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Autore: Vianne1013    25/09/2012    2 recensioni
[Ashes to Ashes]
Lui e quel disperato bisogno di lei. Alex & Gene. Una piccola Shot sulla mia coppia preferita. Un grazie a chiunque vorrà leggerla ^_^.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Respiro.

I suoi stessi versi racchiusi nel suo respiro, le riecheggiavano nelle orecchie, ricordandole dove fosse davvero.

Sospiro.

Tutto quello che riusciva a tirare fuori dalla sua bocca, sospiri e gemiti, a volte forti, a volte sommessi, a volte talmente gutturali da farla sobbalzare.

Parole.

Quante, fino a quel momento, ne aveva pronunciate con un senso compiuto? Nessuna, o forse.. una sola? Un nome, quel nome.. il suo, l’unico nome maschile che da qualche mese a questa parte, aveva invaso la sua vita e la sua mente, catturandole i pensieri.

Una morsa allo stomaco, un gemito che esce dalla sua bocca e infine la testa che si perde nelle immagini che arrivano dai suoi occhi. Il soffitto grigio chiaro, la luce leggera e bianca che le brilla nelle pupille e infine quei movimenti, familiari, tanto, troppo, in grado di farle perdere ancora una volta la testa.

Alex si arcuò ancora, allungandosi sensualmente sul tavolo di plastica nero, che dall’inizio della sua esistenza aveva sempre visto solo lunghi e noiosi interrogatori, ma che da sei mesi a questa parte, era stato il posto segreto che cullava i due amanti. Le dita lunghe e affusolate si aggrapparono con foga ai lembi di quella superficie fredda e le labbra si strinsero, nel tentativo di resistere a quel piacere, troppo forte, troppo impulsivo, troppo tutto.

Una scarica elettrica lunga e forte percorse tutto il suo corpo, mentre nella sua mente riecheggiava una sola parola “Ancora.”

Ancora, di più, non smettere.. non smettere, non smettere Gene.

Alex si adagiò di nuovo sul tavolo, aprendo i suoi occhi blu chiaro e incrociando lo sguardo di quell’uomo, il suo, da sei mesi ormai, il suo compagno d’incontri e di giochi amorosi, segreti e nascosti. Un segreto celato in quella stanza degli interrogatori, celata, in fondo al corridoio, sempre chiusa e ormai inutilizzata da troppo tempo.

Gene ricambiò il suo sguardo, quegli occhi così chiari e vitrei, avevano il potere di scaldarsi solo quando lui era con lei. Sul volto dell’uomo comparve un ghigno pieno di orgoglio e soddisfazione. I suoi occhi si gustarono quella scena ormai quotidiana, ma sempre troppo bella per essere vera.

Alex Drake, era distesa su quel tavolo nero come la pece, ferma, immobile, con un’espressione tra l’incredulo e il voglioso. La sua maglia bianco latte, di seta, era completamente aperta sul suo torace, lasciando in bella mostra il suo seno ormai libero dalla morsa del reggiseno, così sodo e morbido, una vera tentazione per quel povero poliziotto. La gonna marrone chiaro, bloccata e artigliata da una cintura lavorata color panna, era completamente sollevata verso l’alto e donava al caro Gene, una meravigliosa panoramica delle sue lunghe gambe affusolate, racchiuse in un paio di autoreggenti color carne.

Gli occhi di Gene ripercorsero tutta la linea di quelle forme ormai esposte al suo sguardo, le sue dita ruvide e abituate alla pelle dura dei guanti, assaporarono con goliardia la morbidezza di quelle forme, che erano lì, solo per lui e per la sua soddisfazione.
L’uomo si umettò le labbra, mordendosi istintivamente quello inferiore e sentendo il sapore del sangue scorrergli dentro la gola. Le sue mani artigliarono i fianchi della donna avvicinandola al suo corpo. Uno scambio delicato di sguardi, un’intesa e una conferma mormorata a fior di labbra e Gene, con un gemito roco, ricominciò a penetrarla con decisione.

“Gene..” fu l’unico suono che Alex sentì uscire dalla sua bocca.

Il suo corpo rispose con recettività a quell’assalto passionale ed esplosivo da parte del suo amante. Le sue gambe si avvinghiarono con ancora più forza e decisione attorno ai suoi fianchi, le sue dita si aggrapparono ai lembi di quella giacca nera, mentre l’irruenza del suo amante risuonava come un tamburo dentro al suo corpo.

“Gene..” un gemito sommesso, una preghiera roca, piena di disperazione e amore.

 Alex sentì il suo corpo tremare, la mente svuotarsi e gli occhi chiudersi, mentre quell’emozioni e quel piacere ormai disperato, le percorrevano il corpo e le frammentavano l’anima.

“Piano tesoro, piano.. lo sento che puoi resistere ancora un po’.” Un sussurro che gli schioccò vicino all’orecchio, il suo respiro che gli bruciò sulla pelle e un unico desiderio, quello di sentirla urlare il suo nome, di nuovo, ancora una volta, solo per lui.

Le mani di Gene l’afferrarono più saldamente, bloccandola contro il suo corpo muscoloso, i suoi occhi s’incatenarono al volto della donna e il cuore gli esplose nel petto, più e più volte. L’uomo sentì il corpo della donna contrarsi sempre più selvaggiamente attorno a lui, era ormai certo che lei fosse vicina all’apice, ma lui voleva di più questa volta, voleva ancora di più.

“Apri gli occhi..” un ordine che le arrivò come una richiesta disperata, un solo desiderio, quello di condividere quell’unico momento assieme a lei.

La donna ubbidì all’istante, aprendo gli occhi e incrociando lo sguardo determinato e passionale di Gene. I loro sguardi s’incatenarono e i loro corpi continuarono a muoversi all’unisono camminando insieme verso la tanto disperata liberazione. Una spinta, due, tre, una frenetica valanga di sensazioni e di passione che investì i loro corpi e contrasse le loro membra.
Un ultimo passo, un’ultima spinta e Alex , seguita a ruota da Gene, sentì l’anima frammentarsi completamente e la testa svuotarsi, mentre dalle sue labbra uscì il suo nome, racchiuso nella forza di un urlo improvviso.

L’uomo crollò con fatica, adagiandosi con tutta la delicatezza del mondo, sul petto della giovane, mentre quell’odore di sesso, di amore e passione, ormai troppo familiare per entrambi, iniziò ad aleggiare nella stanza e gli pervase le narici.

Alex ascoltò la velocità del suo respiro, mentre le sue dita s’infilarono tra i suoi capelli biondi e iniziarono ad accarezzarlo amorevolmente. L’uomo riprese pian piano a respirare normalmente, mentre quella sensazione di pace e tranquillità lo cullò dolcemente per qualche minuto.

“Dobbiamo andare..” disse all’improvviso, rialzandosi e incrociando quel meraviglioso sguardo, che ormai era entrato a far parte della sua vita.

La donna lo guardò sorridendo, i suoi occhi gli comunicavano quell’amore incondizionato e profondo, che solo lei era in grado di dargli. Era bellissima, una meravigliosa creatura che aveva incontrato il suo cammino e che gli aveva rapito il cuore, più di quanto lui volesse far credere.
Gene le tese la mano, aiutandola a rimettersi in piedi e osservandola mentre si ricomponeva, assumendo quell’aria determinata e tranquilla di sempre. I suoi occhi percorsero quei lineamenti delicati e quelle labbra morbide che ormai erano diventate la sua ossessione. Da quanto non le assaggiava? Durante i loro amplessi erano rare le volte in cui lui si sporgeva per darle un bacio, i primi tempi era sempre lei ad avvicinarsi e a baciarlo, ma ora quell’abitudine era svanita e lui ne stava sentendo la mancanza.

“Sono presentabile?” gli domandò una volta rivestita e risistemata, rivolgendogli uno sguardo interrogativo.
Lui si limitò a guardarla, ancora una volta estasiato da tanta bellezza e ad annuire con la testa.

“Lo devo prendere per un sì?” insistette lei.

“Stai bene, sembra che non sia successo niente.” Bofonchiò lui.

“Bene, allora posso tornare al mio lavoro.” Rispose lei con un’espressione leggermente triste, mentre le sue dita raggiungevano la maniglia della porta e la stringevano forte per poi provare ad aprirla.

Quando quel rumore stridulo e leggero arrivò alle orecchie di Gene, l’uomo si voltò verso di lei e l’afferrò saldamente per un braccio.

“Aspetta Alex..”

“Cosa?”

La donna non ebbe il tempo di parlare, che la sua schiena si ritrovò velocemente a contatto con il vetro lavorato della porta e le labbra di Gene catturarono le sue, in un bacio senza precedenti. Le sue labbra erano così morbide e delicate, da fargli girare la testa. Come era riuscito a stare tanti giorni senza assaggiarle e gustarle?

“Gene..” disse la donna, cercando di parlare.

“Cosa?” mormorò lui a fior di labbra, continuando a tormentarle la bocca.

“Gene, il rossetto..”

“Non me ne frega un accidente del tuo dannato rossetto…”

Lui l’afferrò con decisione per la nuca e continuò a baciarla, ad assaporarla, gustandosi con disperazione quel suo sapore delicato e fruttato che lo faceva diventare pazzo. Lei era sua, la sua ossessione, la sua colpa, la sua condanna, il suo sogno, la sua vita, il suo cuore e cosa più importante, Alex era la sua anima.

“Gene.. devo andare ora…” gli sussurrò con dolcezza accarezzandogli con delicatezza il volto e cercando di attirare la sua attenzione, riportandolo alla realtà.

“Sì, è ora di tornare al lavoro.” Disse lui, incrociando di nuovo, quegli occhi meravigliosi che sapevano far battere il suo cuore. Le sue dita ruvide strinsero ancora con foga il polso della donna e con delicatezza l’avvicinarono al suo viso.
Con lo sguardo incatenato al suo, Gene aprì il palmo della sua mano  e le posò un dolce e tenero bacio.

“Tu sei mia..Alex, tu sei mia non dimenticarlo.” Parole che gli uscirono quasi come un ruggito, possesso, bisogno, necessità e amore, amore puro e possessivo che gli scorreva nelle vene e che gli faceva ribollire il sangue.

“Tua, solo tua.” Rispose lei sorridendo dolcemente, accarezzandogli delicatamente il volto e posandogli un piccolo e delicato bacio a fior di labbra.”Sempre e solo tua, Gene.”

E detto questo uscì, lasciandolo solo ad osservare il suo riflesso distorto nella porta, solo con il suo bisogno di averla ancora vicino a sé.
 
Fine.
   
 
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