*Autore: margherota

*Titolo: Oh capitano, mio capitano

*Capitolo: Gelosia

*Personaggi: Kise Ryota, Kasamatsu Yukio

*Generi: Introspettivo, Sentimentale

*Avvertimenti: Shonen ai, What if...?, Flash fic

*Rating: Giallo

*Dedica: A quella santa donna che è la Danna (L)

*Note: Eccomi di nuovo con una KasamatsuKise, che mi mancavano da un po' (L) in questi giorni ne pubblicherò un'altra, strettamente legata a questa :D giusto per avvisarvi (L)

Buona lettura :D

Si ritrovò ad essere sorpreso, vagamente meravigliato, quando notò per la prima volta da quando conosceva il ragazzo il viso di Kise contratto in una smorfia di puro disappunto. Kasamatsu, con una naturalezza assoluta, assunse un cipiglio preventivo, l'intenzione nascente di urlargli contro e picchiarlo, anche se prima ebbe la buona creanza di chiedergli il motivo di un tale comportamento. Quello sbuffò e volse lo sguardo altrove, iniziando a giocherellare col proprio cibo con la punta del coltello lucido.

-L'altro giorno ti ho visto in compagnia di quella ragazza molto carina del secondo anno.-

Yukio non collegò le due cose e allora Kise dovette spiegarsi meglio.

-Sono geloso delle tue fan.-

Il rumore delle chiacchiere della mensa scolastica coprì a stento lo stridio che dal basso ventre del maggiore sgorgò poi dalla sua gola, in un verso trattenuto poco; non seppe esattamente per cosa arrabbiarsi: o per l'ennesima dimostrazione della stupidità di Kise o per la rievocazione di quel preciso episodio spiacevole. Si era sorpreso anche lui quando aveva visto quel familiare rosso imbarazzo sulle gote di lei, che altro non era stato che l'anticipazione di una dichiarazione in piena regola, ma questo non significava che Ryota ne potesse parlare liberamente come se nulla fosse. Con le posate ben strette tra le dita, Kasamatsu rivolse al ragazzo seduto davanti a sé un'occhiata davvero omicida, masticando assieme ai broccoli anche una rabbia antica.

Per tutte le volte che l'aveva visto rincorrere Kuroko. Per tutte quelle in cui l'aveva sentito parlare di Aomine. Per tutte quelle in cui aveva elogiato Kagami.

Tagliò con decisione la propria verdura e si rifiutò di guardarlo oltre.

-Sei ancora più stupido di quello che sembri. Non sei di sicuro te quello che si deve preoccupare per certe cose, tra noi due!-

L'altro lo guardò con tanto d'occhi così che quella volta fu Kasamatsu a doversi spiegare.

-Sei tu quello popolare, non certo io!-

Lo stupore genuino nello sguardo dell'altro non accennò a diminuire, neppure quando, come incantato da chissà quale particolare, riuscì persino a proferire parola.

-Mi stai facendo un complimento, senpai?-

Lo voleva picchiare, parecchio. Con uno schiocco, ridusse in polvere un grissino esile.

-Non è chiaro quanto tu sia bello, per caso?-

-Non me l'avevi mai detto prima... Grazie.-

La capacità di Ryota di cambiare totalmente discorso era snervante e irritante al tempo stesso, ma Yukio non poté ignorare il sorriso a dir poco radioso che gli aveva illuminato tutto quanto il volto. E piuttosto che vederlo imbronciato come prima preferì preservare integra la sua stupidità – che tanto, tanto gli colorava il viso di piacevole rosso imbarazzo.

-Idiota...-