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Autore: Dysia    25/09/2012    0 recensioni
Allorset è una scuola per esseri soprannaturali quali vampiri, demoni, arcangeli, elfi, sirene ecc. Di tutto insomma. Tra questi c'è la dolce Mysia, la quale prende inevitabilmente per il bello e misterioso Trevor Uchiha. Fanfiction tratta dal Gioco di Ruolo Allorset, scritta piuttosto fedelmente rispetto alla ruolata del ballo, quasi tutto ciò che leggerete è accaduto realmente nel gioco. Beh, che dire, buona lettura!
{Mysia}
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fui svegliata da un raggio di sole insistente che penetrava attraverso la finestra, finendo direttamente sul mio viso. Era mattina presto e io dovevo correre per arrivare in orario alla lezione di quella mattina.

Mi alzai assonnata strofinandomi ancora gli occhi, abitudine che avevo da bambina, e andai in bagno a prepararmi. Quindici minuti dopo ero pronta; indossavo un abito a strati con fantasia scozzese e stivaletti con tacco 8,5. Scesi velocemente le scale del mio dormitorio e andai in Sala Comune per incontrare possibili conoscenti. Ero arrivata da poco ad Allorset, scuola per creature soprannaturali, e conoscevo poche persone. Rimasi sorpresa di non vedere nessuno di noto e arrossendo mi precipitai fuori dalla Sala nascondendo il viso dietro i libri che portavo stretti al petto. Sentii dei passi scendere le scale, mi voltai d'istinto e rimasi immobile. Un ragazzo alto e magro le stava scendendo velocemente, aveva lunghi capelli neri fino alle spalle e profondi occhi rossi. Era ottobre ma se ne stava tranquillamente in T-shirt. Mi vide e anche lui si bloccò per una manciata di minuti, probabilmente lo stavo fissando imbambolata e manco me n'ero accorta. Mi sorrise e riprese a scendere le scale, mi passò accanto dirigendosi alle aule. Chiusi gli occhi e mi ritrovai a respirare il profumo che aveva lasciato nell'aria. Sorrisi in ritardo, incantata com'ero e subito dopo venni scossa da una leggera pressione sulle spalle. Daphne era arrivata e mi stava scrollando per le spalle.

- Ehi!- Urlai protestando. Lei si mise a ridere e mollò la presa. Io intanto fissavo ancora il punto in cui il ragazzo era sparito. Daphne fissava prima me e poi il corridoio con i suoi bellissimi occhi azzurri.

- Cosa stai guardando?- mi chiese perplessa.

- Un ragazzo è scomparso in quell'aula.- risposi con voce sognante e indicai la seconda porta a sinistra. Lei guardò nella direzione che le indicai e aggrottò le sopracciglia, tornando a guardare me.

- Quella è l'aula di Magia Oscura! Chi diavolo...- non completò la frase e facendosi spazio tra gli studenti come una ninja arrivò alla porta di Magia Oscura e vi guardò dentro rapidamente. Salutò piuttosto imbarazzata qualcuno al suo interno e tornò spedita verso di me con un espressione simile allo smile " :3 ".

- Allora?- chiesi impaziente, tormentando la copertina di un libro.

- Allora, lui è Trevor Uchiha. Vampiro demoniaco e uno dei migliori studenti di questa scuola.- Mi prese sottobraccio e si aggiustò la chioma corvina.

- E' libero, sai?- disse improvvisamente. Ebbi un sussulto e me la scrollai di dosso guardandola con tanto d'occhi.

- Daphne!- esclamai - Non ho nessunissima intenzione di conoscerlo.- dissi risoluta. Lei mi guardò alzando un sopracciglio e mormorando qualcosa simile a "Certo, come no" ma non ne ebbi la certezza.

In quel momento Trevor si affacciò alla porta per avvistare l'insegnante, gli sorrisi ma lui non mi vide e rientrò dentro l'aula.

Sconsolata abbassai lo sguardo, Daphne intanto mi era accanto e mi faceva il gomitino con la stessa espressione di prima.

- Ti piace già parecchio, ammettilo.- disse allegra.

- Ma che diavolo dici?!- esclamai tutta rossa - l'ho appena incontrato!-

Vidi Daphne pronta a ribattere ma arrossì improvvisamente, mi voltai e vidi un altro ragazzo, alto anche lui, con grandi occhi azzurri e capelli castani. Si avvicinò a lei e le disse in modo chiaro: "Buon giorno bambolina"

Lei divenne ancora più rossa e lo spinse via, iniziando a litigarci. Quel ragazzo le piaceva un mondo e lei non era indifferente a lui, si vedeva lontano un miglio.

Appena finirono di litigare lei tornò da me ancora infogata per la recente litigata, aveva persino i capelli in disordine.

Il ragazzo si girò e urlò - Bambolina, togliti dal corridoio, siete d'intralcio!-

Daphne si voltò stringendo i pugni - Vaffanculo, Ryan!- Lui di rimando scoppiò a ridere e si diresse verso una classe.

Presi Daphne sottobraccio e iniziammo a camminare.

- E così...ti piace Ryan?- dissi ridacchiando. Lei alzò la testa e mi fulminò con lo sguardo.

- Sta zitta, non mi piace e non mi piacerà mai!-

Lasciai cadere il discorso ed entrammo in una classe, sedendoci vicine. Vidi una ragazza bionda molto bella e altezzosa intenta a pettinarsi i capelli con le dita, riflettendosi in uno specchietto. Mi avvicinai a Daphne e chiesi sottovoce di chi si trattasse. Lei con un sospiro mollò i libri sul banco e si appiattì sopra di essi, socchiudendo gli occhi e mormorando mentre indicava le persone.

- La bionda che si specchia si chiama Alyssa Sater, ed è un po' snob. Quello stravaccato invece è Denny Darko e accanto a lui c'è Max Vemon. La ragazza con i capelli rosso fuoco è Akira Wolf e quella figona che sta entrando in questo momento è Katie Violet. Presto arriveranno anche gli altri.- concluse e si mise a giocherellare con le unghie.

Entrò Trevor nella nostra classe e sussultai, facendo un piccolo salto dalla sedia e rimanendo rigida su di essa. Stava venendo nella mia direzione.

Mi ero già preparata una specie di discorsetto quando lui si piazzò davanti a Daphne.

- Hey Daph, le lezioni sono annullate. La professoressa Otherose e il Preside vogliono parlarti di una cosa, in quanto rappresentante degli studenti.-

Daphne alzò lo sguardo e gli sorrise, dandomi un calcio sotto il banco.

- Grazie Trevor, arrivo subito.- Lui si voltò e uscì dalla classe. Daphne si girò a guardarmi e notò che avevo una smorfia di dolore stampata in faccia e che mi tenevo la gamba dolorante. Rise e si alzò dal banco.

Andò alla cattedra e ci salì sopra, reclamando l'attenzione di tutti.

- LEZIONI ANNULLATE, TORNATE NEI VOSTRI DORMITORI O FATE QUELLO CHE VOLETE SENZA AMMAZZARVI.-

Tutti si alzarono urlando di gioia, Katie e Max uscirono per mano, sicuramente stavano assieme e formavano davvero una bella coppia.

Daphne tornò al banco e prese i libri, salutandomi con la mano e dirigendosi verso l'ufficio del preside.

Io mi alzai e andai nel Dormitorio Demoniaco, dove avevo una stanza singola. Invece nel Dormitorio Oscuro avevo una stanza che dividevo con Daphne. Nemmeno io sapevo il perché di quelle due stanze, forse perché ero una mezzosangue. Nata demone e trasformata in vampiro a sedici anni.

Circa mezz'ora dopo sentii la campanella suonare ripetutamente, segnale che dovevamo tutti riunirci in Sala Comune.

Trascinai i piedi fino alla mia destinazione e notai con disappunto di essere l'ultima.

La professoressa Otherose si schiarì la voce.

- Ragazzi, abbiamo una comunicazione da darvi. Stamattina le lezioni sono state sospese e Daphne ed Elenie sono state chiamate a discutere con noi. Il 23 dicembre si terrà un ballo in maschera qui, in Sala Comune. La Sala verrà opportunamente allargata e ogni studente dovrà avere un accompagnatore. Ho detto tutto, potete andare.-

Un ballo? Mitico!

Un solo problema oscurava la mia già eccitatissima mente; l'accompagnatore. Conoscevo solo Daphne e non potevo certo chiedere a lei di accompagnarmi, sarebbe stato un po' ambiguo.

Sospirando mi avviai nella mia stanza, sola. Era frustrante vedere gente scherzare e ridere assieme e io conoscevo solo una persona. Incrociai la professoressa Otherose e la salutai con un timido “Buon giorno”; lei mi guardò confusa e poi comprese.
Si avvicinò sorridente da me mi parlò con voce serena e allegra.

-Tu sei nuova vero? My...My...My qualcosa insomma!- controllò velocemente una specie di elenco che portava in mano e si rivolse nuovamente a me.

- Benvenuta, Mysia Felton! Tieni...- mi diede un foglio – questi sono i testi necessari, provvedi ad averli al più presto. Potrai usufruire della biblioteca della scuola oppure acquistarli a Little Esuki, fai come preferisci. Ora, devo andare, è stato un piacere!- e corse via per separare due ragazzi che litigavano.

Non feci in tempo neanche a risponderle. Che professoressa strana. Continuai il mio percorso verso il dormitorio ormai vicino e diedi un'occhiata alla lista, i titoli erano molto insoliti da quelli che avevo a casa.
Ho sempre vissuto fra le mura di un maniero, cresciuta da due umani. Non hanno mai avuto paura di me ma hanno sempre avuto paura per me. Normalmente sono piuttosto dolce come ragazza quindi non avrei attaccato nessuno, non so esattamente cosa li spaventava a tal punto da non avermi mai lasciata uscire. A sedici anni sono scappata, il giorno del mio compleanno. Sono andata nei locali della città vicina, ho bevuto un po' più del dovuto e conosciuto ragazzi simpatici, di cui uno sarebbe stato la mia fine, rovina, morte, chiamatela come volete.

Mi condusse fuori città in auto e ci provava con me. Era molto carino e non seppi resistergli, non avevo mai conosciuto nessuno al di fuori delle mura del castello. Mi baciò per un po', forse per guadagnarsi la mia fiducia e fingendo di baciarmi il collo, mi morse. Mi lasciò sola al dolore che la trasformazione comportava. Non tornai a casa dai miei genitori finché non ebbi imparato a controllarmi a dovere. Mi vergognavo, mi vergognavo di essere scappata e di essere stata così stupida. Quando tornai mi accolsero piangendo, a braccia aperte. Mi commosse quel gesto, avevo recato loro così tanto dolore ed eccoli lì ad abbracciarmi come se non fosse successo niente. Decisero di iscrivermi ad una scuola per ragazzi all'incirca come me e mi ritrovai qui ad Allorset. Ecco, questa è la mia storia. Mentre rimuginavo, aprii la porta della mia stanza e mi sedetti sul letto, giocherellando con la gonna e continuando a pensare.

 

 

Erano trascorsi due mesi dall'annuncio e dicembre era arrivato, portando con sé la candida neve e il piacevole freddo tipico di quel mese. Avevo conosciuto molte persone e le cose non erano state facili a volte, avevo trovato difficoltà ad inserirmi tra le ragazze e a fare amicizia con Max. Per fortuna avevo legato subito con Denny, Daphne e Katie che mi aiutarono parecchio nel campo amicizie. Avevo anche parlato con Trevor una volta. Oddio, ci avevano presentati, non avevamo avuto una conversazione interessante, non era mai presente a scuola.
Ricordo che una volta avevo incontrato Denny sul ponte ed ero scoppiata a piangere tra le sue braccia, perché mi sentivo tremendamente sola in quel castello enorme. Katie venne a sapere dell'accaduto e mi prese da parte; dicendomi che non ammetteva le mie lacrime per una cosa simile e mi invitò ad una festa in piscina senza piscina. A quei pensieri sorrisi, mentre uscivo in giardino con Daphne, per fare una passeggiata. Lei sarebbe andata al ballo con Ryan, la invidiavo profondamente. Non in senso negativo, lei era simpatica, bella e aveva trovato un accompagnatore che le piaceva.

- Perché non vai al ballo con Denny?- mi chiese improvvisamente, mentre si accendeva una sigaretta. Per poco caddi dalla sorpresa. La guardai con gli occhi fuori dalle orbite.

- Con Denny? Ma sei impazzita? Come diavolo ti viene in mente?-

Poi pensai che l'alternativa non era molto male, non cercavo un ragazzo, solo un accompagnatore per divertirmi e non estraniarmi. Sarebbe stata la mia occasione di fare amicizia!

- Forse non è una cattiva idea, ma non mi va di parlarci oggi. Fammici pensare.- La vidi spegnere la sigaretta e rientrammo dentro. Sarei andata al ballo con Denny? Non lo sapevo nemmeno io, veramente. Ero confusa. Denny era...un amico! Io volevo che il mio primo ballo nella mia prima scuola fosse speciale. Forse erano gli stupidi sogni di una diciassettenne. Ero un demone vampirizzato, questo era vero, però ero comunque un'adolescente come tutti gli studenti di questo posto, soffrivo, sognavo, amavo come qualsiasi altro umano. Puoi essere uno scherzo della natura, i sentimenti sono sempre gli stessi. Daphne mi promise che avrebbe parlato lei con Denny e mi fidai di lei. Non parlammo più dell'argomento ma una settimana dopo una notizia mi spiazzò.

Io e Daphne eravamo in Sala Comune, spaparanzate sui divanetti e sentimmo Denny parlare con Max del ballo.

- Io devo andare con Akira!- disse a Max, allegro. Akira Wolf era una ragazza bassottina, a cui piaceva cambiare spesso colore di capelli, solitamente prediligeva rosso e arancione. Mi si gelò il sangue nelle vene e mi voltai da Daphne, chiedendole spiegazioni con un solo sguardo. Lei mi guardò impacciata e si tormentò le mani.

- Può darsi che io...me ne sia dimenticata. Ecco, si.- mi guardò mordendosi il labbro, dispiaciuta. Le risi in faccia, avrei pagato per farle vedere la sua faccia di culo in quel momento.

Mi alzai e la presi per mano, volevo andare a rovistare nel suo armadio per sceglierle il vestito. Almeno lei ci sarebbe andata. Uscimmo dalla Sala ridendo ed iniziammo a salire le scale, dalle quali stava scendendo Trevor. E che palle, sempre sulle scale dovevo incontrarlo?

Indossava una leggera maglia a maniche lunghe, nera, tinta unita. Soliti jeans neri attillati e solita bellezza mozzafiato. Mi bloccai ancora una volta e gli sorrisi, lui ricambiò e Daphne iniziò a parlargli.

- Ciao Trevor!- disse allegramente. - Con chi vai al ballo?- Mi voltai lentamente e la guardai scioccata, cos'aveva intenzione di fare? Maledetta, l'avrei uccisa un giorno. Lei mi fece semplicemente l'occhiolino e tornò a guardarlo, mentre io speravo che non l'avesse vista.

- Beh...- mormorò lui confuso da quella domanda, poveretto, non lo biasimavo.

- non so se ci andrò, non ho ancora trovato il tempo per invitare una ragazza e non so se potrò essere presente. Sai, sono sempre in viaggio- disse, evasivo. - Tu con chi vai?- chiese, più per gentilezza che per interesse.

Oh!- rispose Daphne, spiazzata. - Io vado con Ryan.- rispose arrossendo. Lui ridacchiò, sicuramente pensava le stesse cose che passavano per la mia mente in quello stesso istante. Daphne era cotta.
- Capisco. Scusate ragazze, ora devo andare. È stato un piacere.- disse gentilmente e riprese a scendere lentamente le scale. Daphne imprecò sottovoce e disse a voce alta: - Mymy dobbiamo proprio trovarti un accompagnatore.- Credevo di odiarla in quel momento, seriamente. Mi preparai ad insultarla o a mollarle qualche pestone, quando Trevor si voltò e salì qualche scalino, venendo verso di noi.
- Hey Mysia, vuoi venire al ballo con me?- chiese imbarazzato, grattandosi la testa e guardandomi. Credevo di aver perso la facoltà di parola, le mie guance andavano a fuoco, cosa piuttosto evidente data la mia carnagione chiarissima. Annuii più volte, con gli occhi sgranati. Lui sorrise dolcemente e credetti di svenire in quel momento.

Grandioso!- disse entusiasta. - Ci vediamo ragazze...Mysia.-
- C-ciao Trevor.- mormorai debolmente, ancora incredula della mia sfacciatissima fortuna.
Lui riprese a scendere le scale e non si voltò più indietro.
Mi voltai da Daphne e con un gridolino eccitato, l'abbracciai. La tenni stretta a me, felice, per non so quanto tempo. Ridevamo entrambe e dondolavamo a destra e sinistra senza sciogliere l'abbraccio.


Il giorno del ballo era finalmente giunto, ero agitatissima. Io e Trevor non ci eravamo più incontrati però ci spedivamo delle lettere, lui era via. Mi aveva avvisata che sarebbe arrivato tardi al ballo per cui all'inizio sarei stata da sola. Fico. Mi guardai allo specchio, indossavo un vestito di raso violetto, con corsetto e spacco che lasciava intravedere la coscia. Andai in camera di Daphne per aiutarla a prepararsi, era molto nervosa, nonostante fosse bellissima. La vedevo guardarsi continuamente allo specchio, incerta di se stessa. Mi aveva chiamata perché sfortunatamente Elenie, la sua migliore amica, si era dovuta assentare quel giorno. Osservavo in un angolo lei che continuava ad aggiustarsi l'abito nero, in particolare il corsetto, lo tirava su ma questo puntualmente scendeva. Mi avvicinai con un ghigno divertito stampato in faccia e le chiusi la lampo.
- Va meglio?- chiesi ridacchiando e la guardai, era semplicemente stupenda; il corsetto nero evidenziava i seni e stringeva la vita. Non che ne avesse bisogno ovviamente. La gonna era corta sul davanti e scendeva dietro a coda, mi ricordava vagamente una sirena; non ne avevo mai incontrata una a dir la verità ma non avevano la fama di essere molto amichevoli.
Daphne si voltò e mi sorrise, quasi impaurita.
- Si, g-grazie. Molto...meglio.- Balbettava addirittura, quel ragazzo le aveva stregato il cuore! Sicuramente era per colpa di Ryan, ne ero quasi certa. Era un ragazzo molto simpatico anche se molto egocentrico e donnaiolo. Una volta ricordo che aveva fatto ingelosire Daphne provandoci scherzosamente con me. Le spostai un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.
- Sei così nervosa per Ryan, non è vero?- Lei mi guardò come se avesse appena visto un fantasma, per sicurezza mi voltai ma non c'era nessuno dietro di me. Perfetto, era per colpa di Ryan. Tornai a guardarla e lei chiuse gli occhi nervosamente.
- Non...nominarlo.- mormorò appena.
- Va bene, tanto tra poco verrà a prenderti.- risposi seccamente e mi diressi a prendere il suo ciondolo. Gliel'aveva regalato la professoressa Otherose per annullare l'effetto della maledizione. Per sbaglio, la professoressa gliene aveva lanciata una; essa consisteva nel far spuntare orecchie e coda di animale quando la vittima provava emozioni forti. Ecco, Daphne diventava un bel gatto nero.

- Mymy, hai un talento naturale per consolare le persone.- mi rispose, sarcastica. Ero pronta a controbattere quando sulla soglia apparve Kenji, un tizio che andava dietro a Daphne e mi stava alquanto antipatico. Alzai gli occhi al cielo e presi la collana, dirigendomi verso la mia amica. Rivolsi un freddo saluto a Kenji, con un cenno del capo. Misi il ciondolo sul collo diafano e delicato di Daphne, mentre l'ultimo arrivato iniziava a preoccuparsi per lei. Dio, non lo sopportavo.
Mi misi in disparte, aspettando che finisse di fare il padre ed incrociai le braccia. Gettai una veloce occhiata all'orologio, mancavano dieci minuti all'inizio. Merda. Mi diressi da Kenji e Daphne, seduti comodamente su un divanetto a parlare. Presi Daphne per un polso e la trascinai con me.
- Desolata, Kenji. Dobbiamo parlare di cose da donne e tu...- lo guardai dalla testa ai piedi – sei di troppo.- dissi piattamente e continuai a spingere Daphne in un angolo della stanza, lontano da quel vampiro.
La guardai fissa negli occhi, era intimorita e non poco. L'abbracciai, attenta a non rovinare vestito e acconciatura.
- Stai tranquilla, sei bellissima. Non avrà occhi che per te.- mormorai al suo orecchio e sciolsi l'abbraccio. Lei mi sorrise e quando tornammo di fronte allo specchio, Kenji era scomparso. Almeno una cosa buona l'aveva fatta. Alzai le spalle, indifferente e ci affrettammo a scendere le scale e ad andare in corridoio. Avremmo incontrato, anzi, avrebbero incontrato i cavalieri in Sala Comune, dove si sarebbe tenuto il gran ballo. Cominciavo ad essere impaurita, non avevo alcun cavaliere! Come avrei fatto? Con la maschera ancora in mano, mi diressi dalla professoressa Xena.
- Professoressa Otherose!- la chiamai, guadagnandomi la sua attenzione. Mi guardò in attesa e mi decisi a parlare, un po' impacciata.
- Ecco...ha detto che le dame devono raggiungere i cavalieri in Sala Comune...Io per ora non ho un cavaliere, arriverà più tardi...Si tratta di Trevor.- la guardai timidamente. Le si illuminarono gli occhi in un lampo di comprensione, sapeva dei frequenti viaggi di Trevor.
- Molto bene.- mi rispose, calma. - Neanche Denny ha un'accompagnatrice, puoi stare con lui. Ora vai!- mi sorrise gentilmente e io feci una riverenza appena accennata per ringraziarla.
Indossai la maschera e mi guardai attorno; tutti erano riconoscibili e nessuna delle ragazze voleva entrare per prima in Sala Comune. Alyssa era nervosa, troppo nervosa. Credo che avesse appuntamento con Aranel Cortes, un tipo alto e troppo muscoloso per i miei gusti, e che questo non si fosse presentato. Ma non ne ero completamente sicura. Katie non c'era, così come Max. Sarah Coccovich, la sorellastra di Daphne, era incantevole, proprio come c'era da aspettarsi da un Angelicato.* Aveva lunghi capelli castani e grandi occhi verdi.
Tutte erano agitate, non sapevano cosa fare, entrare o non entrare? I professori si stavano scaldando per la nostra riluttanza e con un sospiro profondo mi addentrai per prima in Sala Comune. Scrutai attentamente la Sala, non avevo mai visto niente di più bello. Individuai Denny e lo raggiunsi, sorridendo timidamente. Aveva un completo nero e una maschera bianca che gli copriva l'intero viso. Tuttavia era molto riconoscibile. Gli gettai le braccia al collo, contenta.
- Ciao!- dissi esaltata, non riuscivo a fare la timida con lui.
- Ciao!- rispose lui altrettanto allegramente.
- Sei molto elegante stasera.- osservai ridendo, mentre sciolsi l'abbraccio mozzafiato. Povero Denny, sarebbe sopravvissuto ad una serata con me?
- Grazie.- mi rispose gentilmente, sorridendo. - Anche tu, sembri quasi uscita da un film.-
Inclinai il capo e lo guardai leggermente confusa, reprimendo una risata.
- Sai, quelli dove le ragazze sono in cima alle scale e scendono a rallentatore con vestiti figherrimi.- Mi spiegò velocemente, gesticolando appena. Scoppiai a ridere per il suo modo di esprimersi, così insolito e divertente. Lo ringraziai con un lieve bacio sulla guancia, con i tacchi riuscivo a raggiungere la sua altezza. Lui rispose mordicchiandomi l'orecchio e io ridacchiando mi guardai attorno, molto imbarazzata. Elisabeth, una tipa carina con capelli rosso fuoco era saltata al collo di Kenji. Io feci una faccia disgustata e guardai le altre coppiette. Ryan aveva appena fatto il baciamano a Daphne e lei sicuramente era arrossita, la conoscevo bene.
Denny mi prese per mano e sembrò quasi dondolarsi avanti e indietro, o forse era una mia impressione.
- Cosa facciaaaaaamo?- mi chiese con una specie di cantilena infantile, stringendomi la mano. Mi fece sorridere per l'ennesima volta. In quel momento la professoressa Xena salì sul palco trascinandosi il lungo vestito argenteo dietro, le luci della sala lo facevano risplendere ancora di più, prese una specie di microfono, ci picchiettò il dito sopra per vedere se funzionasse o meno.

- Un Attimo di attenzione ragazzi.-
Aspettò che tutti facessero silenzio per poi iniziare a parlare.
- Bene,ragazzi giorno del ballo è finalmente giunto, non voglio stare qui' a farvi la predica, perché non ne ho voglia ma anche perché tanto sono sicura che vi entrerebbe da un orecchio e vi uscirebbe dall'altro...A meno che non passi da un altro buco...-
Risi all'affermazione della professoressa, non ne avevo mai conosciuta una così, era diversa da tutti gli altri professori. Continuò imperterrita, sovrastando le risatine generali.

- Comunque, vi voglio solo dire di divertirvi ragazzi, ma se è possibile non arrivate a rovesciare i tavoli a terra, non è un concerto Rock.- Tossicchiò. - E se è possibile, evitate di accoppiarvi davanti a tutti, per l'amor di Dio, andate in un posto ben imboscato, un po' di pudore ragazzi! Ad ogni modo divertitevi come non mai!-
Sorrise il più cordialmente possibile, Poggiò il microfono, schioccò le dita facendo diventare più grandi le casse per la musica sparse per per la stanza, fece partire la musica e infine si smaterializzò. Tornai a rivolgere la mia attenzione al mio “galante” accompagnatore, divertita. La musica cominciava a diffondersi per tutta la stanza, quindi la risposta fu solo una.
- Beh, balliamo no?- dissi con un sorrisetto stampato in faccia.

La musica era lenta eppure io non avevo nessuna intenzione di ballare un lento. Non sapevo ballare! Denny stringeva ancora la mia mano e lo trascinai al centro della pista da ballo. Sarah ballava in modo aggraziato e composto con Ayrton Violet, fratello maggiore di Katie. Unione bizzarra, un Satanasso e un Angelicato.*
- Balliamo a modo mio.- risi e mi staccai da lui, iniziando a volteggiare da sola e ballando in modo parecchio strano. Lo vidi ridere e seguirmi a ruota, prendendomi per i fianchi e facendomi muovere come una bambola. Ridevamo come due idioti, eravamo gli unici a divertirci seriamente senza pensare ad altro. Passai vicino a Daphne e Ryan, avevano i volti davvero vicini e la cosa mi piaceva parecchio. Erano bellissimi, Ryan sembrava così preso da lei. E come dargli torto, era stupenda. La ragazza più bella che avessi mai visto. Continuammo a ballare così per molto tempo e Daphne scoppiò a ridere vedendoci. Ad un certo punto sentii le mani di Denny riacciuffarmi e mi ritrovai stretta a lui, con il fiatone, a ballare normalmente. Chiusi gli occhi mentre mi muovevo lentamente, cullata dalla musica e dalle sue braccia. Lo sentii avvicinarsi, stringermi di più a lui e respirare il mio profumo. Arrossii a quel gesto, non ero abituata a certe cose. La situazione non mi piaceva, si stava mettendo male e io non volevo dare false speranze a Denny. O forse non le volevo dare a me.
Riaprii gli occhi e lo vidi in fondo alla Sala, appoggiato al muro con le braccia incrociate che mi guardava sorridendo. O almeno, mi sembrava che stesse sorridendo, il suo volto era completamente nascosto. Il mio cuore perse un battito, era bellissimo. Indossava però la stessa maschera di Denny. Trevor iniziò ad avanzare verso di noi e io sentivo le guance andare a fuoco, arrossendo vistosamente. Si fermò vicino a noi e io mi sentii in trappola. Cos'avrei detto a Denny? Non lo sapevo nemmeno io. Nel dubbio, mi schiarii la voce. Denny mi guardò interrogativo.
- Denny...è...arrivato Trevor. Ti dispiace se...- non completai la frase, indicando Trevor con un cenno del capo mentre quest'ultimo mi fece capire di stare tranquilla. Denny sorrise, prendendo la mia mano e portandomi da Trevor. Lo salutò con un gesto del capo e Trevor gli fece un gesto di ringraziamento.
- Scusa Trevor.- disse Denny. Non potevo vedere le loro espressioni, che odio quelle maschere! Ero sicura però che stesse sorridendo dato il suo tono di voce.
- Figurati. Ti ringrazio per non averla lasciata sola.- rispose gentilmente Trevor. Io mi sentivo stranamente di troppo, stavano parlando di me come se non fossi presente. Le mie guance arsero dall'imbarazzo. Sicuramente tutti avrebbero scambiato il mio rossore costante per un eccesso di blush.
Con qualche ultima parola, Denny si congedò, allontanandosi.
Oddio...ero lì con Trevor, sola. Beh, non proprio sola visto che eravamo circondati da coppiette!
Lui si avvicinò con passo leggero e misurato a me, osservandomi. Ancora una volta stavo lanciando maledizioni a quelle maschere. Perché diavolo aveva scelto proprio quella? Riuscivo solamente a scorgere i suoi begli occhi rossi.

- Dio, sei stupenda.- mi disse e io ormai avevo due carboni ardenti al posto delle guance. Mi guardai le scarpe, troppo imbarazzata per guardarlo.
- Grazie, a-anche tu l-lo sei.- balbettai con un filo di voce, trovando molto interessanti le mie scarpe nuove. Oh, quella era una macchia? No, era solo la mia mente che cercava un pretesto per non scontrarsi con gli occhi di Trevor. Mi sentivo quasi nuda quando mi guardava, sentivo che riusciva a leggermi dentro con facilità. Si abbassò per arrivare alla mia misera altezza, anche con dieci centimetri di tacco io sfioravo il metro e settanta, una ventina di centimetri ci divideva.
- Qualcosa non va?- mi chiese cauto, con voce stranamente dolce.
Stavo per rispondere mentre lui mi osservava e sentii Denny andare alla postazione del DJ
- Fate casino per DJ Gnagnagna!- urlò, gasatissimo.
Scoppiai a ridere e alzai lo sguardo, guardando Trevor. Mi resi conto dell'improvvisa vicinanza e sussultai, allontanandomi leggermente. Non riuscivo a capire come riuscisse a farmi quest'effetto così facilmente, senza sforzarsi minimamente.
- Non c'è niente che non va, sono solo...imbarazzata, ecco tutto.- mormorai timidamente, mordendomi leggermente il labbro inferiore. Lui mi guardò, non convinto.
- Sicura?- mi chiese con gentilezza.
- Certo che sono sicura.- Sorrisi, mentre sentivo le guance tornare al normale calore corporeo di un demone.
- Bene, in questo caso...- lasciò la frase in sospeso e mi porse la mano in modo molto galante, io istintivamente trattenni il respiro per qualche secondo. - Mi concede questo ballo, splendida dama?- completò la frase così. Avevo detto che le mie guance erano tornate normali? Bene, dimenticate tutto perché andavano nuovamente a fuoco. Cercai di coprire il rossore con la mia maschera, fallendo miseramente. Presi la mano che gentilmente Trevor mi porgeva.
- Con piacere.- dissi, sorridente. Stavo mano a mano acquistando maggiore sicurezza.

Aveva notato che ero arrossita e me lo fece capire.
- Non c'è bisogno che lo nascondi, ti rende più tenera.- disse, guardandomi.
- Oh!- dissi, colta di sorpresa. Stavolta le mie maledizioni erano rivolte alla mia pelle diafana che riusciva sempre a tradirmi. - Ehm, dici?- chiesi imbarazzata. Decisi di rompere il ghiaccio, sviando il discorso e intraprendendone un altro con finto tono formale.
- Allora...- cominciai – che mi racconta di bello, Signor Uchiha?-
Scorsi una scintilla divertita nei suoi occhi e non potei far a meno di chiedermi perché.
- Non maledire quella magnifica pelle.- stavo per rispondere ma una cosa mi balenò per la testa. L'avevo solo pensato! Come accidenti aveva fatto a...
- Puoi chiamarmi Trevor.- interruppe il filo dei miei pensieri interrogativi. Scoppiò a ridere e io rimasi affascinata da quel suono meraviglioso. Basta, ero già cotta.
- Comunque nulla di che...- stava lentamente rispondendo alla mia domanda. - aspettavo da un po' questo giorno, con tutto ciò che mi è capitato mi ci voleva davvero.- Continuammo a ballare mentre le canzoni scorrevano, il mondo attorno a noi scorreva, ma noi non sembravamo accorgercene.
- Tu cosa mi racconti?- chiese dopo qualche secondo. Risi.
- Anche io ho aspettato tantissimo questo giorno!- sorrisi e abbassai lo sguardo.
- Non posso toglierti gli occhi di dosso, lo sai?- mi diede l'impressione che stesse sorridendo leggermente, ma ovviamente per via della maschera non potevo vederlo. Accidenti a lui. Sorrisi e lo guardai negli occhi.
- Come sei gentile.- lo elogiai ridacchiando, mentre mi stringevo più a lui. Immediatamente ricambiò la stretta e credetti di morire. Mi inchiodò con il suo sguardo scarlatto.
- Ecco fatto, ora non posso fare a meno di guardarti negli occhi.- mi teneva saldamente per i fianchi e mi dava un senso di sicurezza.
- Beh, se ti dicessi che per me è lo stesso?- Risi e lui mi seguì subito dopo, facendomi ascoltare nuovamente il suono della sua risata.
- Non so, se ti piacciono gli occhi rossi va bene.- disse scherzosamente.
- Sono davvero belli.- dissi con un tono quasi sognante, fissandoli rapita. Sicuramente mi stava prendendo per una ragazzina che pendeva dalle sue labbra. In effetti era proprio così. Ricacciai quei pensieri, reprimendo piuttosto bene una risatina, mascherandola con un accenno di tosse.
- Beh, ne sono lusingato.- continuò a guardarmi, mentre aumentava leggermente la presa sui miei fianchi. In quel momento notai Daphne e Ryan che ballavano. Li adoravo insieme. Mi alzai sulle punte dei piedi nonostante fossi in tacchi, per raggiungere l'orecchio di Trevor.
- Non credi che Daphne e Ryan formino una bellissima coppia?- sussurrai mentre li guardavo, senza rendermene conto sorrisi teneramente. Si avvicinò anche lui al mio orecchio.
- Certo che si, è da quando sono arrivato che li vedo scambiarsi sguardi furtivi.-
L'avevo notato anche io durante la mia breve permanenza ma non avevo alcun termine di paragone, tranne quelli dei libri che leggevo segregata nel maniero di famiglia.
- Io sono arrivata recentemente, non so nulla di voi.- il mio sguardo si rabbuiò per un istante. Mi sentivo sola, un po' fuori posto. Anche se gli altri avevano fatto di tutto, per accogliermi, il vuoto dentro rimane. Ero stata cresciuta da due umani e forse ne ho già parlato. Molte volte l'idea di essere stata adottata balenava nella mia mente, com'era possibile che da due comuni umani nasca una demone? Loro hanno sempre negato, insegnandomi fin da piccina la mia natura e le mie condizioni un po' particolari.
Trevor mi sollevò il viso con un dito e mi guardò.
- Non preoccuparti cara, se vuoi ti racconterò tutto di me.- mi rassicurò ed io sussultai a quel contatto, ma quelle parole ebbero uno strano effetto su di me. Improvvisamente divenni rigida e smisi di ballare, sgranando gli occhi mentre apprendevo il significato della frase.
- Oh Dio no! Non pensare che quello fosse uno stratagemma per sapere della tua vita perché non mi interessa minimamen...no in realtà mi interessa parecchio ma non voglio sembrarti un'impicciona, non volevo dire questo con la mia precedente frase!- parlai tutto d'un fiato, gesticolando nervosamente. Molti sguardi curiosi ci raggiunsero e mi decisi a riprendere le danze. Lui mi guardò apparentemente divertito.
- Ma no, l'ho detto volontariamente.- si guardò leggermente attorno. - E poi da quando sei arrivata hai catturato la mia attenzione.- ammise mentre i suoi occhi si posavano sui miei. I nostri sguardi erano gli opposti; i suoi rossi come il fuoco e i miei azzurri come il ghiaccio.
- Da..davvero?- balbettai. Oh, anche lui aveva attirato la mia, eccome! Un figo del genere non passava certo inosservato.
- Certo che si!- rispose e ancora una volta diede l'impressione di sorridere. - Quale occasione migliore di un ballo?- Sorrisi.
- Già.- Improvvisamente mi resi conto che tutti in Sala erano fermi e tendendo l'orecchio non sentivo più musica. Guardai Trevor un po' perplessa.
- Ehi ma si è fermata la musica? Miseriaccia, non me n'ero accorta!- risi e mi fermai anche io, senza sciogliere la presa con Trevor.
-Nemmeno io.- Lo vidi voltarsi verso la postazione di Denny e io feci lo stesso, lui non c'era. Tornò a guardare me.
- Ero troppo impegnato a perdermi nei tuoi occhi.- disse dolcemente. Io sgranai leggermente gli occhi, arrossendo. Scoppiai a ridere.
- Dai, smettila, mi fai arrossire!- Inclinai la testa la testa e lo guardai. Rise anche lui.
- Mi piace da matti vederti arrossire.- Il mio cuore fece un balzo. Sbaglio o Trevor Uchiha ci stava provando con ME?
- Ma no, che brutto.- risi e la musica riprese, un altro lento. Sbuffai leggermente e lui mi guardò interrogativo.
- Odio ballare i lenti.- spiegai. - Non ne sono capace.- aggiunsi sottovoce.
-Non preoccuparti, ti guido io. Non sei male a ballare, te la cavi.- gli sorrisi. Probabilmente chi avesse sentito quella conversazione l'avrebbe trovata a dir poco noiosa ma per me ogni parola era preziosa, non sapevo quando e se avrei rivisto Trevor.
Io feci un cenno di assenso con la testa e lo guardai. Lui si voltò verso Denny che era rientrato alla sua postazione e mi guardò con occhi contrariati.
- Io e Denny abbiamo la stessa maschera, rimedio subito.- disse con disappunto. Un attimo dopo schioccò le dita e la parte inferiore della maschera di dissolse sotto forma di fumo bianco. La “nuova” maschera copriva occhi e naso, pensai che fosse molto meglio così nel caso...Scossi la testa per allontanare quei pensieri.
- Come mai non ti vedo spesso in giro? Sei libero di non rispondere, non sono fatti miei.- Sorrisi debolmente e abbassai lo sguardo, probabilmente mi stavo impicciando troppo. Trevor era solitario e riservato, si vedeva lontano un miglio. Eppure contrariamente alle apparenze, non era sgarbato, era dolce e gentile. Mi alzò nuovamente il volto con un dito per guardarmi negli occhi.
- Mi fa piacere risponderti, sono spesso in viaggio per apprendere nuove cose e quando sono qui ad Allorset passo il mio tempo da solo nella mia stanza o sul tetto del castello a giocare con la mia volpe Light e il mio pipistrello Hunter. Sono gli unici che mi tengono compagnia la maggior parte del tempo...e tu cosa fai di bello quando sei sola soletta?-
Sorrisi mentre lo ascoltavo, provai ad immaginarlo giocare con una volpe e con un pipistrello, magari gli faceva da mammina...Dovevo smetterla con queste idiozie o gli avrei riso in faccia, il che probabilmente non era una delle cose migliori da fare. Cosa facevo io al castello? Mi morsi il labbro e iniziai a pensare ad una mia ipotetica giornata.
- Non faccio nulla di speciale, sono quasi sempre sola. Vado spesso al lago, sul ponte o nella foresta, per pensare. Non ho nemmeno un famiglio. Non nego però di avere degli amici, Daphne e Denny sono i più importanti per me, sarei persa senza di loro.- conclusi infine con un'alzatina di spalle. Conducevo proprio una vita monotona! Ci guardammo negli occhi e lui mi rispose, un po' imbarazzato.
- Sai, quando vuoi puoi venire a trovarmi...mi farebbe piacere se qualche volta passassimo un po di tempo insieme e poi, ecco...-
Cosa stava cercando di dirmi? Non aveva finito la frase, forse stava cercando le parole giuste per evitare equivoci, per non illudermi, forse.
- E poi...?- chiesi, lasciando la frase in sospeso nella speranza che lui la completasse, non me n'ero accorta ma stavo trattenendo il fiato. Lui mi rispose pochi istanti dopo, continuando ad essere poco chiaro.
- Ecco...vedi...io...- si stava ingarbugliando nella sua stessa frase, aggrottai leggermente la fronte senza rendermene conto.
- Tranquillo, se non vuoi dirlo non fa niente.- gli accarezzai piano una guancia, tentando di metterlo a suo agio. Ormai non ballavamo più, ondeggiavamo e basta, stretti da un abbraccio. Lasciò che la mia mano sfiorasse dolcemente la sua gote, prese un respiro e poi parlò, con voce calma e misurata.
- Come penso tu abbia capito, mi piaci...hai attirato la mia attenzione sin dal giorno in cui ti ho vista su per le scale di ingresso al castello e non lo posso negare.-
Sgranai gli occhi, presa alla sprovvista. Oh merda! Piacevo a Trevor...e ora? Dio, non ero esperta in rapporti interpersonali, specialmente con l'altro sesso.
- Fai sul serio o mi prendi in giro?- lo guardai con occhi tristi, ero così ingenua, così inesperta. Lui sembrò sorpreso dalla mia domanda e si affrettò a chiarire.
- Certo che no! Come potrei guardarti in quei meravigliosi occhi e prenderti in giro? Ti dico di più, se quel giorno avessi avuto la possibilità, sarei venuto dritto da te.-
Sorrisi dolcemente, ritraendo piano la mano che inconsapevolmente avevo poggiato sulla sua spalla.
- Beh, anche tu avrai notato che non mi sei affatto indifferente.- risi, imbarazzata. Lui mi guardò trattenendo una risata.
- Effettivamente, mi sono giunti dei tuoi pensieri sconnessi tra loro. Mi è parso di aver sentito madonna...figo e non ricordo altro.- scoppiò apertamente a ridere e io volli sotterrarmi, non mi ero mai vergognata tanto quanto in quel momento. Aveva un bellissimo sorriso e lo risaltava quando rideva, sembrava molto sereno in quei momenti.
- Beh..si..effettivamente..forse..l'ho pensato..m-ma davvero hai sentito?- iniziai a balbettare, rossa in viso. Lui mi sorrise.
- Si, mi sono stati trasmessi da te. Forse involontariamente, chi lo sa.- continuò a sorridermi, e tenni a mente di filtrare i miei pensieri in presenza di altri esseri, non ero più in mezzo agli umani. Come accidenti avevo fatto a trasmettergli i miei pensieri involontariamente? C'erano troppe domande a cui non sapevo rispondere. Lo guardai negli occhi con sguardo colpevole.
- Perdonami.- mormorai debolmente. Lui mi guardò sorridente, forse non aveva afferrato.
- Non devi chiedermi perdono, mi fa piacere che qualcuno pensi queste cose su di me.- Mi strinse maggiormente a sé e io mi sciolsi. Risi scuotendo la testa, non aveva capito niente.
- Non mi hai capito, perdonami per...ciò che sto per fare.- senza dargli il tempo di rispondere, mi alzai sulle punte e lo baciai dolcemente sulle labbra. Lui ricambia all'istante, tenendomi stretta a lui. In quel momento sentii la sua voce nella mia testa, stava comunicando telepaticamente.
“Mi hai anticipato, lo sai?”
All'inizio sussultai leggermente, dovevo ancora abituarmi a sentire le voci nella mia testa, non era una cosa molto piacevole. Mi concentrai di pensare chiaramente, così che lui potesse sentire.
“Bene, non aspettavo altro!” Subito dopo mi pentii di quella frase, magari avrebbe pensato che volevo solo baciarlo e che la conversazione non era stata di mio gradimento...Oddio, aveva delle labbra così morbide, non riuscivo a pensare ad altro. Gli misi le braccia attorno al collo, operazione un po' difficile data la differenza d'altezza, e lui mi strinse ancora di più a sé, i nostri corpi combaciavano alla perfezione. No, non come in quelle storie in cui i personaggi erano fatti l'uno per l'altra, non era quello il senso.
“Mi hai rubato il cuore” pensò. Mi staccai per riprendere fiato e mi poggiai a lui.

- Esagerato- gli sussurrai sulle labbra. - Potrei anche montarmi la testa.- risi piano per non rovinare l'atmosfera. Sorrise dolcemente.
- È la pura verità, sei la prima a farmi quest'effetto.- Aveva questo modo di parlare così calmo e dolce, io non sarei mai riuscita a parlare di queste cose con lui. Non stasera almeno. Arrossii a quelle parole, come sempre.
- Credo sia una fortuna che tu abbia accorciato la maschera, sai?- risi, accarezzandogli piano quei magnifici capelli neri. Li adoravo. Lui rise con me, divertito.
Cercai di nuovo le sue labbra e iniziammo a baciarci con passione mentre intrecciavo le mie dita nei suoi capelli. Improvvisamente mi ricordai delle parole della professoressa, così spinsi lentamente Trevor contro un muro un po' appartato, lui indietreggiò appena capì, senza mollare le mie labbra. Dio quanto mi piaceva. Dopo qualche minuto fui io a staccarmi di mala voglia, ricordando a entrambi che eravamo ad un ballo studentesco. Mi sedetti e lo trascinai con me.
- Hai sete? Abbiamo ballato tanto.- disse lui, sorridendomi. - Posso far apparire ciò che vuoi.-
Gli sorrisi anche io, era molto gentile.
- Ti ringrazio, non voglio nulla.-
- Sei sicura?-
Annuii e mi accoccolai a lui, mordicchiandogli piano l'orecchio. Non mi sembrava vero, avevo passato parte della mia serata a pomiciare con Trevor Uchiha! Che ragazzina isterica ero. Gli diedi un leggero bacio a stampo e lui non oppose resistenza, mi passò un braccio attorno alla vita, attirandomi maggiormente a lui.
- Direi che il ballo è stata un'idea fantastica.- disse normalmente, come se stesse parlando delle previsioni del tempo.
- Puoi ben dirlo!- risposi con entusiasmo, poggiando la testa sulla sua spalla e fissando il soffitto con aria sognante.
- All'inizio credevo di essere l'unico a non venire, in quanto non avevo trovato nessuno ma appena ho saputo che tu eri libera non ci ho pensato due volte a chiedertelo.- Lo guardai con occhi sbarrati e lo abbracciai forte.
- Sono così contenta che tu l'abbia fatto!-

Nascosi velocemente il viso nella sua spalla, cercando di farmi vedere il meno possibile. Mi posò un delicato bacio sui capelli e parlò piano.
- Ormai lo sai, volevo che fossimo più che amici e non mi sarei mai arreso senza provarci.-
Era dolcissimo come ragazzo, lo capivo chiaramente. Non riuscivo a capire perché non fosse già fidanzato; era bello da mozzare il fiato, calmo e affettuoso. Un cucciolo! Basta Mysia, devi smetterla di paragonarlo a cose assurde. Sorrisi dolcemente e alzai lo sguardo, avvicinandomi mentre facevo toccare i nostri nasi. Lo guardai negli occhi, perdendomi in quel rosso intenso. Le sue iridi assomigliavano al colore del sangue e istintivamente mi leccai le labbra, non riuscendo a reprimere i miei istinti da vampira.
- Domani finirà tutto?- chiesi in sussurro triste. Dio, non ci volevo pensare ma era inevitabile chiederlo. Il mio primo bacio era durato pochi minuti e quel tizio mi aveva trasformata in un mostro; ora non avevo niente da perdere ed ero pronta a rischiare e a mettermi in gioco. Già mi immaginavo gli effetti della sua risposta negativa, io che lo incrociavo nei corridoi...Ops, scusate, sulle scale, e che arrossivo, scappando via così che non potesse vedermi. Gli strinsi forte un mano tra le mie, forse quel gesto rivelava la paura che avevo di perderlo. Non stavo nemmeno ascoltando, presa dalle mie seghe mentali quando lo sentii parlare.
- Certo che no!- All'inizio non afferrai la frase, lo guardai un po' interrogativa aggrottando la fronte, poi improvvisamente compresi e gli gettai le braccia al collo. Questo significava che stavamo assieme? Probabilmente sì ed io ero la persona più felice di questo mondo. Dal mio arrivo in questa scuola, lui mi aveva fatto provare in una sola sera le sensazioni più belle di tutta la mia intera vita. Ridevo come non mai, stretta a lui mentre sussurravo dei ringraziamenti che sicuramente lui non poteva udire. Che mi stesse leggendo nella mente? Che avesse visto tutto ciò che avevo pensato? Merda.
- SONO COSì FELIIIIICE!- Esclamai mentre poco alla volta mi allontanai da lui. Gli baciai velocemente le labbra, trattenendo a stento la mia voglia di urlare di gioia. Lui sorrise alla mia esclamazione e io gli mordicchiai leggermente il labbro, nemmeno ora so il motivo di quel gesto ma non importa. Non riuscivo a stare seduta, dovevo alzarmi, correre, urlare, ridere, cantare! Di certo non potevo farlo lì. Mi alzai di scatto e gli presi la mano.
- Andiamo in spiaggia?- Chiesi sorridendo. Lui sorrise ancora e mi guardò.
- Certo.- disse semplicemente e si alzò. Io lo guardai con un sorriso smagliante e mi misi a correre, trascinandolo per mano. Alcuni sguardi curiosi seguirono la nostra traiettoria e mi venne voglia di mostrare il mio bellissimo dito medio, fortunatamente mi trattenni. Continuammo a correre per mano, io naturalmente in testa, per tutto l'ingresso. Oltrepassammo il portone, giardino e iniziammo a percorrere la strada per la spiaggia. Ridevamo come cretini senza un particolare motivo. Ad un certo punto mi fermai e mi levai i tacchi, prendendoli in mano, insieme ad un lembo del vestito. Tirai un piccolo strattone alla sua mano per annunciargli che la corsa sarebbe ricominciata ma lui inavvertitamente si piegò leggermente sulle ginocchia e mi prese in braccio come una sposa. Mi baciò dolcemente le labbra e io ricambiai quel bacio fugace mentre lui faceva un giro su se stesso. Risi e inclinai il capo all'indietro, ero davvero felice.
- Trev?- chiesi esitante. Lui mi guardò interrogativo.
- Potresti mettermi giù? Mi vergogno.- e per la prima volta dopo un po' di tempo, mi sentii arrossire. Che bello, potevo ufficialmente sotterrarmi. Lui rise ma comunque non mi contraddisse, poggiandomi delicatamente a terra. Tastai il terreno prima con un piede e successivamente con l'altro, scendendo aggraziatamente dalle sue braccia. Mi voltai verso di lui, dando le spalle alla spiaggia e iniziai a baciarlo dolcemente. Dopo qualche minuto ci separammo e mi voltai, prendendolo di nuovo per mano. Camminavamo senza fretta, uno al fianco dell'altro e all'improvviso mi venne voglia di un bel bagno delle tre di notte. Lo guardai saltellando, sapendo che aveva capito le mie intenzioni.
- E dai! E dai!- lo implorai. Mi sentivo tanto una bambina ma sinceramente, me ne strafottevo. Ero lì con Trevor, eravamo entrambi felici, cosa poteva andare storto? Non avevo alcuna preoccupazione per la mia mente esaltata. Lui rise, portandosi una mano sui capelli e guardandosi attorno.
- Non lo so.- mormorò e fui certa che si stesse sforzando da matti per non ridermi in faccia. Il suo braccio era teso perché io lo tiravo, senza risultati. Improvvisamente rise e lasciò la presa, facendomi quasi precipitare al suolo. Sgranai gli occhi, già pregustandomi la figura di merda in arrivo. Lo vidi ridere e piegarsi immediatamente, afferrandomi per la vita e attirandomi a sé.
- Fai attenzione, piccola.- mi diede un piccolo buffetto sulla guancia e io rimasi immobile a guardarlo, le farfalle nello stomaco che facevano la conga. Mi sentivo creta fra le sue braccia così mi limitai ad annuire. In quell'istante mi ricordai del mio precedente piano così mi divincolai dalle sue braccia e prendendolo di sorpresa riuscii finalmente a trascinarlo con me. Lui mi seguì un po' riluttante ma non osò contraddirmi. Che tenero! Ripresi a ridere e non seppi nemmeno io il motivo, fino a che quello che vidi mi rese immobile e il sorriso mi si gelò sul viso.
Su uno scoglio c'era Daphne intenta ad amoreggiare con Ryan. Levai la maschera dal mio viso per guardare meglio la scena, a bocca aperta. Sembravano parecchio intimi. Mi voltai da Trevor con espressione scioccata, forse per verificare se stessi sognando oppure no. Lui aveva la mia stessa espressione, non indossava più la maschera e quindi dedussi che non era un sogno. Non si erano accorti della nostra presenza evidentemente, visto com'erano presi a divorarsi la faccia. Vidi Ryan percorrere la gamba di Daphne con la mano, accarezzare la coscia e salire su. Decisi di fare la guastafeste.
- DATECI DENTRO RAGAZZI!- urlai ridendo e Trevor da dietro cercò di tapparmi la bocca ma io mi divincolai. Loro si voltarono mortificati e io credetti di morire dal ridere, la loro espressione era impagabile. Daphne cercò di nascondersi e di ricomporsi, sciogliendo la posizione equivoca in cui si trovavano. Non riuscivano a spiccicare parola. Ryan era imbarazzato ma non più di tanto, Daphne invece stava per svenire.
- Ragazzi, scusate, ora andiamo via.- disse una voce profonda alle mie spalle, alzai la testa per guardare Trevor (ora i centimetri che ci dividevano erano trenta, non portavo i tacchi), contrariata. Avevo un musetto imbronciato sul volto e lui mi sorrise.
- Non guardarmi così.- si abbassò leggermente e mi baciò velocemente. Sorrisi, sciolta. Vidi Ryan e Daphne scambiarsi occhiate perplesse su quell'inequivocabile bacio. Giusto, probabilmente loro non ci avevano visti in Sala Comune. Non mi ero nemmeno accorta che fossero sgattaiolati fuori. Porcellini. Sorrisi serafica. Trevor sbuffò fingendosi infastidito, ma si capiva benissimo che era divertito dalla situazione. Mi prese di peso e mi caricò sulle spalle, quando si voltò io vidi di nuovo i ragazzi.
- Buona, ehm...sì, insomma, buon divertimento.- dissi ridendo e li salutai con la mano. Probabilmente non avrebbero continuato la festa e io risi, poggiandomi beatamente al MIO RAGAZZO. Sì, non potevo crederci, stavo con Trevor! Mi voltai e lo guardai alzando un sopracciglio.
- So camminare, perché mi hai preso in braccio?- lo vidi ridere apertamente mentre non accennava a mettermi giù, anzi, aumentava la presa su di me attento a non farmi male.
- Beh...- iniziò, facendo una piccola pausa. -Ci voleva una bell'uscita ad effetto, non credi?- mi guardò e io gli baciai la fronte.
- Esibizionista.- scoppiai a ridere e lui scosse la testa, ancora ridacchiando. All'improvviso mi mise giù e rimasi un po' sbigottita da quel gesto, poi notai di essere all'entrata della Sala Comune. La stanchezza iniziava a farsi sentire, guardai il grande orologio che segnava le tre e mezza del mattino. Soffocai uno sbadiglio ma lui se ne accorse. Mi accarezzò dolcemente una guancia.
- Forse è meglio se vai a letto.- mi disse sorridendo. Mi avvicinai a lui e intrufolai le mie braccia sotto la sua giacca, abbracciandolo stretto.
- Mi stai liquidando?- chiesi con un tono basso mentre sorridevo contro il suo petto. Lo sentii ridacchiare.
- Affatto, mio amore.- mi accarezzò dolcemente i capelli e io lo strinsi di più a me, non volevo lasciarlo ma un altro sbadiglio mi fece cambiare idea. Si allontanò lentamente da me e mi guardò. Io sorrisi un po' assonnata e mi stropicciai gli occhi, rovinando leggermente il mio trucco.
- Ci vediamo domani?- chiesi speranzosa, perdendomi nei suoi occhi.
- Ovvio! Ora fila a letto.- disse sorridendo e mi allungai per baciarlo, senza risultati. Scoppiò a ridere e io lo beffai, trascinandolo vicino alle scale. Salii su un gradino e lo baciai con passione, stringendomi a lui. Si staccò per primo e mi guardò, alzando un sopracciglio. Alzai gli occhi al cielo.
- Okay! Ora vado! Buona notte.- lo baciai un'ultima volta e sollevandomi il vestito iniziai a salire le scale, quasi correndo. Mi voltai sorridendo, tenendo il tessuto violetto e le scarpe tra le mani. Lui era ancora ai piedi delle scale e dopo avermi sorriso un'ultima volta si smaterializzò. Ripresi a salire le scale con il cuore felice. Mi diressi al dormitorio demoniaco, non avrei dormito in camera con Daphne questa notte, avevo paura di ricevere un attentato. Entrai velocemente in camera mia e poggiai scarpe e maschera. Andai allo specchio e lavai via il trucco. Mi tolsi il vestito e dopo averlo riposto accuratamente su una sedia, infilai una maglia che mi arrivava a metà coscia. Mi misi a letto e pensai alla serata, assaporando ancora il suo dolce sapore sulle mie labbra. Mi rigirai più volte nel letto, stringendo le lenzuola attorno al mio esile corpo. Un momento, Trevor si era smaterializzato all'interno della scuola. Questi sì che eran cazzi amari.


*Angelicati e Satanassi sono le 12 famiglie più nobili e potenti del Paradiso e dell'Inferno.

  
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