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Autore: Akami92    23/09/2012    7 recensioni
Maledetto Choji e il suo stupido pudore. Perché mettere Shikamaru in una tale situazione?
Che cosa deve fare un uomo per ottenere un bacio dalla sua ragazza?
Be', Shikamaru è pronto a tutto.
[Un piccolo, grande ritorno per il White Midnight][ShikaIno is and will always be ROCK!]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Volgarità
Cosa non farebbe un uomo per un bacio

Era iniziato come un gioco, un passatempo che Shikamaru non aveva mai preso troppo sul serio.
Galeotto fu, neanche a dirlo, Choji: «Non sono un gran fan delle effusioni in pubblico» aveva detto, quando per puro caso, al ritorno dall’allenamento, si erano imbattuti in Kiba che tentava di mangiare la faccia di Hinata con risultati a dir poco eccellenti – nonché raccapriccianti.
Shikamaru lo aveva fulminato con lo sguardo (Choji, non Kiba; a lui le effusioni pubbliche non davano per nulla fastidio), perché sapeva quanto Ino potesse essere influenzabile riguardo a determinati argomenti.
Come sempre accadeva quando Shikamaru pensava qualcosa, così, ancora una volta, si trovò ad avere scomodamente ragione.
«Sono d’accordo con te, Choji. I baci, le carezze, le coccole… sono qualcosa di profondamente privato. Nessuno dovrebbe essere reso partecipe della magia di due innamorati»
Mentre Ino parlava, Shikamaru aveva contato sulle dita l’elenco di cose profondamente private e si era accorto che, in quanto coppia neonata, erano le uniche tenerezze che, per ora (un sorrisetto compiaciuto si aprì sul suo viso), osavano scambiarsi.
«Non dire scemate, Ino» l’aveva rimproverata con fervore. «Le coccole e i baci in pubblico sono una cosa assolutamente normale per una coppia. Nessuno sta lì a fissarti per controllare se ficchi la lingua in bocca al tuo ragazzo o meno, su, siamo ragionevoli»
Ino si era fermata sulla soglia, ormai erano arrivati a casa sua, e aveva fissato Shikamaru con disprezzo.
Ecco, aveva pensato il ragazzo, addio anche a quel poco di coccole quotidiane.
«Come sei volgare» aveva sibilato Ino, prima di sbattere la porta.
Adesso faceva l’offesa, pure.
«Choji, dovrei ucciderti. Giuro che lo farò. Come ti è venuto in mente di dire una cosa del genere? A Ino, poi! Per l’amor di Dio, se le dicessi che trovi stupido che le donne portino la gonna, inizierebbe a farsi vedere sempre in pantaloni!»
La situazione che Shikamaru chiamava, amabilmente (ma neanche tanto!), “frigidIno”, era iniziata il giorno dopo quegli avvenimenti.
Niente baci, niente coccole, niente carezze, proprio come aveva deciso Ino.
Più i giorni passavano, più Choji si sentiva vicino alla morte.
«Questa situazione è divenuta estremamente seccante» Fu allora che Shikamaru decise di iniziare uno scherzo che avrebbe portato avanti per tre giorni: sorprendere Ino, ovunque ella fosse, e ficcarle la lingua in bocca.
Sì, avrebbe funzionato.
E così, il gioco iniziò.

Giorno I – Mai alzare lo sguardo

Ino urlò, scagliandosi contro Shikamaru. Il ragazzo parò il suo calcio con qualche difficoltà, ma si riprese subito e con la gamba libera tentò di farla cadere, ma Ino, in perfetto equilibrio, saltò indietro ed evitò l’attacco. Alla vista di Shikamaru correre verso di lei, indietreggiò ancora di qualche passo e saltò, nascondendosi tra le fronde degli alberi.
«Pensi di cavartela in questo modo?» per nulla preoccupato, utilizzò la sua jutsu per scoprirla tra le ombre degli alberi e l’agganciò.
«Presa» disse, compiaciuto. Saltò sul posto e vide l’ombra di Ino balzare giù dall’albero e fermarsi davanti a lui.
Con uno scatto velocissimo, Shikamaru la liberò, si portò dietro di lei e la bloccò afferrandola per un braccio; mentre la teneva stretta a sé, sentiva già il sangue ribollirgli nelle vene, il profumo di lei s’insinuava nel suo naso, come un gatto che, arrogante, pretende di dormire sul letto del padrone e s’intrufola sotto le coperte, in barba a tutto e tutti.
Iniziò a baciarle il collo, con dolcezza e lentezza, sapeva infatti che quello fosse il principale punto debole di Ino; poi, le morse, con dovuta calma, la spalla scoperta dalla tuta.
«Disarmata»
Ino, rossa di vergogna dalla testa ai piedi, non riusciva ad opporsi. Fremeva sotto le mani di Shikamaru come una foglia al vento.
Il ragazzo le voltò la testa e, finalmente, la baciò. Fu un bacio casto, all’inizio. La baciò di nuovo e questa volta fu tutt’altro che pudico. Finalmente, poté ficcarle la lingua in bocca.
Quando Choji vide la mano di Shikamaru infiltrarsi con prepotenza sotto la maglietta di Ino, decise di essere improvvisamente attratto dal sasso che aveva davanti.
Era un bel sasso, ben levigato, quasi come un ciottolo, sicuramente opera degli agenti atmosferici.
Aveva visto sassi di tal genere sulle rive dei fiumi, anche se molto più grandi. Chissà come aveva fatto un ciottolo di fiume a finire in mezzo ad un bosco… che prima lì scorresse un torrente?
Alzò lo sguardo. Non era ancora il momento.
Vicino al sasso, c’era un altro sasso, cosa incredibile e magnifica.
Oh, ora Shikamaru era sopra Ino. Come avevano fatto a finire per terra?
Una coccinella si era seduta sul sasso di cui si era innamorato. Ah, i prodigi della natura!

Giorno II – Sorprese

Shikamaru sapeva che Ino andava matta per le sorprese; quando sentiva nell’aria la presenza di una sorpresa, diventava inaspettatamente eccitata, come un bambino a Natale.
Dunque, si alzò di buon mattino e, prima della quotidiana colazione con tutti i suoi amici, andò in centro a fare una commissione. Fortuna volle che fosse giorno di mercato, e quindi non dovette cavarsi un occhio per comprare ciò di cui aveva bisogno.
«Glielo incarto?» gli chiese la vecchietta, aveva due occhi brillanti dalla gioia.
«Sì, grazie, è un regalo per la mia ragazza»
«Oh, lo immaginavo! La sua ragazza è molto fortunata!»
Shikamaru sorrise, sornione. «Lo è. Eccome se lo è»
Leggermente sconcertata, la vecchietta gli porse il pacchetto e lo congedò. Il sorrisetto fin troppo compiaciuto del ragazzo non presagiva nulla di buono, ma chissà, i giovani erano così piena di vita ormai…
Shikamaru attraversò il mercato e si infilò nel chioschetto, diventato il punto di ritrovo della sua abituale compagnia, e scoprì di non essere il primo.
«Finalmente sei arrivato!» esclamò Ino. Batté la mano sulla seggiola accanto a dove lei era seduta e lo invitò ad accomodarsi. Shikamaru negò con la testa.
«No, prima voglio darti questo» e tirò fuori da dietro alla schiena il regalo, impacchettato in una elegante carta argentata e un nastro bordeaux.
«Shikamaru, è per me?» gli occhi di Ino si erano fatti due cuoricini. Prese il regalo e lo scartò. «Non ci posso credere, è bellissima!»
Alzò la collana dal ciondolo di vetro colorato e la mostrò a tutti i ragazzi che erano seduti lì con lei. Qualcuno batté le mani, Kiba, qualcun altro fischiò, Choji, mentre le ragazze partivano a complimentarsi con lei, con lui, con il mondo, con l’amore e tante altre belle cosine che a Shikamaru non importavano.
Ino si voltò verso Shikamaru e lo ringraziò. «Me la metti?»
«Ha una chiusura un po’, complessa, non volermene, ma preferirei provassi a metterla tu, così vedo se riesci, altrimenti te la faccio cambiare»
Era il momento.
Ino, inconsapevole del terribile assalto che stava per ricevere, si portò le mani dietro la testa e cercò di legare la collana. Fu in quell’istante che Shikamaru le circondò i fianchi con le braccia e, per la seconda volta in due giorni, le ficcò la lingua in bocca.
Andò tutto esattamente come aveva stabilito: l’amore di Ino per i gioielli era troppo grande e la ragazza non poteva lasciar cadere il ciondolo in vetro per allontanare il ragazzo, ma, dall’altro lato, impegnata com’era in una lotta contro la chiusura, si trovava inerme di fronte all’assalitore.
Di fronte a tutto ciò e all’incredulità del presenti, Choji dovette spiegare l’intera storia. Fu allora che scoppiarono le risate e il nome di Shikamaru risuonò ben udibile nel chioschetto.

Giorno III – Non smettere di urlare

Per l’ultimo giorno, Shikamaru aveva pronta la ciliegina dello scherzo. Non era stato facile trovare un modo per rendere l’ultimo giorno speciale e diverso da tutti gli altri: aveva bisogno di un modo per baciare Ino in pubblico, davanti a tantissima gente. Il primo giorno davanti a Choji, il secondo davanti ai loro amici, il terzo giorno doveva essere un inno alla libertà di pomiciare.
Non si era mai sentito così pronto in tutta la sua vita. Non poteva sbagliare, era talmente banale che anche Rock Lee, anche Naruto, anche Konohamaru sarebbero riusciti nel loro intento.
Era il momento della verità: aveva invitato Ino in piazza per una tranquilla e romantica passeggiata, «senza passi falsi», le aveva assicurato. O, piccola, innocente e ignara FrigidIno…
Si sfregò le mani, trepidante, e uscì di casa.
Eccola lì, in piazza, bellissima nel suo abitino bianco, un vero e proprio cantico all’estate.
«Ciao Ino!» gridò, attirando su di sé l’attenzione di tutti i presenti nella piazza.
Ino si guardò intorno, leggermente imbarazzata, e gli si avvicinò.
«Che ti prende, Shikamaru?»
«Che mi prende? Non c’è niente, Ino, ho solo voglia di urlare un po’» continuò, la voce sempre più alta ormai sovrastava le urla dell’affezionato venditore di frutta fresca che ogni anno sfiniva gli abitanti di Konoha.
«Ma sei normale? Piantala immediatamente!» lo colpì ad un braccio con uno schiaffo di avvertimento.
Shikamaru sapeva di dover agire subito, non poteva aspettare di più.
«Ino, sai benissimo come fare per farmi smettere di urlare. Non è poi così difficile!» le lanciò un’occhiata ammiccante, così diversa dallo sguardo annoiato che aveva ogni giorno. Alcuni vecchietti ridacchiarono, inneggiando alla gioventù come alla primavera della loro vita.
Ino strinse i pugni. Voleva davvero essere arrabbiata con Shikamaru, non aspettava altro che mettergli le mani addosso, ma dovette ammettere che per essersi spinto fino a tanto, lui, il tranquillo Shikamaru Nara, era proprio disperato.
Gli gettò le braccia al collo e lo baciò, con quanta più passione poteva. La piazza scoppiò in un applauso, e i due innamorati sorrisero l’uno sulle labbra dell’altro.
«Non farlo mai più» sussurrò Shikamaru, baciandole la punta del naso.
«Che cosa?»
«Privarmi dell’aria di cui respiro. Non farlo mai più»
Per la seconda volta, Ino gli ficcò la lingua in bocca.

Choji stava tranquillamente bevendo un tè caldo nel chiosco a pochi metri dalla scena. Sorseggiò con calma, lasciando che il sapore di menta lo avvolgesse. Si leccò le labbra, goloso, e scoccò un’occhiata ai suoi due, amorevoli, amici.
«Avrai anche fatto cambiare idea ad Ino, ma io lo trovo ancora inappropriato e fastidioso»
Bevve ancora un sorso dalla tazza, quando nella sua mente balenò l’immagine di Shikamaru che tentava di convincerlo che era nel torto.
Un brivido freddo gli corse lungo la schiena.
«Va bene, va bene, mi hai convinto»








A/N
Ahem.
Ciao a tutti.
*si nasconde dalle spazzole, i picconi e altri oggetti contundenti che le volano addosso*
Vi ricordate di me? Sono passati tre anni dalla mia ultima ShikaIno, ma l’amore per la coppia non si è mai spento.
Happy White Midnight, babe!
Dedico la fanfiction a tutte le meravigliose Mosche Bianche ancora presenti nel fandom, a Mimi, Hilly, Eleanor, Luly, Wish, Elwerien, Elpis/Lee, Hipatya, celiane… e chiunque abbia dimenticato! E poi a loro, ai veri protagonisti, Shikamaru e Ino.
È bello tornare, ogni tanto, anche con una fic ridicola e senza pretese.

Ci si legge in giro :)

Aka

   
 
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