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Autore: Vampiresroads    25/09/2012    3 recensioni
Un sogno di qualche sera fa.
Dei ragazzi in un campo scuola trovano delle famose uova leggendarie e ognuno le usa in modi diversi.
Come reagirà la protagonista a questo rarissimo evento?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A. E’ piuttosto assurdo, ma questo è il sogno dell’altra notte.
Avevo bisogno di metterlo su bianco e nero, perché ci ho visto una parte della mia vita in tutto questo e perché sono un’appassionata di queste cose.
Grazie dell’attenzione, buona lettura!:3

 
La nebbia avvolgeva interamente l’arena. I giardinetti in fondo erano velati di un grigio polvere che circondavano il posto di un’atmosfera inquietante, quasi immaginaria.
Il sole era lontano, il tempo troppo freddo per un maglioncino e dei pantaloni di cotone, ma la passeggiata notturna non poteva mancare.
Erano settimane che la facevo: il campo durava due mesi, quello era il mio penultimo giorno, l’avventura stava davvero volgendo al termine,
definitivamente.
Mi divertivo semplicemente calciando un sasso nel silenzio e nell’immobilità del grande parco, come ogni notte, quando per la prima volta un rumore da film di fantascienza e una voce troppo femminile giungeva dritta dalla piramide azzurra.
Qualcuno stava dietro la piramide, ma chi è il pazzo che va in giro a quest’ora?
Mi avvicinai alla piramide dal retro, non volevo mi vedesse.
La testa rossa di Marilyn spuntò da dietro il cespuglio, mi avvicinai meglio per capire cosa stesse facendo davvero, mentre armeggiava nella scalinata della piccola piramide.
Aveva  una maglia blu a maniche corte, dei pantaloni neri e gli stivali; come faceva a non morire di freddo?
Mi accovacciai stringendomi le ginocchia al petto cercando di ignorare l’aria gelida, quando la ragazza iniziò a spostare strani oggetti. Di cosa si sarebbe potuto trattare?
Sciolsi la comoda posizione ed aguzzai lo sguardo, erano crewes.
Le crewes erano grandi uova molto più solide e robuste del normale, a macchie verdi e ricoperti di uno strato morbido, la gente le chiamava “le uova di dinosauro”.
Forse per la loro forma, per quelle macchie verdine, giravano parecchie leggende su quelle uova, che uova non erano.
Comparivano una notte ogni dieci anni in un posto diverso della Terra. Quella notte sì, erano nate proprio lì.
Diciotto crewes sparpagliate per le scale della piramide, com’è possibile?
Spesso la gente ne costruiva di finte, c’erano anche souvenir e intrattenimenti vari nei posti da dove venivano quelle misteriosissime uova, ma nessuno sarebbe arrivato a scoprire che erano davvero qui, nessuno.
Si raccontava anche che le uova avessero un significato ben preciso, che nessuno le avrebbe potute usare per scopi materiali, perché si riempivano dell’anima di chi le trovava. Era quasi un rito, leggende assurde di gente alquanto annoiata, ma allora perché le persone passavano le giornate dietro i cespugli a cercare le famosissime diciotto uova?
Mary allineò le uova al centro delle scale della piramide, ogni uova era ben posizionata in mezzo al suo gradino, mentre con una grazie impressionante ne solleva una, quella dal terzo gradino e la lancia frettolosamente sopra la piramide. Che senso aveva?
-M…Marilyn? Cosa fai?-
Non si voltò, non mi guardò, sembrò non avermi sentito, e intanto che quel sacro crewes volava nel cielo la mia ansia cresceva.
Era tutto così assurdo, che quella sera stessi ancora dormendo? Che sia solo un sogno?
Una luce bianca e a tratti rosa comparì dritta sopra la piramide, spalancai gli occhi mentre la luce rifletteva un’atmosfera assurda, avvolta nel silenzio.
Un vortice assurdo fatto di cose mai viste risucchiò il crewes mentre Marilyn, tranquilla, scompariva nella nebbia entrando nel nostro alloggio.
Uscii dal mio nascondiglio e mi ritrovai ad addormentarmi mentre fissavo la luce scomparire.
Oh, cosa mi avrebbe aspettato il giorno dopo?
Il capo campo mi svegliò tranquillamente, le uova erano ancora posizionate come la notte prima.
Non mi fecero domande, non mi chiesero perché fossi lì, se avessi visto qualcosa, se avessi avuto freddo.
Nulla, non erano nemmeno agitati o cosa, anzi.
L’istruttore, Laery, Eggie e Marilyn erano radunati intorno alla piramide ascoltando un uomo alto e dall’aria importante parlare, così mi unii al discorso e iniziai ad ascoltare, chissà se avessi scoperto qualcosa in più riguardo a quella faccenda.
-Allora ragazzi, quella di oggi è una sfida che non vi capiterà mai più in tutto il resto della vostra vita, le uova di dinosauro sono qui davanti a voi e non dovrete sprecare quest’occasione, ci siamo intesi?
Credo in voi ragazzi, dai! È una sfida, posso fidarmi?-
Un coro di face soddisfatte che annuivano riempivano di piacere la voce dell’uomo, mentre il mio intervento ruppe l’atmosfera serena: -Scusi, non stavo seguendo, cos’è che dovrei fare?-
-Vedi quei cosi verdini? Bene, chi riesce a spedirli nell’altra dimensione attraverso il vortice che apparirà sopra la piramide è il vincitore del campo.- Sembrava tutta una presa in giro.
Che poi, il vortice? Marilyn l’ha già fatto ieri sera senza che nessuno la vedesse… allora perché ora tace? Vuole rifarlo  per mostrare che è l’unica che ci riesce?
Oh beh, lei non sa che l’ho vista, non lo sa.
-E sentiamo, che si vince?- intervenne Eggie.
-Che si vince dici?- rispose l’uomo.
-Esatto. Poi come facciamo? Che senso ha? E se le uova si rompono? È una pazzia.-
-Le uova non si rompono, una volta lanciate, a meno che non sia l’uovo fortunato che viene raccolto dal vertice, vengono sparse per l’arena e sta a voi ritrovarle.
Il premio è il contenuto dell’uovo. Buona fortuna!-
Corsi alla piramide, le uova erano di nuovo sparpagliate, in disordine ed io conoscevo il trucco: avrei dimostrato che anche io so portare a termine qualcosa. Che so vincere anch’io, per una fottuta volta.
Avevo visto Marilyn farlo il giorno prima, sicuramente era destino, sicuramente.
Allineai ogni crewes come aveva fatto la notte prima Marilyn e mi assicurai che fosse tutto perfetto.
Sollevai l’uovo che in terza fila aspettava il mio lancio, ne mancava uno, quello usato la notte precedente, ma rispettai comunque l’ordine.
Non ero agitata, probabilmente non realizzavo affatto ciò che stavo facendo, ma non avevo scelta, ormai mi trovavo lì, con dieci occhi puntati su di me e l’ansia in crescita.
Lanciai il crewes e questo cadde come un qualsiasi oggetto, smaterializzandosi poco prima di cadere a terra e materializzandosi chissà dove.
Perché non aveva funzionato? Perché?
-Il prossimo!- chiamò l’istruttore. Non riuscivo a parlarmi.
Laery fece un tiro azzardato con qualche piroetta partendo già dal presupposto che sarebbe stato inutile e si ritirò.
Eggie ebbe il comportamento più scorretto. –Non ho capito, io dovrei sprecare una rarissima crewes per questo? Non credo proprio, ve lo potete scordare! Sapete quanti soldi farò rivendendola? Ne avete la minima idea?- e dicendo questo se ne andò, ficcando l’uovo in tasta e tenendosi lontana dalle critiche.
Il turno di Marilyn. Lei ce l’avrebbe fatta sicuramente.
Mi ritirai a cercare le altre uova, mentre la ragazza si esibiva. Non volevo vederla vincere, tanto vinceva sempre lei.
Fanculo, aveva ragione Eggie, prendi le crewes e scappa. Hai il pranzo assicurato.
Mentre scappavo nella mia camera, l’allenatore mi chiamò in disparte e corsi subito da lui.
In effetti non avrei dovuto, non avrei voluto correre così da lui, ma la speranza in realtà mi stava mangiando.
-Ascoltami, non ce l’ha fatta nessuno di voi perché non conoscete le regole.-
Avrei voluto confessargli che in realtà lei l’ha fatto, ma perché? Perché avrei dovuto farlo io se lei ancora non l’aveva confessato?
-Che regole?-
-Quando lanci una crewes devi ricordarti cosa devi essere, cosa vuoi essere, cosa non sarai mai e cosa sei.
Finora nessuno ce l’ha mai fatta, perché lanciare quell’ oggetto e creare un frazione spaziotemporale non significa vincere soldi o oggetti, significa che stai vincendo la vita.
Che stai vincendo il materialismo e tutto ciò di più stupido e apparente tutto questo ti possa offrire.
Pensa a cosa hai fatto per arrivare fin qui e cosa pensi di fare per te, non sputare in faccia agli altri che sai vincere.
Significa sacrificare centinaia di euro che ci potresti ricavare per conservare l’anima contenuta dentro a quel minuscolo oggetto così importante.
Non c’è altra occasione, è un traguardo e so che tu hai intenzione di andare avanti.
Allora, posso fidarmi di te?-
-Ma… una volta che il vortice è stato azionato con una crewes, può essere aperto di nuovo?-
-No, non può. Ma so che ce la farai per prima!- Mi fece un sorrisetto convinto mentre mi avviavo sconsolata verso la piramide, guardando l’esibizione di Marilyn fallire.
Perché tace? Perché?
Presi un uovo in mano, non avrebbe avuto alcun effetto, no, ma gliel’avevo promesso.
L’avevo promesso all’allenatore e a me stessa, non potevo deluderlo. Non potevo deludermi.
Lanciai la crewes e la lasciai cadere. Era tutto così stupido ma avevo avuto il coraggio di lanciare la mia anima sopra a dove era custodita e lasciarla andare, mostrarla al mondo, senza vergogna.
In ogni singolo uovo dalla piramide che avevo lanciato, mi sentivo dentro ognuna di quelli.
Io sono migliore dei soldi che ne avrei ricavato, sono migliore di questo.

Fissai Marilyn per qualche secondo: -Perché  non hai detto nulla?-
-Avevo già avuto la mia vittoria, non avevo bisogno di sbandierarla al mondo.-

Vidi la sua chioma rossa allontanarsi e rimasi lì a fissarla.

Sì, credo che abbia avuto la mia vincita anche io.

  
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