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Autore: Artemisia89    06/04/2007    15 recensioni
Dal film "Memorie di una Geisha". Tutto brucia: le bambole, la seta, i profumi. Anche la sua vita [le geishe sono come delle bellissime falene]
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Forse il tutto si incendiò ancora prima che i vetri si infrangessero. La lampada toccò terra e il fuoco si aggiunse al fuoco. Il riverbero disegnò luci simili a intrecci di oro sulla seta, come ornamenti su un kimono troppo prezioso [anche per lei].

[Le geishe sono come delle meravigliose falene]

Il suono dei vetri infranti andò a mescolarsi con le urla delle altre, con il crepitio del legno che bruciava e il frullare delle tende su loro stesse mentre il fuoco le divorava, non lasciando che cenere al suo passaggio.

Ma Hatsumomo non sentiva niente.

Gli occhi piccoli e neri fissavano le fiamme e ci vedevano altro, le orecchie percepivano suoni diversi.

[Quando muovono le loro ali, non fanno che incantare]

Quando capì che il fuoco stava per invadere anche la sua stanza, inseguì le strisce luminose che lasciava sul pavimento e spalancando lo shoji decise che avrebbe assistito con calma a tutto quanto. Se il fuoco stava per bruciare tutta la sua vita, allora che le spettasse un posto in prima fila.

[Ma sono più fragili di quanto sembri]

A bruciare per prime naturalmente furono le pezze che aveva lasciato in giro per il ryokan, e poi il suo futon candido che un tempo [molto, molto tempo fa] aveva asciugato e assorbito [e nascosto] tutte le sue lacrime, poi fu la volta dell’unica kokeshi che aveva fatto in tempo a prendere dalla sua casa prima che la portassero via.

Con le spalle al muro, dritta e fiera sembrava una regina di un mondo pronto a svanire come un fuoco fatuo, lo yukata a stringerle il corpo esile con tenerezza, quasi a proteggerla dal dolore.

Ma Hatsumomo non sentiva niente.

Le fiamme arrivarono a lambire dunque la toiletta. Cipria, ombretto, rossetto, profumi. Tutti quei colori con cui le geishe velano il loro viso [e la loro anima] e che le rendono opere d’arte pronte a disfarsi per una mano che ha osato troppo. Le sue labbra non si piegarono di un millimetro nel veder bruciare tutto quanto. Camicia di Koiychi tanto gelosamente conservata, compresa.

Che bruci tutto quanto.

Tutto quello che resta della mia vita.

L’odore della notte ha spazzato via quello acuto della seta bruciata, del legno e degli oggetti andati in fiamme. Le urla delle altre donne dell’okiya Nitta sembrano esser diventati ricordi lontanissimi, quasi mai esistiti. Se si volta indietro, lo fa solo per far vedere quanto della vecchia dimora è rimasto in piedi, e per lanciare uno sguardo in cui di odio, ce ne è davvero poco. Lentamente, ricomponendo la sua andatura e levando la testa innanzi a se, muove gli zori laccati sul selciato e avanza sicura nella notte.

[Le geishe sono come delle meravigliose falene, sono loro stesse solo di notte

La luce del sole, le uccide.]

  
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