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Autore: Lie_Potter    06/04/2007    2 recensioni
Solo un racconto scritto mentre ero lonatana dalle mie amiche e pensavo a come saremmo state all'università. Spero qualcuno legga e lasci una recensione, anche per critiche negative.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amiche

AMICHE


Racconto dedicato alle mie migliori amiche, non ci sono nomi apposta.

Immaginatevi coi come si chiamano,
chi sono e chi dice cosa.
Le recensioni sono molto gradite. Grazie.
 
“Cosa pensi che diventeremo?”
Era una semplice domanda fatta in un mattino assolato di maggio, il vento soffiava placidamente, gli uccellini cantavano e la sua amica era sdraiata sotto un albero, anzi, sotto L’Albero, con un filo d’erba in bocca e gli occhi chiusi.
“Perché ogni volta che la tranquillità sembra regnare sovrana tu devi romperla?”
“Mmm, fammici  pensare… Perché sono fatta così! Dai, ci conosciamo da 10 anni e non lo sai?” una risata nell’aria…
“Certo che lo so, altrimenti non te lo avrei chiesto. Comunque non lo so, non lo voglio sapere, non ci voglio pensare.”
Silenzio.
“Due anni fa cosa pensavamo saremmo state adesso? E cinque anni fa? Tu ti ricordi?”
“Penso che immaginassimo di girare il mondo, questo cinque anni fa, due anni fa speravamo di vivere assieme durante l’università.”
“Bè, due anni fa eravamo un po’ più con i piedi per  terra a quanto pare.”
“Tu non lo sei mai stata.”
“Lo so, per questo ci sei tu!”
“Neanche io lo sono mai stata.”- no, aspetta un attimo – “Diciamo che lo sono più di te.”
“Non ci vuole molto”
 
Doccia. Mi sembra di purificarmi ogni volta che faccio la doccia. E tutte le volta che la faccio dall’altra camera sento la sua musica, quella che se io non sono in bagno lei non può sentire. Li ascolterebbe sempre, ma io non posso mica sopportarli per un tempo così maledettamente lungo! Così, li ascolto ovattati dall’acqua che mi scivola sulla pelle.
“Che cosa diventeremo?” La vera domanda sarebbe: “Cosa volevamo diventare?” io non me lo ricordo più molto bene. Forse dovrei chiederglielo.
 
“Questa sera che si fa?”
“Si va in osteria…” *
“No, sul serio, cosa facciamo? Lo so che domani c’è lezione, ma io voglio uscireeeeeeee!”
“Vuoi uscire? E con chi usciamo? Dove andiamo? Come ci andiamo?”
“Non lo so! Dai, un po’ di inventiva! Tira fuori delle idee! Soltanto perché manca la nostra amica euforia…”
“Ragazze! Sono tornata!”
“Come non detto… Ora non ti puoi tirare indietro mia cara! Allora, dove andiamo! Ehi, abbraccio collettivo senza di me? Siete fuori?”
“Io lo so dove andiamo! Andiamo al Butterfly!”
“e Butterfly sia, che cosa c’è stasera?”
“Vedrete…”
 
Il Butterfly. Concerti interessanti, gente interessante, bravi baristi, ragazzi carini. Questo in linea di massima. Quella sera c’era un concerto fantastico con un gruppo di ragazzi particolarmente carini. E musica per loro. La loro musica.
“Ragazze?”
Uno sguardo, un passo.
Balla, balla, è così che si balla! Ballate, cantate, baciate chi vi pare.1
“Ehi, vedo tre ragazze carine che si danno da fare a ballare. Magari ci degnano della loro presenza sul palco?”
“Ragazze non ci vorrete andare?”
Uno sguardo, un passo.
Trascinata sul palco.
“Non pensavo l’avreste fatto sul serio”
“Anche lei non lo pensava!”
“Bene, cosa dobbiamo fare?”
“Che ne so, io stavo scherzando quando vi ho chiamate, era per farvi un complimento!”
“A quanto pare ti tocca pensare a qualcosa.”
“Cantate.”
“Come?”
“Cantate”
“Cosa?”
“Cosa volete cantare?”
Uno sguardo, un passo.
Partite.
E chi le ferma più?
 
“Cosa diventeremo?”
“Cosa volevamo diventare?”
“Touchè”
“Cosa vogliamo diventare adesso?”
Silenzio.
“Vogliamo diventare uno”
“Siamo già uno”
“Vogliamo rimanerlo”
“Questo è ovvio, ma questo uno cosa vuole diventare?”
“Chiediamolo a lui. Ehi, uno, cosa vuoi diventare?”
“Quello che sarà giusto!”
Un urlo assieme, come sempre è stato, come sempre sarà.
Abbraccio collettivo soffocante sdraiate su un letto tra libri di studio e note nell’aria.
Risate e silenzi.
“Cosa sarà giusto?”
“Qualsiasi cosa ci tenga assieme sarà giusto”
“Ragazze, vi ricordate l’inizio?”
“Certo…”
“Più nel bosco non andremo
Son tagliati già gli allori
Di noi la più bella a raccoglierli andrà”2
“E la fine?”
“E se ci dessimo la mano in quel nostro modo?”3
Risate e silenzi carichi di risate e di lacrime e di ricordi e di parole.

*E’ un ban degli scout
1 e 2 tratte da “Le 4 bambine” di Pablo Picasso
3 tratto da “Va e Vieni” di Beckett
  
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