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Autore: Cilyan    22/09/2012    2 recensioni
Nella scuola di Hogwarts vi erano ragazzi di tutti i tipi: Alti, bassi, magri, tozzi e tarchiati, ma vi erano anche i così detti purosangue e quelli detti, invece, mezzo sangue, un’inutile distinzione per la maggior parte, ma per altri fondamentale elemento.
E lo era sopratutto per quelli come Harry, uno di quelli che odiava assolutamente ogni cosa che fosse definibile " babbano". Lui non odiava, né disprezzava i mezzosangue, intendiamoci, ma essendo uno Styles portava vivida l'idea che il babbano debba stare lontano dal magico, tranne che per ciò che riguarda i rapporti umani.
Siamo intesi. Secondo il nostro Harry i maghi potevano essere anche mezzosangue, ma tutto ciò che riguardava le usanze babbane non doveva essere minimamente toccato.
Fu così che il principe del quiddic, non che capo indiscusso del gioco, all'interno della scuola, si ritrovò a discutere con Janette, una mezzosangue che voleva a tutti i costi portare il su detto " calcio", un gioco babbano per intenderci, in quella prestigiosa scuola di maghi.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"My immortal love for football"

 
Nella scuola di Hogwarts vi erano ragazzi di tutti i tipi: Alti, bassi, magri, tozzi e tarchiati, ma vi erano anche i così detti purosangue e quelli detti, invece, mezzo sangue, un’inutile distinzione per la maggior parte, ma per altri fondamentale elemento.
E lo era sopratutto per quelli come Harry, uno di quelli che odiava assolutamente ogni cosa che fosse definibile " babbano". Lui non odiava, né disprezzava i mezzosangue, intendiamoci, ma essendo uno Styles portava vivida l'idea che il babbano debba stare lontano dal magico, tranne che per ciò che riguarda i rapporti umani.
Siamo intesi. Secondo il nostro Harry i maghi potevano essere anche mezzosangue, ma tutto ciò che riguardava le usanze babbane non doveva essere minimamente toccato.
Fu così che il principe del quiddic, non che capo indiscusso del gioco, all'interno della scuola, si ritrovò a discutere con Janette, una mezzosangue che voleva a tutti i costi portare il su detto " calcio", un gioco babbano per intenderci, in quella prestigiosa scuola di maghi.
Janette era una ragazza molto allegra di solito ed anche molto determinata. Per questo, ogni qual volta doveva difendere qualcosa che le stava a cuore, lo faceva subito senza riserve, proprio come in quel momento.
Janette odiava il fatto che Styles , un giovane studente del secondo anno, fiero ed orgoglioso Grifondoro, fosse già capo allenatore.Non riusciva a concepire proprio come avesse fatto a conquistarsi quel titolo così tanto facilmente. Lei amava il quiddic, per carità. Era anche il portiere dei corvonero, ma detestava dover allenarsi con quello sbruffone, per poi litigarci per ottenere il campo anche solo per una mezz'ora. Silente le aveva detto che avrebbe benissimo potuto tenere una squadra di calcio, come lei desiderava, a patto che avesse trovato un accordo con Harry riguardo agli orari di allenamento. Ma quest'ultimo le aveva negato ogni richiesta.
Ciononostante lei non si arrendeva e continuava imperterrita a discuterci dopo ogni singolo allenamento.
Neanche a Natale, quando la maggior parte degli studenti era partiti, lei si era data per vinta. Harry non era partito perché la sua era una famiglia tradizionale e non amava dedicarsi a feste e festicciole. Lei, invece, non aveva nessuno da cui tornare se non il suo fidanzato, Zayn ed anche quest'ultimo si trovava ancora a scuola, per cui lei non aveva avuto alcun motivo per partire.
Zayn Malik e Janette Godwin erano innamorati ormai da ben tre anni, ancora prima che cominciassero a frequentare Hogwarts.
Entrambi erano come Harry al secondo anno ed erano felicissimi di essere capitati entrambi nella stessa casa e la ragazza si sentiva onorata di ricevere, dopo la morte dei genitori, tanto amore da un solo individuo.
Lui, Zayn, apparteneva ad una famiglia nobile, per cui quando si era innamorato di una"poveraccia" aveva largamente lottato per il suo amore. Alla fine i suoi, dei bonari maghi,l'avevano accettata ed avevano comprato ai due una casa dove trascorrere le estati insieme.
Per questo non avevano motivo di partire neanche loro.
La loro felicità, però, non era lesa per nulla dal fatto di dover rimanere li a  scuola. L'importante era che avessero l'uno l'appoggio dell'altra.
Ma in un qualche modo si sa che ogni cosa ha delle increspature e fu così che  anche il giorno della vigilia, dopo un lungo e continuo allenamento, a cui Styles non rinunciava mai e nemmeno Godwin, i due si ritrovarono a litigare come loro solito, soli, in mezzo ad un campo innevato.
- Stai zitta. Non mi faccio mettere i piedi in testa da una verginella come te!- la rimbeccò lui e lei, in imbarazzo, arrossì violentemente e lo contraddì, o almeno ci provò:
- E tu come fai a....-
-Mi sbaglio forse?- le domandò facendo congiungere i loro nasi e guardandola dall'alto con disprezzo.
- Non sono fatti tuoi e poi solo perché sono bassa, non mi puoi trattare così.-
-A si?- ed Harry avrebbe continuato ancora a lungo, se il suo :- lui è in astinenza-
e la domanda di lei su come facesse a saperlo, non fosse stata interrotta dal diretto interessato.
- Chi sarebbe in astinenza? E da che poi?-
-Tu!- farfugliò a testa bassa il riccio Grifondoro, mentre il ragazzo corvonero si portava via, in braccio, la sua Lady.
- Ma fammi il piacere!- lo rimbeccò andando via ed Harry gli avrebbe detto che era verissimo dato che era stato lui stesso a dirgli che da ben tre  anni lui non aveva un rapporto , da quando, prima di incontrare la piccola corvo nero, si era lasciato con Tricia,una ragazza della sua città natale.
 
- Tutto ok amore?- chiese Zayn al suo amore.
- No che non va tutto bene! Io non lo sopporto più Zayn!- disse in lacrime lei.
Si trovavano nella stanza di Janette, subito dopo la cena, avvenuta nella sala comune. Visto che stavano tutti in vacanza nella camera di lei, lui si era rifugiato nella sua stanza, per passare una serata come si deve con la sua ragazza.
-Non ci pensare amore. É la vigilia in fondo- disse lui abbracciandola da dietro e cominciando a mordicchiarle lentamente la scapola.
-Mmm... Zayn...ti amo- gli disse lei, dopo un po’, lasciando che i muscoli le si distendessero e si lasciasse andare all'abbraccio e ai baci del suo amore.
- Anche io Jane- le disse dopo un attimo di silenzio. - Anche io ti amo- ribadì salendo a baciarle il collo.
Era bellissima l'atmosfera d'amore che si era instaurata tra i due, di completo e puro rilassamento, mentre lentamente lui, aveva cominciato a canticchiarle una dolce melodia, dopo averla portata sul letto.
Restarono così lui dietro di lei e lei con la schiena appoggiata al petto di lui, per qualche minuto.
Poi lui, sempre canticchiando, era passato a saggiarle le labbra e piano piano si era poggiato sul suo bacino, senza però farle eccessiva pressione.
Già lì lei ebbe un brivido di terrore, ma cercò di non farlo trasparire più di tanto.
Lui parve non accorgersene, ma la conosceva fin troppo bene per non capire cosa lepassasse per la testa.
Così, cercò di farla abituare ai suoi baci, cercando di farli diventare più sporadici e alternandoli alle carezze, sulle guance, sul collo e sul petto di lei.
Lentamente cominciò a levarsi la divisa, rimanendo a torso nudo, per poi passare a quella di lei, che, sempre più rigida, cominciò a piangere tra il piacere degli sfioramenti di lui e la sua paura.
Janette non si sentiva ancora pronta per quello.
-Jane- disse ad un tratto lui fermando il suo canto silenzioso, dopo aver dato un bacio a schiocco sul suo ombelico.
- Zay io....-
-Lo so .Non sei ancora pronta. Scusa amore- le disse abbassandole la camicia, per poi posizionarsi dietro di lei ed abbracciarla come aveva fatto inizialmente.
-Non piangere amore- le sussurrò all'orecchio, posando il suo mento sulla spalla sinistra di lei.
- Scusa. Non sono pronta. Sono una bambina- rispose flebilmente lei, mentre le mani carezzevoli di lui le asciugavano le lacrime ed il colore del suo petto nudo contro la sua semplice camicia, cominciava a pervaderla dappertutto.
- Forse Harry aveva ragione....tu stai soffrendo.-
Lui a quel nome s’irrigidì, rinfacciandosi il fatto di quanto fosse brutto essere amico di un ragazzo tanto impertinente che, sotto quella sfacciataggine, racchiudeva tuttavia il cuore di un vero amico.
-No Amore. Finché sto con te non ho bisogno di nient'altro- e fu così che la conversazione finì e il loro sonno fu cullato dal suono della voce di lui che, dopo averli coperti entrambi, aveva ripreso il suo percorso, fino a spegnersi nella sua gola, quando si addormentò a canto all'unica persona che avrebbe atteso anche per sempre se solo fosse stato possibile.
 
- Non ce la faccio più! Lei e quell'insopportabile gioco babbano!-
-Calcio- lo corresse il suo ragazzo.
-Quello che è Louis.-
- É calcio Harry.Solo calcio. Ok?- gli disse ancora il Serpeverde.
Louis era un Serpeverde, e per la precisione non era un Serpeverde qualsiasi, ma il fidanzato di Harry Styles.Se i suoi genitori lo avessero saputo non avrebbero mai accettato la relazione tra lui ed il loro domestico.
Già, Louis era un purosangue, ma in estate era costretto a lavorare come domestico a villa Styles per potersi pagare gli studi.
Harry non riusciva proprio a comprendere cosa avesse di Serpeverde quel ragazzo, ma continuava a non importargli. L'unica cosa che aveva a cuore era quell'amore nato proprio qualche anno prima, quando un giorno Louis, mentre stava ripulendo uno scaffale in alto in camera di Harry, era caduto addosso a quest'ultimo e si era ritrovato con le labbra incollate su quelle dell'altro. Era nato tutto da un malinteso, ma col tempo i due affrontarono quel turbinio di emozioni che si era creato in loro a quel semplice bacio a stampo ed avevano ripetuto l'esperimento, o meglio,.Harry aveva ripetuto l'esperimento. Louis non avrebbe mai rischiato di perdere il lavoro a causa di qualcosa di cui si sarebbe potuto pentire, ma ciò non accadde e tra i due sbocciò lentamente l'amore.
Fu così che ora si ritrovavano in camera del Grifondoro, Harry con la schiena contro il petto di Louis e Louis a lambirgli la pelle del collo.
-Harry ti vuoi calmare? Ora stai con me, non con Janette. Calmo-
-Mmm...Louis - mugugnò solo quest'ultimo annuendo e facendosi condurre sul suo piccolo letto, un letto singolo per la precisione.
- Adesso non pensare a nulla e rilassati. Intesi?- gli disse, poi, Louis, lasciando la sua mano e mettendosi in mezzo alle sue gambe.
Da lì cominciò il silenzio ed il gioco di sguardi ed il fruscio di corpi nudi, cui poi susseguirono i baci e l'amore e un Louis che preparava Harry alla sua intromissione,mentre lo distraeva giocando con i suoi ricci e facendosi tirare i capelli.
Quando, poi , entrò in lui, senza protezione, così da sentire più vivido il loro amore, gli sussurrò un " Ti amo tanto", a cui l'altro rispose semplicemente con " Amore".
Per Harry non esisteva la frase "ti amo", solo "amore".
Era un modo tutto suo per esprimere i suoi sentimenti e Louis non se ne era mai lamentato, specialmente se in situazioni come quella in cui si trovava, a dover spingersi sempre con più fatica nell'antro stretto del suo fidanzato.
E Fu fantastico come tutte le volte, quando, all'apice del piacer Harry non urlò, ma lo attirò a se baciandolo, per poi addormentarsi all'istante, mentre Louis lo riscaldava ancora da dentro. Perché Harry era il vero bambino e Louis lo amava così e non lo avrebbe mai cambiato per nulla al mondo.
 
Il giorno dopo, Natale, Harry si svegliò con un'idea da lui definita:
"Geniale", idea che lo portò ad ignorare bellamente le attenzioni del suo ragazzo per lui...
-Harry, amore, che hai?-
-E tu che mi chiami "amore ", ma dove Boo?-
-Volevo solo essere dolce con il mio ragazzo il giorno di Natale, non posso?-
-Non ho detto che non puoi, solo... ma stai ancora dentro di me? Comincio ad avere caldo-
-Se vuoi ... -
-No, non ora. Ti prego Lou- ma ovviamente il suo ragazzo non lo ascoltò e si mise a spingere dolcemente dentro di lui, prendendo in mano la sua erezione già pulsante.
- Lou ... amore - disse Harry una volta venuto.
- Ti amo anch'io cucciolo- gli rispose Louis dandogli un bacio sul naso.
-Buon Natale- dissero insieme poi, mentre Louis usciva da Harry e quest'ultimo lo rimbeccava con un:
- Sei instancabile lo sai vero?-
-Lo so. Doccia?- rispose l'altro e
-Doccia e colazione?- aggiunse il ricco, provocando la risata allegra del suo amante.
Ma, ritornando ad altre questioni...Harry aveva un piano e quel piano riguardava Janette.
Ora, le parole piano-Janette e Styles non potevano e non dovevano essere abbinate insieme.
-Hey Jane!- la prese in disparte lui dopo colazione, lasciando i corrispettivi fidanzati con un 'espressione alquanto sorpresa in volto.
- Che c'è come mai così cordiale?- gli chiese lei.
-Hey! Guarda che è Tomlinson il Serpeverde, mica io!-
-Si certo. Secondo me c'è stato un errore nella scelta. Confessalo che hai corrotto il cappello!-
-hahaah che scherzi? Ma chi io?- disse lui spingendola in una camera poco illuminata, se non buia, la sua precisamente.
- Che ci facciamo nel dormitorio Grifondoro?- chiese lei notando gli stemmi alle pareti.
-Non il dormitorio, ma la mia camera cara-
-Vuoi dire che prima qua do hai detto:" sogni d'oro"stavi dicendo la formula di apertura della tua casa?-
-Si. Esattamente!-
-E posso sapere cosa ci faccio io qui?- gli chiese lei tranquilla, sedendosi su un letto a caso, pur notando che Harry stesse chiudendo la porta a chiave.
- Nulla o quasi. Comunque quello è il letto di Freud, il mio è questo.- disse lui sedendosi sul letto di fronte al suo.
- Beh meglio così. Più sto a distanza da te, meglio è- sorrise lei verso di lui.
-che c'è non ti fidi di me?-
-No.- disse secca lei.
-Dovresti, invece-.
Fu un attimo, lei neanche se ne accorse, e lui si posizionò dietro di lei, cingendola per i fianchi da dietro,e facendola alzare di scatto.
- Ma che fai?- sibilò lei, cominciando ad avere paura.
- Non è logico? Ti insegno cara-
- E Louis?-
- O non penso che il mio ragazzo abbia nulla in contrario. Anzi se vuoi possiamo fare una cosa a tre. Louis è un'insegnate più bravo di me- le disse muovendosi nel buio della stanza.
-Io non ho bisogno dei tuoi insegnamenti, né tanto meno di quelli di Louis che, tra l'altro non accetterebbe mai.- ribatté lei cercando di liberarsi dalla presa forte di Styles, ma era troppo forte per lei e alla fine la piccola Jane si stancò di gridare e dimenarsi, e stette zitta cercando di trattenere le lacrime, perché Janette Godwin non piangeva mai e non lo avrebbe fatto neanche in quell’occasione.
 
Harry cominciò ad accarezzarle languidamente il collo e a lambirne l'attaccatura alla nuca, ma lei non faceva una piega, o quasi. I brividi la stavano pervadendo per tutto il corpo. Voleva andarsene, scappare, non guardarlo mai negli occhi, ma quando lui la girò ed i loro petti si scontrarono, le sue guance prima rosee, divennero rosse ed i suoi occhi non ce la fecero più. Scoppiò in un pianto liberatorio, ma silenzioso,mentre con occhi supplichevoli fissava Harry, ma lui ancora non l'aveva guardata in viso e non si era accorto dello stato d'animo della bionda.
Continuava a baciarla su tutto il collo e le sue mani si erano insinuate sotto il vestito bianco che aveva indossato in occasione del Natale. Le lacrime di Janette, intanto, si erano fatte più fitte e lui finalmente sene accorse e fermò tutto quello che stava per fare con le sue mani e lo abbracciò solamente.
-Harry- disse lei tra un pianto e l'altro.
-Scusami. Scusami tanto, volevo solamente scherzare. Scusa.-
- Per fare cosa spogliarmi, buttarmi sul tuo letto e farmi una fotografia nuda?- gridò lei,a senza allontanarsi dal lui.
-No.Ti  volevo solo carezzare un po’ e poi lasciarti andare quando fossi arrivato alle tue labbra- rispose a testa bassa lui.- Scusami, scusami tanto. Non volevo- e la strinse più forte a  sé, mentre le lacrime di lei gli bagnavano la camicia nera che il suo ragazzo gli aveva regalato quella mattina.
- Harry sei uno stupido - sbuffò lei sui suoi addominali. - e tu saresti un Grifondoro? Tu sei un doppiogiochista ritardato. Ti rendi conto che io non piango da quando... - e non finì la frase perché lei scoppiò in un pianto ancora più forte.
- Lo so. Lo so- disse solo lui, sapendo che lei non piangeva dalla morte dei suoi genitori.
Per il resto la giornata sembrò andare bene. Le corrispettive coppie si erano riunite per andare a fare una piccola gita insieme, ma prima che uscissero Louis bloccò Harry per il braccio e gli fece una sfuriata senza precedenti.
- Come hai osato trattare in quel modo la tua migliore amica?Eh? Come hai osato farle quel che hai fatto?- gli urlò dietro.
- Non ti facevo così. Mi fai schifo Harry- Gli ringhiò ancora contro Louis.
- Lo so.- disse solo Harry a testa bassa.
- Lo sai? Solo questo mi sai dire? Dopo tutto quello che ho visto nel pensatoio? Sai per la prima volta ho avuto la visione di Jane in lacrime e la conosco da due anni capisci? Lei non voleva parlare, così l'ho presa per mano e l'ho condotta nella stanza di Silente, ho sbirciato poi i suoi ricordi, col suo permesso ed ho visto. Lo sai tu come le tremavano le gambe a rivivere quello scempio? No che non lo sai. E lo sai tu che brividi le sono saliti lungo la schiena mentre la abbracciavo? Ovvio che no! Brividi di paura cavolo!C’è voluta un'ora intera di coccole ed abbraccia per farla tornare a sorridere e a spiaccicare una misera parola. Se lo sapesse Malik, altro che miglior amico, diventeresti il suo punch ball preferito. Capisci?-Louis alzava sempre di più la voce, ma Harry riusciva solo ad annuire e a versare tutte le lacrime che avrebbe invece voluto dimenticare a causa di quel suo scherzo così esagerato.
- Grazie Harry.Grazie del bel Natale che ci hai regalato. Sono stufo delle tue continue lotte con quella povera ragazza, solo perché le hai voluto negare un misero allenamento per la squadra di calcio che lei,dopo tre mesi, era riuscita faticosamente a comporre. Riesci sempre a mandare tutto all'aria te ne rendi conto? Ed il nostro amore? Dobbiamo nasconderci ancora davanti ai tuoi dopo ben cinque anni che ci frequentiamo. Prima ero d'accordo, ma ora non cela faccio più capisci? E tu ogni volta sai solo sviare discorso e scappare. Ecco bravo vattene. Andrò da solo a diagon alley con Zayn e la tua migliore amica, o meglio il tuo ex fidanzato e i tuoi ex migliori, non che unici amici, andranno a Diagon alley senza di te.- gli sputò, infine, in faccia Louis, guardando quel che aveva definito come il suo ex fidanzato , correre via in lacrime, chissà dove.
- A e quel maglioncino che mi hai tessuto con le tue amorevoli mani finisce dritto nella spazzatura-
E Quello fu l'ago più pungente che toccò Harry, ma nonostante tutto, non se ne curò e corse fuori, al freddo, senza neanche infilare la giacca.
Era vero Louis era arrabbiato con lui, ma non pensava davvero tutto quello che aveva detto. Harry aveva sbagliato é vero, ma lui era un bambinone e quali bambini non cadono e poi si rialzano? Quali? Nessuno e lui non era da meno.
Il giovane Serpeverde era sempre più preoccupato. Dopo mezzo minuto che l'aveva mandato via, era uscito triste, tenendosi il maglione per i lati ed infischiandosene degli sguardi interrogativi degli amici.
-Harry non si sentiva bene- disse solo, a quando tornarono al castello l'unica traccia che vi era di Harry era impressa su Louis.
I pantaloni rossi che indossava quel giorno erano il perfetto abbinamento per il suo maglioncino marrone ,con la scritta ricamata sopra:"Harry e Louis and Louis and Harry. Immortal love for you", ma il ragazzo dagli occhi color ghiaccio decide di non fare una piega e non si azzardò a dir nulla a nessuno.
Non ci dormì la notte e a colazione non ce la fece più e scoppiò con i suoi amici:
- Io... Io l'ho mandato via - disse con la testa tra le mani.
-Chi Louis, chi?-chiese Zayn preoccupato , posa dogli le mani sulle spalle.
-Harry, Zayn. Harry.Non era vero che stesse poco bene, altrimenti sarei rimasto con lui, ma è tutta colpa mia. É solo colpa mia- e non si sa il perché o come, ma Janette capì subito al volo sin dal "l'ho mandato via"e, mentre il suo ragazzo era intento a consolare il Serpeverde, si era alzata lentamente, aveva indossato il giubbotto che proprio il giorno prima le aveva donato Zayn ed uscì dal castello.
Janette sapeva benissimo dove si trovasse lui. Sapeva che Harry, ogni qual volta si sentisse triste, andava nel luogo più alto del castello. Un luogo riparato, ma da cui si poteva accedere solo dall'esterno.
Così, nonostante la tempesta di neve che aveva attaccato la regione magica quel giorno, prese la sua scopa, una tandem 2000, che proprio Harry le aveva regalato l'anno prima, e si mise in volo.
Come previsto lo trovò lì, ma ci arrivò con non poche difficoltà. Di fatti, proprio prima di arrivare sulla torre, stava per cadere, a Harry prontamente l'aveva sorretta evitando che cadesse nel fossato e l'aveva aiutata a salire nel punto dove lui stesso si trovava qualche istante prima.
- Che ci fai qui?- le aveva chiesto.
-Sono venuta a prenderti.- gli rispose semplicemente lei, con un sorriso a trentadue denti.
- Ma sei pazza? Con questa tempesta? Poteva succederti qualcosa ed io non me lo sarei mai perdonato -abbassò lo sguardo lui.
-Ma non è successo. - e prima che cadesse il silenzio, lei continuò. - Sai ho capito una cosa.-
Usò un tono tranquillo, ma la sua titubanza nel parlare fece incuriosire Harry, che le puntò gli occhi grigi addosso.
- Cosa?-chiese solamente, tirando su col naso e lei, pensando che probabilmente dovesse avere freddo, lo avvolse nella sua sciarpa rossa  con lei, per poi abbracciarlo forte da dietro e donargli un po’ di calore umano.
E lui non lo poteva vedere, ma sul viso della sua Jane, appoggiato sorridente sulla sua schiena, gli occhi verdi, smeraldini sembravano in quel momento due grandi fanali che, man mano che le palpebre si abbassavano, continuavano ad emanare luce, come se non avessero batteria ed i suoi capelli, sembravano essere plasmati e modellati dal vento che li trasformava, lentamente in teneri ricci.
-Sai Harry- ripeté lei portando le sue esili e corte braccia all'altezza del collo di Harry. - finalmente ieri sera lo abbiamo fatto ed è stato ...-
-fantastico.- la interrupe lui. E lo poteva sentire:le guance della sua Janette erano diventate rossissime. Già lo capiva dal fatto che il calore nel punto in cui lei aveva poggiato la sua guancia sinistra, fosse aumentato.
- No. Cioè si, ma volevo dire che è stato merito tuo. Senza di te e della tua lezione non avrei mai capito che bisogna fidarsi di chi si ama.- Harry buttó la testa all'indietro, fino a toccare quella riccioluta di lei, e chiuse gli occhi, inspirando il suo profumo.
-Sai dolce. Il tuo profumo è dolce. Le tue parole lo sono e ...-
- Si ho capito Styles, ma qui quello che ha un attacco di dolcezza sei tu o sbaglio?- Harry rise e rimasero qualche istante in silenzio, a sentire il flebile vento gelido che gli arrivava in faccia.
- Sai questa sciarpa rossa me l'ha regalata Louis..É proprio da lui non trovi?-
Il riccio sospiro:
-Ah. Già è proprio da lui. Se no dove li mettiamo i pantaloni rosso che mi ha regalato lo scorso natale e che mi ha fatto indossare con la camicia nera di ieri? Ma li vedi?- disse lui indicandosi legambe. Risero. Risero anche di gusto, ma poi lui si interruppe e disse:
-Piccola Jane.Tutto mi parla di lui.-
-Lo so, ma stai tranquillo lui ti ama. Lo dovevi vedere con la sua faccia disperata stamattina.-
Risero di nuovo, ma stavolta fu lei ad interromperla:
-A proposito. Forse quando smette è meglio se gli vai a parlare.- e lui annuì prontamente.
-Hey Jane!- le disse dopo quasi un'ora di silenzio, in cui lei si era accoccolata tra le gambe di lui ed aveva poggiato la schiena al suo petto.
-Dimmi- rispose le mezza addormentata.
- Com'è stato?-
Lei ebbe un attimo di esitazione, ma poi parló.
-É stato come una ventata di aria fredda e gelida in faccia. Ho avuto paura. Una paura assurda, immensa ed ho dovuto trattenere le lacrime per il dolore che ho sentito quando i nostri corpi si sono uniti - e dicendo questo andó a nascondere il viso nel petto dell'amico.
-Hey Jane, lo so che non ti fidi di me, ma io...
credimi io ti voglio bene. Io....amore-
-Amore?- chiese lei titubante.
-É il mio modo di dire "ti amo"-
- Lo so, ma è una vita che ci conosciamo e ti ho sempre solo sentito chiamare così Louis. Anche io,comunque,  ti amo Harry e mi fido di te.-
-E ieri?-
-Hei scherzavo sciocchino- disse in tono ilare lei,a lui rimase serio.
- Con me puoi parlare di tutto lo sai. Per cui se vuoi. continua...ecco...-
-Shhh Ho capito. Tranquillo.- gli disse donandogli un bacio sulla guancia, per poi riaccoccolarsi sul petto, ma di lato.
- Sei caldo.-
-Ma che centra questo ora?-
-Anche lui era caldo. Ricordo ancora tutte le carezze che mi ha donato ed i baci che mi ha dato.  poi, la sua lingua che si muoveva leggiadra ed esperta, sulla mia bocca e su tutto il mio corpo e le sue mani.Ricordo la delicatezza che metteva in ogni singolo movimento e la premura che ci ha messo nel farmi abituare alla sua intromissione, per non parlare del ritmo delle sue spinte che ha fatto dettare a me medesima. É stato...-
-Fantastico- la interruppe di nuovo lui. Si stavolta quella era la parola giusta:
-Fantastico- ripetè lei.
- E la tua prima volta, invece?-
-Ma te l'avrò raccontata centomila volte!- sbottó divertito lei, accarezzandole una guancia.
-Beh , ma io voglio risentirlo per la cento e uno millesima volta!-
-hahhaha ok .Ok. É stato cole giocare a boowling. C'eravamo io, Louis e le coperte.
Io ero il giocatore, Louis era la palla e il suo corpo i birilli. e le lenzuola ...-
- la pista- la piccola Jane ridacchiò. Era indescrivibile quanto amore provasse per quella metafora.
-Che ti ridacchi ogni volta! É vero!E poi fammi raccontare -
-Niente. Scusa- Harry sbaffò , ma poi l'accontentò e continuò.
- Dunque mi piaceva un mondo destreggiare tra le mani quella palla e poi fare strike tutto d'un botto, per poi rimettere a posto i birilli e ricominciare il giro, magari invertendo i ruoli. Sai anche io sapevo essere una brava palla maneggiabile e mansueta.
Jane rise di nuovo:
-Hahah ti adoro ricciolino mio! Non ti sei mai pentito di non aver ceduto alle avance della tua vocina sedicenne il giorno del tuo tredicesimo compleanno vero?-
-Ma chi Betty Blein? Quella che poi è rimasta in cinta di Zaward Loin? No mai! Almeno ha un marito che la ama ora, le ho risparmiato una bella figuraccia, non trovi?-
-Già- asserì lei.
- Sai Jane...-
-Si dimmi tutto Harry!-
- Non ti ho ancora fatto nessun regalo di Natale, quando invece tu me ne hai fatti ben due.-
-O uno era semplicemente un tentativo di farti provare il calcio e l'altro , invece, era per riagganciare i nostri rapporti, da tempo molto tesi.-
-Grazie. Questa spilla coi nostri nomi sopra, rimarrà sempre sul mio petto.-
-Anche quando sarai nudo?- rise di nuovo lei. Di gusto.
-Hahaah no! Sarebbe doloroso!- e stavolta risero insieme.
- Ma comunque tu un regalo me lo hai già dato ,Harry.-
- E quale sarebbe?- chiese ignaro e curioso lui, dopo aver bloccato la sua risata.
-Il tuo sorriso. Erano mesi che non me ne donavi uno.-
-Hai ragione,ma anche a me è mancato il tuo.- le rispose teneramente.
- Vorrà dire, allora, che te ne doneró di più, dissero in coro-
- Allora mi insegni?- disse poi lui indicando la palla che lei gli aveva regalato il giorno prima.
- Veramente?-
-No per finta guarda!Su muoviti prima che cambi idea!- esclamò lui sciogliendosi dal calore della sciarpa ed alzandosi.
-Arrivo!- rispose prontamente lei. E si misero a giocare in quell'angolo abbastanza ampio della torre, il loro angolo, non accorgendosi che la bufera avesse lasciato il posto al sole.
Passarono le ore a giocare a calcio ed il riccio cominciò a ricredersi sui giochi babbani.E non sene sarebbero mai andati, se , ad un tratto, entrambi , giocando, non si fossero trovati con la schiena contro qualcosa di duro.
Erano così attenti a giocare , da non accorgersi della presenta dei rispettivi ragazzi e che quel qualcosa di sicuro fossero proprio i petti di Louis Tomlinson e Zayn Malik.
- Vedo che ti diverti anche senza di me- sbuffò Louis con le lacrime agli occhi. Harry si irrigidì. Non avrebbe mai pensato che la sua palla da bowling preferita lo potesse trattare così freddamente, mai.
- Ma veramente io...-cercò di dire Harry, sotto lo sguardo di uno Zayn ed una Janette abbracciati.
- Veramente tu cosa? Volevi farmi prendere un infarto?-
-Ma veramente io....- disse si nuovo lui, indietreggiando ad ogni passo del suo "ex" ragazzo verso di lui.
-Tu niente!Io ti amo cavolo! E non te ne uscire con le tue solite scuse
Baciami e basta!- e così dicendo il moro, intimidito,bació il suo adorabile castano e , finalmente, entrambi videro i fuochi d'artificio. Quando si staccarono, fu di nuovo Louis a prendere parola:
- E poi non butterei mai quel maglioncino!É così morbido ed è così ..noi...- gli morì tra le labbra rosee del suo ragazzo che, preso coraggio, lo aveva baciato nuovamente.
- E terzo - disse poi girandosi verso la piccola bionda, che già si era subita i baci tormentati e preoccupati del suo ragazzo:
-Non sparire più così che mi fai venire un infarto anche tu! E non solo a me! Temevamo che ti avesse rapita qualche mangiamorte!-
-Ma per favore!Con quella bufera neanche loro sarebbero mai usciti!- disse Harry per sdrammatizzare,beccandosi una sberla dal suo ragazzo , accompagnato poi da un:- Zitto tu-
-Bene allora giochiamo?- disse  poi Zayn
-Certo!- disse Louis e - Harry parleró io con i tuoi!-
-No lo faremo insieme!- asserì il riccio , beccandosi un bacio a fior di labbra dal suo ragazzo.
-Tutto è bene quel che finisce bene!- se la rise Zayn.- hahaah già. Molto divertente Malik, ma in tutto questo io ancora non so le regole di questo gioco- blateró poi Louis.
-Ma non mi dicevi sempre che lo seguivi in tv?- lo rimbeccó Harry.
- Si, ma vedere e giocare sono due cose diverse, totalmente. Ricorda Harry che tra il dire e il fare c'è dimezzo il mare!-
-Hahaha mio fratello Niall, di sicuro, avrebbe detto il mangiare!- disse Harry ridendo.
-Hey chi mi ha chiamato?- si sentì dire da fuori.
- Ma come...- dissero tutti. Su una scopa volante si trovavano Liam, un compagno di corso, non che amico ed unico cugino di Janette, e Niall, il fratello maggiore di Harry.
- Beh stavo facendo un giretto con Lì , quindi mi sono chiesto:Cosa possono fare ora due Tassorosso?Semplice! Mi sono detto. Vanno a giocare a quel gioco babbano che Jane cerca di rifilare a tutti! E,girando per cercarla siamo giunti qui. Liam conosce bene la sua pollastra!-
-E giá - risero tutti insieme,
- E comunque è calcio- lo rimbeccó lei, ma non potè tenere il broncio a lungo che fu sommersa da un abbraccio di gruppo che quasi le tolse l'aria.
E fu così che da quel giorno di Santo Stefano, qualcosa cambió ad Hogwarts.
 
Un anno dopo...
-Sai Godwin sei davvero un ottimo allenatore.-
- E tu sai Styles che sei un ottimo  vice cautch? Ma infondo. Molto in fondo?/
-Davvero-
-Si ma davvero tanto, tanto in fondo.-
- E allora?-
- Ti andrebbe di diventare il capitano della mia squadra?-
-Ma davvero?-
-Ai certo, ma togliti quel  brilluccichio dagli occhi prima che cambi idea .-
- anche io ti voglio bene!-
-Si ma io di piú!-
- Hey guardate che noi, i vostri fidanzatini, siamo gelis eh!- dissero due figure che entrarono in scena in quel momento.
- Certo, ma nulla potrà mai elidere il nostro legame, giusto?-
-Giusto!- gli sorrise l'amica e, dopo avete visto l'aria afflitta di Tomlinson e di Malik, si scambiarono uno sguardo di intesa e
-Aaaaaa venute qua dai che scherzavano!- disse il riccio per poi trascinarli in un abbraccio di gruppo proprio come quel giorno, in cui il calcio entró nel castello dei piccoli maghetti e
- Ti amo- si dissero tutti, a conclusione di quella bellissima giornata, tranne Harry, dalla cui bocca usciva solo del puro e sano:
"Amore"

MYSPACE:

CIao gente! Duqnue questa os l'ho scritta da un po' di tempo,dal cell. L'ho corretta come meglio ho potuto, ma avendola scritta dal cell, c'erano una miriade di errori e non penso di essere riuscita a correggerli tutti. Nel caso segnalatemeli se vi va e li correggerò rendendola leggibile..spero...-.-"
Beh so che non è per niente originale, ma mi facerebbe piacere ricevere qualche commento.
COn affetto
Cilyan
  
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