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Autore: Marge    25/09/2012    3 recensioni
Una sciocchezzuola tenera e fluff, in cui il punto di vista è Calcifer ed è ambientata durante un qualsiasi momento di pace nell'ambito di Flowers Wall (aka, post film - può essere letta anche da chi non conosce affatto la mia Long-fic).
Scritta per il contest "Attimi di gioia" di Manubibi, in cui si è classificata sesta, e con il prompt "Il castello errante di Howl, Calcifer, il tepore di una famiglia" della piscinadiprompt.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calcifer, Quasi tutti | Coppie: Howl/Sophie
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Flowers Wall'
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UN BUON AFFARE



“Ti ho visto!” esclamò Sophie puntandogli contro un dito accusatore. “Non pensare di svignartela così!”
Howl alzò le mani dalla maniglia, come se scottasse.
“Guarda in che condizioni hai lasciato questa stanza!”
“A me piace il disordine, è creativo!” si difese lui, ma con poca convinzione. Tornò indietro e le piantò gli occhi in faccia.
“Suvvia, Sophie…” cominciò mellifluamente.
La ragazza voltò la testa ed incrociò le braccia sul petto: “Non m’inganni.”
Non c’era via di scampo: sembrava che Sophie avesse deciso di non cedere su nulla. Quindi Howl, come faceva sempre, in fin dei conti, capitolò: divenne una marionetta nelle mani di lei.
“Eppure, sembra divertirsi” commentò tra sé e sé Calcifer, dalle braci del camino, mentre il più grande mago del regno di Ingary, dotato di grembiule e ramazza, svolazzava qui e lì per la stanza, e la ragazza ch’egli amava lottava contro i ragni.
“Credo che il signor Howl preferisca spazzare a terra in compagnia di Sophie, che combattere maledizioni da solo contro tutti” disse Markl, sprofondato in un divano di fronte al caminetto. “Forse non è un gran salto di qualità, per un mago” aggiunse poi pensieroso, guardando il soffitto.
“Di sicuro, è un miglioramento per noi tutti” convenne la Strega delle Lande, che tremolante come un budino sonnecchiava su una poltrona.
“Markl! Puoi girare lo stufato, per piacere?”
Il bambino si alzò sorridendo e scoperchiò il grande pentolone; annusò deliziato l’aroma: “Decisamente!”
“Pensi che, oltre al cuore, Howl abbia guadagnato qualcosa in questa storia?” chiese Calcifer, ancora dubbioso.
“Alza il fuoco” gli disse il bambino. Quando la poltiglia riprese a sobbollire, ne sorbì un po’ da un lungo mestolo, e sorrise. “Intendi oltre al Castello in ordine e pulito, il bucato sempre fatto, la cena che finalmente è una cena?”
“Con questi termini, sembra davvero un affare.”
“Anche tu hai deciso di tornare con noi.” Markl si lanciò nuovamente sul divano e riprese la lettura da dove era stata interrotto, affatto disturbato dagli altri due che intorno a lui s’affaccendavano come posseduti dal demone della pulizia. Non si distrasse neanche quando Sophie gli piazzò in braccio il cane, con il pretesto che intralciava il suo straccio.
“Ecco, ora è tutto in ordine. Se vuoi, puoi andare” disse un’ora più tardi Sophie.
Howl alzò le spalle: “Ormai. Abbiamo di meglio da fare, non trovi?”
Le circondò la vita e si chinò a baciarla.
“Sophie! SOPHIEE!” gridò il demone.
“Eccomi.”
“Qui sopra è pronto. Puoi togliercelo dalla testa?”
“Grazie per la cottura” disse lei spostando il pentolone. “C’è qualcos’altro che vorresti, Calcifer?”
Il piccolo demone del fuoco si guardò intorno, nella grande stanza riscaldata dalle sue fiamme: il bambino sul divano, incollato ai suoi studi, la nonnina, un tempo terrore d’Ingary, addormentata in poltrona, il grande ed eccentrico mago alle prese con piatti e posate, e davanti a lui la fanciulla dai capelli color delle stelle: aveva le guance rosse e lo sguardo lucido.
“Noi non abbiamo bisogno di nulla” disse altezzoso. Sophie chinò la testa su una spalla, sorrise dolcemente e tornò da Howl.
Dal suo focolare, Calcifer ogni giorno osservava quei quattro vivere assieme, e trovava incredibile che l’arrivo di una ragazza, così semplice e modesta, avesse potuto cambiare ogni cosa. Era tutto diverso, e non sapeva dire come, o perché: ma sembrava quasi che fossero loro, a scaldarlo.



*** Scritta per il contest "Attimi di gioia" di Manubibi, in cui si è classificata sesta, e con il prompt "Il castello errante di Howl, Calcifer, il tepore di una famiglia" della piscinadiprompt.
  
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