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Autore: Nana Stonem    25/09/2012    7 recensioni
Tre ragazze e una centrale di polizia, una nottata ricostruita tramite flashback,domande,e testimonianze. Una nottata folle tra inseguimenti,scazzottate e corse all'avventura. Questa è la nottata di Alessandra,Sonia e Margherita.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E tutto partì da una scarpa

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«Allora, signore, chi vuole cominciare a raccontare la nottata? Vi vedo piuttosto silenziose» il poliziotto scrutava le tre ragazze davanti a lui, affranto, per quel caso che si sarebbe dimostrato sicuramente difficile.

«Io non vedo alcuna signora qui» puntualizzò Margherita e le altre due ridacchiarono in risposta.

«Signorina Vitolo, tenga lo spirito per lei» il poliziotto poggiò scancamente i gomiti sul tavoli, in attesa che una delle ragazze cominciasse a parlare. Speranza vana, le tre ragazze erano sedute di fronte a lui, completamente impassibili.

«Io parlo solo in presenza del mio avvocato» sentenziò la ragazza di nome Alessandra. Stavolta fu il poliziotto a scoppiare a ridere.

«Dubito che verrà qualche avvocato, piuttosto verranno i vostri genitori a pagarvi la cauzione» si aspettava un minimo di spavento, e invece le ragazze continuarono con la loro ironia.

«Oh, la cauzione, tu si che sai come intimorirci» Sonia, quella che sembrava decisamente la più aggressiva delle tre, sembrava piuttosto divertita.

«Vi consiglio di chiarire quello che è successo, qui abbiamo diverse testimonianze, la vostra versione dei fatti ci servirà semplicemente a chiarire le cose, ma le accuse non cambieranno» doveva riuscire a far smuovere le ragazze in un modo o nell'altro.

«Quali testimonianze?» il tono di Margherita iniziava a sembrare nervosa.

«Scommetto che è stata quella troia che stava con Marco» rispose Sonia, inferocita.

«Senza ombra di dubbio» aggiunge Alessandra, la più tranquilla delle tre, forse perché ancora sotto gli effetti dell'alcol.

«Signorine, vi prego, contenete le cattive parole» Sonia era sul punto di rispondere, quando entrò il commissario, trafelato.

«Allora, che succede qui? Perché queste ragazze ancora non hanno fatto la deposizione? Vediamo di sbrigarci non ho tutta la mattinata» e si lanciò furiosamente su una delle sedie disponibili.

«Nervosetto il tipo» sussurrò Sonia, e le altre scoppiarono a ridere. Ma il commissario le ignorò, e riprese a parlare.

«Visto che qui le signorine non voglio collaborare, ci aiuteremo con le testimonianze per ricostruire la nottata» il commissario iniziò a leggere le diverse testimonianze, con sguardo corrucciato.

«Bhè, qui qualcuno ha affermato di aver visto una scarpa volare in testa a un ragazzo meglio noto come The king, che a quanto pare non deve averla presa molto bene... e da qui dovrebbe essere partita la prima accusa, ovvero quella per rissa. Signore, vi dispiace mostrarvi le vostre scarpe?» quella storia sembrava completamente assurda, ma il commissario ormai aveva smesso di stupirsi delle bravate dei ragazzi ubriachi.

«Non ci penso neanche» la prima a rispondere fu Sonia, che divenne subito la prima sospettata. Tutti abbassarono istintivamente gli occhi sulle sue scarpe, che ovviamente non c'erano.

«Come può ben vedere le scarpe mi mancano entrambe, e lì ne hanno lanciata solo una» Sonia iniziava ad essere a disagio, non sapeva che scusa inventare per la sua mancanza di scarpe.

«Dubito che sarebbe riuscita a camminare con una sola scarpa, per di più con un tacco dodici» gli rispose il poliziotto.

«Che vista acuta, complimenti, non è che te le metti anche tu ogni tanto?» Sonia sapeva bene rispondere per le rime.

«Lasciando perdere le battute, mi spiega perché ha voluto far iniziare la rissa? " Il commissario si sentiva già stanco, dopo soli pochi minuti.

«Senta quella scarpa non era certo per The king, il mio bersaglio era Marco! È colpa sua se questa nottata è stata così incasinata!» Sonia si stava alterando, ma almeno le cose iniziavano a venire a galla.

«E chi è questo Marco, ce lo può spiegare?» chiese cautamente il commissario.

«È il suo ragazzo» rispose Margherita. «Ex ragazzo, vorrei precisare» puntualizzò Sonia.

«Insomma, mi faccia capire, ha colpito il suo ex ragazzo con una scarpa in una discoteca?» il commissario cominciava a sentirsi confuso. Sonia sbuffò, e si decise a parlare.

«Era cominciata come una serata tranquilla, io e le ragazze ci eravamo date appuntamento per andare tutte insieme al Dolcevita-famosa discoteca estiva - nessuna di noi immaginava che sarebbe successo tutto quel casino. Avevo detto al mio ragazzo che per quella sera non ci saremmo visti, ognuno sarebbe uscito con i propri amici. Ci crede che abbiamo scelto di andare alla stessa serata?

Io e Alessandra stavamo litigando per un drink -ovviamente analcolico - quando ho visto quel deficiente che ballava attaccato ad una troia, potevo mai stare con le mani in mano? Non avevo altri mezzi, c'era troppa gente per passare, così ho ben pensato di usare il mio tacco, non pensavo che da lì sarebbe successo tutto quel putiferio» Sonia ripensò a quello che era successo dopo...

«Sonia, ma che cazzo hai fatto?» le urlò Margherita con voce allarmata «Hai sbagliato bersaglio, hai visto chi hai colpito?» Sonia ebbe giusto il tempo di aguzzare la vista per vedere chi aveva colpito che iniziò a volare il primo pugno, e da lì fu una reazione a catena. 'Stavolta l'ho fatta grossa' pensò, colpevole, e chiamò le amiche .

«Scappiamo prima che arriva la polizia» ma fu tutto inutile, erano finite nel mezzo delle scazzottate, senza avere possibilità di fuga. E quando una sconosciuta aveva iniziato a tirarle i capelli, decise che non poteva starsene con le mani in mano. Così erano iniziati i guai.

 

«Allora, continuiamo.durante la rissa la vostra amica Alessandra ha perso i sensi, cosa che vi ha portato poi al secondo capo d'accusa... aggressione e furto d'auto» La voce del commissiario fece ridestare Sonia dai suoi ricordi.

«Ma stavolta mi rivolgo a Margherita, che a quanto pare ha guidato una macchina rubata, o sbaglio?» Il commissario continuava con la lettura delle testimonianze, sempre più stupito.

«Io non ho rubato alcuna auto, avevo le chiavi quindi non c'é stato alcun furto» Si giustificò la ragazza.

«Vuole forse dirmi che non ha minacciato Silvia de Filippi per farsi dare le chiavi della sua auto?»

«Non ho fatto alcuna minaccia, la mia amica era svenuta, avevamo bisogno di un auto per arrivare al pronto soccorso» Margherita non era intenzionata ad arrendersi alle accuse.

«Allora immagino che se lo sia spaccato da sola il muso, quella ragazza, giusto?» Ironizzò il commissario.

«Esattamente» rispose prontamente lei. Il capo la guardò dritto negli occhi, e capì che era troppo determinate per convincerla ad una confessione.

«Va bene, allora diciamo che lei ha preso in prestito l'auto di questa vostra amica, e vi siete dirette tutte e tre al pronto soccorso, dove c'é stato un diverbio tra lei e un poliziotto, o sbaglio?» Quelle ragazze erano più scatenate di un gruppo di delinquenti, pensò affranto l'uomo.

«E stata legittima difesa, quell'idiota non faceva che prenderci in giro».

«Allora è una pura coincidenza che in sua difesa sia arrivato Mirco, soprannominato The king, lo stesso ragazzo aveva cominciato la rissa in discoteca?»

«Semplice coincidenza, in realtà c'era mezza discoteca in quel pronto soccorso» Margherita non lo avrebbe ammesso davanti a quegli sconosciuti, ma si era sentita lusingata quando Mirco era venuto in suo aiuto.

 

Era alle prese con un poliziotto un pò troppo spiritoso, che non finiva di fare battute sulle giovani ragazze di oggi. Non faceva che ripetere che il posto migliore per le donne era a casa ad accudire bambini. Sarebbe dovuta stare ferma, ne era consapevole. Doveva dare la priorità all'amica priva di coscienza, ma era stato più forte di lei. Quel maledetto poliziotto si era piazzato proprio vicino a loro, e non faceva che ripetere le stesse idiozie da venti minuti.

«Hai finito di dire stronzate, idiota che non sei altro? Lo sai perché parli così male delle donne? Perché sei brutto e nessuna donna ti fila, così devi criticarle per sentirti meglio» Aveva urlato così forte che gli occhi si erano puntati tutti su di lei. Il poliziotto, scioccato, si girò verso di lei. «Come ha detto, scusi?».
«Hai capito bene, deficiente!» Gli rispose lei, senza troppi problemi.

«Come diavolo ti permetti? Ragazzina che non sei altro» Il volto del poliziotto si faceva sempre più scuro.

"Chi se ne frega, che cominci anche una rissa. Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno" pensò coraggiosamente Margherita.

«Ragazzina a chi? Vecchiaccio» L'ultima parola ebbe l'effetto desiderato. Il poliziotto era sul punto di sferrarle uno schiaffo, quando una grossa mano gli immobilizzò la mano.

«Non le hanno insegnato a non toccare le donne?» La voce profonda di Mirco fece spaventare il poliziotto.

«Ma, ma... lei mi ha offeso in pubblico» Sbraitò, nel tentativo di giustificarsi.

«Ha cominciato lei, con quegli stupidi discorsi maschilisti sulle donne» Detto questo, prese il braccio del poliziotto e glielo portò dietro la schiena.

«Si permetta di toccare la ragazza con un capello, e la ammazzo» Gli sussurrò, a due passi dall'orecchio. Il poliziotto sbiancò, ma non era intenzionato a farsi sottomettere.

«Io vi porto in centrale entrambi, a te e a quella puttana».

«Oh,questo non doveva dirlo» gli sussurrò il ragazzo, prima di far voltare il poliziotto e tirargli un pugno in pieno viso. Il poliziotto finì dritto sulla barella di Alessandra, che nel frattempo si era svegliata «Che diavolo sta succedendo? Perché ho un uomo addosso?»chiese con voce impastata. Mirco e margherita si scambiarono un occhiata eloquente.

«Dici che è il caso di scappare?» gli suggerì lei.

«Decisamente» E mentre margherita afferrò Alessandra, Mirco si faceva strada tra il resto della gente accorsa a vedere cosa era successo. Una volta fuori chiamò a gran voce i suoi compagni, che erano rimasti in attesa vicino alla macchina «Partite ragazzi!»  e gli amici si lanciarono nell'auto, insieme ai tre fuggitivi.
Dio, ma come ci era finita a fare ben due risse in una nottata? Era stupefatta di sé stessa. Pensando a tutto quel trambusto, e a tutto quello che era successo dopo, Margherita rise tra sé.

 

«Qualcosa la fa ridere, signorina Vitolo?» la incitò il poliziotto. «Decisamente» rispose sicura.

«Può renderci partecipi dei suoi pensiero?»Quelle ragazze così sfacciate lo stavano irritando.

«Pensavo a quello che probabilmente è il nostro prossimo capo d'accusa».

«Vuole dire atti osceni in luogo pubblico?» Al solo sentire l'accusa le tre ragazze iniziarono a ridacchiare.

Ma il poliziotto si rivolse ancora a margherita «Mi pare che questa accusa sia solo caduta sulla signorina Alessandra» Chiese dubbioso, forse gli era sfuggito qualcosa.

«Noi siamo solidali, se una ha una colpa, se la dividono tutte» precisò Sonia.

«Allora signorina, mi vuole spiegare cosa hanno fatto per lei,queste sue amiche così solidali?»

«Quelle cretine mi hanno lasciata al pronto soccorso da sola, ci crede? Era ovvio che sarebbero corse a salvarmi, non potevo essere l'unica a finire nei guai» quella parte aveva decisamente offeso Sonia, come erano potute partire lasciando soltanto lei con la polizia? Per di più se n'erano andate con quel branco di scatenati.

«Mi sembra che i vostri amici maschi non siano poi così solidali, visto che non sono qui" Le provocò il commissario.

«Quelli sono uomini, è diverso, e poi li abbiamo conosciuti stanotte» Rispose Alessandra, che sembrava iniziasse a riprendersi.

«Vuole dirmi che siete salite in macchina con degli sconosciuti?» Le chiese, scettico.

«Meglio che andare in macchina con i poliziotti, non crede?» Disse convinta Alessandra.

«Mi pare giusto» Aggiunse il commissario, sarcastico.

«Ma lasciamo perdere quei ragazzi... eravamo rimasti che Margherita e Alessandra, dopo un litigio con i poliziotti, sono scappate in auto con dei ragazzi conosciuti nel pronto soccorso stesso, dimenticando l'amica Sonia... che nel frattempo era stata acchiappata dalla polizia, con non pochi problemi, o sbaglio?»

«Oh non sbaglia, quegli idioti mi hanno mandato un agente donna a prendermi mentre ero alla macchinetta del caffè. Sono abbastanza sicura di averle dato un morso da qualche parte e di averle tirato i capelli» Il tono convinto di Sonia fece intuire che era ben fiera di aver aggredito la povera mal capitata.

«Ma alla fine l'hanno presa, ed è proprio quando stava per entrare in centrale che le sue amiche sono venute a salvarla...»

«Non potevo lasciarla sola» rispose Margherita, e in un moto di affetto strinse la mano all'amica.

«Scusa se ci siamo dimenticate di te» Le sussurrò, e si aggiunge anche Alessandra in quel piccolo momento di affetto.

«Vogliamo tornare a noi?» Sonia sbuffò e si rivolse ad Alessandra «Su, raccontagli dei tuoi atti osceni in luogo pubblico» e scoppiò a ridere.

«Bhè, come prima cosa vorrei dire che non ero nelle piene facoltà mentali... insomma, di norma non mi spoglio in pubblico» Alessandra, leggermente a disagio, continuò il suo racconto.

«Eravamo rimaste che tutti quanti ci eravamo lanciati in macchina, giusto? Allora, dopo l'iniziale trambusto -e non immaginate quanto ce ne sia stato - mi sono guardata intorno, perché avevo questa fastidiosa sensazione, come se mi mancasse qualcosa, ce l'ha presente? Volevo dire a Sonia che, appunto, forse avevamo dimenticato qualcosa in centrale, quando mi accorgo che Sonia non c'era! Così, mentre i ragazzi litigavo su che meta raggiungere per non farsi beccare dalla polizia, ho esordito con un "Abbiamo dimenticato una nostra amica in centrale", può ben immaginare lo sguardo sconvolto di tutti i ragazzi, girati verso di me. Finché Margherita, che in quel momento era troppo persa ad ammirar... aiho!» un improvviso calcio lanciato sotto il tavolo da Margherita, verso l'amica Alessandra le fece intuire di lasciar perdere quella parte.

«Ok, ho capito, tralasciando dettagli inutili... allora Margherita, che si era svegliata dal suo stato di trans -causato da un uomo di cui non diremo il nome - ha urlato "Cazzo, hai ragione! Dobbiamo andare a riprenderla" ma i ragazzi ci fecero notare che probabilmente in quel momento la nostra amica ormai si sarebbe trovata già in centrale. Allora ho suggerito "Perché non andiamo a riprenderla? " "No, Alessandra, noi andremo a riprenderla, è un obbligo. Non possiamo abbandonarla" precisò Margherita. Così, con tutto l'allegro gruppo siamo corsi verso la centrale. Siamo arrivati giusto nel momento in cui Sonia stava per entrare in centrale, ero così disperata e preoccupata per la mia amica, che ho agito d'istinto. Scesa dalla macchina ho urlato "Ehi, poliziotti? Guardate qua! "e, insomma, mi sono abbassata il vestito e ho messo in nostra le mie... ehm bocce» il commissario e il poliziotto guardarono la ragazza sconvolti, mentre le amiche non facevano altro che ridere.Alessandra era rossa di vergogna.

«E ha funzionato?» chiese il poliziotto di getto, non era suo il compito di fare domande, ma era troppo curioso.

«Eccome che ha funzionato, ha visto che seno che ha?» la prese in giro Margherita.

«Ho sfruttato le mie credenziali, e ha funzionato davvero, visto che i poliziotti - per nostra fortuna tutti maschi - erano così intenti a guardare che si sono lasciati sfuggire Sonia. Ovviamente la distrazione è durata poco, tant'è che abbiamo dovuto fare una corsa assurda perché la polizia non prendesse qualcun'altro di noi" Alessandra si sentiva in imbarazzo, ma anche fiera di aver aiutato un amica in difficoltà, con metodi decisamente poco consoni. Il commissario si schiarì la gola, e continuò.

«E da qui è iniziato l'inseguimento sfrenato tra voi e la polizia, giusto? Erano circa le cinque del mattino quando la polizia ha iniziato a inseguirvi, in pratica avete passato l'intera nottata all'avventura. E cosa avete fatto dopo aver seminato i poliziotti?»

Le tre ragazze si guardarono, complici dei ricordi di quella mattinata, che non avrebbero certo rivelato.

 

Dopo quella nottata folle insieme a Mirco, Francesco, Giuseppe e Giovanni, tutti insieme decisero che avevano decisamente bisogno di un pò di relax per riprendersi. La macchina accostò nei pressi di una stradina diroccata, decisamente nascosta dalla fitta vegetazione, che affiancava una spiaggia deserta.

«Andiamo a mare?» chiese scettica Margherita.

«C'é posto migliore per godersi l'alba? E poi siamo a metà luglio, quale posto migliore se non il mare per rilassarsi?» rispose Mirco, tranquillo. Gli altri ragazzi si erano già tuffati a mare, senza aspettarli.

«Ma non abbiamo i costumi» rispose stizzita Alessandra. Mirco le lanciò uno sguardo eloquente. «Parlò la ragazza che aveva messo in mostra le sue tette a metà centrale» aveva ragione, pensò Alessandra. Le tre ragazze si guardarono tra loro, dubbiose.

«Bhè, se volete raggiungersi noi siamo in acqua» continuò Mirco, mentre si toglieva gli indumenti, e in poco tempo era in acqua con gli altri.

Margherita deglutì rumorosamente, quella scena l'aveva lasciata senza fiato. Una cosa era immaginare i muscoli di Mirco, sotto le vesti, un altra era averlo in mutande a pochi passi da lei.

«Tesoro, chiudi la bocca che sta cominciando a scenderti la bava» la prese in giro Sonia.

«Ok ragazze, non so voi ma io ho assoluto bisogno di un bel bagno» disse con voce stridula Margherita.

«Devi calmare i bollenti spiriti eh» continuò Sonia, e tutte e tre scoppiarono a ridere. Si spogliarono e, mano nella mano, si lanciarono in acqua.

 

«Bene, ragazze, a quanto pare siamo giunti alla fine della storia... la polizia vi ha trovate sulla spiaggia con i ragazzi, e mentre loro sono fuggiti a gambe levate voi siete state prese» la voce del commissario voleva chiaramente mettere accento sul fatto che le ragazze fossero state abbandonato dai propri compagni, ma loro sembravano impassibili.

«Allora ricapitolando: tutto è cominciato da una serata in discoteca, un gesto di gelosia da parte di Sonia ha fatto scatenare una rissa di proporzioni epiche. Il tutto partito dal suo ragazzo trovato con un altra. A questo punto Alessandra sviene, non trovando le chiavi della propria auto, Margherita di farsi prestare le chiavi da una ragazza,con metodi poco gentili. Arrivate al pronto soccorso, Margherita comincia un diverbio con un poliziotto, dove corre in suo aiuto il famigerato The king che, insieme agli altri amici, scapperà con le ragazze. Finché Alessandra nota l'assenza dell'amica Sonia, e così sono costretti ad andare a riprenderla in centrale, usando un metodo di distrazione infallibile, il seno di Sonia. Successivamente comincia la corsa in autostrada, la fuga e infine la polizia riesce a prendere, almeno le donne e portarle in centrale» il commissario aspettò un cenno di assenzo dalle ragazze, che confermarono la versione dei fatti.

 

«E ora che pensate di fare?» chiese lui, sarcastico, e le ragazze si lanciarono occhiate eloquenti, per poi scoppiare a ridere. Il commissario e il poliziotto si lanciarono sguardi confusi, finché non furono distratti da delle urla. Un poliziotto spalancò di corsa la porta dell'ufficio e urlò " Capo, la centrale sta andando a fuoco! " commissario e poliziotto scattarono all'erta a controllare cosa stesse succedendo, lasciando stupidamente sole le ragazze. L'intera stazione era piena di fumo, che annebbiava la vista, eppure non c'erano né fiamme, né calore. Il commissario ci mise diversi secondi, prima di intuire quello che stava succedendo.

«Hanno lanciato dei lacrimogeni. Maledette ragazze» ringhiò tra sé, e corse nell'ufficio a controllare le ragazze. Ma come temeva,i posti prima occupati dalle ragazze,erano vuoti. Ebbe appena il tempo di correre fuori, per guardare le ragazze salire su un auto nera e sfrecciare via.

«Merda» imprecò tra sè,mentre un sorriso molesto iniziò a spuntargli in viso. Non poteva che ammirare quelle ragazze,capaci di averli presi in giro ancora una volta.

 

«Allora ragazze, dove vi porto?» chiese Mirco alle sue passeggere,voltandosi velocemente verso Margherita per lasciarle un veloce bacio a fior di labbra.
«Te l'ho detto che ti sarei venuto a prendere» le sussurrò  «Non avevo dubbi» rispose languidamente Margherita e ricambiò un altro bacio. Ma Sonia interruppe il loro piccolo momento.

 

«Bhè, come prima cosa andiamo a cercare un negozio di scarpe!» e tutti scoppiarono a ridere, euforici per quella nuova fuga, e per un futuro ancora tutto da scoprire.




Questa storia ha partecipaato al concorso Tutto accadde in una notte,indetto da Bittersweet...un concorso davvero simpatico dove mi sono divertita un sacco a inventare la storia *-* questo è quello che ne è venuto fuori!
   
 
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