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Autore: Bethesda    25/09/2012    4 recensioni
Ora, eravamo entrambi abituati alle entrate in scena teatrali di alcuni clienti, ma quando sentimmo in rapida successione una serie di scampanellii, voci concitate e passi rapidi sulle scale, dovetti impiegare qualche istante per capire cosa stesse succedendo.
Ebbi la mia risposta quando la porta del salotto si aprì e quattro donne, i volti arrossati e il passo deciso, fecero irruzione nel salotto.
Anche Holmes, così abituato alle stranezze che accadevano in casa nostra, sembrò piuttosto stupito di trovare la cognata in piedi davanti alla propria poltrona, lo sguardo che lanciava fiamme.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note:
Generalmente io faccio la mia allegra noticina alla fine della ff, ma in questo caso devo far alcuni appunti: questa storia è un po' particolare. Anzitutto l'idea mi è venuta leggendo la serie di   Miss Adler, in cui Lady Roberta (Minnow) sarebbe la moglie di Mycroft Holmes. Tralasciando che vi invito a leggere le fan fictions di entrambe (nel caso vi interessi questa serie particolare eccovi "Uomini Come Noi" e "Changes Are", in cui ci sono alcuni riferimenti a ciò che state per leggere), oserei definire questa fanfiction abbastanza leggera un "regalo" per alcune delle persone presenti in questo fandom (principalmente sono fanwriters). Immagino che capirete di chi si tratta dai nomi (o lo capiranno loro stesse).
Per il resto...non uccidetemi! 

P.S.: ci metterò un po' ad aggiornare per via di casini vari, ma volevo almeno postare la prima parte ^_^

Buona lettura e, ripeto: Lady Roberta non è una mia invenzione, ma di Miss Adler.

Beth



Cap.I



Ho commesso una grave ingiustizia al mio amico Sherlock Holmes stilando quella lista di limiti che pensavo lo caratterizzassero quando lo conobbi nell’ormai lontano 1881. Non che fosse completamente fallace: la sua conoscenza dell’astronomia era sempre pari a zero, come quella della chimica era profonda ed accurata; tuttavia, sbagliai diverse considerazioni, come la sua conoscenza inerente alla politica: forse che il tempo lo spinse a ricredersi sull’utilità di questa, forse che il sottoscritto lo avesse giudicato senza prove avvalorate, fatto sta che Holmes era a conoscenza delle trame politiche che governavano il nostro impero e il resto dei paesi. Semplicemente non se ne curava, a meno che non riguardassero da vicino un qualche suo caso.
 
Fu dunque inevitabile che nel 1903 Holmes dovette affrontare le conseguenze sociali e politiche di un movimento che avrebbe scosso città e coscienze.
 
Non ho mai trattato approfonditamente Mycroft Holmes, il fratello del mio amico: un uomo tanto geniale quanto pigro, come amava affermare il fratello minore con un ghigno in volto. Lo conobbi durante il caso dell’Interprete Greco, che lui stesso offrì al consanguineo come caso e ai miei lettori come avvincente avventura.
Lo incontrai anche in altre occasioni, le quali ho semplicemente stilato sotto forma di appunti, senza mai prendermi cura di trasformarle in avventure: dubito che avrebbero interessato il pubblico, ma è necessario premettere che avevano tutte un essenziale fattore comune: Lady Roberta.
Ora, costei era la moglie del maggiore degli Holmes. Posso figurarmi lo stupore prendere il vostro volto, ma è la verità.
Lady Roberta Withingall - ora Holmes - era una donna estremamente particolare: bella, abile conversatrice, dagli svariati interessi, sempre con un qualcosa di nuovo da portare a termine; in pratica era l’opposto del marito e l’unica che riuscisse a farlo alzare dalla poltrona. Oltre a ciò era uno spirito ribelle ed emancipato, che rivendicava i propri diritti di donna mentre fumava sigarette talmente forti che avrebbero fatto storcere il naso per l’indignazione a qualunque uomo.
Sherlock Holmes aveva trovato in lei un’alleata per vessare su più fronti il fratello, sebbene lui neghi di avere una tale confidenza con la donna da utilizzarla come spia nella casa del consanguineo. Inoltre dubito che lei accetterebbe: dietro una scorza da donna forte e volenterosa si nascondeva una moglie innamorata del proprio marito e delle sue doti, senza che ciò, tuttavia, la spingesse ad attenderlo a casa con le pantofole e il tè caldo.
 
Questo suo carattere e tutto ciò che ne derivava l’avevano spinta in situazioni che solo l’influenza di Mycroft Holmes aveva potuto sciogliere. Vi basti come esempio l’occasione in cui venne arrestata per aver capeggiato una manifestazione della Società Nazionale per il Suffragio Femminile: quando la notizia giunse al marito sia io che il mio amico eravamo presenti, e spesi i successivi minuti impegnandomi per non scoppiargli a ridere in faccia – fallendo miseramente.
 
Si capisce dunque facilmente il perché il mio coinquilino la stimasse tanto e ne apprezzasse la compagnia – e se non fossi stato certo di determinate sue inclinazioni avrei potuto definirmi geloso -, nonostante fosse una donna.
Ma questa sua predilezione per la cognata portò entrambi a trovarci letteralmente sotto assedio nel nostro appartamento, nell’Ottobre dell’anno sopramenzionato.
 
Ma andiamo per ordine:
 
sedevamo in salotto, Holmes circondato dai giornali del mattino, la sguardo concentrato sulle colonne riservate alla cronaca nera, alla ricerca di un qualcosa che lo interessasse, mentre il sottoscritto trascriveva alcuni appunti dell’ultimo caso in ormai logoro taccuino.
Ora, eravamo entrambi abituati alle entrate in scena teatrali di alcuni clienti, ma quando sentimmo in rapida successione una serie di scampanellii, voci concitate e passi rapidi sulle scale, dovetti impiegare qualche istante per capire cosa stesse succedendo.
Ebbi la mia risposta quando la porta del salotto si aprì e quattro donne, i volti arrossati e il passo deciso, fecero irruzione nel salotto.
 
Anche Holmes, così abituato alle stranezze che accadevano in casa nostra, sembrò piuttosto stupito di trovare la cognata in piedi davanti alla propria poltrona, lo sguardo che lanciava fiamme.
 
«Roberta! A cosa debbo questa invasione?»
 
«Sherlock, saltiamo i preamboli: sai che non li apprezzo. Ho bisogno del tuo aiuto».
 
«Non riesci a sollevare mio fratello dalla poltrona? Eppure siete quattro: possibile che nei cinque mesi in cui non ci siamo frequentati abbia acquisito tanto peso da non poterlo sradicare dal suo morbido trono?»
 
Ci accorgemmo entrambi, dal grugnito che emise, che non era in vena di scherzi.
 
«Non si tratta di mio marito. Ora, di grazia, vorresti ascoltarmi?»
 
Face segno alle donne di accomodarsi e le tre compagne di Lady Roberta presero posto sul divano, mentre lei rimase in piedi, lo sguardo risoluto.
 
«Di cosa si tratta? Immagino che riguardi la Società Nazionale per il Suffragio Femminile, visto che quattro dei suoi membri sono qui dopo essere state ad una riunione».
 
Le tre compagne sgranarono gli occhi, mentre la cognata di Holmes, avvezza a certi sfoggi di intelletto da parte del maggiormente dotato fratello, alzò un sopracciglio con aria irritata, riabbassandolo solo per poter continuare.
 
«Proveniamo infatti dal nostro ultimo incontro, ed è proprio ciò di cui siamo venute a--»
 
«Come fa a sapere che eravamo in riunione?»
 
Posai lo sguardo su una delle donne, seduta al centro del divano, gli occhi delle altre ora concentrati su di lei.
 
«Mi rendo conto che lei è Sherlock Holmes, e sono a conoscenza delle sue doti, ma sarei curiosa di sapere cosa ha visto per arrivare a tale conclusione».
 
Buon Dio. Holmes, nonostante lavorasse da più di venti anni, ancora si divertiva nel stupire la gente con le sue deduzioni.
Fu infatti con un sorriso vittorioso che iniziò a spiegare.
 
«È stato piuttosto semplice: sono a conoscenza del fatto che Roberta faccia parte dell’associazione, e l’ultima volta che ho avuto il piacere di incontrarla mi ha informato del fatto che si preoccupasse lei, durante le assemblee, di trascrivere i punti essenziali e i resoconti di tutti gli incontri. Ora, non vedo segni sulle sue mani, se non quattro macchioline di inchiostro sulle dita e una sul polsino che oserei definire fresca, segno che ha scritto fino a poco fa e con una certa fretta, come se fosse stata sotto dettatura o stesse prendendo rapidi appunti. Noto che la sua compagna ha una borsetta, dalla quale spuntano dei volantini: a Londra, in questo periodo, se ne vedono parecchi, e non è difficile riconoscere che si tratti di quelli che vogliono estendere il anche voto alle donne. Non ci sono state manifestazioni oggi, e la fretta con cui siete giunte qui mi fa supporre che sia successo qualcosa di grave, come suggerisce la ferita al sopracciglio che ha la signorina alla sua destra. Consiglierei al Dottor Watson di darle un’occhiata nel caso non fosse stata ben disinfettata. Immagino che la polizia abbia fatto irruzione durante l’assemblea odierna e che vi siano stati degli scontri. Ho forse torto, signorina--»
 
«Catherine», borbotto la donna. «Catherine Durrell. E ha senza dubbio colto l’origine del problema, Mr. Holmes».
 
Io mi alzai, seguendo il consiglio del mio amico ed avvicinandomi alla ragazza accanto a Miss. Durrell che, effettivamente, aveva una ferita piuttosto profonda, ma già ben disinfettata.
 
«Posso sapere come--»
 
«Un dannato bobby», sbottò la paziente, uscendo dal silenzio furente nel quale era sprofondata. «Quando hanno preso Claudette e Grethe--»
 
«Vivian, per favore, lasciamo che Roberta vada avanti», disse l’ultima delle fanciulle presenti, sporgendosi in avanti per guardare con aria ammonitrice la donna di fronte al sottoscritto.
 
«Ti ringrazio, Morgana», riprese Roberta, tornando a concentrarsi sul mio collega.
 
«Come ti ha già suggerito Vivian, i poliziotti non sono stati indulgenti: la riunione era quasi giunta al termine e stavamo mettendoci d’accordo per la prossima manifestazione--»
 
«Per la gioia di mio fratello».
 
La donna lo fulminò con lo sguardo.
 
«Dicevo: ci stavamo organizzando quando un gruppo di una ventina di bobby hanno fatto irruzione nella sala, dirigendosi verso il palchetto su cui eravamo io, Claudette Reynolds e Grethe Allen. I minuti successivi sono stati una vergogna: quattro di quei bruti hanno preso a forza Claudette e Grethe, trascinandole via dalla sala. Abbiamo tentato di fermarli, perlomeno per capire cosa stesse succedendo, ma ciò che ne è scaturito è stata una lotta impari fra noi, disarmate e inebetite di fronte allo spettacolo, e quei barbari. Non sappiamo come sia iniziato, ma hanno tirato fuori i manganelli, aprendosi un varco fra di noi per trascinare via le nostre due compagne. Vivian è una testimonianza della loro violenza».
 
Holmes si era fatto attento: si protese verso la cognata, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e le dita unite di fronte al volto.
 
«Perché le hanno portate via? Ci deve essere un capo di accusa».
 
Lady Roberta scrollò le spalle.
 
«Questo fatto è avvenuto ieri sera alle otto e mezza. Abbiamo speso la notte a cercare di capire cosa fosse accaduto ma non siamo riuscite ad ottenere alcuna risposta fino a poche ore fa, quando finalmente hanno ammesso me e loro tre a Scotland Yard». Prese un profondo respiro per placare la rabbia che le stava facendo imporporare le gote. «Sono accusate di aver ferito Lord Chatwin in un attentato sotto la sua stessa casa».
 
Sgranai gli occhi, incapace di trattenermi.
 
«Lord Chatwin! È un uomo rispettabile, ex soldato ma conservatore fino al midollo: ha portato avanti critiche asprissime verso voi Suffragette!»
 
«Sarà anche rispettabile, Dottor Watson, e avrà servito il paese, ma con una mentalità ristretta e violenta. Ha ragione lei: ci fa guerra da ancora prima che il movimento venisse fondato, e quando ha visto che gran parte delle donne vuole l’emancipazione e pretende il voto, il tutto sotto un’unica stella, ha deciso di portare avanti ancora più strenuamente la sua battaglia. Dalla sua ha parte del governo, dalla nostra noi abbiamo tenacia e anni di repressione: non ci piegherà».
 
L’attenzione si era spostata verso la donna che avevo identificato come Morgana – in seguito si presento come Mrs. Whitewood-, una ragazza di circa venticinque anni, gli occhi azzurri lucidi per il discorso infervorato e i capelli biondo cenere raccolti in una crocchia.
Quando si accorse che tutti la stavamo fissando arrossì violentemente ma mantenne lo sguardo puntato verso il mio amico, finché costui non si alzò e si diresse verso il proprio archivio.
Sprofondò in una ricerca caratterizzata da borbottii ed esclamazioni per qualche minuto, consultando due dei sue tomi, finché non tornò a rivolgersi a noi.
 
«A quanto pare Miss. Allen ha già avuto parecchi problemi durante le manifestazioni, mentre Miss. Reynolds, benché più giovane di ben cinque anni, è già stata arrestata due volte. Entrambe sono molto attive politicamente e insieme ad altre signore, che so essere in carcere, e a Roberta, sono i pilastri fondamentali di questa parte del movimento».
 
Tornò a sedersi in poltrona, fissandole una ad una.
 
«Ma adesso, signore mie, io necessito di sapere a cosa vi serva il mio aiuto: se le vostre colleghe hanno attentato alla vita di un Lord, mi dispiace, ma non ho potere al riguardo. Forse mio fratello potrebbe far qualcosa, ma io smaschero criminali e porto giustizia, e per quanto quell’uomo possa rivelarsi ottuso al cambiamento sociale io non posso fare alcunché per salvare le vostre amiche, se hanno commesso ciò di cui sono accusate. Benché me ne dolga, debbo ammetterlo».
 
Non dubito che Holmes lo avrebbe fatto se ne avesse avuto l’occasione, ma se vi erano prove e capi di accusa le due non avevano scampo.
 
«Mr. Holmes, è per questo motivo che siamo qui».
 
La signorina Durrell si sporse in avanti e mi accorsi che ciò che le reggeva la crocchia di capelli castani erano tre matite che a stento trattenevano le ciocche ondulate, facendole ricedere in modo disordinato sul volto.
 
«Claudette e Grethe erano con noi quando Lord  Chatwin è stato attaccato».
 
Holmes corrugò le sopracciglia.
 
«Lo dite per proteggerle o--»
 
«Sherlock!»
 
Io ed Holmes sobbalzammo a quell’esclamazione di Mrs. Holmes, voltandoci verso di lei che, irritata, dardeggiava il cognato con gli occhi.
 
«Noi siamo donne fiere delle nostre azioni! Un uomo come Lord  Chatwin merita di finire nel fango per tutte le calunnie e le avversità che ci ha scagliato contro e siamo disposte ad affrontarlo unite, in strada, con volantini e cartelloni. Non dubito che ci siano compagne che si facciano prendere dal momento e mostrino più forza di quanta sarebbe necessaria, ma dal dare a fuoco una cassetta postale al picchiare un uomo indifeso, per quanto viscido, vi è una grande differenza! E Claudette e Grethe sono della mia stessa idea: non farebbero mai una cosa tanto sciocca. Inoltre, come ha già detto Catherine, erano con noi quando è avvenuto il fatto. Sono state prese come capro espiatorio: hanno una posizione rilevante all’interno delle Suffragette, e non dubito che, se non fosse per Mycroft, sarei stata presa anche io. E potrebbero anche colpire lui per affondare tutte noi, su ciò non ho dubbi. Or dunque, cognato, hai sentito i fatti: hai intenzione di aiutarci?»
 
 

____ 

 
 
«Come ha fatto ad incastrarti?»
 
«Non mi ha affatto incastrato, fratello mio. Piuttosto: come mai non hai risolto tu stesso la faccenda? La questione delle Suffragette è più vicina al tuo lavoro che al mio».
 
Mycroft Holmes continuò a fissare con insistenza il giornale, rifiutandosi di alzare gli occhi verso il consanguineo.
 
«Se quelle due donne hanno attaccato un Lord io non ho alcun potere».
 
«È proprio questa la questione: le mie clienti non hanno fatto nulla».
 
Finalmente il maggiore degli Holmes alzò gli occhi, donando al fratello uno sguardo scettico.
 
«Da quando sei diventato l’avvocato delle cause perse?»
 
«Da quando lasci che tua moglie rischi di venire arrestata per aver attentato alla vita di un Lord?»
 
«Roberta non rischia nulla».
 
«L’ultima volta che siamo andati a prenderla in prigione non eri della stessa opinione».
 
Mycroft sospirò rassegnato e piegò in malo modo il giornale, appoggiandolo sulle proprie ginocchia.
 
«Si può sapere cosa vuoi?»
 
«Cosa fanno degli attentatori, una volta compiuto il loro attacco?»
 
«Ho da tempo lasciato l’età in cui ci si diverte con gli indovinelli. A quanto pare tu no, visto che campi risolvendoli».
 
«Rispondi».
 
«Rivendicano, Sherlock, mi pare ovvio. Ma in questo caso era ovvio che le attentatrici fossero loro: sono state viste sulla scena e pochi giorni prima, durante una manifestazione, hanno affermato che gliel’avrebbero fatta pagare per l’ultima serie di arresti che lui stesso aveva ordinato. Inoltre, se vi fosse dietro qualche complotto, lo saprei».
 
«Credi che avere una moglie Suffragetta ti faccia rientrare fra le grazie dei conservatori? Buon pomeriggio, Mycroft. Mandami un telegramma quando riuscirai a vedere ad oltre un palmo dal tuo naso».
 
   
 
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