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Autore: MotaCarota    21/09/2012    15 recensioni
Il rumore secco dello schiaffo risuonò nella stanza e volò via velocemente.
-Ma non lo vedi che sto piangendo, brutto idiota?!- sbottò in preda alla rabbia –non lo vedi che sto soffrendo per colpa tua, sei troppo preso dal tuo mondo di party e sbronze! Dimmi una cosa, Harry, sei contento della tua vita, sei soddisfatto di come la stai vivendo? Balzare da un letto all’altro, usare le ragazze come fossero carne da macello, tutto senza impegno… non è così?-
-Quello che faccio non ti riguarda, Stewart, non posso farci niente se tu stai male- e non appena udì che l’aveva chiamata per cognome, sentì le forze mancarle.
Bonnie gli si avvicinò con un paio di falcate e gli si buttò addosso con tutto il peso –vaffanculo!- strillò tirandogli dei forti pugni sul petto –ti odio, Harry Styles! Mi fai schifo!- il riccio le strinse i polsi, cercando di sopportare il dolore senza gemere –non capisci niente, lo sai? Non lo capisci che sono schifosamente innamorata di te!- urlò e senza forse si lasciò cadere tra le sue braccia.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Live while we’re young.




 
 
 
Aprì gli occhi, svegliandosi da un sonno profondo. Le tende erano ancora accostate, segno che Harry non si era ancora alzato. Come al solito era sempre lei a svegliarsi per prima. Si stropicciò le palpebre con le dita e si decise a scendere dal letto, malgrado quel calore e il suo odore la invitassero a rimanerci in eterno. Il pavimento risultò gelido sotto i piedi, e immediatamente un brivido la attraversò, facendola pentire subito di essersi alzata. Aprì la porta del bagno e lasciò scorrere l’acqua nella doccia. In una decina di minuti ne era già uscita, il corpo fasciato da un asciugamano bianco, lungo fin quasi alle ginocchia.
Quella mattina si sentiva strana, tutto era più strano del solito. La notte le era sembrata la solita, il calore che il suo corpo le aveva trasmesso era lo stesso, ma il risveglio era stato qualcosa di mai provato prima, insolito.
Indossò un paio di slip e una sua canottiera larga e si rimise a letto. Cercò di riprendere il sonno e ritrovare la comoda posizione di prima, inutilmente.
Si mise sul fianco verso la sua parte, e rimase a osservarlo qualche istante. Il suo respiro era profondo ma regolare, le labbra carnose e leggermente socchiuse, i capelli scompigliati sulla fronte. Allungò una mano verso il suo viso, scoprendoglielo dai ricci che si ostinavano a coprirlo. La sua pelle era calda e morbida. Accostò le labbra alla sua fronte e vi schioccò un udibile bacio.
Quella era la prima volta che si comportava in quel modo. Non era mai stata affettuosa con lui, e fino a poche settimane prima non avrebbe mai pensato di diventarlo.
Affondò di nuovo la nuca nel cuscino e proprio in quel momento lui si svegliò. Schioccò le labbra, inumidendole un poco e strinse gli occhi per poi aprirli con immensa fatica.
-Oh, sei sveglia- notò, la voce roca.
-Ho fatto la doccia prima-
-Grandioso- ironizzò prima di stirarsi nel letto.
Se fosse acido di suo già dalle nove del mattino o se stesse scherzando, Bonnie non riuscì a capirlo.
-E’ stato bello…- continuò il riccio, tirandosi in piedi e infilando i jeans, che giacevano sul pavimento.
-Già, anche per me- sorrise, legandosi i lunghi capelli biondi in una coda –vai già via?-
-Sì, è meglio… non ho avvertito i miei che restavo da te-
Bonnie annuì, cercando di trattenere che in realtà non le andasse affatto bene.
Il riccio si infilò la maglietta con sopra una giacca blu scuro, prese il suo borsone e si incamminò verso la porta –allora ci vediamo in giro- disse senza neanche guardarla.
La ragazza gli si avvicinò e lui le lasciò un lieve bacio sulla guancia. Faceva schifo.
-Harry aspetta- mormorò lei con voce tremante.
-Che c’è?-
-Resta con me ancora un po’- imploro quasi, gli occhi che pungevano come punti da milioni di spilli insieme.
Il ragazzo strinse le labbra e sospirò sonoramente, sembrava quasi scocciato –ci vediamo domani a scuola, Bonnie- ripeté impassibile –sei vuoi io sono libero martedì, possiamo andare da me questa volt..-
-No- lo interruppe –non mi va-
-Martedì non puoi?-
-No, Harry- fece una pausa per ricacciare indietro le lacrime –io non ci sto più-
-Perché?-
-Mi sono stufata- cercò di essere autoritaria, quando sapeva benissimo di essere la persona più fragile del mondo.
-Ah… va bene- disse piatto.
-No che non va bene- sbottò –non mi va bene che ci vediamo solo per andare a letto insieme, Harry!- urlò con tutta la voce che aveva in corpo –non mi va che fuori dalla camera da letto io non esista neanche per te, io non sono la tua puttana!
-Bonnie, io non ho mai detto questo…-
-No infatti- tremava, sentiva le dita pulsare –tu non hai mai detto proprio niente, tu non hai mai provato niente, e non ti sei mai accorto di niente, Harry!- era ormai impossibile fermare quelle lacrime, lacrime di rabbia –sono stufa di questo schifo di giochetto che va avanti ormai da più di un mese!-
-Non è il caso che ti scaldi così tanto- ancora quel tono di voce completamente assente.
-Per te non è il caso, per me lo è eccome!- sbottò di nuovo –fai così con tutte, eh?- gli puntò un dito contro –fammi indovinare, la prima tappa è sembrare di essere interessato, segue l’invito a casa che è magicamente “libera”- mimò il segno delle virgolette con le dita – e finito tutto il giochino della scommessa. Ho indovinato?- continuò uccidendolo con gli occhi.
-Guarda che io te l’avevo detto che ci saremmo potuti fermare quando volevi- disse l’altro in sua discolpa.
-Oh, premuroso da parte tua- ironizzò –“non appena qualcuno dei due si innamora, la facciamo finita”, non è così? Facile, comodo, conveniente… peccato che tutto questo sia solo a tuo vantaggio- Harry aprì la bocca per rispondere ma lei non gliene diede il tempo –e non ti accorgi di me, non ti accorgi che mi sto distruggendo con le mie stesse mani, eh?- si asciugò una lacrima con le dita –sai una cosa? Sono stufa di te e del tuo schifo di menefreghismo, io e te abbiamo chiuso!-
-Veramente non abbiamo mai cominciato..- borbottò prima di ricevere cinque dita in pieno volto.
Il rumore secco dello schiaffo risuonò nella stanza e volò via velocemente.
-Ma non lo vedi che sto piangendo, brutto idiota?!- sbottò in preda alla rabbia –non lo vedi che sto soffrendo per colpa tua, sei troppo preso dal tuo mondo di party e sbronze! Dimmi una cosa, Harry, sei contento della tua vita, sei soddisfatto di come la stai vivendo? Balzare da un letto all’altro, usare le ragazze come fossero carne da macello, tutto senza impegno… non è così?-
-Quello che faccio non ti riguarda, Stewart, non posso farci niente se tu stai male- e non appena udì che l’aveva chiamata per cognome, sentì le forze mancarle.
Bonnie gli si avvicinò con un paio di falcate e gli si buttò addosso con tutto il peso –vaffanculo!- strillò tirandogli dei forti pugni sul petto –ti odio, Harry Styles! Mi fai schifo!- il riccio le strinse i polsi, cercando di sopportare il dolore senza gemere –non capisci niente, lo sai? Non lo capisci che sono schifosamente innamorata di te!- urlò e senza forse si lasciò cadere tra le sue braccia.
Lui la strinse, la strinse come aveva fatto quella stessa notte. Come le tante altre volte in cui erano stati insieme per un paio d’ore a casa sua.
Lasciò scivolare le mani al fondo della schiena di lei, il petto gli premeva contro, sentiva il suo cuore scalpitare attraverso l’asciugamano che la copriva.
Nascose le mani calde nei suoi lunghi capelli, e non appena le si avvicinò poté riconoscere il profumo fruttato del suo shampoo, lo conosceva bene.
Bonnie era sempre la stessa. Ovvio. Eppure a lui non sembrava che avesse due personalità.
Quando la vedeva a scuola, nei corridoi, era timida, rigida, terribilmente impacciata, quasi patetica… e poi si incontravano a casa sua e tutto cambiava. Si liberava di ogni freno inibitore, di quella maschera da scolaretta educata ed era tutta un’altra cosa. Diventava vogliosa, allettante, inebriante.
Harry amava quando sussurrava piano il suo nome, amava quando gli mordeva avidamente il lobo destro quasi per fargli male apposta, amava il suo profumo. 
E adesso eccola lì, di nuovo indifesa e piccola davanti ai suoi occhi. Piangeva, non faceva altro da oltre dieci minuti ormai, e lo accusava di cose che lui mai avrebbe immaginato se non gli avesse aperto gli occhi.
Lo amava, glielo aveva detto davvero, e lui si era comportato come il peggiore degli stronzi. Faceva schifo davvero, Bonnie aveva ragione.
-Ssh- sussurrò tra i suoi capelli umidi –smettila di piangere, adesso- la cullò lentamente, come se da un momento all’altro fosse diventato il migliore dei ragazzi.
Si chinò su di lei e le sollevò il viso per arrivare alle sue labbra, neanche lui sapeva perché lo stava facendo, ma forse era la cosa migliore da fare. Improvvisamente avvertì di nuovo la sua mano sul volto, ma questa volta meno violentemente di prima. Lo respinse. Scostò il suo viso da quella posizione e si allontanò, sedendosi sul letto.
-Vai via- mormorò monocorde.
-Io…-
-Vai, ho detto!-
-Vuoi davvero che me ne vada?- domandò rivolgendole il primo sguardo sincero di tutta la sua vita.
-Sì, Harry- ribadì –sparisci, subito-
Il riccio raccolse il borsone da terra, la guardò un’ultima volta, ma lei non lo degnò di uno sguardo. Oltrepassò la porta e uscì. Per sempre.
Era andata. Uno stupido patto era stato infranto ed Harry non si era mai sentito peggio in vita sua.
Bonnie era una brava ragazza e lui lo sapeva, ma non la amava, e non aveva senso prenderla in giro. Il riccio si promise che non avrebbe mai più fatto accordi di solo sesso con nessun altra ragazza sulla faccia della Terra. Non era vero che era l’unica soluzione per essere felice. Non era vero che non portava complicazioni. Si maledisse per averlo pensato, poche settimane prima quando le aveva stretto la mano, esclamando un “andata!”. Era stata la scommessa peggiore della sua vita.
Uscì per la strada e subito il vento di Holmes Chapel lo investì con tutta la sua forza, facendolo rabbrividire. Estrasse il cellulare dalla tasca e digitò velocemente una serie di lettere.
Bonnie notò lo schermo del telefono illuminarsi, scorse il dito sul display per sbloccarlo.
Un nuovo messaggio:
Riavvolgiamo il nastro e riproviamoci da capo.
 
La ragazza aggrottò le sopracciglia e lanciò il cellulare al fondo del letto, stufa, stanca, debole.
Pochi istanti dopo la maniglia della porta si abbassò e rivide una figura familiare davanti a sé.
-Ciao- disse lui avvicinandosi –io sono Harry, e tu come ti chiami?-
Bonnie lo guardò come se volesse ucciderlo da un momento all’altro. Ma che diavolo gli era saltato in testa!?
Non rispose, rannicchiò le ginocchia al petto, affondando il viso tra le gambe chiuse.
-Qualcosa non va?- continuò il riccio carezzandole la schiena. Ma anche sta volta nessuna risposta.
-Ho fatto un casino- piagnucolò lei tirando su con il naso.
-Ne vuoi parlare?- domandò con tono dolce.
-E’ una storia lunga…-
-Io ho tutto il tempo che vuoi- le rispose sedendosi sul letto al suo fianco –per te..- aggiunse con un perfetto sorriso sulle labbra rosee.
Era vero, avevano tutto il tempo che volevano, quello era un nuovo inizio. E loro non dovevano fare altro che viverlo, viverlo mentre erano giovani.













Lo so, lo so che questa os non ha assolutamente senso. L'ho postata giusto perchè l'ho scritta e non volevo lasciarla marcire nei documenti(?)Sono stata assalita da un momento di depressione e mi è uscita in un paio di sere :)L'ho finita ieri dopo aver visto il video ajuujdbgeuifbgi e, non sapendo pronunciare altro che quelle cinque parole, l'ho chiamata come la canzone. #fantasia portami via.
Il finale è aperto, ognuna di voi è libera di immaginarlo come preferisce.
Se vi piace, posso chiedervi solo una piccola parolina per farmelo sapere? Ne sarei felicissima :3
E' tutto, un bacio e grazie in anticipo.
Mota :)


 



  
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