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Autore: Stayandbelieve    24/09/2012    4 recensioni
La storia riguarda un'edizione precedente a quella di cui si parla nel romanzo originale. I personaggi sono per la maggior parte originali. I protagonisti sono perciò tributi e tutti coloro che un'edizione implica. Mi farebbe piacere un parere. Grazie e buona lettura.
"lo rivedrai, lo sai vero?"
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Forse sarebbe stata l’ultima volta che avrei sentito quel senso di leggero fastidio causato dalla salsedine tra i capelli. Forse non avrei più potuto guardare il tramonto sul mare e, forse, non avrei più potuto rivedere il mio distretto. Mi sedetti su uno scoglio. Faceva freddo, parecchio, ma non mi interessava. Il riflesso della luna, disegnava un cerchio bianco latte in quello che sembrava il centro esatto del mare. Quante volte avevo pensato che forse ce ne saremmo potuti andare di lì? Ero sempre stata convinta che se fossi andata abbastanza lontano, non ci sarebbero più stati pacificatori, distretti,e soprattutto, hunger games.
-Ehi ragazzina, torna tra noi. - Disse una voce alle mie spalle.
-Oh ma stai zitto. - Esclamai girandomi ridendo verso il mio migliore amico.
Già, quella era forse l’unica persona che riusciva a farmi ridere anche la notte della mietitura. Automaticamente, senza che io gli dicessi niente, mi mise addosso la sua giacca, e si sedette accanto a me.
-Lo rivedrai, lo sai vero?- Disse riferendosi al mare. “Si”, è ciò che avrei voluto rispondere, ma non ero molto sicura che avesse ragione lui. Una consolazione ce l’avevo; Ero certa che lui non sarebbe stato estratto e questo, solo perchè aveva già vinto la sessantaduesima edizione. Noi cercavamo di non parlarne quasi mai, dato che era esattamente ciò che avevamo temuto più di ogni altra cosa. Il ricordo di quell’orribile periodo era ancora troppo fresco per riuscire a rievocarlo senza dolore.
-No, hai ragione, avrò anche domani mattina.- Sbuffai e sorrisi; Un sorriso debole che si spense in pochi attimi. Mi alzai e tesi una mano a Logan. Lui la strinse e si tirò su; iniziammo a camminare verso la zona dove si trovavano le varie abitazioni. La mia e la sua erano una di fronte all’altra nel viale in cui tutte quelle case identiche sembravano essere disposte in una sorta di ordine alternato, il che rendeva tutto l’ambiente meticolosamente organizzato e statico.
-Grazie per la giacca.- Dissi togliendomela. -No, tienila tranquilla, a me non serve.- Rispose sorridendo. -Va bene, te la ridò domani sera.- Ribattei stando al suo gioco dell’ottimismo sul superamento della mietitura. -Ovviamente.- Disse facendomi l’occhiolino e abbracciandomi. Rimasi stretta a lui per qualche secondo che sembrò l’eternità e poi mi diressi verso la porta di quella che, per quanto piccola e all’apparenza fragile, era il mio rifugio, casa. Salii i tre piccoli scalini e mi girai; Logan era esattamente nello stesso punto in cui mi trovavo io, solo davanti alla porta di casa sua, così gli feci un cenno ed entrai attenta a non fare rumore. Mi misi a letto vestita com’ero; Se mi sentivo assonnata era un buon segno, perchè forse sarei riuscita a dormire e a non sembrare uno zombie il giorno della mietitura, il che andava già ben oltre le mie più rosee speranze.
-Beth, sei sveglia?- Silenzio. -Beth sei sveglia?- Ovvio, ora sono sveglia. -Si piccola sono sveglia.- Risposi tirandomi su. Mi sentivo un po’ frastornata e infreddolita ma mi costrinsi a sorridere subito. -Ho una cosa per te.- Disse mia sorella con stampato sul volto un sorriso luminoso. La vidi uscire dalla stanza correndo e tornare indietro con un piccolo pacchetto.
Lo aprii e vi trovai dentro una collanina di cordoncino blu e 5 conchiglie di quelle che si trovano sulla spiaggia, tutte colorate con la tempera, con scritto su ognuna di queste una lettera: l’iniziale del nome di mia sorella, di mamma, di papà, del mio e di Logan. Gli occhi mi si riempirono di lacrime; abbracciai Ashley. Aveva 8 anni eppure mi sembrava già più grande, quando ogni tanto la sentivo parlare di come aveva aiutato qualche bambina con difficoltà a scuola o in famiglia. -Grazie tesoro, è bellissima.- In quello stesso momento entrò mamma che riusciva sempre a cogliere il momento più adatto per fare affermazioni che potessero distruggermi il morale. -Ci ha lavorato sopra tre settimane per preparartela, è un portafortuna.- esclamò sorridendo per cercare di sembrare forte, ma sapevo quanto stesse male; proseguì -Dai, ti aiutiamo a prepararti, così sarai bellissima.-
Dopo un’oretta e mezza di “restaurazione” circa, della quale, più o meno un’ora era occorsa per cercare di dare ai miei capelli (abbastanza distrutti dalla salsedine) una parvenza di normalità, tanto che eravamo riusciti infine a farli diventare liscissimi, anche se di natura li avevo ricci, ero pronta. Il vestito che indossavo era color acquamarina, il che, pensai, era davvero azzeccato dato che il distretto 4 era quello della pesca. Era inoltre piuttosto semplice, con maniche a tre quarti e balze. Il tutto completato da un paio di scarpe che riservavo per l’occasione, ballerine, credo si chiamassero così, bianche e la collanina che mi aveva regalato Ashley. All’una esatta uscii di casa e rivolsi lo sguardo verso il mare; poi mi avviai direttamente verso la piazza. Mi registrai come al solito e ascoltai il discorso fatto dall’accompagnatrice di quest’anno per il distretto 4, una signora eccentrica con la pelle argentata e i capelli blu, evidentemente tinti per restare in tema “mare”. Prima le signore, ovviamente. Il momento era arrivato. A sedici anni parecchie volte ormai mi ero immaginata che la mia vita potesse finire di lì a poco, ma non per questo mi ero abituata. Guardai verso la parte riservata ai possibili tributi maschili; Poi verso il palco, dove era seduto Logan accanto ad una donna, l’altro mentore del distretto quattro. Nessuno ci fece caso ma vidi che dopo aver incrociato il mio sguardo disse qualcosa che non riuscii a capire. Feci un’espressione confusa dato che non avevo idea di ciò che avesse detto, o forse me l’ero solo immaginato. Poco dopo il mio volto cambiò espressione. -Annabeth Hemsworth - 

Bene, cosa poteva andare peggio? Ero ufficialmente il tributo femminile del distretto quattro della sessantatreesima edizione.
Mi costrinsi a salire sul palco e ostentare un’espressione sorridente; non mi riuscì altro che un sorriso timido, ma dopotutto in ogni distretto e a Capitol avrebbero visto quelle immagini e un sorriso non avrebbe guastato. una volta salita potevo vedere bene tutti i possibili tributi. Le ragazze, ormai tranquille e sollevate, i ragazzi coi volti contratti dalla tensione. individuai i tre membri della mia famiglia piuttosto in fondo e feci loro un cenno, come per tranquillizzarli. L’accompagnatrice del distretto dopo aver richiesto un applauso per il primo tributo del distretto 4, esclamò -e ora i ragazzi. -
-Mi offro volontario come tributo. -
Adesso si che la giornata aveva cambiato il suo corso; Tutto mi era sembrato così catastrofico quando poco prima avevo sentito il mio nome pronunciato dall’accompagnatrice, ma ora che un ragazzo probabilmente sui diciassette/diciotto, che aveva tutta l’aria di essere ben allenato, alto ed enorme si era offerto volontario per partecipare, persi tutte le speranze.

  
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