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Autore: PennarelliScarichi    24/09/2012    2 recensioni
È strano come nelle metro le persone sconosciute condividono un posto così stretto e angusto senza problemi. Milioni di vite sconosciute che condividono un momento come tanti,per poi sparire oltre le porte del treno.
Capita di tutto,nelle metro.
Capita di vedere persone arrabbiate,persone tristi,persone euforiche.
Persone bagnate dalla mattutina pioggia londinese,persone che vanno e persone che arrivano.
Delle volte capita addirittura di innamorarsi..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Francesca, che per una volta non sta dietro le quinte ad ispirarmi,ma è sul palcoscenico a fare la protagonista








È strano come nelle metro le persone sconosciute condividono un posto così stretto e angusto senza problemi. Milioni di vite sconosciute che condividono un momento come tanti,per poi sparire oltre le porte del treno.
Capita di tutto,nelle metro.
Capita di vedere persone arrabbiate,persone tristi,persone euforiche.
Persone bagnate dalla mattutina pioggia londinese,persone che vanno e persone che arrivano.
Delle volte capita addirittura di innamorarsi..


Le ruote cigolano, il dondolio  del treno è quasi rilassante.
Porte che si aprono, c'è chi esce e chi entra.
Chi ha un posto a sedere,chi in piedi e chi non ha ancora capito qual'è il suo: tra due signori ben vestiti c'è lei,Francesca.
Ha uno sguardo sognante, quasi non le importi  della solita giornata nuvolosa londinese: sta lì,ad osservare ogni cosa,avida dei particolari della sua nuova città.
Gli occhi marroni sono circondati da un filo di trucco e i capelli, scuri e riccioli, le ricadono sulle spalle in modo scomposto.
Si è trasferita da poco,Francesca.
Ha deciso di volare da un piccola cittadina italiana alla città dei suoi sogni,LONDRA.
Per far cosa? La cantante.
In questa mattina autunnale è in cerca di un contratto discografico in giro per la città, ' la città delle opportunità'...o almeno così le hanno detto.
Ha le cuffie alle orecchie, e osserva tutti quelli che salgono e quelli che scendono, cercando dei piccoli particolari buffi da ogni individuo,così,giusto per passare il tempo.


Covent Garden:


Sale un uomo con una valigetta,scende una donna con un bambino.
'L'uomo ha un brufolo enorme sul naso' pensa divertita.
Le porte si chiudono,ma si riaprono immediatamente: qualche ritardatario,sicuramente.
Una donna sulla cinquantina ansima per la fatica della corsa sui tacchi, un vecchio accompagnato da una bambina e..un ragazzo.
Ne rimane folgorata,Francesca.
Il ragazzo si siede, sospira dopo la corsa e sorride.
Mostra per una frazione di secondo i suoi denti, e infila una mano tra i suoi capelli scuri.
Il suo ciuffo contorna alla perfezione il suo viso color caffèllatte chinato verso le sue Nike slacciate.
Alza la testa,socchiude per un secondo gli occhi e li riapre,mostrandone tutta la loro perfezione.
Nei suoi occhi ci sono tutte le sfumature dei tronchi degli alberi di Hyde Park,quando il sole estivo fa capolineo tra i prati alla sera.
Occhi che nascondono una storia,occhi che parlano.
Occhi spavaldi, occhi in cui ti ci perderesti per ore.
Francesca abbassa lo sguardo, rossa in viso: non riesce ad immaginare come sono in quel momento i suoi occhi.
Non è mai stata così spavalda,così diretta.
Sicuramente  saranno infastiditi, o forse scocciati.
'Sono così belli da fissarli per ore' si giustifica con se stessa, e forse anche un po' con il ragazzo dagli occhi marroni.
Alza lo sguardo per un' ultima volta , solamente per vedere realmente la reazione del ragazzo:
è incuriosito.
La sta fissando, sta cogliendo ogni particolare di quel viso dai tratti italiani: il naso, le labbra sottili,gli occhi scuri,leggermente simili ai suoi.
Non smette,il ragazzo di Hyde Park.Così l'ha soprannominato Francesca.
Si sofferma su ogni tratto,su ogni piccola imperfezione rendendola straordinaria.
È magico, il ragazzo di Hyde Park.


Leicester Square

Francesca non vuole distogliere lo sguardo.
Ogni singola cellula le ordina di continuare a fissarlo,a fissare quella creatura troppo perfetta per essere umana.
Di ragazzi così ne ha visti pochi nelle vie di Londra,figuriamoci in Italia.
Si morde il labbro inferiore, distratto e concentrato sul suo telefono in un modo che Francesca scopre di amare.
Sembra spaesato,come quei bambini che perdono la madre nei supermercati e non sanno dove andare.
Ma lui non è spaesato,lui sa benissimo dove deve andare.
O almeno lo fa credere,a lei e a tutte le persone annoiate che stanno in quel vagone.
È bello.
È l'unica cosa che riesce a pensare.
Bello perchè è spontaneo,bello perchè sa di esserlo.
Bello perchè quel ciuffo scuro gli da un'aria di sicurezza, un'aria da cattivo ragazzo.
Bello perchè le labbra carnose di tanto in tanto sono martoriate da quei denti che vogliono giocare,che voglio venire fuori.
Si porta le mani alle orecchie mettendosi un paio di cuffie.
'Questa non va bene,questa neppure...' pensa.
' questa è perfetta'. esclama dentro di sè, il ragazzo dell'Hyde Park, premendo un pulsante sul suo mp3.
Parte la musica,che al di fuori delle sue orecchie è un debole ronzio,e lui fissa il vuoto.
I suoi pensieri si liberano,viaggiano in luoghi sconosciuti alla ragazza che non ha ancora smesso di fissarlo.
'Sembra davvero un cattivo ragazzo' pensa Francesca,continuando a fissarlo a tratti,quando lui non si accorge di nulla.
O forse è solo un'impressione.
Forse è solo un muro che si è costruito negli anni,che lo  tiene lontano da tutti i nemici,ma non da sè stesso.
Il nemico che teme di più,quello più meschino e severo.
Quell' io così duro,così forte da poter distruggere qualsiasi convizione.
Tranne quella di non essere perfetto,di non essere abbastanza.

Si morde di nuovo il labbro inferiore,fissando il vuoto.
'Lo capisco.' si ripete Francesca.
'Capisco che i muri delle volte non servono a nulla, se non ad una fatica immane quando si devono distruggere'.
È severa con sè stessa,non si vede carina...anche se tutte le sue amiche le hanno sempre ripetuto il contrario: 'So come ci si sente,ragazzo dell'Hyde Park.' sospira fissandolo.

E poi alza lo sguardo,proprio verso di lei.
I suoi occhi si spalancano un po' sorpresi,ma sorride: mostra i denti bianchi allineati alla perfezione.
Le manca il fiato, davanti a tutta quella bellezza...
abbassa lo sguardo,rossa in viso come non mai.
Giocherella con il maglione color mogano,nascondendo le mani nelle maniche,timide anche loro.
Poi rialza lo sguardo,e trova quella perfezione che sorride ancora.
Inspiegabilmente,anche lei sorride.
E non riesce a smettere.

Piccadilly Circus

Un movimento brusco, istintivamente il ragazzo porta il braccio muscoloso in alto per arreggersi.
Sul gomito Francesca intravede un pezzo di puzle tatuato.

Lui è un pezzo di qualcosa,di qualcosa che lo rende felice.
Si immagina il significato di quel puzzle,ma non riesce a comprenderlo.
Troppo personale da capire.
Ora che riflette, ne vede altri di tatuaggi. Vede un simbolo dello yin e yang sul braccio, due dita incrociate,un numero sei e qualcos'altro che non riesce a capire.
Dallo scollo del maglione blu intravede anche una scritta in arabo,ma non sa cosa significhi.
'È un appassionato di tatuaggi,vedo.' sorride,e il ragazzo capisce il perchè.
Quasi ne va fiero di tutti i suoi tatuaggi, e mostra nuovamente il suo sorrido mozzafiato.
Prende uno zaino consumato dal tempo e riposiziona nella tasca l'mp3.
Su di esso è cucito un nome:Zayn.
Quegli occhi e quel sorriso hanno un nome,un nome che Francesca adora,forse perchè è particolare.
Zayn.
Lo ripete nella sua testa,e ormai quel ragazzo sembra più vero,più reale.
Zayn.
Non riesce a smettere di ripeterlo: avvicina Francesca e Zayn. Suonano maledettamente bene.

Quel ragazzo ha il viso di chi ha vissuto mille vite. pensa la ragazza.
Ha quegli occhi che trasmettono milioni di convinzioni,le sue.
La convinzione di non poter cambiare,di essere solmanete se stesso.
Che poi forse non vuole neanche cambiare,ma il giudizio della gente offusca le sue decisioni.
Pensa a quanto forse è stato difficile il suo percorso,a quante critiche ha ricevuto e quante ne riceverà.

'O forse quelle convinzioni sono solamente mie.' Sospira Francesca.




Green Park.


Il treno si sta svuotando, la prossima fermata è quella di Francesca.
Non vuole scendere,non vuole lasciare il ragazzo che l'ha tanto colpita.
Le verrebbe voglia di alzarsi,andare lì e sentire la sua voce,ma non può.
Non può perchè la sua natura così timida,forse troppo,glielo impedisce.

E allora arrabbiata con la sè stessa troppo codarda continua a fissarlo,come una droga.
Le sembra di conoscerlo da così tanto tempo: il suo sorriso,i suoi occhi..le sono così familiari nel cuore.
Si ricorda del cartone della Disney in cui la Bella Addormentata diceva 'Ma io e lui non siamo due sconosciuti. Io l'ho già incontrato..nei miei sogni'.
E,ora che ci pensa,è così anche per lei.
Torna indietro con la memoria,forse per trovare il momento in cui quei suoi occhi color marrone Hyde Park sono entrati nella sua vita..mhm,non trova nulla.
Non trova il momento preciso,ma è sicura che di non aver visto altri occhi così,di non averlo scambiato per qualcun'altro.
Socchiude gli occhi,e nel buio, il suo viso è stampato nel suo cervello.
Ogni piccolo particolare,ogni piccolo movimento è già impresso nella sua memoria.
È sicura,non si dimenticherà facilmente di Zayn.

Apre gli occhi,solo per vedere se è ancora lì.
C'è,ma sta andando via.
Anche Hyde Park,la fermata successiva, è la sua destinazione.
Francesca sorride, perchè è il luogo da cui ha preso il suo soprannome.
Il ragazzo dell'Hyde Park,o meglio Zayn, sta andando via,si prepara a scendere.
Un ultimo sguardo, i loro occhi che si incrociano.
Occhi che pensano, Occhi che la osservano, che viaggiano dentro di lei.
 Occhi che si riflettono,che si confondono a vicenda.
 Occhi che sembrano voler parlare.
 Occhi che vorrebbero raccontare la propria storia, le proprie paure, il bisogno di una spalla a cui appoggiarsi e su cui chiudere gli occhi quando i problemi sembrano impossibili da affrontare, o semplicemente quando sono  stanchi di affrontarli.
 Occhi in cui viaggiare,in cui trovare una dimora e un posto fisso,che ci si ritrova tutte le notti.
Occhi in cui Francesca non riesce più a immergersi,per colpa delle porte automatiche che si portano via Zayn.
 Nuove vite che si incontrano. Ma che probabilmente non si incontreranno mai più.
 I suoi occhi non ci sono più.

Francesca deve scendere,è la sua fermata.
Attraversa la metro sconvolta da quell'incontro che le ha segnato la giornata e forse la vita.
Le persone che si incontrano dentro la metrò non si incontrano mai più, di questo Francesca ne è certa.
È arrabbiata con sè stessa,vorrebbe essere più coraggiosa e rincorrere Zayn,ma ormai è andato via.
I suoi occhi sono spariti.


Esce fuori dalla metro,e la giornata autunnale le mette tristezza.
Deve tornare alla realtà,alla vita di tutti i giorni.
Prova a cercare gli occhi del ragazzo di Hyde Park tra la folla,ma vede solamente delle misere imitazioni di quel marrone magnetico.
Delusa,comincia a camminare con la testa china sul parco: vede gli alberi,i prati e i bambini che si godono le ultime ore di sole.
Sa che deve andare a cercare quel maledetto lavoro,ma comincia a fissare gli alberi.
È il tramonto, il momento in cui il sole all'orizzonte batte sugli alberi formando quel marrone che le piace tanto.
Le ricorda Zayn.
Si decide a tornare alla vita reale, e scuotendo la testa,ricomincia a camminare.
Il suo passo è decisio,finchè non si scontra con una figura:due mani possenti la reggono per non farla cadere. Guarda in basso, e vede su un braccio della figura il simbolo dello yin e yang.
Il respiro si fa più deciso,alza lo sguardo quasi timorosa: e ritrova quel marrone che le piace,quegli occhi così perfetti.
Zayn.

<< Scusa,ci conosciamo?Ti ho già vista da qualche parte,mi sembri una ragazza familiare... >> sorride lui, sbalordito.
<< Dipende da dove mi hai vista. >>
<< Forse in un sogno. Non prendermi per pazzo,posso offrirti un caffè? >> chiede Zayn,un po' timido.
La sua voce è dannatamente angelica.
<< Con molto piacere.>> sorride Francesca seguendo il ragazzo di Hyde Park.
<< Non mi sono presentato..piacere,Zayn. >> sorride porgendole la mano.
<< Piacere,Francesca.>> ma lei conosce già quel nome.
<< Che nome meraviglioso! Sei italiana,vero? Amo le italiane. >>

<< Le persone che si incontrano dentro la metrò non si incontrano mai più >> sussurra Francesca,quasi più a sè stessa.
<< Bhè,delle volte ci sono delle eccezioni. Ed io e te lo sappiamo bene,vero? >> sorride Zayn, portando un turbine di farfalle dentro lo stomaco della ragazza.

  
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