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Autore: taemotional    22/09/2012    3 recensioni
[JongTae] [Deathfic]
" La lealtà e l’osservanza delle regole conducono all’Armonia cosmica, sii fedele e la strada per la Salvezza si aprirà al tuo passaggio.”
[...] “Smettetela di sperare!” gridò ridendo, “Questo è il paradiso miei cari! Non è forse come ve lo descrivevano tra i vivi?”
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Taemin
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Commento: Molto bene, molto bene. Eccomi di nuovo con una fanfic un po' fuori dagli schemi. Non solo per il paring (ignorato completamente dal fandom italiano xD) ma soprattutto per il contenuto. 
La fic è nata inizialmente da un'idea di eos_92 (grazie come sempre cara *O* che farei senza di te?) e poi, non so come, mi è venuta una strana idea ed è uscita questa cosa qui xD Detto questo, spero apprezzerete l'originalità x°D Infine, dedico la fanfic a Love_AND_Food per ringraziarlo ancora una volta del supporto!!! ^-^

Credits: L'immagine del il banner non è di mia proprietà. L'ho utilizzata sotto consenso dell'autrice (originale)


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« Una luce brilla dalla porta aperta,
Abbiamo trovato l’amore in un luogo disperato. »

-we found love-

 

***


L’Ottuplice Codice degli Antichi recita come di seguito:

 
I morti non possono assolutamente conoscere la vita. Sapere è staccarsi dal Flusso Cosmico. Ignoranza eubbidienza sono la Via.
Non recitare il falso.
Non pensare.
Non provare sentimenti.
Il Codice Proibito è impronunciabile. Il Custode della Bilancia ne è detentore e arbitro.
I prigionieri della stanza speciale devono essere educati, poiché più inclini al male.
La lealtà e l’osservanza delle regole conducono all’Armonia cosmica, sii fedele e la strada per la Salvezza si aprirà al tuo passaggio.
Il Custode delle Chiavi ha tutte le risposte, la saggezza risiede nella Sua luce.

 

***

 

“C’è un nuovo arrivato” gli aveva detto il suo superiore scrutandolo attentamente. Taemin aveva alzato gli occhi per fissarlo di rimando. “È nella stanza speciale”
“Sì” aveva risposto Taemin, “La causa della morte?”
“Un proiettile” rispose l’angelo superiore con un sorriso.
Taemin si inchinò leggermente, uscì dallo studio e si avviò verso l’ala speciale della prigione.
 
Il guardiano salutò Taemin come se ritrovasse un vecchio amico che non vedeva da tempo e anche l’altro sembrava contento di rivederlo.
“Da quanto tempo non capiti da queste parti!” esclamò il guardiano dall’alto della sua postazione. Si sporse un po’ di più per riuscire a vedere Taemin che annuiva.
“Cento anni, immagino!” aveva esclamato l’altro ridendo. Quindi tirò fuori il proprio pass e glielo porse. Il guardiano lo prese sorridendo e lo passò sullo scanner del proprio computer. Bip, e la porta che conduceva all’ala speciale si aprì con un cigolio.
“Ecco” il guardiano porse il tesserino a Taemin, “Se fosse per me ti farei passare senza tutte queste procedure noiose”
“E se fossi stato un impostore venuto a liberare il prigioniero?”
“Chi si prenderebbe questa seccatura quassù? Con qualcuno che non ha nemmeno le ali poi. Nessuna delle due”
Taemin alzò un sopracciglio, “Beh, dopotutto è per questo che l’hanno rinchiuso lì, no?”
Il guardiano aveva annuito serio.
“Almeno non resterà per troppo tempo” concluse Taemin, e si avviò a passo rapido lungo quel corridoio deserto. “Sembra che ci rivedremo spesso questi giorni!”
Il guardiano acconsentì, “Buon lavoro”
Taemin iniziò a percorrere lo stretto corridoio dell’ala speciale e la porta si richiuse alle proprie spalle con lo stesso cigolio sinistro di quando si era aperta.
 
I passi rimbombavano sull’alto soffitto del corridoio e tornavano alle sue orecchie amplificati. Quell’ala era un susseguirsi di porte, una per ogni cella, ma nessuna di quelle sarebbe stata aperta quel giorno, né mai. Non erano quelle porte anonime il suo obiettivo. Continuò a camminare spedito e alcuni, tra quei prigionieri, si affacciarono alle sbarre per chiamarlo, invocando il suo aiuto. Anime ignorate sin dal loro arrivo, destinate a marcire in quelle scatole buie fino all’esaurirsi del loro tempo.
Arrivato in fondo, prima di aprire la porta che gli interessava, Taemin si voltò e prese fiato.
“Smettetela di sperare!” gridò ridendo, “Questo è il paradiso miei cari! Non è forse come ve lo descrivevano tra i vivi? Dovevate pensarci prima!” concluse con un ghigno, quindi aprì la stanza speciale ed entrò con un fruscio d’ali.
 
Se il corridoio aveva un soffitto talmente alto da essere appena illuminato, quello della stanza speciale sembrava non possedere una fine. Le mura di mattone scuro, debolmente rischiarate da una qualche fonte luminosa di dubbia origine, salivano ripide verso l’alto, perdendosi in un nero ancora più scuro della notte. Non c’erano stelle, né una luna in quel fazzoletto di cielo. L’unico elemento che rifletteva la luce dissipandola era la cella centrale, interamente in vetro e dotata solo di una piccola porta sbarrata che le faceva da entrata. Al suo interno, un letto biancastro colorava la stanza.
Taemin si avvicinò rapido a quella porta e iniziò a sbattere un manganello contro le sbarre.
“Svegliati!” gridò.
Una figura indistinta si alzò lentamente dal letto e guardò verso la porta di ferro. Era vestito con solo un paio di pantaloni corti e una maglia strappata. Entrambi chiari, dello stesso tessuto di un lenzuolo.
“Immagino che quassù tu non abbia ancora incontrato nessuno” continuò Taemin con un mezzo sorriso.
Il prigioniero si mise seduto sul letto e lo squadrò con le sopracciglia aggrottate.
“Chi diavolo sei? Cos’è, carnevale?” domandò scettico.
Taemin sbuffò, “Queste” iniziò indicando le proprie ali scure, “Sono vere”
Il prigioniero si mise a ridere e finì disteso sul letto, piegato in due.
“Hey!” gridò Taemin indignato, e continuò a sbattere il manganello tra le sbarre, “Sei pazzo? Davvero, sei il primo prigioniero che incontro che non è spaventato dall’idea di essere morto”
Quella risata incondizionata si spezzò in un istante, ma il rimbombo sulle pareti durò ancora per qualche secondo, giusto il tempo per farlo rialzare.
“Sarei morto?”
Questa volta fu Taemin a ridere. Gli dava proprio un gran gusto mettere in difficoltà tutti i nuovi prigionieri. Spiegare tutto quello che in verità succedeva dopo la morte, mandando in frantumi qualsiasi ideologia o religione esistente sul loro perverso pianeta, lo eccitava all’inverosimile. Amava il suo lavoro.
Si sedette su uno sgabello apparso non si sa bene da dove e sorrise.
“Jonghyun, giusto?” continuò Taemin asciugandosi le lacrime, “Sei morto proprio oggi, la notte del solstizio d’estate, a causa di una pallottola. E tutti quelli che muoiono vengono in Paradiso. Non lo sapevi?”
“Non sapevo che esistessero prigioni in Paradiso. E che gli angeli potessero avere ali e capelli neri”
“Solo i Custodi hanno il privilegio di possedere ali bianche” spiegò Taemin, un po’ deluso dalla freddezza di quella risposta, 
“Comunque sei un tipo proprio strano tu” disse poi, “Non sei spaventato?”
“Ero pronto a morire in ogni istante del mio lavoro” rispose Jonghyun guardandosi attorno.
“Ricordi anche quale lavoro facevi?”
“Certo! Io ero... qualcuno di importante... di sicuro...”
Taemin rise, “No, come minimo tu eri solo lo scudo vivente di qualcuno di famoso”
Jonghyun tastò il proprio corpo. Non c’era alcun segno di quella pallottola.
“Sto sognando”
“No, mio caro”
“Se questa è una prigione... insomma, sono chiuso in una stanza strana... con il vetro e tutto. Devo essere qualcuno di speciale”
“In effetti sì. Intanto non hai nessuna delle due ali”
Jonghyun portò una mano sulla schiena.
“Siamo tutti angeli quassù” continuò Taemin sviando dal discorso delle colpe di quel prigioniero, “Ma il tempo di permanenza in questo Paradiso non è lo stesso per tutti”
Jonghyun lo guardò storto.
“Se non hai le ali, o se te ne manca una, significa che resterai davvero poco tempo”
“Anche il tuo tempo si sta esaurendo?”
Taemin lo guardò inclinando la testa, “Esattamente, ma come vedi le mie ali sono due, e sono ancora belle folte. Resterò qui per un bel po’. Peccato solo che devo finire il mio tempo in questa prigione, tra la spazzatura, mentre fuori mi aspetterebbe il vero Paradiso. Ma almeno ho trovato come passare il tempo”
Jonghyun arricciò le labbra.
“E una volta che un angelo finisce il tempo?”
“A quel punto si passa al piano superiore”
“E cosa c’è più su del Paradiso?”
Un ghigno si formò sul viso di Taemin, “Più su? Più su c’è l’Inferno”

   
 
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