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Autore: __MariMalfoy    21/09/2012    5 recensioni
Da un certo punto di vista l'amore è dolce, eterno, meraviglioso, causa di felicità. Dall'altra è distruzione, delusione, frustrazione, illusione, dolore, sofferenza. Ma se per una coppia etero può essere così devastante ed eccitante allo stesso tempo, com'è per due ragazzi il cui sentimento è proibito? O, ancora peggio, non ricambiato?
Louis non vive senza Harry. Ma Harry fa a meno di lui.
{E' la mia prima Larry, abbiate pietà}
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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larry
« Sometimes I wish… we could just love »
 
« Potresti sorridere, Louis? Non siamo ad un funerale »
Annuii, imponendomi il sorriso più spontaneo possibile quando in realtà il mio cuore era in pieno tumulto. Mi sembrava di essere abbastanza credibile, ma sapevo che queste cose non gli sfuggivano neanche se cercavi di scappare e nasconderti: Harry spuntò dietro alla macchina fotografica con un sorriso, sorriso che si tramutò quasi subito in un’espressione preoccupata.
« Sii più convincente la prossima volta » sospirò e con una certa rassegnazione pose sul tavolo quel regalo che aveva così tanto agognato per i suoi diciannove anni e che gli avevo donato.
Aveva voluto provarlo subito come se non contenesse la sua eccitazione nell’avere un nuovo giocattolo che si sarebbe potuto permettere pure da solo, ma Harry era dell’idea che la tradizione del compleanno andava rispettata e si aspettava che tutti gli facessero una sorpresa. Non era cambiato più così tanto negli ultimi anni se non fosse diventato ancora più bello di prima.
Nonostante tutti predicassero ideali di pace e uguaglianza, innamorarsi di un ragazzo era ancora un tabù per la società. Ovviamente ero ancora dell’idea che l’amore, in qualsiasi sua forma, non fosse affatto una vergogna, ma sarebbe stato un controsenso se avessi pensato che non avrei mai dovuto permettere a me stesso di infatuarmi del mio migliore amico. Era appunto ancora più difficile capire perché tutti si opponessero così tanto all’idea che due persone dello stesso sesso potessero amarsi l’un l’altro, in modo reciproco, come qualsiasi altra coppia etero avrebbe fatto.
La mente dell’uomo era davvero tanto malvagia e limitata da impedire un tale sentimento? La religione aveva a tal punto influenzato la mentalità delle persone da provare odio nei confronti dei gay e a compiere atti terribili? Eppure ai tempi dei Romani tutto ciò era lecito e nessuno si vergognava.
Ma il management era abbastanza convinto della sua posizione iperprotettiva nei confronti della nostra fama e mi aveva affibbiato Eleanor come una delle più innocenti ragazze possibili. Ragazza che io detestavo a prescindere solo per il fatto che avesse accettato quell’incarico, ma non potevo farle un torto visto che non mi ero minimamente opposto alla loro decisione e avevo lasciato correre la cosa, passivo.
Harry sedette accanto a me con quelle adorabili fossette che gli scavavano le guance ogni volta che sorrideva. Lui era ignaro di tutto: non sapeva che ero gay, che ero innamorato di lui, che il mio cuore perdeva un battito quando gesticolava o balbettava o parlava lentamente in una situazione particolarmente imbarazzante.
« Stai diventando strano – decretò, giocherellando con uno dei suoi braccialetti che teneva al polso, uno di quella sfilza infinita. – Tutto bene? »
Annuii convinto con una naturalezza disarmante: nessuno avrebbe mai pensato che stessi mentendo tanto abilmente a me stesso quanto agli altri. Facevo il possibile per non ammettere che provassi davvero un sentimento per Harry, ma più andavo avanti e più venivo scostumato dalla consapevolezza di essere un terribile bugiardo. E ci stavo male, perché gli altri ne erano all’oscuro e soltanto il management si era preoccupato dei miei comportamenti equivoci con un’abile mossa che stava ingannando mezze fans. Ma in fondo al mio cuore sapevo che un’altra parte non ci sarebbe mai cascata, o almeno lo speravo.
Avevo sempre odiato mentire tranne quando recitavo e anche se cercavo di prendere tutta quella strana situazione come un film di paura, mi risultava quasi insopportabile e la tristezza ne era un effetto inevitabile. Quel sorriso smagliante che mostravo non era altro se non un inganno ordito contro tutti, perfino contro la mia famiglia.
« Certo – dissi poi, con eccessiva enfasi. – Va tutto bene »
La mia testa non sapeva fare altro che accusarmi: bugiardo. Abbassai lo sguardo verso le mie mani che si torturavano a vicenda, colpito dall’espressione scettica di Harry e dal legame talmente forte che ci avviluppava.
Come poteva essere così perspicace da carpire ogni mia sensazione senza che io ne facessi minimamente parola? Perché intuiva che in quel periodo c’era sempre qualcosa che non andava? Perché, nonostante continuasse a chiedermi delle mie condizioni, io mentivo? Non era davvero tanto difficile dire la verità, svelare l’intrigo e sperare che lui non si spaventasse dalla persona che si trovava davanti. Solo perché ero gay e i miei sentimenti verso di lui andavano ben oltre l’amicizia, non ero necessariamente cambiato. Ma forse i miei atteggiamenti con lui mi tradivano: il fatto che arrossissi spesso, la timidezza improvvisa che stupiva tutti, il cuore che batteva come un pazzo alla sua visione o quando sfiorava le mie mani delicatamente… erano tutti segni inequivocabili del mio amore.
« Bugiardo – sussultai nel sentire di nuovo quell’accusa, ma ben presto l’agitazione si trasformò in una vera rivolta interiore quando Harry si avvicinò verso di me, a braccia conserte. – So che ti sta succedendo qualcosa, ma non lo so di preciso. E non capisco come mai tu non voglia dirmelo »
Nel suo tono di voce c’era un verso simile alla frustrazione. Intuii che vedermi in quelle condizioni non gli giovava di certo e che pure lui risentiva del mio tormento: incapace di dire la verità o almeno di accennarla, Harry dubitava della nostra amicizia come se lo avessi abbandonato per cercare qualcun altro.
« Non è che non voglio dirtelo… è complicato »
Styles si stizzì. « Sono abituato alle cose complicate, non c’è motivo per cui tu me lo debba nascondere »
Non volevo tenerlo all’oscuro, ma ero stato costretto: chi mai avrebbe accettato una coppia omosessuale in una band che stava facendo soldi a palate grazie a ragazzine allupate? Sarebbe stato sinonimo di compiere un suicidio, di compromettere non una carriera ma ben quattro. Poi non era neanche detto che Harry ricambiasse, motivo in più per cui mi astenevo da confessare ciò che provavo; non osavo minimamente pensare quale sarebbe stata la mia reazione se lui avesse pronunciato un secco no.
I suoi occhi verdi, quelle meravigliose perle che sembravano smeraldi, si sarebbero sgranate in modo innaturale alla notizia, in una completa sorpresa come se gli avessi appena annunciato la fine del mondo oppure che ero incinto; poi avrebbe scosso la testa con aria dispiaciuta, tenendo lo sguardo a terra, e si sarebbe alzato per poi fuggire via da me. E da ciò che sono.
« Non è niente di importante, davvero » glissai, accennando un sorriso, mentre Harry manteneva quello sguardo penetrante su di me.
Stava cercando una falla che potesse finalmente tradirmi e farmi sputare il rospo, ma non diedi segni di cedimento e mi chiusi ancora di più in me stesso, in modo impercettibile. Forse Harry notò il mio turbamento perché sbuffò e alzò gli occhi al cielo, arrendendosi al fatto che non avrei mai rivelato ciò che mi tormentava, anche perché il mio carattere non me lo avrebbe mai permesso. Avrei vissuto nell’incertezza, pur di non incolparlo di qualcosa.
Come minimo, con tutti i problemi mentali che si faceva, avrebbe condannato sé stesso per essere il punto cardine della mia sofferenza e non avrei mai lasciato che potesse tirarsi addosso così tante accuse insensate, perciò preferivo il silenzio. Un silenzio che valeva più di mille parole e di un sentimento, un silenzio che avrebbe giovato a tutti e che avrebbe migliorato la situazione, con il mio conseguente adattamento ad Eleanor e agli ordini del management. Ma dovevo davvero rinnegare me stesso e farmi rubare la felicità perché la mia carriera andasse avanti? Sì, ma solo se Harry fosse stato sereno. Solo per lui.
« Sai mentire così bene, Boo. Meglio di me » decretò, scrollando le spalle.
« Perché sei imbranato – sospirai all’idea che l’argomento si potesse spostare verso la sua incapacità nel parlare, visto la sua esitazione continua nell’affermare i concetti. – Lo sei anche quando respiri »
« E tu sei bravo a cercare di cambiare argomento con la convinzione che io sia totalmente cretino e non me ne accorga »
Diamine, riusciva a capirmi nonostante oscurassi tutto ciò che pensavo in dei gesti che agli altri sarebbero risultati totalmente naturali. Evidentemente mi conosceva troppo bene, decodificava le mie azioni oppure tirava solamente a caso, ma purtroppo soltanto io riuscivo a sentire quel legame così forte che ci avviluppava, quella sintonia che si era creata. Perché, a quanto pare, Harry ne era totalmente immune.
Sbuffai, guardando altrove. Era orribile amare qualcuno e non essere ricambiato; era orribile avere una ragione per cui vivere e sapere che quel motivo avrebbe fatto volentieri a meno di te, perché non eri al primo posto della sua classifica. Nella mia Harry era sempre stato in cima insieme all’ossigeno, al cibo e all’acqua, ma lui aveva altre priorità e non ne facevo parte anche se avrei voluto.
« Sto solo cercando di distogliere la tua attenzione da me, che sto benissimo, e concentrarla su qualcun altro – replicai senza trattenere una smorfia amara. Non era a conoscenza del fatto che avrei dato un occhio perché lui si preoccupasse per me molto più di quanto non facesse già. – Ma tu insisti! »
« Lo so che hai problemi con Eleanor, Lou. E non vuoi parlarmene » sputò lui tutto ad un tratto.
Sussultai al solo sentire quel nome. Quella ragazza era l’ultimo dei miei pensieri, potevo considerarla un’amica, ma la freddezza che condividevamo a volte – quando non eravamo in pubblico - era addirittura irritante.
« Non ho affatto problemi con Eleanor »
Dentro di me, cominciai a cedere.
« Be’, allora ci sarà qualcos’altro. Sei angosciato, non sorridi e non è un comportamento da te – Harry si innervosì, incrociando le braccia e mi sentii in colpa per il fatto che lui potesse essere così frustrato per il mio atteggiamento a lui inspiegabile. Semplicemente non sopportava che non mi confidassi. – Prima o poi esploderai, ne sono sicuro »
« Harry, sto bene » ripetei.
Bugiardo.
« Se tu stessi bene, allora non avresti la faccia di un morto – borbottò. – Hai paura che dica i tuoi segreti alla stampa? Oh, andiamo »
Accennai un sorriso amaro. « Haz, sono solo stanco. – mi passai una mano tra i capelli. – Non voglio farti arrabbiare per il mio comportamento »
« Mi fai più incazzare quando fai così che nelle situazioni normali – Harry sospirò, avvicinandosi a me e mettendomi un braccio attorno alle spalle. Le mie guance andarono in fiamme, le palpitazioni del mio cuore aumentarono: l’amore era davvero così distruttivo? – Hai qualcosa per il cervello, lo so »
« Se ti dicessi che sono innamorato di un ragazzo, tu cosa diresti? Mi giudicheresti? » esplosi all’improvviso, senza più trattenere la frustrazione che stavo cercando inutilmente di contenere nel mio corpo.
Era impossibile che non cedessi a gesti come quello.
Harry sgranò quei meravigliosi occhi verdastri. « No! Lou, no! »
« E tu penseresti che sia malato se fossi davvero gay? – chiesi, ormai sull’orlo della disperazione, come se nessuno avesse potuto capirmi. Intrecciai le dita delle mani, condannandole ad una lenta tortura. – E mi abbandoneresti? »
Harry era basito, forse sorpreso, ma non fece niente: si limitò a fissarmi, scuotendo impercettibilmente la testa come se stessi delirando in preda alla febbre.
« Lou, ti stai sentendo? Riesci a comprendere quante cazzate stai sparando? » la sua mano corse velocemente alla mia e io la ritrassi, incapace di dire altro, ma l’afferrò comunque.
La strinse come per comunicarmi il più possibile, mentre mi sentivo morire dentro come se un coltello mi avesse infilzato da parte a parte. L’ammissione era davvero così lacerante oppure ne stavo facendo un inutile problema?
« Louis – Harry cercò il mio sguardo, ma ero troppo occupato a guardare le mie scarpe per avere una reale percezione di cosa mi stesse per chiedere. – Sei gay? »
Rimasi in silenzio, in preda al tormento interiore.
« Louis, rispondimi – Styles afferrò con violenza il mio viso e mi costrinse a guardarlo, ma lo evitai abilmente. Sentii il suo respiro sulla mia guancia mentre sbuffava dall’impazienza e dalla frustrazione. – Sei gay? »
Feci per aprire bocca e negare la verità quando il cellulare cominciò a vibrare nella tasca dei miei jeans; lo presi, per poi leggere il messaggio e riporre il telefono al suo posto, con una smorfia che mi varcava il viso.
Mi alzai, liberandomi dalla stretta di Harry con un veloce scatto, senza guardarlo.
« Devo andare – sussurrai atono. – Eleanor mi aspetta »
Uscii alla svelta e lasciai lì l’unico motivo per cui valesse la pena vivere, da solo seduto sul letto, mentre scappavo dalla verità e rinnegavo me stesso.
Qualche volta desideravo soltanto che noi potessimo amarci.

 ***

La mia prima Larry, una tragica Larry. Per chi non lo sapesse, sono una Larry Shipper convinta, ma non una di quelle ossessionate: semplicemente ci credo. Ero depressa e allora ho detto: perché non scrivere una one shot Larry per sfogarmi? E in un noioso weekend l'ho buttata già, per poi finirla ieri a mezzanotte appena in tempo per partecipare al concorso di @_itshotcherson. E' strano dirlo, ma ne sono soddisfatta  perché ho messo davvero me stessa in questa one shot, perciò mi farebbe piacere se la recensiste giusto per farmi sapere il vostro parere :) Grazie! Il titolo viene dalla canzone di quella figona che io amo da morire di Nina Nesbitt "Make me fall", ascoltatela... è meravigliosa.

A presto! ;)

Mari

twitter: __ohluna facebook: MariMalfoy Efp

  
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