte, ma in quel momento le sembrava proprio impossibile. Si spostòsulla sinistra dell’altra Vivy, ormai non capiva piùchi stesse pensando cosa, ma percepiva sia la sensazione liberatoria che veniva dai capelli tagliati che quella potente che le passavano le forbici, uno strumento cosìpiccolo che le stava cambiando la vita, o almeno la faceva sentire così. Finalmente, anche l’ultima ciocca cadde; la Vivy che era rimasta ferma per farsi tagliare i capelli si voltòper farsi ammirare, non capovolta come allo specchio, dalla se stessa che glieli aveva tagliati. Per una ragazzina, strega o umana che fosse, qualsiasi, quello non sarebbe stato niente di che, solo l’ennesimo volta pagina di un’adolescente. Il fatto che fosse proprio lei a fare questo passo stava a significare che qualcosa di grosso era cambiato al suo interno, non era piùla solita ragazzina quindicenne, adesso era una piccola donna innamorata del piùgrande amore della sua vita, l’unico al mondo per cui aveva avuto il coraggio di tagliare i capelli, l’unico che aveva capito quanto le era costato quel gesto. Non sapeva se stava bene oppure no, ma la cosa certa era che una luce brillava nei suoi occhi come una stella che guida un viaggiatore di notte, una luce che prima non c’era. La Vivy con i capelli corti agitòla bacchetta e la sua copia, quella che li aveva ancora lunghi, rientrònel vero corpo, lasciando dietro di sé solamente le forbici, che caddero a terra tintinnando, in mezzo alla massa di lunghi capelli distesi a terra, ormai passati. Due colpi di pettine e la ragazzina sorrise, in meno di cinque minuti sarebbe riuscita a sistemare la sua nuova capigliatura, mentre prima le ci voleva almeno mezz’ora. Raccolse le sue onde tagliate e senza meta e le unìin una coda con un elastico, l’avrebbe regalata a Stefan come pegno del suo amore infinito, aveva una voglia pazzesca di vederlo cosìevocòun patronus e gli mandòun messaggio per vederlo quella sera stessa.
  
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