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Autore: Alley    22/09/2012    10 recensioni
Strano. Di solito Pepper non si occupava della sua posta privata; ma, osservandola, Tony si rese conto che non si trattava affatto di una delle riviste a cui era abbonato. Sulla copertina non campeggiavano automobili sportive né costosissimi orologi, né tanto meno le ultime innovazioni della tecnologia. C'erano delle modelle con indosso lunghi ed eleganti abiti bianchi.
Abiti da sposa.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Questi sono i documenti che devi firmare, questo è il catalogo degli azionisti che mi avevi chiesto di portarti, poi la scheda su quel progetto che hai intenzione di finanziare…"

Poggiato l'enorme pacco di fogli sulla scrivania, Pepper cominciò ad illustrarne il contenuto a voce alta.

Tony la fissava adorante. Erano trascorsi ben tredici anni dal giorno in cui l’aveva assunta, tre da quello in cui aveva rischiato di saltare in aria, altrettanto tempo dall’inizio della loro relazione. In realtà, Pepper era diventata la sua compagna di vita sin dal giorno in cui aveva messo piede nella sua esistenza; un legame invisibile li aveva uniti fin dal primo sguardo, come se si fossero sempre appartenuti, ancor prima di cominciare ad amarsi e addirittura a conoscersi.

"Ah, dopo aver tartassato la sua segretaria per tutta la mattina, sono riuscita ad ottenere un appuntamento con il signor Tyle. Ci sono ottime possibilità che sia disposto a…"

"Potremmo andare in Kenya."

Pepper cessò di smistare i fascicoli e alzò lo sguardo su di lui, i grandi occhi azzurri velati di stupore e un pizzico di irritazione.

"Non mi stavi ascoltando."

"Organizzano dei safari spettacolari, potremo vivere a contatto con specie animali tanto rare da…"

"Tony, è tutto il giorno che lavoro per procurarti ciò che mi hai richiesto, non è il momento di parlare di vacanze!"

Tony continuò a fissarla senza proferir parola, sorridendo sornione.

"Potresti per favore mostrare un minimo di collaborazione?"

"Non ricordavo quanto il tuo volto diventasse meraviglioso quando ti arrabbi."

"Strano, sono tredici anni che sono costantemente arrabbiata" ribattè lei, sarcastica.

A differenza di tutte le altre donne, Pepper non si lasciava abbindolare dalle sue lusinghe: uno degli infiniti motivi per cui l’amava.

"In ogni caso, non sono affatto un tipo da safari, pertanto declino cortesemente l’offerta."

"Allora le Barbados! Non ho mai visto un mare come quello, potremmo affittare l’intera isola per un mese e…"

La smorfia di disapprovazione che comparve sul volto di Pepper lo interruppe prima che potesse terminare la proposta.

"Non voglio che tu spenda un capitale per affittare un’isola."

Eccolo, un altro motivo. Pepper non era minimamente interessata nè al denaro, né al lusso, né alla notorietà. Tony era l’unica cosa che le stava a cuore.

"Ho molte altre faccende da sbrigare; quando sei disposto ad ascoltarmi fammi un fischio" riprese e fece per dirigersi verso la porta.

"Pepper!"

Tony la fermò poco prima che allungasse la mano verso la maniglia.

"Non c’è proprio niente che desideri? Nulla che possa fare o acquistare o noleggiare o…"

"Nulla che si possa comprare."

La risposta fu perentoria e decisa, ma non astiosa o indispettita. Tony si chiese se stesse alludendo a qualche desiderio in particolare, ma si convinse che fosse solo un modo per troncare la discussione e invogliarlo a desistere dal fare spese folli per compiacerla.

"Come farei senza di te?" chiese, con aria ammirata.

La donna scosse il capo, guardandolo con disappunto, ma il sorriso che le illuminò il volto era sinceramente lusingato.

Rimasto solo, Tony prese a sfogliare distrattamente i documenti ordinatamente disposti sulla scrivania. La sua attenzione fu attirata da un pacchetto particolarmente voluminoso, il cui spessore spiccava nella pila di sottili certificati e fascicoli. Sembrava un giornale. Lo tirò fuori, attento a non far precipitare i fogli sovrastanti sul pavimento, e appurò con stupore che si trattava di una rivista.

Strano. Di solito Pepper non si occupava della sua posta privata; ma, osservandola, Tony si rese conto che non si trattava affatto di una delle riviste a cui era abbonato. Sulla copertina non campeggiavano automobili sportive né costosissimi orologi, né tanto meno le ultime innovazioni della tecnologia. C'erano delle modelle con indosso lunghi ed eleganti abiti bianchi.

Abiti da sposa.

Tony cominciò a sfogliare il giornale e scoprì che era interamente dedicato al matrimonio; dagli abiti alle bomboniere, passando per le fedi e il viaggio di nozze.

Non c’è proprio niente che desideri?

Nulla che si possa comprare


La voce di Pepper prese a rimbombargli nella testa con insistenza e, con uno strano senso di vertigine, chiuse la rivista nell’ultimo cassetto della sua scrivania.

***

"…con questo è tutto" concluse Fury, alzandosi in piedi.

Tutti i Vendicatori lo imitarono, ben lieti di poter lasciare la sala riunioni dello S.H.I.E.L.D. dopo quattro lunghe ore di discussione - o meglio di monologo, visto che il grande capo non era solito concedergli la parola. Si limitava a comunicare le sue decisioni e non c’era possibilità di ribattere.

Soltanto uno di loro era talmente ostinato da continuare a contraddirlo e a contestare le scelte che non gli andavano a genio, malgrado sapesse che qualsiasi protesta si sarebbe rivelata vana. Lo faceva per il semplice gusto di mettersi in mostra. Ma, stranamente, quel giorno Tony Stark non proferì parola, cosa che non accadeva durante una riunione da…

Non era mai accaduta, prima di allora.

Fury fu il primo a lasciare la stanza, seguito da Natasha e Clint. Tutti gli altri erano in procinto di andarsene, tranne uno.

Tony non si muoveva dalla poltrona in cui era sprofondato. Fissava un punto indeterminato davanti a sé, con aria assente.

"Che c’è, il gatto ti ha mangiato la lingua?"

Il tono era canzonatorio, ma Steve non poteva fare a meno di provare un pizzico di curiosità davanti ad un Tony Stark così apatico e taciturno.

"Da quando ti sta a cuore che io interloquisca con chi mi sta accanto?" chiese Tony, senza staccare gli occhi dalla parete bianca di fronte a sé "Pensavo che avresti apprezzato il mio silenzio."

"Infatti il motivo per cui te l’ho chiesto è che desidero ringraziare la persona/cosa/animale che ti ha ridotto in questo stato di inerzia e chiederle che lo faccia più spesso" sbottò lui, indispettito.

"Avanti Tony, non essere acido."

Bruce prese posto accanto a lui, analizzandolo come uno psichiatra pronto a cominciare una seduta.

"Sentite, oggi non sono stato particolarmente loquace, ma questo non vi legittima a farmi il terzo grado. La discussione non è stata abbastanza stimolante da coinvolgermi, tutto qui."

"Non hai intenzione di acquistare uno di questi abiti, vero, uomo di ferro?" domandò Thor, gli occhi puntati sulla rivista patinata che stava sfogliando "Non per offendere il tuo ego, ma non credo ti donerebbero."

"Ehi, chi ti ha dato il permesso di frugare nella mia borsa?!"

Tony scattò in piedi e si diresse verso Thor, ma Steve lo raggiunse per primo e gli strappò il giornale dalle mani.

"'Oggi sposi'?"

Lesse ad alta voce il titolo, per poi lanciare a Tony uno sguardo interrogativo.

"Tu e Pepper vi sposate?" domandò Bruce, sorpreso.

Tony sbuffò, infastidito e demoralizzato allo stesso tempo.

"Credo che lei lo vorrebbe."

"Quest’abito è davvero delizioso, se fossi una Midgardiana vorrei assolutamente indossarlo il giorno del mio matrimonio!" esclamò Thor con aria sognante, indicando un vestito rosa antico pomposo ed appariscente.

"Saresti incantevole, il colore si intona perfettamente ai tuoi occhi" commentò Tony, ritrovando momentaneamente il suo proverbiale sarcasmo.

"Dici?"

"Immagino che il giornale sia suo" intervenne Bruce, troncando sul nascere quella grottesca discussione.

"L’ho trovato tra i documenti che mi ha portato questa mattina."

Bruce e Steve annuirono con fare solenne.

"Beh, io non sono la persona più adatta a dispensare consigli in questo campo, ma…" esordì Steve, ma fu prontamente interrotto da Tony.

"No, decisamente no."

"Tony, avanti…"

"Ti preferivo muto e abulico" ringhiò Steve, dandogli le spalle.

"Tu cosa vorresti?" gli chiese Bruce, ignorando i loro battibecchi.

"Io?"

Tony meditò a lungo, torturandosi il pizzetto com’era solito fare quand’era soprappensiero.

"La pace nel mondo, l’ultima Maserati immessa sul mercato, liberarmi di Rogers…"

Steve mugugnò qualcosa tra i denti, probabilmente un’imprecazione o forse un 'è reciproco'.

"Parlavo della tua relazione con Pepper" sbuffò Bruce, esasperato "Insomma, vi conoscete da anni, di fatto siete già una famiglia. Non ti piacerebbe che diventasse tua moglie?"

Tony riprese a riflettere, questa volta più seriamente. Fino a pochi anni prima, se qualcuno gli avesse parlato di matrimonio, nella migliore delle ipotesi l’avrebbe deriso. Adesso, l’idea non gli sembrava più così ripugnante. Addirittura, nel momento in cui si figurava Pepper fasciata da un elegante abito candido, diventava allettante. La vide sorridergli radiosa davanti all’altare, con gli occhi lucidi di commozione, bella come una Madonna di Michelangelo, e non potè fare a meno di chiedersi come avesse fatto ad attendere tanto prima di porle la fatidica domanda.

"Bruce, tu sei un genio!" esclamò, su di giri, schioccandogli un bacio sulla guancia.

Con la foga di un fiume in piena si precipitò verso la porta, salvo poi bloccarsi un metro prima di raggiungerla.

"A differenza tua, Capitan Illibato" aggiunse, indicando Steve, e scappò via senza dargli la possibilità di ribattere.

***

A giudicare dall’espressione, il signor Tyle doveva essere sul punto di esplodere.

L’appuntamento con Tony era fissato per le 17.30. Erano le 19 e di lui ancora nessuna traccia.

Pepper, che aveva ingaggiato un’autentica lotta di nervi con la sua insopportabile segretaria solo il giorno prima per combinare quell’incontro, fremeva per la rabbia. Quella sera avrebbe ucciso Tony, anzi, peggio: avrebbe bruciato le sue preziose auto e buttato dalla finestra i suoi orologi.

"Provo a richiamarlo" sussurrò, consapevole che sarebbe stato l’ennesimo buco nell’acqua.

Afferrò il cellulare e corse fuori, chiudendo la porta alle sue spalle e maledicendo mentalmente Tony e la sua insopportabile immaturità.

Compose il suo numero, per la millesima volta quel pomeriggio, ma la voce metallica della segreteria le rispose che avrebbe dovuto riprovare più tardi.

Sbuffò rumorosamente, ripose il cellulare in tasca e rientrò, sforzandosi si esibire il sorriso più rassicurante di cui disponesse.

"Non si preoccupi, signor Tyle. Ho appena telefonato al signor Stark, mi ha assicurato che sarà qui prima che lei possa dire…"

"Polpette!"

Quando la voce di Tony risuonò nella stanza, allegra ed euforica, Pepper non seppe se sentirsi più sollevata o infuriata.

"Perdoni il ritardo, mister Tyle, ma ho avuto un impegno irrevocabile…"

"…siamo immensamente dispiaciuti, le assicuro che è l’ultima volta…"

"…e ne ho un altro proprio adesso, quindi, se vuole scusarci."

Tony, in preda all’euforia più totale, afferrò Pepper per un braccio e la trascinò verso la porta.

"Tony, che diavolo…?"

"Tranquilla tesoro, per farci perdonare inviteremo anche il signor Tyle."

"Invitare dove?"

Malgrado cercasse di opporsi, Tony riuscì a trainarla fuori dal suo ufficio, lasciando il signor Tyle con un palmo di naso.

"Si può sapere cosa diavolo ti prende?!"

"Ho bisogno della Mark VII."

Pepper sgranò gli occhi, incredula.

"Mi hai trascinata come una furia perché prendessi la tua armatura? Hai un appuntamento di lavoro, non hai bisogno di indossarla! E anche se ti servisse, puoi tranquillamente prenderla da solo. Non sono la tua schiava."

Indispettita, si voltò per tornare nel suo ufficio, ma Tony non glielo permise.

"Ho bisogno che sia tu a prenderla."

Nonostante la richiesta continuasse a suonarle assurda, qualcosa nel tono di Tony la convinse. Sull’orlo dell’esasperazione, si diresse verso il laboratorio, dove erano ammassate tutte le invenzioni del compagno. L’armatura era lì, immobile e splendente. Pepper si chiese per quale dannato motivo gli occorresse, in quel momento.
Si avvicinò alla Mark VII a grandi passi, senza smettere di chiedersi cosa frullasse nella testa di Tony, quando un dubbio improvviso la sfiorò.

Perché l’armatura era lì, in bella vista, e non chiusa nell’apposita valigetta?

Sempre più confusa, le si avvicinò e fece per staccarla dalla parete a cui era fissata, ma un aggeggio particolarmente luminoso catturò la sua attenzione prima che potesse tirarla giù. Era l’anulare dell’armatura ad emanare tutta quella luce. Pepper si chinò e vide con stupore che era circondato da un anello, ed era quello l’oggetto sfavillante che le era saltato all’occhio poco prima.

Istintivamente lo sfilò dal dito metallico, e solo allora si accorse che vi era attaccato un bigliettino. Avrebbe riconosciuto quella calligrafia, dalle lettere allungate ed eleganti, tra mille.

È per ricordarti che Iron Man è incluso nel pacchetto

Malgrado la situazione non le fosse ancora del tutto chiara, il cuore prese a martellarle furiosamente nel petto, proprio com’era avvenuto tre anni prima, quando Tony l’aveva portata via in volo e il fragore dell’esplosione le era scoppiato nelle orecchie.

Quando si voltò, Tony era in ginocchio ad un passo da lei, con uno scatolino vuoto tra le mani.

"L’anello è quello" spiegò, indicando il gioiello che Pepper stringeva tra le mani. La donna non potè fare a meno di sorridere, nel notare il suo imbarazzo.

"Ecco, avrei voluto organizzare qualcosa di più spettacolare per chiedertelo. Prima ho pensato di lanciarmi da un elicottero gridando il tuo nome, poi ho valutato l’ipotesi di scoprire un nuovo elemento chimico e dargli il tuo nome, o magari sarebbe stato divertente arrivare in groppa ad elefante con un grosso cartello sul quale avrei scritto…"

"Non tergiversare."

Pepper aveva capito perfettamente che quel preambolo non era solo un modo per sfoggiare il proprio egocentrismo. Tony Stark era in difficoltà, aveva delle parole troppo pesanti da pronunciare. Un evento.

"L’idea dell’elefante era incredibilmente innovativa, l’ho letta sul sito del safari."

"Tony!"

"E va bene, la smetto."

Inspirò profondamente e riprese a parlare, trascinando le parole con fatica.

"Alla fine ho pensato che sarebbe stato tutto troppo stupido e megalomane, e che probabilmente non ti sarebbe piaciuto, pertanto mi sono ridotto ad inginocchiarmi come il più banale degli innamorati…Non dirlo a Rogers, per favore."

Pepper scoppiò a ridere, in parte per la richiesta e in parte per la situazione, decisamente paradossale per un tipo fuori dagli schemi come Tony Stark.

"Insomma, quello che volevo chiederti è…"

Prima che potesse terminare, Pepper si chinò a sua volta, gli prese il viso tra le mani e lo baciò con tanto impeto che per poco non caddero entrambi.

"Lo voglio" sussurrò, quando si staccarono.

Tony esibì il più sornione dei suoi sorrisi.

"Amo la sua perspicacia, signorina Potts."

***


"Ma non è la sposa quella che arriva in ritardo il giorno del matrimonio?" domandò Thor ingenuamente.

"Forse ha avuto un imprevisto…" azzardò Bruce, seppur poco convinto.

"Sì, certo, ha dovuto rifarsi il trucco" ribattè Steve, sarcastico.

Le cinque file di sedie disposte sull’erba fresca, di fronte all’altare, erano già tutte occupate. Sotto l’arco di fiori bianchi che precedeva l’ara di marmo, Pepper si torceva nervosamente le mani, lanciando di tanto in tanto occhiate preoccupate al sentiero da cui Tony sarebbe sbucato da un momento all’altro. O almeno, era quello che sperava. Indossava un lungo abito color cremisi privo di bretelline. Sulle spalle scoperte i capelli rossi ricadevano in morbide onde, il volto ricoperto da un sottile filo di trucco. In mano, un folto bouquet di rose rosse.
Era splendida.

"Sta tranquilla, vedrai che arriverà" la rassicurò Natasha, in piedi accanto a lei.

Gli occhi di Pepper scrutarono i volti degli invitati; in prima fila, erano seduti Nick, Maria, Rhodey, Happy e Clint. Steve, Thor e Bruce attendevano l’arrivo di Tony a due passi dal viottolo lastricato di pietre, in piedi. A dispetto della fama del futuro marito, gli invitati erano davvero pochi. Entrambi desideravano condividere quel giorno soltanto con le persone a cui volevano bene. Avevano organizzato tutto in fretta e furia, per impedire ai giornalisti di apprendere la notizia e tormentarli persino in quell’occasione. Thor si era gentilmente offerto di scagliare Mjöllnir contro chiunque provasse ad infiltrarsi, paparazzi compresi, ma Pepper preferiva non ricorrere alla violenza per tutelare la propria privacy.

L’onda di gioia che l’aveva animata fino a quel momento si infranse contro il posto lasciato appositamente vuoto accanto a Fury e un velo di malinconia le oscurò lo sguardo.

"Vorrei tanto che fosse qui" sussurrò, inspirando per cacciare indietro le lacrime.

Natasha non ebbe bisogno di chiederle a chi si riferisse.

"Sarebbe il più nervoso ed emozionato di tutti" commentò, poggiando una mano sulla spalla della sposa in un gesto di conforto.

Pepper annuì debolmente, sorridendo.

Proprio in quel momento, il rombo assordante di un’automobile fendette l’aria, con tanta veemenza da sembrare un esplosione. Una Ferrari rosso fiammante si fermò di botto ad un metro dal vialetto, evitando per un soffio di invadere il prato verde.

Tony Stark scese dall’auto, sfoggiando un elegantissimo smoking nero abbinato ad un papillon dello stesso colore. Nessun altro uomo sulla faccia delle terra avrebbe saputo indossare abiti così tradizionali con tanta classe.

"State aspettando qualcuno?" chiese ai suoi amici, chiudendo lo sportello.

"Un egocentrico ed esaltato sbruffone che non ha saputo rinunciare alla sua entrata trionfale nemmeno il giorno del suo matrimonio" rispose Steve, acido.

"Allora sono nel posto giusto."

***


Thor non si era staccato dal bouquet nemmeno durante il banchetto. Al momento del lancio, si era posizionato in prima fila e aveva spintonato tutti gli altri invitati per allontanarli. Complice la sua mole, conquistarlo era stato un gioco da ragazzi.

Erano seduti a tavola da ore e le portate continuavano ad arrivare senza sosta.

"Sto per scoppiare!" esclamò Clint, massaggiandosi la pancia gonfia.

"Tranquilli, manca solo la torta" li rassicurò Pepper, afferrando il proprio bicchiere.

"Eccola, sta arrivando!" gridò Tony, manifestando più entusiasmo di quanto l’arrivo di una torta, per quanto imponente, richiedesse.

Un giovane cameriere posizionò davanti agli sposi un immenso grattacielo di bignè ricoperto di panna, sul quale troneggiava la classica miniatura degli sposi.
Eppure, c’era qualcosa di diverso in quella riproduzione.

"Santo cielo, Stark, come puoi essere così megalomane!" si lamentò Steve, il quale, seduto accanto a lui, vide immediatamente di cosa si trattasse e comprese l’esaltazione di poco prima.

Tutti gli altri invitati si sporsero per vedere meglio, sollevandosi leggermente dalle rispettive sedie.

In luogo dello sposo in giacca e cravatta, si ergeva un modellino di metallo rosso e dorato.

"Te l’avevo detto" disse Tony voltandosi verso Pepper, che sembrava al contempo esasperata e divertita "Iron Man è incluso nel pacchetto."

La donna sorrise e poggiò delicatamente le labbra sulle sue, tra le risate dei commensali.














Note
Per vostra sfortuna, le storie sono come le ciliegie: una tira l'altra. Per adesso la mia mente riesce a partorire soltanto idee demenziali, se un giorno riuscisse ad elaborare qualcosa di vagamente serio vi renderò volentieri partecipi del lieto evento. Per adesso, questo passa il convento. Non mi convince particolarmente, è poco meditata e scritta molto di getto; avevo troppa voglia di scrivere, non ho badato troppo al risultato. Spero sia meno pessima di quanto pensi!
  
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