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Autore: Naruko__    22/09/2012    2 recensioni
Come avevo annunciato precedentemente, eccomi qui anche con una NaLi! Prego chiunque abbia la voglia di commentare di non farlo a scopo negativo, questo è un pairing che può come non può piacere, ho solo notato una certa carenza di FF dedicate a loro due e ho quindi deciso di scriverci qualcosa anche io :) L'avevo scritta un pò di tempo fa, veramente! E ci tengo già da subito a dire che NON è contro Lucy come alcune frasi potrebbero fare pensare, Lisanna non la odia, non sopporto di leggere cose del genere, non sarebbe ipocrita scriverlo? Ho semplicemente dedicato un momento a quell'improvviso distaccamento tra Natsu e Lisanna immaginandone io una possibile causa. Spero che a chi gradisca questo pairing (ma anche non) possa piacere questa mia piccola one-shot dedicata a Lisanna e Natsu, ai loro sentimenti e a ciò che non si sono detti per ben due anni. Non ho descritto scene spinte tra di loro perché ho trovato, stavolta, fosse più dolce così. :3 Buona lettura!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lisanna, Natsu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'aria fresca del mattino le solleticava le guance rosee, mentre gli occhi cominciavano ad aprirsi e a focalizzare ciò che la circondava. Si alzò e vide il sorriso dolce e caloroso della sua amata sorella. 
“Buongiorno, Lisanna!”
“Buongiorno, Mira-nee! Dov'è Elfman?”
“E' andato prima alla gilda, ha detto che alzarsi presto era da veri uomini, io invece sono rimasta ad aspettarti” spiegò l'albina più grande, mantenendo il suo sorriso.
“Capisco” concluse Lisanna sorridendole, mangiando la colazione che Mira le aveva preparato, si lavò e mise i soliti vestiti. Infine, insieme s'incamminarono verso la gilda. Fairy Tail. Quella che per lei, così come qualunque altro membro della gilda, era come una seconda casa, la sua famiglia su cui poteva sempre contare. Lì aveva trovato amici da cui non sarebbe riuscita a separarsi, così come aveva constatato su Edoras. Per quanto potessero essere quelle stesse persone, fisicamente, non erano i suoi compagni, e lei se n'era accorta. Al suo arrivo, c'erano persino già Juvia e Lucy, che su Earthland non erano ancora arrivate alla gilda. A parte qualche mancanza, come Gildarts o il Master, o addirittura Erza che era una loro nemica, non mancava nessuno, anche se le loro caratteristiche erano praticamente l'opposto delle altre versioni che lei già conosceva. Gray sentiva freddo ed era continuamente ricoperto di vestiti, mentre su Earthland era già tanto se teneva i pantaloni, Cana vestiva abiti all'antica, con tanto di merletti e cuffietta e si limitava a sorseggiare the, su Earthland indossava un bikini, delle scarpe col tacco e dei pantaloni lunghi fino a poco più giù del ginocchio, tracannando litri di vino o birra che fosse. Anche Levy era diversa, sembrava un meccanico, che si occupava di spostare la gilda, grazie alla magia, per scappare dalle guardie del regno, e litigava costantemente con Lucy, mentre su Earthland le si potevano definire migliori amiche, i più forti erano Jet e Droy, cosa ancor più assurda, e poi lui. Il ragazzo che l'aveva accompagnata nel cammino della sua infanzia, con la quale aveva condiviso la nascita e l'accudimento del piccolo Happy, assente in quel mondo così simile eppure diverso. Lo stesso ragazzo di cui si era perdutamente innamorata, standogli vicina, ogni giorno, con quella consapevolezza. Non si era mai dichiarata per timore di rovinare il loro rapporto, conoscendo l'infantilità di Natsu e la sua poca dimestichezza nel prendere il controllo di certe situazioni. Avrebbe voluto rimanere di più, con lui, quella volta tornata dalla missione. Magari avrebbe colto lì, sotto quell'albero nel parco di Magnolia, l'occasione per confessare quel tacito sentimento mantenuto segreto nel suo cuore. Era stata brava a nasconderlo, a mostrarsi spontanea e solare con lui nella medesima maniera che serbava anche agli altri, anche se ormai era più che certa che qualcuno se ne fosse accorto. 
Tornando al Natsu di Edoras, condivideva solo l'aspetto, con quello che lei conosceva ad Earthland. Il rosato della edo-Fairy Tail non soffriva i mezzi di trasporto, come invece succedeva al suo amico d'infanzia, ed assumeva un'aria spavalda e sicura di sé solo quando era seduto al volante. Fuori dalla sua vettura, si riduceva ad un ragazzo timido e pauroso, spaventato persino dal più piccolo rumore o dalle grida dei propri compagni. E veniva spesso utilizzato come sacco da box da Lucy, verso la quale, vedeva, nutrisse un grande affetto. All'infuori dell'aria minacciosa che la bionda potesse riuscire ad impersonare, Natsu faceva qualsiasi cosa lei gli chiedesse, non per sottomissione o altro, ma perché era proprio lei a chiederglielo. E questo, rattristò molto Lisanna. Non perché edo-Natsu fosse infatuato di Lucy, ma perché temeva che, ad Earthland, potesse giungere quella ragazza e impossessarsi così del cuore di Natsu, com'era successo ad Edoras. Ne era certa, sarebbe arrivata. 
Aveva provato anche a farselo piacere, il Natsu di lì, ma le differenze con il figlio di Igneel erano esorbitanti, non poteva ignorarle. Quando se lo vide poi spuntare, dicendo che era lì per salvare i suoi amici trasformati in lacryma, non aveva inizialmente pensato che era proprio il Natsu di cui lei si ricordava e che aleggiava nella sua mente ogni notte, chiedendosi cosa stesse facendo, se stesse bene, o se fosse riuscito a trovare il tanto amato padre scomparso. Le fu inevitabile piangere, quando ascoltò la sua storia, quando si rese conto che fosse proprio lui, il suo Natsu, il Natsu di cui lei si ricordava. Pianse lacrime amare, perché voleva abbracciarlo. Pianse, perché tutto quello che avrebbe voluto, sarebbe stato tornare a casa con lui, ma per amore dei suoi due fratelli, che avevano già perso la Lisanna di Edoras, no, si decise che non li avrebbe più fatti soffrire. E se non fosse stato per Anima, che stava espellendo tutta la magia presente su Edoras, l'avrebbe visto volatilizzarsi in quella colonna dorata di magia, dicendogli addio per la seconda volta. 
Non poteva nemmeno dimenticare l'accoglienza di tutti al suo ritorno a Earthland, il bene che le avevano mostrato e i festeggiamenti durati fino a notte fonda, in suo onore. 
Però, quel giorno di pioggia, sei giorni dopo aver rivisto Natsu e Happy dopo la sua scomparsa di due anni, notò anche lei. Non la ragazza che aveva conosciuto su Edoras, lei era originaria di Earthland. Lucy. 
Su Edoras, andava d'accordo anche con lei, anche se spesso la richiamava quando picchiava il povero rosato mal capitato. Solo poco dopo, venne a conoscenza che era entrata a Fairy Tail da poco più di cinque mesi e che fosse diventata, sin da subito, la compagna di Natsu, portata in gilda da lui stesso. Una gelosia che non aveva mai risentito su Edoras, le aveva immediatamente attenagliato il cuore. Vedeva come Natsu stava bene in sua compagnia, come si mostrasse sempre felice e raggiante, con lei non era così. O forse era il suo senso d'inferiorità verso l'evidenza di quel rapporto, che glielo faceva pensare. 
Quando arrivarono alla gilda, Mirajane si diresse subito verso il suo bancone, che ormai sostituiva il suo impiego di maga con quello di barista della gilda. Lisanna si diresse invece verso il tavolo presso cui sedevano Gray, Erza, Levy, un Gajeel abbastanza irritato, seduto nel tavolo appena accanto la minuta ragazza dai capelli turchini, Wendy, i tre exceed e Natsu e Lucy, come sempre intenti a discutere del più e del meno. 
Era indecisa se raggiungerli o meno, si sentiva di troppo in quel quadretto dipinto con lei come sfondo, un dettaglio trascurato per ben due anni. Ormai, al fianco di Natsu, niente più bianco, il solo biondo dorato dei capelli di Lucy affiancavano la rosata scompigliata capigliatura del suo migliore amico. 
Sentì poi Happy esordire con “Lei ti pppppiace” e il suo cuore cominciò a martellarle dolorosamente nel petto. Da quando era tornata, cercava di convincersene, ma ormai era quasi una certezza, la sua. Non glielo avrebbe mai chiesto, ma se Natsu fosse innamorato di Lucy?
Senza nemmeno accorgersene, uscì dalla gilda di corsa, gli occhi le pungevano per le lacrime che avevano iniziato a scendere all'esordire di quella frase. Correva a per di fiato, senza alcuna meta, non le importava, purché fosse lontano da lui, da lei, da loro. 
All'improvviso, sentì il polso avvolto da una salda e calda presa. Si girò asciungandosi prima accuratamente le lacrime, poiché aveva riconosciuto quella presenza anche senza voltarsi.
“Natsu? Che c'è?” domandò, fingendosi stupita.
“Ti ho vista correre via dalla gilda, ti ho chiamata ma non mi hai sentito, così ti sono corso dietro”
“Oh...”
L'aveva vista. Natsu l'aveva vista correre via. Non sapeva se essere felice, perché le era corso dietro, o lasciare che la tristezza sovrastasse ogni altra cosa, soprattutto se le aveva notato le lacrime copiose che le avevano appena iniziato a rigarle il viso. 
“Beh, allora che c'è?” domandò ancora, sorridendogli cercando di apparire il più naturale possibile.
“Niente, volevo solo sapere perché sei scappata via in quel modo, avresti potuto venirti a sedere con noi”
“Ma dai, Natsu! Non volevo disturbarvi, sembravate così tranquilli che ho preferito tornare a casa!” sorrideva ancora, tenendo gli occhi chiusi appositamente per non farne notare la lucidità dovuta alle lacrime all'amico Dragon Slayer.
“Disturbarci? Ma di che stai parlando, noi siamo tutti amici!” sembrava la stesse rimproverando, pareva offeso di quell'affermazione, come se l'albina stesse dubitando del suo senso d'amicizia nei confronti di ogni suo compagno di gilda. Già, lei era un membro come tutti gli altri, infondo, e le voleva bene così come voleva bene a tutti gli altri.
“E poi questa non è la strada per tornare a casa tua”
Lisanna sussultò. Non s'immaginava terminasse in quel modo. Spalancò improvvisamente gli occhi e si ritrovò i suoi neri come la pece dritti nei suoi che rispecchiavano il colore del cielo azzurro della mattina. 
“Ti è successo qualcosa, perché non vuoi dirmelo? Siamo amici, sai che sono sempre pronto ad aiutarti”
Il cuore dell'albina perdeva un battito ad ogni parola da lui pronunciata, nemmeno si rendeva conto di che effetto devastante avessero su di lei, di quanto male e bene le facessero completamente. Possibile che fosse così cieco? O mascherava davvero così bene i suoi sentimenti?
“Ecco... da quando sono tornata, sento che alcune cose sono cambiate. E' cambiata la gilda, è cambiata mia sorella, sei cambiato tu...” la sua voce si andava abbassando man mano che concludeva la frase, guardò poi Natsu che sembrava confuso e continuò.
“Insomma, vedo che stai spesso con Lucy, e per quanto le tue parole dicano il contrario... ultimamente non mi hai degnato di molte attenzioni...”
Si accorse solo dopo di ciò che aveva detto, pentendosene subito. Ma forse, era giusto che lui sapesse quanto la sua improvvisa indifferenza la facesse soffrire. Da quando era tornata da Edoras, le si era mostrato più distaccato di quando erano più giovani, non era mai stato così con lei. Invece con Lucy, in lei rivedeva se stessa anche solo due anni prima. Era lei ad essere sorridente, a scherzare e prendere in giro Natsu, che conosceva da anni, ormai. Lucy, invece, era arrivata da soli pochi mesi, come poteva averle già chiesto di diventare la sua compagna di team? Non provava alcun rancore per Lucy, ma non riusciva a capire che cosa fosse successo al loro primo incontro da incantare Natsu in quel modo da renderlo quasi dipendente della sua presenza. 
“Che vuoi dire?” le chiese lui interrompendo i suoi pensieri.
“B-beh.... vedo che stai spesso in compagnia di Lucy, non che la cosa mi dispiaccia, però... mi sento come se tu mi avessi rimpiazzata... ma magari è giusto così, sono scomparsa per due anni...”
Appena il tempo di pronunciare le ultime due parole, Natsu l'abbracciò e strinse a sé, Lisanna rimase incredula a quel suo gesto e non si mosse. 
“Lucy non è il tuo rimpiazzo, Lisanna. Io le voglio bene, mi diverto in sua compagnia, ma non c'entra niente con te. E non addossarti la colpa dei due anni della tua scomparsa, non sei stata tu a deciderlo”
Lisanna non digeva ancora nulla, giaceva inerme tra le braccia forti e calde di Natsu, che non accennava a mollarne la presa, mentre in lei accresceva la tentazione di cingere le sue braccia intorno a lui a sua volta. 
“Comunque, hai ragione”
“Cosa?” disse con un filo di voce.
“E' vero, sono stato più distaccato nei tuoi confronti, da quando sei tornata. Ma non per il motivo che tu pensi”
“Non capisco, Natsu... perché avresti dovuto-”
“Non riuscivo a capire, ero confuso! Ti sapevo morta, ho sofferto della tua assenza per ben due anni, e con Lucy ho ritrovato la forza di sorridere. Ed ora, sei di nuovo qui, ogni giorno sei alla gilda in compagnia di Mira, ti mostri sorridente e allegra con tutti, proprio come facevi un tempo. Mi sono allontanato da te perché...” la strinse ancor di più “...vederti mi faceva stare male. Non riuscivo a capirlo, come tu potessi essere lì, come se nulla fosse successo, come se quei due anni non fossero mai trascorsi e tu fossi appena rientrata da quel portone. Ti stavo lontano, perché la tua vicinanza mi portava alla mente il dolore che ho provato per la tua perdita... non riuscivo ad accettarlo allora, non posso accettarlo nemmeno adesso, anche se alla fin fine non eri realmente morta. Temevo che se mi fossi riavvicinato a te, ti avrei persa di nuovo” 
L'albina aveva ascoltato con stupore ogni singola parola pronunciata dal ragazzo dai capelli rosa, non si aspettava potesse aver sofferto così tanto, e si sentì una stupida per non aver capito come si sentiva. Il loro legame era stato importante per entrambi, Natsu non poteva averlo messo da parte perché aveva trovato un'altra per sostituirla, una persona che avrebbe ringraziato, di ritorno alla gilda. Avrebbe ringraziato Lucy, perché grazie a lei Natsu era rimasto quello di un tempo, che probabilmente stava cominciando a cambiare in quella solitudine che si stava creando data la sua mancanza. 
Decisa, lo abbracciò anche lei, sentendolo emettere un verso di sorpresa, probabilmente perché non se lo aspettava. Rimasero stretti l'una tra le braccia dell'altro, finché imbarazzato, Natsu ruppe il silenzio che si era venuto a creare. 
“A-allora, torniamo dagli altri adesso!” esclamò, rosso in viso.
Lisanna sorrise e annuì, seguendolo. 
“Natsu...” lo chiamò timidamente, anche le sue gote arrossate. 
In risposta, ricevette solo un verso di curiosità. Lei ci mise un pò a rispondere, tant'è che Natsu si voltò verso di lei e le si avvicinò. Un passo di più, e inaspettatamente, Lisanna si sollevò sulle punte e lo baciò. Il volto di entrambi avvampò, quando Natsu si lasciò cullare da quella miriade di emozioni e ricambiò quel bacio casto che racchiudeva quei sentimenti celati nel tempo dei due anni.
  
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