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Autore: EldeNitro    23/09/2012    1 recensioni
"Tutto quello che volevo era solo un'abbraccio, e ormai i sogni non riescono più a soddisfarmi."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nevica, è da un po' che i fiocchi cadono. Mi stringo al mio giacchetto e mi alzo la sciarpa fin sul naso, ha un buon odore. Guardo le mie mani ormai rosse a causa del freddo e poi le rimetto in tasca.
Sono uscita di casa contro il volere di mia madre ma avevo bisogno di schiarirmi le idee, di raggiungere il mio posto nel mondo. Scavalco la catena ormai piena di ruggine e mi addentro nel piccolo boschetto di fronte a me. Mi guardo intorno e mi sento a casa.
Questo boschetto è il posto che preferisco di più al mondo, di solito mi siedo su una panchina e mi metto a leggere o fumare. Ma stavolta son venuta qui perchè ho bisogno di stare sola e di piangere. Il motivo, forse, non lo conosco neanche io.
Mi siedo sulla mia solita panchina verde e mi porto le gambe al petto. Poggio il mento sulle ginocchia e mi guardo intorno, il verde del bosco è completamente coperto dalla neve.
Mi piace questo bellissimo spettacolo ma non riesce a tirarmi su. Dopo pochi secondi, le lacrime mi riscaldano le guance.
Forse il problema principale è che continuo a pensare a lui, a credere che tutto possa cambiare. In fondo lo so che non cambierà nulla, son passati quasi tre anni e non è cambiato assolutamente nulla.
Continuo a ripetere che la colpa è sua, ed ho ragione! E' colpa sua perchè non può essere così bello e poi pretendere che io lo dimentichi con così poco tempo.
Mi sono sempre chiesta come Dio, o chi per lui, sia riuscito a creare qualcuno di così bello e così fantastico. Quegli occhi che li guarderesti tutta la notte, e tutto il giorno, senza stancarti mai. Quella pelle così bianca e intrisa del suo profumo che sa di dolci e perfetta semplicità. Le sue mani fredde che riuscirebbero a riscaldarti il cuore anche con questo tempo.
Ogni parola che esce da quella bocca così piccola è capace di farti sorridere per tutto il giorno o di trapassarti e torturarti fino alla fine delle tue lacrime. Ed è sempre stato così, da che mi ricordo. Ero sempre così insicura e indecisa quando si trattava di lui.
L'unica cosa che è cambiata in tutto questo tempo è il mio orgoglio, che ormai non ho più. Lo butto via in meno di una settimana quando si tratta di lui, così lo cerco e provo a dirgli che mi dispiace. Lui mi tiene sulle spine un paio di giorni e poi, come se niente fosse successo, mi parla nel suo solito buffo modo.
Sento qualcuno camminare nella neve e alzo gli occhi per istinto, ma il mio cuore si ferma:
Lui è lì, con i suoi occhi luminosi e la sua sigaretta.
Segue il sentiero fino ad arrivare alla panchina e si siede vicino a me. Non dice niente, finisce la sua sigaretta e poi la spegne con il piede una volta buttata a terra.
"Cosa ci fai qui?"
Non rispondo, non devo. Questo è il mio luogo fuori dai problemi e dai pensieri, lui non ha diritto a stare qui.
Mi prende il mento con due dita e, delicatamente, mi fa voltare verso di lui. I miei sensi si sono annullati e non riesco più a muovermi, non so se è il freddo o è il sapere di averlo così vicino.
"Hai pianto." Lo dice con tono basso e quasi come se lo stesse semplicemente constatando. "Perchè hai pianto?"
"Per nulla." Mi volto dalla parte opposta alla sua, cercando di evitare il suo sguardo.
"Non ci credo."
Mi volto verso di lui: "Non m'importa che poi alla fine riesci sempre a saperlo, stavolta non voglio dirtelo quindi basta con le domande."
La sua bocca si apre in un sorriso appena accennato e mi sussurra "Dirmelo forse potrebbe risolvere le cose, non credi?"
Lo guardo negli occhi e dovrei provare un'odio enorme ma non ci riesco, la mia mente pensa solo a quanto io lo ami e a quanto lui abbia ragione.
Metto le mani sulle caviglie e poggio il mento su un ginocchio, arrendendomi: "Per quasi tre anni ho aspettato solo una cosa da te e non l'ho mai ottenuta, ma ora ne ho veramente bisogno. Tutto quello che volevo era un'abbraccio."
Le lacrime ricominciano a scendere e a fatica riesco ad andare avanti: "Volevo solo sentire le tue braccia che, per pochi minuti, mi stringevano. Volevo solo sentire il tuo cuore che batteva e forse vederti sorridere perchè eri felice di avermi così vicino. Non sai quante volte avevo bisogno solo di piangere tra le tue braccia per sentirmi meglio."
Le lacrime si fermano per un momento e il bosco è in silenzio.
"E invece tu non hai mai capito nulla!" continuo alzando la voce.
"Sono stufa di vederti abbracciare quelle ragazze che non si sono mai neanche sognate di starti vicino come vorrei io, di amarti come io invece faccio dal momento stesso in cui ti ho conosciuto. E tu continui a non capire e io ormai sono stufa di tutto."
Metto i piedi per terra e mi alzo dalla panchina, mi muovo di tre passi e poi mi volto verso di lui con gli occhi ancora lucidi: "Ti prego, spiegami perchè non riesco a liberarmi di te."
Lui si alza e mi raggiunge con passi veloci. Mi guarda e i suoi occhi non mostrano nulla, nessuna emozione.
"Scusami"
E' l'unica cosa che sento prima che le sue braccia mi stringano e le mie lacrime finiscano sul suo giacchetto.
Il mio orecchio è sul suo petto, sorrido e sussuro "Il battito del tuo cuore è la mia musica preferita."
   
 
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