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Autore: Night Sins    25/09/2012    1 recensioni
"Sei un maledetto egoista se pensi che basti stargli accanto per renderlo felice."
(...)
Poi Donna era entrata nel suo ufficio e se ne era uscita con quella frase. Non aveva potuto fare a meno di osservarla a lungo, come se avesse davanti un fantasma. Lei non aveva detto niente altro, continuando a guardarlo, quasi in segno di sfida. Erano rimasti così per un minuto, forse più, poi lei aveva fatto dietro-front ed era tornata alla sua postazione.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Egoista
Fandom: Suits
Personaggi: Harvey Specter, Mike Ross, Donna Paulsen
Pairing: Harvey/Mike, past!Harvey/Donna
Rating: G
Genere: sentimentale, slice of life
Avvertimenti: flashfic
Timeline: irrilevante
Spoiler: nessuno.
Conteggio Parole: 368
Prompt:  “Sei un maledetto egoista se pensi che basti stargli accanto per renderlo felice” per la V Notte Bianca @ maridichallenge (pubblicata ora perché trovare voglia e tempo, insieme, per correggerla e farlo non è stato semplice XD)
Disclaimer: "Io scherzo... forse." (cit. A.Costa) // I personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne abbia diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale. 
Note: i prompt della Notte Bianca sono sempre incredibili, ma non riesco mai a scriverci nulla di lungo... ;___;





“Sei un maledetto egoista se pensi che basti stargli accanto per renderlo felice”

Harvey guardava Mike torturarsi i capelli sul nuovo caso che gli aveva affidato quella mattina, ma sapeva che era un compito più difficile del solito. Avevano litigato quella mattina, per colpa della discussione avuta la sera precedente, partita da frasi dette poco prima in un momento di nervosismo.
Il tutto, però, si riportava a una semi-confessione da parte del più giovane fatta in un momento di incoscienza – una birra di troppo, probabilmente – e della quale non voleva approfittare; non era sicuro fosse una cosa giusta, o che avrebbe portato qualcosa di buono.
Poi Donna era entrata nel suo ufficio e se ne era uscita con quella frase. Non aveva potuto fare a meno di osservarla a lungo, come se avesse davanti un fantasma. Lei non aveva detto niente altro, continuando a guardarlo, quasi in segno di sfida. Erano rimasti così per un minuto, forse più, poi lei aveva fatto dietro-front ed era tornata alla sua postazione.
“Non commettere lo stesso errore due volte.”
Non era sicuro se lo avesse detto sul serio, poco prima di chiudersi la porta alle spalle, o se lo avesse solo immaginato, ma quelle due frasi lo stavano tormentando oramai da troppe ore.

Mike chiuse di scatto il grosso tomo che stava consultando e si voltò verso il computer, iniziando a digitare qualcosa con un po’ troppa forza. Dopo alcuni minuti tornò a controllare il libro, cercando una pagina precisa e appuntando qualcos’altro.
Harvey sospirò e si avvicinò al cubicolo dove il suo associato stava lavorando.
“Ancora non ho finito.”
L’aveva detto senza nemmeno guardarlo, il tono impersonale, ancora.
“Non sono qui per questo.”
“Non posso fare nient’altro finché non ho finito qui. L’hai detto tu, no?”
“Non devi fare niente.”
Rimase in silenzio a osservarlo da così vicino, mentre lui controllava informazioni e segnava le più importanti.
“Allora?”
Batté una mano sul bordo del divisorio. “Ray ci aspetta davanti all’entrata alle otto, stasera.”
Con la coda dell’occhio, lo vide alzare la testa, incredulo.
“Cosa? Non ho intenzione di lavorare oltre l’orario!”
“Non fare tardi”, fu l’unica cosa che riuscì a dire, allontanandosi e sorridendo all’espressione innervosita che doveva aver fatto.
   
 
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