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Autore: MakieyoMela    23/09/2012    3 recensioni
Kim Kibum aveva preso la febbre proprio poche ore prima di un loro live e si sentiva così maledettamente in colpa.
Ma cosa che più lo stava distruggendo, a sua insaputa, era quella discussione che aveva avuto pochi giorni prima con Kim Jonghyun.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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<<It hurts me to say that it hurts me to stay
And it might be alright if you go
It hurts me to say that I want you to stay,
But it might be alright if you go>>

 


-Aish, questa febbre mi sta distruggendo-
 
Si stava lamentando nel suo grande letto morbido e coperto da lenzuola bianche e rosa. Indossava un pigiama rosa, come quelle poche strisce che aveva tra i capelli biondi e neri ai lati. Kim Kibum aveva preso la febbre proprio poche ore prima di un loro live e si sentiva così maledettamente in colpa.
 
Ma cosa che più lo stava distruggendo, a sua insaputa, era quella discussione che aveva avuto pochi giorni prima con Kim Jonghyun.
 
Mi sono fidanzato! Kibum, non sei felice per me?
 
No.
 
Gli aveva riferito già da prima che si stava sentendo per motivi di lavoro con una ragazza, un'attrice non poco famosa e ogni tanto venivano fotografati tra le vie di Seoul. Ma Kibum non voleva crederci. Lui si fidava delle parole di Jonghyun, del suo migliore amico.
 
Mi hanno costretto ad uscire con lei. Non è nemmeno simpatica.
 
-Sicuro che è la febbre a distruggerti?-
 
La sua voce rimbombava nella piccola testa tinta di Kibum che era poggiata sul cuscino. Non aveva nemmeno le forze di alzarsi e fulminare con lo sguardo il suo hyung. Tirò solo più su le coperte fino a coprirsi la testa e mugugnare qualcosa di indecifrabile.
 
-Allora?- Continuò ad insistere, avvicinandosi al suo letto guardando le spalle di Kibum -E' solo la febbre che ti sta distruggendo o c'è dell'altro?-
 
Onew sapeva quali punti toccare per far sfogare Kibum e in quel momento li stava premendo tutti insieme. Si mise seduto al suo fianco con un sorriso sghembo sulle labbra, tirandogli giù le coperte tanto da poter vedere solo un po' dei capelli scompigliati.
 
-Jinki-sshi, vattene. Avete un live non puoi fare tardi come di tuo solito-
 
-C'è tempo, Jonghyunnie è in bagno e ci vorrà molto tempo- Rise appena, cercando di risollevare un po' di morale al più piccolo. Ma lui sapeva della discussione.
 
Per giorni Kibum si era chiuso in camera o a malapena parlava con gli altri, oppure, peggio.. Evitava il suo migliore amico di sempre.
 
-Jinki-sshi- Richiamò la sua attenzione rimanendo di spalle -Sono ridicolo, vero? Sto piangendo in continuazione in sua insaputa solo perché non sono ricambiato- Rise nervoso -Dovrei farmene una ragione e dimenticarlo-
 
-Dovresti andare avanti, si..- Jinki sapeva tutto in quella casa, lui era il più grande e cercava di essere il più saggio perché tutti si fidavano di lui.  Non c'era cosa che gli sfuggiva. Se qualcuno stava male, lui era il primo a correre nella sua camera per consolarlo. Se qualcuno era felice, lui era il primo che festeggiava con lui.
 
******
 
Era accovacciato nel suo letto da due giorni e la febbre non faceva altro che salire e poi scendere, per poi salire nuovamente ma Jonghyun non si era fatto sentire granché, riusciva a vederlo solo poche volte la mattina e scarsamente la sera quando tornava dal lavoro.
 
Taemin gli raccontava che non faceva altro che stare al telefono e organizzare uscite con lei. Si era abituato a questo, ma non era nemmeno lui sicuro dei suoi sentimenti.
 
Quando Jong lo faceva stare male, si riprometteva sempre di dimenticarlo e andare avanti. E poi quando lo faceva sorridere e stare bene, tutte quelle promesse andavano in fumo.
 
Era tutto così complicato.
 
Jonghyunnie, tu mi piaci.
 
Kekeke, Kibummie, anche tu mi piaci.
 
Davvero?!
 
Certo! Sei il mio migliore amico, ovvio che mi piaci!
 
E quel bacio dato sul palco sulla loro  canzone? Quante false speranze che aveva dato. Si era illuso così tanto, si era illuso sul fatto che Jong avesse capito di che piacere si trattasse. Non tra amici, ma molto di più.
 
E invece, poche ore dopo ecco la notizia della sua ragazza. Come doveva prenderla? Cosa doveva fare? Forse era stato lo stress a fargli venire la febbre, per non parlare delle sigarette che aveva iniziato a fumare di nascosto.
 
Quel giorno, però, sotto le sue coperte mentre era sul punto di prendere sonno dopo ore e ore insonni, una mano si posò sulla sua spalla e lui si girò di scatto spaventato.
 
Si, spaventato finché non si trovò un viso piuttosto famigliare e sorridente.
 
-Scusami se non sono venuto a trovarti in questi giorni. Ma avevo molte cose da fare-
 
Il cuore di Kibum si stava stritolando ad ogni frase, scosse la testa e si voltò nuovamente chiudendo gli occhi, sperando vivamente che quelle lacrime non cadesse in quel preciso momento.
 
-Allora, come ti senti?-
 
Non preoccuparti per me, idiota. Mi fai solo stare più male. Pensò in un primo momento il biondo, pregando che il più grande se ne andasse da quella camera al più presto.
 
-Bene, visto che non vuoi parlarmi, vedrò di dirti il vero motivo della mia visita-
 
Parole. Parole che trafiggevano il suo cuore già spezzato, rompendolo in altri pezzi più piccoli e dolorosi.
 
-So che io ti piaccio in quel senso. Sai? L'ho notato da sempre, ma ho voluto sviare il discorso per vari motivi. Tu saresti stato il primo ragazzo per me. Io non sono omosessuale, e a stento riesco a farmi piacere qualcuno del mio stesso sesso. E poi.. I miei amici mi avrebbero voltato le spalle solo a vedermi con te. La mia famiglia, i miei amici, i miei datori da lavoro. Dovresti pensarci. Sarebbe davvero un casino-
 
Singhiozzò. Si lasciò sfuggire quel singhiozzo tra le lacrime che rovinò il discorso del più grande che prese a guardarlo un po' triste togliendo la mano dalla sua spalla.
 
Quel punto, dove era poggiata la sua mano, bruciava senza il suo contatto. Kibum voleva sentirlo, Kibum sapeva che adesso sarebbe cambiato tutto.
 
-Kibum, non lo faccio per farti stare male.. Ma credo sia meglio rimanere solo amici-
 
Jjongie, ma noi eravamo molto più che amici. Noi eravamo migliori  amici. Vuoi davvero cambiare tutto questo?  Voleva dirgli, ma.. Aveva preferito restare in silenzio, aveva preferito ascoltare i movimenti dell'altro alzarsi dal letto e uscire dalla camera, chiudendo piano la porta.
 
Era così che doveva andare, sarebbero cambiate molte cose e Kim Kibum.. Odiava i cambiamenti. 
  
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