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Autore: GiorgiaFrassi    23/09/2012    1 recensioni
Ed Sheeran mi ispira con le sue canzoni e mi ha fatto scrivere questa FF, che parla di una ragazza che ama immensamente il suo idolo e che a causa sua le viene procurato del male. Giorgia ha solo quindici anni e gli ultimi anni non sono stati facili, a causa di una perdita e anche a causa del bullismo. Ed Sheeran sarà la sua medicina.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PREMESSA                                                                                                                                                                                         
Era un’estate lunga.
O forse no,  era passata troppo velocemente. Questa cosa mi infastidiva, non riuscivo quasi mai a concepire il tempo. Per me era, e sempre sarà, una cosa assolutamente astratta.
Fu  un estate molto calda quella, ma priva di novità. Come tutte le estati del resto.
Nussun fidanzato, nessun flirt, nessuna nuova conoscenza..  soltanto qualche litigata e qualche amicizia persa.
Nussun riferimento è puramente casuale visto che avevo davvero perso una delle mie più care amiche ed il mio migliore amico irrimediabilmente. La cosa non mi lasciava per niente indifferente, anzi mi distruggeva dentro visto che non permettevo al dolore di uscire fuori.
Le amiche non mi mancavano certo, e mi erano davvero vicine. Sapevo di poter contare su di loro ma sapevo anche che nessuno poteva capire quello che provavo, nessuno riusciva a interpretare perché stessi male per delle cavolate, nessuna era me.
E così ancora una volta mi rifugiai in qualcosa che sapevo potesse davvero aiutarmi. Non era distruttivo per me ne per la mia anima, anzi mi aiutava a superare, a far uscire la rabbia e il dolore ed  ad essere felice.
La musica.
Per molti è qualcosa di insignificante ma per me è praticamente come una sorella che mi aiuta ed è presente in ogni momento.
La vita con la musica prende un colore migliore. E’ come una droga. Se vivi certe situzioni da drogato le cose sono molto più vivide e intense e a me succede la stessa cosa se ho un paio di cuffie nelle orecchie.
Avevo molti idoli, troppi cantanti e troppa musica diversa. Adoravo davvero di tutto e questo per qualche  strano motivo infastidiva la gente che mi conosceva perché non concepivano questa idea che per loro non aveva nessuna logica. Mi ricordo di un giorno. Era estate e una vecchia compagnia mi chiese di uscire. C’era un ragazzo strano con loro, lo conoscevo da molto tempo. Era il solito anarchico, che andava contro il sistema e per questo si sentiva migliore a tutti. Non badavo troppo alle sue considerazioni soprattutto se erano sulla mia insulsa vita per lui fin troppo normale. Un giorno mi chiese:” Cosa fai tu per vivere?”. Dovete ammetterlo, la domanda era abbastanza strana pronunciata da un ragazzino di sedici anni, ma ora mai non mi impressionava più niente di lui. “che intendi precisamente?” gli risposi io senza dare troppa importanza alla domanda. Sicuramente non aveva molte persone con cui discutere di questi temi, molto probabilmente perché   a nessuno importava niente di argomenti così poco superficiali e vedendo che ero almeno un tantino interessata ad aprire un dialogo disse “ io scrivo, fumo canne e mi faccio. Io vivo. Tu no.” Era aggressivo, ma non mi sentivo inferiore a lui. Per niente. “ tu non mi conosci, come fai a dirlo?” risposi con voce un po’ meno calma. Molto probabilmente lui si accorse di questo particolare perché intravidi un guizzo di superiorità nei sui occhi. “E allora dimmi! Cosa fai per vivere? Io ti conosco. So che hai una vita uguale agli altri.” Ero sempre più innervosita, stavo per sbottare ma mi accorsi che se avessi fatto così lui sarebbe stato sempre più soddisfatto allora ritornai calma e risposi “ io vivo. O almeno cerco di sopravvivere. Non faccio niente di strabiliante per scappare dalla normalità è vero.  Mangio.Dormo.Esco. Ascolto musica. A volte scrivo. Finisco i miei giorni come mi va di finirli. Sai tu sei una pedina della società, non io. Tu credi che sia io a fare quello che vogliono gli altri ma non è così. Se faccio qualcosa la faccio perché mi va di farl o perché so che è una cosa che mi aiuterà in futuro. Tu non vivi. Tu odi il mondo in cui vivi. Odi la società, che forse hai ragione non è delle migliori. Tu ti droghi. Tu ti droghi per essere felice. Chi ti ha ridotto in questo stato? La tua infelicità che è prodotta dalla società in cui vivi. Ecco chi ti ha ridotto così. Tu sei sucube della società mentre io la vivo tranquillamente.” Ero leggermente scossa dalle  mie stesse parole e quasi soddisfatta finchè lui alzo’ lo sguardo sorrise e disse “belle parole Sheeran”. Non ce la feci, a quel punto mi alzai e me ne andai.
I ricordi che avevo cercato di chiudere in un cassetto delle memoria cominciarono a uscire e a innondarmidi dolore. Uscivano anche di notte, sottoforma di incubi.
  
 
  
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